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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
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Il problema è anche politico. L'UE intera rischia seriamente di essere depotenziata e ridimensionata, se non si riesce ad aiutare nemmeno un proprio membro.
Comunque il debito greco sono bei soldini, eh, non due spicci. E c'è il rischio contagio.
Più che altro ridicolizzata, considerando che una delle principali attrattive dell'UE era una presunta azione stabilizzante in tempo di crisi.
Azione stabilizzante che non mi sembra di vedere, anzi quello che vedo io è che Paesi con situazioni di debito di cartapesta tipo il Giappone hanno un outlook molto migliore di Paesi come Grecia e Portogallo, perché possono ancora muovere le leve monetarie e quindi hanno uno spazio di manovra molto maggiore, mentre qui siamo alla mercé di tedeschi vari.
E comunque l'intero debito greco è meno di 1/4 di quello italiano e meno di 1/15 di quello dell'eurozona. Tenendo presente che sarebbe necessario coprirne comunque solo una piccola parte, sono due spicci.
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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
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Il fantasma del fallimento di Atene manda in tilt i mkt: rendimento decennale oltre il 10%
Finanzaonline.com - 28.4.10/09:53
Il fantasma del fallimento della Grecia manda in tilt gli investitori. Il nervosismo dei mercati si concretizza in una corposa e incontrollata ondata di vendite sul mercato del debito di Atene, soprattutto nella parte della curva considerata più a rischio default, ossia quella a breve. Il rendimento del decennale ha superato la soglia del 10%. E' la prima volta che accade da quando il Paese è entrato nell'euro. Lo spread rispetto al titolo di riferimento tedesco è balzato a 764 punti base per poi portarsi fino a 847. Il rendimento del due anni si è portato invece sul 22,7%.
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mi sto leggendo l'ultimo post di "wolfstep",http://www.wolfstep.cc/2010/04/le-bu...i-ii.html#more qualcuno che ne capisce piu di me di economia può confermare che il ragionamento è esatto?
Se è tutto giusto bhè possiam dire di aver fatto una cappella a entrare nell'euro,senza il cambio fisso potevamo rimanere competitivi sul mercato senza bisogno di svalutare il costo del lavoro AKA "precariato",Fanculo usciamone :asd:
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Isola
mi sto leggendo l'ultimo post di "wolfstep",
http://www.wolfstep.cc/2010/04/le-bu...i-ii.html#more qualcuno che ne capisce piu di me di economia può confermare che il ragionamento è esatto?
Se è tutto giusto bhè possiam dire di aver fatto una cappella a entrare nell'euro,senza il cambio fisso potevamo rimanere competitivi sul mercato senza bisogno di svalutare il costo del lavoro AKA "precariato",Fanculo usciamone :asd:
In parte; sono convinto che con la liretta saremmo stati attaccati pesantemente anche noi.
Il problema è che abbiamo una moneta unica che non controlliano e non ci permette magrini di manovra, ed in mano ad euroburocrati forse più incapaci dei nostri governanti.
Certo, uscire dall'euro al momento è un suicidio, perchè il debito pubblico è in euro, quindi teoricamente non potremmo svalutare la lira.
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In parte; sono convinto che con la liretta saremmo stati attaccati pesantemente anche noi.
Il problema è che abbiamo una moneta unica che non controlliano e non ci permette magrini di manovra, ed in mano ad euroburocrati forse più incapaci dei nostri governanti.
Certo, uscire dall'euro al momento è un suicidio, perchè il debito pubblico è in euro, quindi teoricamente non potremmo svalutare la lira.
e che ne dici di una doppia circolazione iniziale e un graduale abbandono dell'euro?
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Abbandonare l'Euro?
Ma che vi siete fumati?:facepalm:
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Originariamente Scritto da
MrVermont
Abbandonare l'Euro?
Ma che vi siete fumati?:facepalm:
L'Euro sembra un morto che cammina in questo momento.
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L'euro è giovane cosi come lo è la EU, darlo per morto a causa di una crisi è shortsighted. Magari morirà, per carità, ma manteniamo una prospettiva bilanciata.
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questione di tempo ma morirà.
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allora ho fatto bene a non cambiare quelle 63.000 £ che ho trovato in una vecchia giaccia da sci :uhm:
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Originariamente Scritto da
Gnappo_gheyz
allora ho fatto bene a non cambiare quelle 63.000 £ che ho trovato in una vecchia giaccia da sci :uhm:
Ti potresti ricredere :asd:
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questione di tempo ma morirà.
Cosi come tutte le altre cose. Il punto è che questa crisi potrebbe anche essere salutare per l'euro nel lungo termine.
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aveva ragione la Legaomfg11111!!!1100neonone
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scusate perché l'euro dovrebbe morire?
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Originariamente Scritto da
Isola
mi sto leggendo l'ultimo post di "wolfstep",
http://www.wolfstep.cc/2010/04/le-bu...i-ii.html#more qualcuno che ne capisce piu di me di economia può confermare che il ragionamento è esatto?
Se è tutto giusto bhè possiam dire di aver fatto una cappella a entrare nell'euro,senza il cambio fisso potevamo rimanere competitivi sul mercato senza bisogno di svalutare il costo del lavoro AKA "precariato",Fanculo usciamone :asd:
I post di questo tizio li trovo linkati ovunque ultimamente, anche se per me di economia non ci capisce una fava.
Questa è la sua ultima fatica: http://www.wolfstep.cc/2010/04/perche-non-tremo.html
Solo a me sembra un ammasso di stronzate?
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Solo di economia non capisce nulla wolfstep? :asd:
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Ma infatti, gli ultimi tre post li ho letti ma ho evitato di riportarli perché vista la materia mi sembravano un po' troppo faciloni. :asd:
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dopo che lo leggi 3 volte capisci che quando gli capita una cosa durante la giornata , da quella lui capisce come gira il mondo e ce lo spiega.
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Spagna declassata.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero
p.s: Chissà cosa scriverà adesso wolfstep? Non vedo l'ora di leggere il suo illuminato commento. :D
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Vogliamo ricordarlo così :fag:
http://www.youtube.com/watch?v=nnyhPlafGmY
Citazione:
MADRID - Definisce un «risultato storico» il sorpasso dell'Italia da parte della Spagna. E stuzzica Romano Prodi: «glielo avevo detto». Il primo ministro spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, non nasconde la propria soddisfazione per i dati
Eurostat sul Pil dei Paesi europei e durante un incontro con i giornalisti nel corso di un ricevimento natalizio dichiara che «il problema dell'Italia è il grande indebitamento pubblico». Zapatero sottolinea poi che dall'inizio degli anni '80, mentre l'economia italiana è sostanzialmente ferma, quella spagnola è in rapida crescita. Il premier spagnolo aggiunge che i risultati del 2007 saranno ancora migliori di quelli del 2006 e assicura che adesso la Spagna va alla rincorsa di Francia e Germania
Coraggio, state rincorrendo la Grecia adesso :)
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per S&P ci dovrebbe essere l'impiccagione,stop,nient'altro.
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Le Nuove Regolamentazioni faranno ancora più Danni
26 Aprile 2010
Pubblichiamo la traduzione di questa lettera di Peter Schiff, un autore che come noi non solo aveva visto la crisi arrivare, ma ne aveva identificato correttamente le cause e le ragioni, all'incirca le stesse spiegate nel mio libro Prevedibile e Inevitabile e sempre riconducibili a un attento studio dell'economia come spiegata dalla Scuola Austriaca. Sotto i nostri video trovate gli interventi pubblici di Peter Schiff in TV sottotitolati, e contrapposti agli interventi di chi allora pompava bolle e distorsioni del mercato (soprattutto quello immobiliare) spacciandole per benessere.
Di Peter Schiff - 22 aprile 2010, traduzione di Paxtibi
In un discorso di oggi a Wall Street, il presidente Obama ha parlato di un “fallimento di responsabilità” a Washington e a Wall Street. Tuttavia in ambito economico il settore finanziario è quello più regolato di tutti, quindi la responsabilità non può che ricadere principalmente proprio su Washington. È stato il governo federale a creare l'assicurazione sui depositi, che ha rimosso i rischi (e quindi ogni tipo di cautele) legati ai depositi bancari. Sono sempre stati i funzionari federali a inventarsi il “troppo grande per fallire,” il nostro nuovo sistema di privatizzazione dei profitti e di socializzazione delle perdite. Per di più, le imposte federali e le regolamentazioni federali hanno indebolito la nostra capacità produttiva, rendendoci più fragili di fronte agli shock finanziari.
In questo discorso che castiga l'ingordigia privata, non è stata fatta menzione di Fannie, Freddie, o del ruolo della FHA nell'incoraggiare i prestiti sub-prime, né dei bassissimi tassi d'interesse della Fed che hanno reso possibile i cosiddetti tassi “teaser” offerti nei mutui. Il denigrato “mercato dei derivati senza regole” in gran parte si è sviluppato proprio intorno ai prestiti garantiti dal governo.
Obama afferma di volere stabilire “regole di buonsenso.” Tuttavia, la sua proposta di riforma è una sfida al buonsenso.
La nuova “autorità di risoluzione” è un tentativo di sostituire il sistema giuridico tradizionale della corte fallimentare con una burocrazia di prestiti che subordina la norma di legge alla convenienza politica. Il risultato di questa riforma sarà quella di aumentare l'incertezza per tutti gli attori onesti del mercato – e di generare una zona protetta per le imprese collegate al ramo esecutivo di carattere politico.
La “Regola di Volcker” per ridimensionare le grandi aziende tramite scorpori va in senso contrario rispetto all'incoraggiamento, sia di questa amministrazione che della passata, perché le banche acquisiscano le concorrenti più deboli. Ironicamente, le regolamentazioni supplementari richieste dalla nuova legge creeranno delle tremende barriere all'entrata per le nuove imprese, favorendo invece quelle che possono sfruttare le grandi economie di scala.
Fin tanto che la Fed continua a tenere i tassi d'interesse artificialmente troppo bassi e il governo continua a garantire i mutui, i prezzi degli immobili rimarranno distorti, il credito mal allocato, il moral hazard aumenterà e le sottostanti fondamenta della nostra economia continueranno a deteriorarsi. Contrariamente alle asserzioni del presidente, i salvataggi e lo stimolo del governo non hanno salvato le fondamenta della nostra economia, le hanno indebolite. Di conseguenza, la prossima crisi economica, che è probabile colpisca entro pochi anni, sarà molto peggiore. Non solo questa nuova regolamentazione non farà niente per impedire la seconda fase della crisi, molto probabilmente ne aumenterà la gravità.
Il presidente sembra dire di aver visto la crisi arrivare. Bene, io spiegavo il problema e avvertivo di un crollo imminente alla tv nazionale fin dal 2005. Questo quando ancora il senatore Obama votava a favore di quelle leggi che hanno contribuito a scatenare la crisi.
Piccolo articolo su Obamania.
Per il resto qualcuno mi può spiegare perchè i piigs vengono trattati come feccia, mentre l'Uk o gli Usa, messa malissimo a sentire alcuni di voi, no? Perchè sono i più potenti centri della finanza globale?
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E' l'UK che ha inventato l'acronimo PIIGS, che ti aspetti? :asd:
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Spagna riceve il downgrade da S&P. Houston, we have a problem
http://www.telegraph.co.uk/finance/f...owngraded.html
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Esattamente come previsto le agenzie di rating cominciano a martellare qualunque cosa non sia made in UK/USA. :facepalm:
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:look:
Inizio a mettere da parte le scorte di cibo per affrontare i punkettoni che leccano le lame?
:look:
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forse il 2012 inizia ad avere un senso. il mondo come lo conosciamo finira' e si tornera' alla vechia economia del baratto: sono un panettiere e ti do un panino, sono un falegname e ti do una sedia, sono un fisico nucleare e ti do un protosincrotrone :asd:
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Originariamente Scritto da
gmork
si tornera' alla vechia economia del baratto: sono un panettiere e ti do un panino, sono un falegname e ti do una sedia, sono un fisico nucleare e ti do un protosincrotrone :asd:
Scusate l'OT ma :rotfl: :rotfl:
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L'ANALISI
E ora gli speculatori di Wall Street
puntano sul fallimento dei "Pigs"
Le banche d'affari soffiano sul fuoco dell'euro-panico: "Quei paesi sono come la Lehman". Il ministero della Giustizia Usa: gli hedge fund hanno concordato un attacco all'euro. Obama in contatto con i governi europei: "Siamo preoccupati"
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
NEW YORK - Il contagio della crisi greca all'intera eurozona "preoccupa il presidente Obama". La Casa Bianca "segue gli sviluppi da vicino e si tiene in stretto contatto con i governi europei". Non è solo la frana dell'euro che preoccupa Obama. Washington osserva con nervosismo il ritorno dei "soliti noti", i giganti della speculazione che da Wall Street muovono all'attacco dell'eurozona.
È un copione sinistro, che alla Casa Bianca ricorda le tappe del collasso finanziario del 2008-2009. Sono cambiati i bersagli, stavolta sono gli Stati sovrani invece delle banche. Ma i metodi, gli strumenti, i registi della grande offensiva anti-euro sono figure fin troppo familiari. Ci sono le stesse agenzie di rating che nell'ultima crisi ebbero un ruolo perverso. Furono Standard & Poor's, Moody's e Fitch ad incollare le etichette prestigiose "Aaa" sui titoli tossici legati ai mutui subprime. Incompetenza, conflitto d'interessi, la loro reputazione ne uscì distrutta. Quegli scandali non hanno impedito che Standard & Poor's sia all'origine dell'ultima crisi di sfiducia, per il declassamento della Spagna (colpa delle regole europee: la Bce può acquistare titoli del debito pubblico solo se raggiungono un rating minimo).
Soffiano sul fuoco dell'euro-panico le grandi banche di Wall Street, noncuranti delle indagini avviate contro di loro dal Congresso, dalla Sec e dalla Federal Reserve. Gli economisti di Goldman Sachs e JP Morgan Chase ieri hanno lanciato in perfetta concordia un annuncio tremendo: altro che i 45 miliardi di euro inizialmente previsti per il salvataggio della Grecia, "ora gli aiuti necessari per arrestare il contagio in altri paesi mediterranei sono di almeno 600 miliardi di euro". Si tratta, sottolineano i due colossi bancari di Wall Street, di "una cifra superiore al fondo Tarp (700 miliardi di dollari) varato nell'autunno 2008 dall'allora segretario al Tesoro Usa, Hank Paulson, per salvare il sistema finanziario da un collasso mortale". L'economista Philip Lane vede nella Grecia, nel Portogallo e nella Spagna "gli equivalenti odierni di Bear Stearns e Lehman Brothers", le due banche fallite nel 2008. Il paragone fa paura perché i due istituti individualmente avevano dimensioni "gestibili", ma il contagio della paura rischiò di travolgere tutti gli altri. Tornano in primo piano i titoli derivati chiamati "credit default swaps" (Cds). In apparenza sono contratti assicurativi, per proteggersi dal rischio del fallimento di un debitore. In realtà hanno assunto vita propria come formidabili strumenti speculativi, consentono di scommettere sulle bancarotte per guadagnarci. Hanno un effetto moltiplicatore, che si vede all'opera in queste ore. "Occhio alle banche europee - avverte JP Morgan - perché gli istituti tedeschi, francesi, olandesi e belgi più esposti verso l'Europa mediterranea possono a loro volta essere coinvolti nelle perdite, quindi diventare meno solidi".
Un'inchiesta del Department of Justice accusa i più importanti hedge fund (Soros, Paulson, Grenlight, Sac capital) di aver concordato un attacco simultaneo all'euro, in una cena segreta l'8 febbraio a Wall Street. Il giorno dopo, 9 febbraio, al Chicago Mercantile Exchange i contratti futures che scommettevano su un tracollo dell'euro erano schizzati oltre 54.000, un record storico. Con Goldman Sachs e Barclays in buona vista nelle cronache su quelle grandi manovre. Il club dei grandi banchieri, anche se accusati di frode dalla Sec come il chief executive di Goldman Lloyd Blankfein, continua ad avere un potere d'influenza. Indica la tendenza, si trascina dietro il mercato. Il fondo Pimco, il più grande investitore privato del mondo in titoli di Stato, ha sospeso ogni acquisto di titoli greci e sta considerando "l'abbandono di tutta l'Europa periferica". Colossi industriali tradizionali come la Coca Cola, corrono a proteggersi contro una frana dell'euro, e così facendo usano gli stessi strumenti speculativi con cui gli hedge fund accelerano quella caduta. Payden & Rygel, gestore di 50 miliardi di fondi pensione californiani, ha svenduto titoli di Stato europei e comprato derivati per lucrare sulla svalutazione dell'euro.
Perfino i piccoli risparmiatori sono trascinati in questo tsunami: è aumentato del 57% il numero di clienti individuali che acquistano "option" valutarie per puntare contro l'euro. Il colpo finale, secondo il Wall Street Journal, "è quello che verrà se le stesse banche centrali cominciano a mollare l'euro per limitare le perdite". Se la Fed, la banca centrale cinese e giapponese dovessero ridurre le loro riserve in euro "il prossimo scivolone sarà a quota 1,20 sul dollaro". E' lo scenario che ha in mente l'Ocse quando avverte: "Siamo ben oltre il pericolo del contagio. Il contagio c'è già stato. Questo è il virus Ebola. Quando ce l'hai non ti resta che amputarti una gamba per sopravvivere". L'amputazione, in questo caso, è l'uscita dall'Eurozona dei paesi più deboli. Uno scenario che a Wall Street ha molti fautori.
Il casinò continua, fate il vostro gioco signori.
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Originariamente Scritto da
Edward Green
Il casinò continua, fate il vostro gioco signori.
Io in materia sono molto ignorante, ma non capisco come mai a queste società (banche, speculatori vari...etc.etc) continuino a fargli fare quello che vogliono. Va bene che sono potenti, va bene che hanno risorse enormi... ma se la zona euro fallisce, cadono tutti. Su questo c'è poco da discutere. Gli Inglesi fanno i forti, ma se l'Europa va a fondo, loro sono i primi a crollare. Giappone idem. Che dire poi degli USA e della loro politica estera? In caso di default l'intera mappa politica mondiale verrebbe ridisegnata, con conseguenze non prevedibili. Questo a tutto vantaggio di Cina e Russia.
Al di là di questi allarmismi catastrofisti, prima che avvenga ciò, qualche servizio segreto ha avrà fatto un bel "repulisti"... Altrimenti preparate gli elmetti, perchè si torna in guerra. Quanti paesi sarebberpo disposti a fare carte false per prendere l'egemonia sul mediterraneo e sulle rotte dei gasdotti/oleodotti? Turchia? Russia? Arabi? :boh2:
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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
La stessa cosa che mi chiedo anche io: come si faccia a permettere a degli speculatori di trascinare alla rovina paesi interi per ricavarci spiccioli va oltre la mia capacità di comprensione. Se avessero fatto il giochetto ad Israele o alla Russia al posto ceh alla Grecia, credo che Soros e Paulson avrebbero già avuto degli "incidenti".
Quello che mi fa paura dell'Europa è che ha depotenziato a sovranità degli stati nazionali senza controbilanciarla con nulla, sul piano esecutivo.
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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
Ocelot gli speculatori non sono la causa di quello che sta accadendo. Gli speculatori sono un sintomo (ed uno scapegoat molto conveniente). non la causa.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Hatsu
Ocelot gli speculatori non sono la causa di quello che sta accadendo. Gli speculatori sono un sintomo (ed uno scapegoat molto conveniente). non la causa.
Oddio, se tu stai sul bordo della banchina della metro e io ti spingo sotto il treno non è solo colpa tua :asd:
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Sono sempre Qoelet, Hatsu :asd:
Q, se preferisci.
Non mi è chiaro come si possa definire una causa netta in una situazione così interconnessa, ma penso che se 'sta gente, non in quanto singoli fondi ma in quanto indirizzatori delle tendenze di mercato, smettessero di trovare conveniente scommettere sul fallimento dei paesi deboli dell'Eurozona, la crisi smetterebbe di peggiorare.
Altrimenti, se questo peggioramento è dovuto soprattutto alle bolle e non alla speculazione n atto in questi giorni, vorrei capire perché non sta andando a gambe all'aria l'economia brutannica e statunitense, ma quella greca e portoghese.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Qoelet
...
Altrimenti, se questo peggioramento è dovuto soprattutto alle bolle e non alla speculazione n atto in questi giorni, vorrei capire perché non sta andando a gambe all'aria l'economia brutannica e statunitense, ma quella greca e portoghese.
E' una serie di cause e la speculazione dei grandi fondi, banche e società finanziarie sta giocando un ruolo da protagonista, visto le miliardate di eruo/dollari che muovono ogni giorno.
Per rispondere alla tua domanda: adesso vanno gambe all'aria le economie più deboli, che si sono maggiormente basate negli ultimi anni su beni aleatori (scambi e prodotti finanziari, per intenderci... ); e infatti la Spagna adesso si sta letteralmente cagando addosso ( :jfs3: ). Le altre economie, più forti, hanno un più ampio margine di manovra; ma non ti preoccupare: gli USA sono alla frutta da almeno un anno e l'UK segue a ruota.
Pur non sapendone un cavolo, qualcosina ho letto quà e là; alcune teorie di analisti economici, dicono che sia più facile che facciano "crac" l'Inghilterra o gli Stati Uniti, piuttosto che l'Italia. Infatti uno degli indicatori dello stato di salute di una nazione è l'indebitamento medio delle famiglie. Gli Italiani (che tutti prendono per il culo) hanno debiti quasi esclusivamente sugli immobili (che si svalutano più lentamente rispetto ad altri beni durante le crisi); mentre la famiglia media inglese o americana contrae debiti praticamente per qualsiasi stronzata il mercato offra.
Inoltre, quando la crisi economica è grave (o gravissima), ne risentono di più quei paesi dove l'economia è mossa soprattutto dalla finanza e dalle grandi aziende e multinazionali; in Italia invece il modello base è quello della piccola/media impresa, che, se da un lato subiscono prima gli effetti della crisi, dall'altro sono anche quelle che si riprendono più velocemente (ma molto più velocemente). Altra cosa: l'Italia, si dice che abbia un'economia fortemente ballerina, ma è basata soprattutto su beni fisici e tangibili. Esempio? L'agricoltura; in Europa, nessun altro paese ha un comparto agricolo così sviluppato e, se vogliamo, all'avangurdia. Ergo: se la crisi esplode, loro avranno vagonate di carta straccia (i soldi), noi il pane per noi stessi e da rivendere, visto che produciamo abbastanza sia per il fabbisogno interno, che per esportare in tre quarti di mondo. Insomma, la nostra è un economia già più equilibrata, che si basa sia sul fittizio che sul rurale (cosa per cui ci hanno sempre deriso... guarda un pò!). ;)
Lo dimostra il fatto che l'anno scorso, nonostante i vari problemi nostri (spesso causati da noi stessi, che non sappiamo lavarci i panni in casa e trasformiamo qualsiasi cosa in una tragedia greca... vedi le litigate tra i partiti), l'Italia ha subito molto meno la conseguenze del crac finanziario...
Da queste considerazioni ne è venuta fuori la mia domanda: mi chiedo come mai i governi americano e inglese, a questi grandi istituti finanziari facciano fare quello che vogliono, quando si stanno praticamente scavando la fossa da soli. Se l'euro zona crolla, qui in Europa ci sarà una crisi notevole, ma in Inghilterra e Stati Uniti scoppia la rivoluzione a suon di bastoni e cucchiai di legno... :asd:
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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
Condivido le considerazioni: secondo me USA e UK sono messe molto male e mi stupisco che siano a rischio di default nazioni con economie più convenzionali e meno "contaminate" da sottoprodotti finanziari, mentre loro pare reggano ancora; io ho attribuito questo fatto alle speculazioni irresponsabili che colpiscono le nazioni che paiono più deboli e che possono attrarre maggiormente la sfiducia degli investitori. Proprio per quello mi chiedevo perché Hatsu (che ne sa, di economia) mi dicesse che secondo lui il problema non era negli speculatori (quelli che speculano in questo momento, intendo).
In realtà mi pare che il problema sia molto più nostro che loro: 'sti qui non giocano contro l'economia USA/UK, obiettivament nello sterco, ma contro la nostra, che invece è più sana. Questa è una cosa che non capisco: secondo me è molto più probabile che possa defaultare l'Inghilterra, piuttosto che l'Italia, ma se guardi il mercato pare che invece sia il contrario.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Qoelet
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In realtà mi pare che il problema sia molto più nostro che loro: 'sti qui non giocano contro l'economia USA/UK, obiettivament nello sterco, ma contro la nostra, che invece è più sana. Questa è una cosa che non capisco: secondo me è molto più probabile che possa defaultare l'Inghilterra, piuttosto che l'Italia, ma se guardi il mercato pare che invece sia il contrario.
Beh, ma gli Inglesi non ti verranno mai a dire:"Ehi! Siamo nella merda! La nostra economia sta collassando...". Perchè creerebbero solo panico incontrollato nelle borse, accellerando il disastro. Un modo di correre ai ripari è invece quello di dimostrarsi forti e sicuri di sè. E' un modo per attirare investimenti e spalare via "sotto banco" tutta la cacca che hanno in casa. Anche a costo di indebitarsi ulteriormente: se io, che sono con l'acqua alla gola ma nessuno lo sa, mi indebito per aiutare un altro che sta affogando pubblicamente, avrò un ritorno d'immagine (e quindi economico, quantificato in fiducia dei mercati) più alto. ;)
Il fatto che puntino il dito contro altri paesi, è la dimostrazione del "Mors tua, vita mea". Tanto sanno anche loro che quei paesi (come la Grecia), verranno salvati.
Ci provano anche contro l'Italia, sia loro che alcuni analisti americani, ma perchè sanno benissimo che il nostro modello economico è in grado di reggere un certo "grado" di urto.
Per la serie: per spalare via la mia cacca che non posso gestire, la lancio a te, che invece hai ancora campi da concimare. Se te ne dò un pò, io mi disintossico e tu subirai danni più contenuti.
E' il sistema del: condividiamo il problema che da soli non possiamo gestire.
Ci sono tanti modi per farlo, ma visto che si parla di popoli, col proprio orgoglio nazionalistico, c'è anche un'immagine globale da mantenere.
Il problema di noi Italiani è che vediamo solo il bicchiere mezzo vuoto; subiamo queste critiche da parte degli altri, litighiamo fra noi su di chi sia la colpa, ma non sappiamo (o non abbiamo voglia) di vedere oltre.
Una possibile chiave di lettura potrebbe essere anche questa, imho... :boh2:
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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
Questa e' per Hatsu.
http://www.euronext.com/fic/000/056/535/565357.pdf
elezioni in UK il 6 Maggio. Il 7 maggio i mercati dei futures sui vari indici Inglesi aprono alla 1AM.
Staro' con gli occhi aperti per decidere se piazzare lo spread bet del decennio
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Originariamente Scritto da
Qoelet
Condivido le considerazioni: secondo me USA e UK sono messe molto male e mi stupisco che siano a rischio di default nazioni con economie più convenzionali e meno "contaminate" da sottoprodotti finanziari, mentre loro pare reggano ancora; io ho attribuito questo fatto alle speculazioni irresponsabili che colpiscono le nazioni che paiono più deboli e che possono attrarre maggiormente la sfiducia degli investitori. Proprio per quello mi chiedevo perché Hatsu (che ne sa, di economia) mi dicesse che secondo lui il problema non era negli speculatori (quelli che speculano in questo momento, intendo).
In realtà mi pare che il problema sia molto più nostro che loro: 'sti qui non giocano contro l'economia USA/UK, obiettivament nello sterco, ma contro la nostra, che invece è più sana. Questa è una cosa che non capisco: secondo me è molto più probabile che possa defaultare l'Inghilterra, piuttosto che l'Italia, ma se guardi il mercato pare che invece sia il contrario.
Il problema è duplice:
1) L'euro si sta dimostrando, almeno con questa crisi greca, un fattore di debolezza nel gestire le crisi di debito, e non di forza, nel senso che la perdita delle leve monetarie non è apparentemente bilanciata da nulla. Paesi come l'UK, il Giappone e gli USA hanno rating migliori perché hanno ancora in mano le leve monetarie e quindi hanno maggior libertà d'azione. Se i tedeschi la finissero di fare i mentecatti probabilmente il rating si alzerebbe simultaneamente per tutta l'eurozona.
2) USA e UK si sono indebitati in modo devastante per tamponare la crisi e hanno bisogno che qualcuno continui a comprargli il debito: praticamente hanno bisogno di sifonare dagli stati europei il comparto obbligazionario, ed il modo più rapido per farlo è abbassare i rating.
Ora, sommando queste due cose e ricordando come già è stato orchestrato bene il rally del dollaro sull'euro, a me viene il discreto dubbio che tutta questa sia una scenetta orchestrata dai Governi mondiali tipo poliziotto buono poliziotto cattivo per ottenere il risultato finale di contenere la crisi senza dover arrivare a cose tipo aiuti diretti ad UK e USA.
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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
Stranamente questi downgrade continuano a non interessare Uk e soprattutto USA, i Paesi forse messo peggio, visto che hanno sul groppone (non ufficialmente) gli stratosferici debiti dei salvataggi bancari l'una, e i debiti di Fannie Mae/Freddie Mac l'altra.
Ma secondo voi chi è azionista delle società di rating? ;)
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Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?
Citazione:
"Meglio il default subito". Aveva ragione Issing?
E se alla fine avesse avuto ragione Otmar Issing, ex capo economista della Bundesbank e della Banca centrale europea, quando sul Sole 24 Ore dell’11 febbraio disse: “La verità è che aiutando la Grecia l'Europa entrerebbe in negoziato permanente e difficile con Atene sul futuro della sua politica economica, rendendo l'idea di Europa sempre più impopolare, specie in quegli stati membri che saranno costretti ad aumentare le tasse per pagare gli aiuti”? In sostanza: la Grecia andava fatta andare in default subito. Così la speculazione non avrebbe potuto scommettere sulla debolezza di una politica incapace di imporre riforme a Bruxelles come a Berlino come ad Atene. I mercati avrebbero subito tensioni per meno tempo e avrebbero apprezzato il rapido decisionismo di leadership consapevoli dei propri limiti legati alla ricerca del consenso. La regola dell'azzardo morale sarebbe stata rispettata e i mercati avrebbero recepito quale certa soluzione si profila per chi non rispetta le regole e non tiene in ordine i conti. Ora invece i mercati, di fronte a negoziati permanenti e a vertici o decisioni europee che affidano la loro sorte alla data delle elezioni qui e là nel Vecchio continente, iniziano a fidarsi sempre meno e nei confronti di sempre più paesi, da qui il rialzo dei tassi delle aste dei debiti pubblici e il pessimismo delle Borse. L’indecisione tra salvataggio e default ha già prodotto effetti negativi e rischia di produrne ancora. Con il default e una sorta di amministrazione controllata, i creditori della Grecia, dalle banche agli stati, avrebbero avuto la certezza di rivedere almeno una parte dei loro soldi, sebbene con un debito greco ristrutturato. Atene sarebbe stata costretta ad avviare un processo di riforme utile non solo a ripianare i debiti pregressi ma a non eccedere nei debiti futuri. La leadership greca avrebbe potuto meglio spiegare le riforme ai suoi elettori, dando “la colpa”, che poi è in realtà “un merito”, al Fondo monetario internazionale o all’Unione europea, a seconda di chi si fosse preso in carico il ruolo di giudice fallimentare che controlla il commissario straordinario greco. L'euro avrebbe dimostrato la sua forza rispettando le regole che si è dato finora. E i paesi europei singolarmente o collettivamente avrebbero poi potuto aiutare con accordi bilaterali la Grecia, magari come fosse un’area depressa dell'Europa in cui sono concesse alcune forme di aiuto di stato o di stati. Tutto ciò finora non è stato fatto. Così è facile per noi fare la storia con i se e per David Marsh, chairman di SCCO International e autore di “The Euro – The Politics of the New Global Currency”, criticare sul Financial Times lo stesso Issing riportando due sue frasi. Nel 2006 Issing aveva detto che l’unione monetaria “può funzionare e sopravvivere” anche senza una completa unione politica. Mentre oggi lo stesso Issing dice che “negli anni 90 molti economisti – e io ero tra questi – avevano avvertito che avviare l’unione monetaria senza aver stabilito un’unione politica significava mettere il carro davanti ai buoi”. Forse il problema sta tutto qui. Delle due l’una: o è forte l’unione politica che decide, e allora le ferree regole dell’unione monetaria possono diventare meno ferree senza mettere a rischio l’euro, o meglio preservare la forza dell’unione monetaria sperando che presto si rafforzi anche quella politica.
http://danielebellasio.blog.ilsole24...ne-issing.html
da sto punto di vista era da sperare nel default della grecia.