invidioso
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Vitor, c'è un tizio col tuo avatar che scrive cazzate per elogiare le cazzate di wolfstep.
sono sonnambulo.
non darmi queste delusioni sotto natale
:rotfl:
francamente non capisco tutta sta cantilena "meglio ignorante che fascista", "meglio fascista che ignorante".
cioè, teon riesce ad essere benissimo tutt'e due :sisi:
:facepalm:
ma io cesarino la amo :rotfl:
mai più ban per cesarino! :rullezza:
Soccorritori del 9/11 a ground zero vanno a incontrare alcuni senatori chiedendo perché hanno respinto la legge che garantiva loro copertura sanitaria per i danni derivanti dal aver lavorato al world trade center.
Senatrice americana chiama la polizia e li fa rimuovere :bua:
ne sta parlando anche Mentana. Interessante.Citazione:
I giornalisti Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro sono diventati azionisti di «Libero», il quotidiano vicino al centrodestra edito dalla famiglia Angelucci. Lo annuncia venerdì un comunicato dell'Editoriale Libero. «I due direttori... diventano azionisti di Libero, di cui saranno anche editori incaricati, ovvero con la responsabilità piena della conduzione del quotidiano milanese», dice la nota.
I DIRETTORI - Feltri, 67 anni, fondatore di Libero, è attualmente direttore editoriale del Giornale - il quotidiano edito da Paolo Berlusconi - ma la stessa nota annuncia che il 21 dicembre lascerà l'incarico per assumere lo stesso ruolo presso Libero. Belpietro, 52 anni, oltre a essere direttore responsabile di Libero, è conduttore tv a Mediaset. L'accordo tra l'Editoriale Libero e i due giornalisti è stato raggiunto nei giorni scorsi, dice il comunicato. Non è chiaro quale percentuale del pacchetto azionario controllino Feltri e Belpietro. Stefano Cecchetti, direttore generale dell'Editoriale Libero, ha detto telefonicamente a Reuters che questa informazione sarà fornita nel corso di una conferenza stampa il prossimo 22 dicembre. La famiglia Angelucci, con interessi nel settore della sanità, editano anche un altro quotidiano, Il Riformista vicino al centrosinistra. (fonte: Reuters)
RENI, EROINA E ARMI - Nel testo, disponibile su internet, si ricorda che del traffico di organi espiantati a prigionieri di guerra serbi fa menzione Carla Del Ponte, l'ex-procuratore del Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia, nel suo libro pubblicato in prima battuta in Italia La caccia - Io e i criminali di guerra. Tragico dubbio che diventa protagonista di The Empty House, documentario prodotto da PeaceReporter in cui, a partire dalla Casa Gialla (dove secondo le accuse si espiantavano gli organi), si denuncia il dramma delle persone scomparse durante la guerra in Kosovo. Una storia, raccontata in multimediale, che si concentra appunto sul dubbio che alcune persone scomparse siano state vittime di un traffico di organi. Un secondo e ultimo riferimento all'Italia fatto dal rapporto riguarda «analisti» del Sismi, il servizio segreto militare, e dell'intelligence tedesca, britannica, greca e della Nato che definirebbero «abitualmente» l'attuale premier kosovaro Hashim Thaci come «il più pericoloso tra i padrini della mala dell'Uck». I responsabili di questi traffici sarebbero i leader di etnia albanese dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck). Secondo le testimonianze raccolte dal rapporto del Consiglio d'Europa, i prigionieri di guerra serbi e altri civili venivano uccisi con un colpo di arma da fuoco alla testa. Gli affari si facevano soprattutto con reni, venduti a cliniche private straniere. Un ruolo fondamentale avrebbe avuto in tutta la vicenda Shaip Muja, anch'egli ex comandante dell'Uck e ancora oggi stretto collaboratore politico di Thaci, responsabile delle questioni sanitarie.
LO SDEGNO DI PRISTINA - A Pristina, dove Thaci con il suo Partito democratico del Kosovo ha vinto le elezioni legislative anticipate di domenica scorsa, il governo ha smentito seccamente il contenuto del rapporto di Dick Marty. Respingendo le accuse, una nota governativa lo ha definito «senza fondamento». Si tratterebbe di «invenzioni» finalizzate a coprire «di obbrobrio l'Uck e i suoi dirigenti». In una nota pubblicata nella notte si legge: «È evidente che qualcuno vuol fare del male al primo ministro Thaci dopo che i cittadini del Kosovo gli hanno dato chiaramente la loro fiducia per continuare il programma di sviluppo del Paese». Il governo ha quindi annunciato l'intenzione di adottare «tutte le misure possibili e necessarie per rispondere alle invenzioni e alle calunnie di Dick Marty, ivi comprese misure giudiziarie e politiche». In un comunicato il premier di Pristina preannuncia «tutti i passi necessari, compreso il ricorso a mezzi legali e politici» nei confronti dell'autore della relazione, Dick Marty.
NEMICI DELL'INDIPENDENZA - «Faremo squalificare le calunnie del signor Marty», ammonisce il comunicato ufficiale, in cui si addebitano le accuse contenute nel rapporto ai «nemici dell'indipendenza» dell'ex regione serba a maggioranza albanese. «I cittadini kosovari e l'opinione pubblica internazionale nel suo complesso non credono alle diffamazioni messe in circolazione da chi si oppone all'indipendenza e alla sovranità del nostro Paese», si afferma, «e non permetteranno in alcun modo che certi demagoghi macchino la limpida lotta dell'Esercito di Liberazione del Kosovo e il sacrificio di tutti i cittadini della nostra patria». L'Esercito di Liberazione o Kla, di cui Thaci era comandante, sarebbe servito da copertura per gli affari illeciti da questi portati avanti prima, durante e dopo la guerra. Il comunicato governativo si conclude con un appello a tutti i 47 Stati membri del Consiglio d'Europa, ai quali mercoledì a Parigi verrà presentato il Rapporto, affinchè «si oppongano con forza a questo documento diffamatorio».
IL RICONOSCIMENTO - Il Pdk (Partito Democratico del Kosovo) guidato da Thaci, pur in calo di consensi, ha ottenuto il maggior numero di voti nelle elezioni anticipate di domenica scorsa nell'ex regione serba a maggioranza albanese. Per quanto difficile appaia la formazione di un nuovo esecutivo di coalizione a Pristina, l'incarico dovrebbe essere riconferito a Thaci e, una volta formata la compagine, si ripresenterà la questione dei negoziati con la Serbia, che continua a non riconoscere l'indipendenza kosovara, proclamata unilateralmente nel febbraio 2008.
LA SODDISFAZIONE DI BELGRADO - Dal canto suo, Belgrado ha espresso grande soddisfazione per il Rapporto del Consiglio d'Europa sul presunto traffico di organi umani ai danni di cittadini serbi. Tale rapporto, ha detto il viceprocuratore serbo per i crimini di guerra, Bruno Vekaric, «è una grande vittoria della Serbia nella lotta per la verità e la giustizia». «Grazie all'aiuto del presidente, Boris Tadic, e agli sforzi continui degli organi giudiziari serbi, abbiamo conseguito la vittoria e abbiamo restituito la speranza alle famiglie delle persone rapite o dei dispersi», ha aggiunto Vekaric auspicando che la pubblicazione del rapporto del Consiglio d'Europa, «estremamente positivo», consentirà l'apertura di numerose inchieste sui traffici di organi in Kosovo e Albania, dove le autorità giudiziarie hanno ignorato per anni gli appelli a far luce su tale problema.
I DUBBI DI MOSCA - In visita ufficiale a Mosca, il ministro degli esteri serbo Vuk Jeremic ha messo in dubbio che vi sia un futuro politico per Hashim Thaci. Secondo Jeremic il documento rivelerebbe «la terribile realtà» kosovara: «È un segnale che mostra come sia ormai tempo per il mondo civilizzato di smetterla di voltarle le spalle», ha detto. «Questo rapporto svela che cosa è il Kosovo, e chi è che lo guida». Dello stesso avviso di Jeremic è l'omologo russo Serghei Lavrov, il cui Paese parimenti non riconosce il Kosovo come Stato sovrano. Lavrov ha affermato di essere «molto allarmato» per quanto emerge dal rapporto Marty che, ha sottolineato, «non può restare secretato» poiché «tutti dobbiamo assicurare che gli sia data la più ampia diffusione possibile». Il capo della diplomazia russa ha quindi ribadito la posizione di Mosca, che si rifà ancora alla risoluzione adottata nel 1999 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui si faceva del Kosovo una sorta di area neutrale sotto l'amministrazione del Palazzo di Vetro. «Noi», ha affermato ancora Lavrov, «sosteniamo la necessità di un dialogo diretto tra le autorità di Belgrado e quelle di Pristina, soltanto nel cui ambito è possibile trovare una soluzione a lungo termine per il Kosovo, fondata su un reale compromesso accettabile reciprocamente da ambedue le parti. In tale processo», ha ammonito, «qualsiasi intervento straniero va accuratamente valutato e soppesato».[/QUOTE]
:look:
ehm... riassuntino?
Intanto in un'intervista di ieri Bersani ha detto che il PD si dovrebbe alleare con il terzo polo, e se ce ne fosse bisogno per far questo si dovrebbe anche rinunciare alle primarie...
In quale realtà alternativa è concepibile che uno del centro-sinistra auspichi un'alleanza con Fini?
Se anche questa cosa andasse in porto ( :facepalm: ) quale potrebbe essere il testo di un eventuale DDL Fini-Bersani che delinei i punti in comune fra le ideologie di questi due politici?
"Viva la ****"?
L'intervista l'ha rilasciata a Repubblica, ma vi linko il sito del PD che così potete leggere le offese nei commenti :asd:
Gramellini c'ha anche dedicato l'editoriale di oggi :alesisi:
http://beta.partitodemocratico.it/do...e-crescita.htm
Sono state tutte rinviate a giudizio le otto persone indagate a Salerno per il caso del magistrato Luigi De Magistris. E' quanto ha deciso il gup del Tribunale, Vincenzo Pellegrino, in merito al presunto complotto denunciato dall'attuale europarlamentare per impedirgli di proseguire, quando era pm a Catanzaro, le indagini Why Not e Poseidone. Si tratta di ex magistrati di vertice di Catanzaro, esponenti politici e professionisti.
I provvedimenti riguardano l'ex procuratore capo di Catanzaro, oggi in pensione, Mariano Lombardi; la moglie Maria Grazia Muzzi e il figlio da lei avuto da un precedente matrimonio, l'avvocato Pierpaolo Greco; il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Catanzaro Salvatore Murone, trasferito in via cautelare dalla sezione disciplinare del Csm; l'imprenditore ed ex leader della Compagnia delle Opere in Calabria, Antonio Saladino; il senatore del Pdl Giancarlo Pittelli; l'ex sottosegretario alle attività produttive Giuseppe Galati; l'ex procuratore generale facente funzioni presso la Corte di Appello di Catanzaro, Dolcino Favi, da qualche mese in pensione.
l'ultimo Zoro è meraviglioso :rotfl:
http://www.youtube.com/watch?v=gkiQLCDN26k
Dei geni :asd:Citazione:
EMERGENZA NEVE
Intrappolati sull'A1, coda di 38 km
Protezione civile: ignorate nostri allarmi
Tra Firenze e Arezzo auto e camion fermi da più di 10 ore. Gabrielli: «Sistematico disinteresse degli italiani»
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Previsioni meteo
Il freddo non dà tregua, gelo in Abruzzo (17 dicembre 2010)
La neve paralizza Firenze (17 dicembre 2010)
Difficoltà sulla rampa di accesso all'A1 all'altezza di Firenze Sud (Ansa) MILANO - Caos sull'autostrada del Sole tra Firenze e Arezzo: migliaia di auto sono bloccati da circa venti ore - dalle 15 di venerdì - dopo le abbondanti nevicate che hanno paralizzato il centro Italia e in particolare la Toscana. La coda tra Valdarno e Firenze sud, in direzione nord, ha raggiunto i 38 chilometri. Ci sono camion e auto abbandonati: in molti hanno preferito raggiungere a piedi l'abitato più vicino. La situazione è in lento miglioramento ma i blocchi che si sono formati - con mezzi fermi perché privi di gomme termiche o catene - non sono risolti. Tutti i mezzi spazzaneve e spargisale a disposizione stanno lavorando, soprattutto in direzione nord nel tratto tra Valdarno e Firenze Certosa, dove ci sono diversi chilometri di coda. Sulla zona non nevica più, il problema ora è il ghiaccio sulla carreggiata. Migliore la situazione in direzione sud, dove il traffico scorre seppur lentamente. L'A1 è chiusa da Monte San Savino, in provincia di Arezzo, fino al capoluogo toscano.
SOCCORSI DIFFICILI - Rallentati i soccorsi per la difficoltà a entrare con i mezzi nel serpentone di auto: nella notte 15 squadre hanno raggiunto a piedi il tratto bloccato e non tutte ci sono riuscite. Ora gli operatori stanno pulendo la neve intorno a ciascuna auto, ma chi è senza catene o gomme da neve si blocca di nuovo. Forze dell'ordine e volontari stanno distribuendo coperte, viveri e bevande calde. La Protezione civile di Firenze ha organizzato con i vigili fuoco un mezzo carico di derrate alimentari, per risalire da Firenze sud a Incisa, centro della crisi. «Non ho mai visto nulla del genere» dice un automobilista, aggiungendo che alcuni addetti della società Autostrade, a piedi, hanno portato acqua e zucchero per un neonato rimasto bloccato in coda che aveva urgente bisogno di latte. Praticamente impossibile contattare i centralini delle forze dell'ordine, costantemente occupati. «Undici ore bloccato in autostrada, dieci delle quali fermo tra la neve, nello stesso punto, senza muovermi di un centimetro, a poca distanza dall'ingresso in autostrada che ho imboccato perché il pannello segnalava "code a tratti"» aggiunge l'automobilista, bloccato tra Firenze Sud e Scandicci dal primo pomeriggio di venerdì -. I pannelli erano tranquillizzanti, code a tratti per chi frequenta questa autostrada sono la norma, nulla di strano. Il problema è che appena entrato sono rimasto fermo, bloccato, per dieci ore. Poi in un'ora ho percorso qualche metro. Nessuno ci informava su nulla, le radio davano poche notizie, non si capiva quel che stava succedendo. Ho visto entrare, con me, mezzi pesanti senza catene. Ho visto sull'autostrada camion e tir di traverso che bloccavano le carreggiate e mi sono chiesto: perché li hanno fatti entrare? perché non dare messaggi più chiari sui pannelli a messaggio variabile? È una vergogna».
«ALLARMI IGNORATI» - Secondo il capo della Protezione civile Franco Gabrielli la situazione era prevista ed evitabile: «I disagi e le nevicate erano state ampiamente segnalate in maniera puntuale e precisa con una dettagliatissima circolare a tutti gli enti. Se fossero state seguite non ci saremmo trovati in questa situazione. C'è stato un sistematico disinteresse degli italiani che si sono messi in auto senza attrezzature adeguate». Gabrielli sottolinea comunque che «la priorità è portare generi di conforto e carburante per liberare gli automobilisti bloccati, poi verrà il momento di fare la somma delle responsabilità». Il comitato operativo della Protezione civile sta valutando gli interventi da attuare per liberare i viaggiatori: la situazione più critica tra Incisa e Valdarno, una decina di chilometri di coda con centinaia di persone immobilizzate. «È difficile raggiungerle - spiega Gabrielli - e dunque dobbiamo lavorare tutti per andare a prendere anche l'ultimo automobilista».
Le nevicate in Italia
ALTRE STRADE - Alcuni automobilisti sono rimasti bloccati anche sulle rampe d'accesso della superstrada Firenze-Pisa-Livorno, chiusa fino a Montopoli (Pisa): hanno passato la notte in macchina. Praticamente risolta la situazione sull'A12 tra Livorno e Rosignano, che rimane comunque chiusa: nella notte quasi tutti i mezzi bloccati tra gli svincoli della Variante Aurelia sono ripartiti. Come Firenze, anche Pisa si è svegliata con il sole ma la situazione non è migliorata sul fronte della viabilità. È tornata percorribile l'A11, bloccata nelle ore scorse dalla neve: chi arriva da Bologna verso Firenze viene ora indirizzato sulla Firenze-Mare, per poi proseguire lungo l'Aurelia in direzione Roma. Sull'A11 sono però ancora chiuse tutte le entrate tra Firenze e Montecatini. In Emilia-Romagna ha smesso di nevicare ed è tornato il sole, ma le conseguenze della nevicata sono pesantissime nel nodo di Bologna, con una lunga coda sull'Autosole da Modena nord a Bologna. La Polstrada ha chiuso i caselli verso sud: Sasso Marconi, Casalecchio di Reno e Borgo Panigale. In mattinata la stazione di Sasso Marconi è stata aperta a tratti per 10 minuti e poi chiusa per i successivi 10, con l'ausilio di safety car, macchine di sicurezza a sostegno ai viaggiatori. Situazione difficile anche sulla Statale Porrettana, scelta dai viaggiatori come alternativa all'A1. La Polstrada suggerisce per chi è diretto a Firenze di puntare sull'A15 da Parma verso Livorno, oppure sull'A14 uscendo a Cesena per prendere la E45 Ravenna-Orte. Continua poi a nevicare sull'A23 tra Udine e il confine e sull'A27 tra Treviso e l'allacciamento con la SS 51. In tutte le autostrade della penisola sono obbligatorie catene a bordo o pneumatici invernali. Ci si può informare sulle condizioni meteo e di viabilità su radio Rtl 102.5 o Isoradio 103.3 e sul sito www.autostrade.it (call center 840.042121).
SITUAZIONE TRENI - E c'è ancora caos sulle linee ferroviarie. L'intercity Salerno-Torino partito venerdì mattina è arrivato poco dopo le 6 alla stazione di Porta Nuova, con oltre 13 ore di ritardo, dopo essere rimasto fermo fermato per quasi 10 ore alla stazione di Livorno. Nessuno dei 400 passeggeri ha avuto problemi di salute: sabato sera sono stati rifocillati e visitati. Disagi e treni in ritardo anche sulla linea Torino-Genova: nel tratto Trofarello-Asti la neve ha fatto cadere le linee di alimentazione aeree di un binario e il traffico procede a binario unico. I tecnici delle Ferrovie hanno lavorato ininterrottamente nel corso della notte per riportare la situazione verso la normalità, in particolare nella stazione di Firenze Santa Maria Novella, dove la neve ha completamente coperto i binari bloccando la circolazione dei convogli. La circolazione è ripresa sabato intorno alle 9.30, con l’ingresso dell'Intercity 580 Terni-Milano. In Friuli Venezia Giulia ritardi e cancellazioni di treni sono causati dalla formazione di ghiaccio sui cavi dell'alimentazione elettrica, che impediscono l'arrivo di elettricità ai locomotori. In Abruzzo è interrotta la linea Roma-Sulmona.
AEROPORTI - Sempre chiusi gli aeroporti di Firenze e Pisa. Sta invece tornando alla normalità lo scalo di Orio al Serio (Bergamo), dove 3.900 persone sono rimaste a piedi venerdì per la cancellazione di 28 voli Ryanair. La maggior parte dei passeggeri ha trovato una collocazione su voli alternativi prima delle 22, mentre 200 hanno dovuto trascorrere la notte in aeroporto. La Protezione civile ha sistemato 170 brande nell'area check-in e nella sala vip, i volontari hanno fornito bevande calde e generi di primo conforto. Dalle 6 lo scalo ha ripreso la normale attività e tutti i passeggeri in attesa sono partiti.
Redazione online
18 dicembre 2010
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Lo sapeva perfino mia nonna che si sarebbe messo a nevicare di brutto, e la ggente cosa fa? In autostrada senza catene e gomme invernali :lul:
A me per tornare da lavoro, c'e' voluto sei ore e mezzo per fare 14km.
da signa a rifredi.
Una vergogna che isoradio non ha detto niente, indicazioni ninete.
:mad:
Il mi babbo Rifredi - Prato centrale 5 ore
Io torno dalla Danimarca per Natale,atterro a Ciampino alle 13.30 ho il treno alle 14.45 da Termini. Causa traffico nn faccio in tempo e prendo quello delle 15.45. Dovevo arrivare a Prato alle 7. ma rimaniamo bloccati a Arezzo 4 ore. Arriviamo a Rifredi con 5 ore e 20 di ritardo.Contento di essere arrivato almeno lì,mi tranquillizzo. Nel tratto per Prato il treno si ferma a 1 km dalla stazione centrale,altra mezz'ora fermi.Arrivo a casa all'1:30.
Sottolineo che a Odense quando sono partito c'erano circa 60 cm di neve,e nessun problema.
Viva l'Italia