chi', giusto :snob:
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chi', giusto :snob:
questo è ciò che sostengono lui e la sua corte, ma io di uno che passa dal negare la conoscenza di mills al doverlo ammettere dopo anni, ossia un bugiardo, non mi fido per niente, e lo stesso i milioni che si sono uniti sotto la triste ala del csx, un gruppo polarizzato di persone che quella roba non se la beve neanche sotto tortura. il PD a patti ci scende, ma quella è un'altra storia.
se tu non sei in grado di comprendere che una giustizia che spende decine di milioni di euro (e mi fermo solo a questo "filone") per intercettare e spiare chiunque, specie se di sesso femminile, abbia a che fare con una persona - affannandosi a pignolare sui mesi di età di una presunta puttana mentre allo stesso tempo tollera il lavoro quotidiano di migliaia di schiave del sesso a pagamento sulle strade di tutto il paese - è una giustizia faziosa e a comando, non sono certo io che posso farti cambiare idea
mica puoi paragonare un fenomeno nazionale, con un caso di manifesta stupidità, ossia un pdc che fa entrare dalla porta principale orde di giovani prostitute.
il primo è incontrollabile, il secondo è doveroso. mica puoi chiudere un occhio solo perchè in pubblico si promuove casa e chiesa :asd:
E' la stessa cosa che ha fatto JFK per tutto il suo mandato.
Solo che i Servizi con lui funzionavano, e se avessero trovato qualcuno che da un albero gli fotografava nel giardino della villa, lo avrebbero fatto sparire insieme alla famiglia tutta.
Qui invece intercettavano i telefoni del Presidente del Consiglio.
Strano che questi discorsi non siano mai, MAI, stati fatti per la commissione Mitrokhin.
Anni di lavoro e soldi spesi per scoprire che Igor Marini, portato in palmo di mano e osannato da Feltri e i suoi accoliti, era una bufala.
Peccato che all'epoca, alcuni tipo Bronson tanto per fare un nome, trattavano ogni cosa detta dal prode Aigor e megafonata da Feltrino, come Vangelo. In quel caso tempo e soldi buttati non contavano evidentemente di fronte alla GIUSTIZIA?
Non è che rosico, o magari solo un pochino.:mad:
E' che mi fa molto ridere vedere la gente preoccupata ADESSO dei costi della giustizia, quando in altre occasioni avrebbero allegramente bruciato paccate di euro per sentire i vaneggiamenti di un truffatore e godendoci pure, nonostante gli scarsi risultati.
o viceversa. poi nel frattempo non è che la sinistra non abbia mai avuto politici inquisiti.
stavo pensando la stessa identica cosa. almeno mills esiste veramente, non come le balle di marini, che si sono andati a inventare. anzi, il fatto stesso che siano dovuti andarsele a inventare (fra l'altro neanche si son sforzati di inventarsele plausibili... che prodi usi mortadella come nomi in codice per non farsi riconoscere è proprio da :rotfl:) mi fa supporre che prodi fra tanti politici sia fra i meno zozzi.
Ma scusate eh, se un PDC chiama in questura e dice "oh, quella minorenne che cercava di rubare è la nipote di Mubarak, liberatela" è tanto difficile che un magistrato cerchi di vederci chiaro? Cioè, mi spiego: è così deprecrabile/strano?
Toh, facciamo un giochino:
Se JFK chiamava in questura e diceva "oh, quella minorenne che cercava di rubare è la nipote di Chruscev, liberatela" secondo voi che succedeva?
Ora, non consideriamo che un JFK (ma anche un J. Carter, toh :asd: ) non avrebbe MAI fatto qualcosa di simile...
chiwaz quanto posti un'altro po' di pics di modelle biellorusse?
Ma JFK governava gli Stati Uniti 50 anni fa...un paese dove i neri non potevano sedere negli stessi posti dei bianchi e dovevano cedere loro il posto 35 anni dopo con Clinton gli Americani si comportarono un po' diversamente
Questa domanda...Citazione:
Ma scusate eh, se un PDC chiama in questura e dice "oh, quella minorenne che cercava di rubare è la nipote di Mubarak, liberatela" è tanto difficile che un magistrato cerchi di vederci chiaro? Cioè, mi spiego: è così deprecrabile/strano?
Ah non l'avevo vista.
No no, non è strano.
Però com'è finita?
Son d'accordo con Chiwaz. Berlusconi avrebbe dovuto essere trattato come JFK.
:asd:
Riporto un rant di Pansa perché mi è piaciuto :sisi:
Citazione:
Diventare un uomo ridicolo. Dopo aver tanto lottato contro terroristi e mafiosi, è questo il rischio che corre Giancarlo Caselli, super magistrato e capo della Procura di Torino. Lo corre per un motivo sciocco: considerarsi l’unica vittima di estremisti violenti che contestano i suoi libri e il suo lavoro. Caselli dimentica di essere soltanto l’ultimo dei tanti costretti a fare la stessa esperienza. E adesso gli racconterò il mio caso. Nel 2003 pubblico Il sangue dei vinti, libro che racconta le vendette dei partigiani dopo il 25 aprile, contro i fascisti sconfitti. Nasce un trambusto pazzesco sui giornali e alla tivù. Vecchi amici di sinistra mi accusano di averlo scritto per soldi e su ordine di Silvio Berlusconi, in quel momento al governo. Ma la piazza, o la piazzetta, non si muove. Deve assalire il Caimano e non ha tempo da perdere con un microbo come me. Continuo a scrivere libri revisionisti sulla guerra civile e nell’ottobre 2006 esce La grande bugia. La stagione politica è cambiata. Adesso al governo c’è il secondo centrosinistra di Romano Prodi. Il Cavaliere è sconfitto e può essere lasciato in pace. L’attenzione si sposta sul microbo Pansa. Un testardo che si merita una bella lezione. Il 16 ottobre 2006 si tiene a Reggio Emilia il primo di una serie di dibattiti su quel libro. Il salone di un hotel della città è strapieno. A dialogare con me c’è Aldo Cazzullo, giornalista, inviato speciale del Corriere della sera. Sto per rispondere alla sua domanda iniziale quando nella sala, tra la gente, emerge una dozzina di violenti. Vogliono interrompere la serata e punirmi.Il capo del gruppo corre verso il nostro tavolo e mi scaglia addosso una copia della Grande bugia, urlando: «È un libro infame, sono venuto da Roma apposta per gettarglielo in faccia!». Segue un lancio di volantini stampati con cura. Riproducono una banconota da 50 euro con la scritta: «Pansa prezzolato - con l’infamia ci hai speculato». Arrivato alla nostra pedana, il gruppo srotola un lenzuolo color sangue, con lo slogan «Triangolo rosso? Nessun rimorso». Come a dire, i partigiani comunisti hanno fatto bene ad accoppare tanti nemici della rivoluzione. I violenti sono molto agitati. Urlano da forsennati. Mostrano al pubblico il pugno chiuso. Uno di loro strilla di continuo, a macchinetta: «Viva Schio! Viva Schio!». È la città veneta dove nel luglio 1945 la polizia partigiana rossa ha occupato il carcere e ammazzato cinquantatré persone.Aldo Cazzullo e io restiamo al nostro posto e mandiamo al diavolo il capo del gruppo che pretende di leggere un volantino interminabile. A quel punto, la gente in sala comincia a scandire «Libertà, libertà!». I violenti si rendono conto di essere in minoranza e due poliziotti li allontanano. Si saprà dopo che appartengono a una fazione di ultrà rossi, «Antifascist Militant». Sono tipi senza faccia, sconosciuti. Tranne uno che si rivela tre mesi dopo in un convegno antifascista a Roma, organizzato da Rifondazione comunista. È Simone Sallusti, responsabile organizzativo del partito nella capitale. Rivolto ai compagni, si presenta e dice: «Sono andato a Reggio Emilia per contestare Pansa. E ne sono orgoglioso!». Applausi e pugni chiusi. Adesso siamo al 17 ottobre. La faccenda di Reggio sta su molti quotidiani e nei telegiornali. Nel pomeriggio ricevo qualche telefonata di solidarietà. Ma soltanto di politici moderati, ricordo Pier Ferdinando Casini e Clemente Mastella. Tuttavia, verso sera arriva il messaggio più importante. Giorgio Napolitano, da pochi mesi presidente della Repubblica, con un comunicato del Quirinale, esprime «la sua profonda deplorazione per gli atti di violenza» a Reggio Emilia.
Soltanto dopo il suo intervento, spuntano un paio di telefonate da sinistra, di Prodi e di Piero Fassino. Chiamate personali e riservate, niente di pubblico perché a sinistra il Pansa è considerato un diffamatore della Resistenza. Per ultima si fa viva una redattrice della Stampa, Egle Santolini. Su incarico della direzione, mi avvisa che l’indomani troverò sul loro giornale due articoli che mi riguardano. Mi consiglia: «Li legga con calma». Li leggo il 18 ottobre. Alla Stampa, dove ho lavorato per anni, devo avere qualche amico del giaguaro. Entrambi i pezzi sono contro di me, con una rabbia speciale. Un articolo del professor Angelo d’Orsi e un’intervista, manco a dirlo, di Giorgio Bocca. Il professore ricicla un suo vecchio articolo, con l’aggiunta di un falso. Lui descrive l’aggressione di Reggio Emilia così: «Insulti e baruffe tra giovani di sinistra che contestavano Pansa e giovani di destra che ne prendevano le parti».Sempre il 18 ottobre, mi telefona uno dei vicedirettori della Stampa, Massimo Gramellini, la cosiddetta penna brillante del giornale. Un pennacchione giulivo che si ritiene di sinistra. Con ilare cautela, mi chiede se voglio rispondere, ma lo mando a quel paese. Subito dopo mi chiama il direttore, Giulio Anselmi. Ci conosciamo da anni. E abbiamo lavorato insieme all’Espresso. Anselmi deve essersi reso conto di aver pubblicato una carognata. Si lava subito le mani e mi indica come bersaglio il suo vice: «Guarda che quella pagina l’ha messa insieme Gramellini. Ha fatto tutto lui ed è lui che devi ringraziare, non è colpa mia». Gli ribatto: «Ma il direttore non sei tu?». Anselmi: «Io non potevo farci nulla». Penso: misteri del giornalismo italiano, con troppi direttori senza autorità.L’assalto di Reggio fa scuola. Il 19 ottobre devo presentare il libro a Bassano del Grappa. Ma nella notte, gli ultrà rossi hanno sabotato le serrature dei tre ingressi della libreria. Ci vuole un lavoro di tre ore per sbloccarle. Riesco a fare il dibattito, mentre in strada urlano dei giovanotti che pretendono di entrare e leggere un documento contro di me. Dopo Bassano, parlo in altre due città venete, Castelfranco e Carmignano di Brenta. E mi rendo conto di avere addosso l’Anpi, il club dei partigiani rossi, e le solite bande di ultrà. Ma ormai sono protetto dalla polizia e dai carabinieri. Il capo della Digos di Padova mi spiega che dovunque troverò le medesime ostilità. Aggiunge: «Li conosciamo, lei deve stare tranquillo perché sarà sempre tutelato dalle forze dell’ordine».
Presentare un libro scortato da agenti e carabinieri? La faccenda non mi piace per niente. Mi amareggia e mi obbliga a domandarmi perché mai debba sottrarre a compiti ben più importanti tanti ragazzi in divisa. È in quel momento che decido di annullare quattordici dibattiti dei trenta già previsti. Lo faccio pensando: «Credevo di essere un cittadino libero in un paese libero, ma devo arrendermi: non è per niente così». Da allora sono trascorsi cinque anni e non ho più presentato in pubblico i miei libri. Mi sono reso conto che questa rinuncia non ha influenza sulla diffusione, però mi sento dimezzato. Lo stesso accade a tanti autori di destra. E oggi anche a eccellenze di sinistra, come Giancarlo Caselli. La ruota è girata, ma il risultato è sempre un brutto affare. Signor procuratore capo di Torino, ci rifletta. Smetta di fare la vittima. Gioverà a lei e a tutti noi.
bello l'articolo, dove l'hai trovato Chiwi?
su Libero, mi pare.
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Pensa Er Pelliccia fra 30 anni :asd:
:facepalm:
intendi quella istituita riprendendo un disegno di legge di D'Alema? e inoltre, stai paragonando un dossier ritenuto almeno in parte attendibile da tutti i paesi occidentali con i filmatini di Lele Mora che - orrore! - entra in casa di Berlusconi ripresi da qualche magistrato militante e opportunamente trasferiti per essere divulgati da repubblicatv? o forse stai solo facendo un orrendo mischione tra Mitrokhin e Telekom Serbia perché sei andato in confusione? peraltro, come ogni buon osservatore di dita che indicano la Luna, non hai capito che il problema non è (solo) il fatto che certe porcherie vengano fatte con i nostri soldi, bensì che vengano fatte e basta post dove io sostengo l'attendibilità di Igor Marini, o sono solo chiacchere da rosiker cronico
nessuno ha ancora menzionato quella vergogna del processo a Socrate?? :snob:
La dimostrazione è la telefonata intercettata del faccendiere di cui non ricordo il nome, che stava in Romania.
Ha chiamato Berlusconi facendosi prestare un telefono rumeno da uno che stava lì con lui, e il risultato è che la telefonata è finita sui giornali :asd:
O la magistratura italiana intercettava un campione di utenze rumene e gli è andata di culo, oppure il telefono controllato era quello di Berlusconi.
EDIT: era Lavitola in Bulgaria.
Citazione:
Berlusconi: Sì prontoLavitola: Dottore senta, sto in Bulgaria sto a Sofia con telefono di qua se intercettano pure questi, che c.. ne so
Pensa che qua dentro vivacchiava un genio di quelli imperdibili che disse testualmente: "Eeeehh, stavano intercettando-oh dei sospetti e ad un certo punto questi sentono la voce di Berlusconi(MA PENSA CHERROBA! Bberlusconi-ih! Mica ciccioli!) e ci restano cosi': :eek:"
Il biglietto dovrebbero mettere per assistere a certi spettacoli :asd: