Citazione:
PERCHE' DALLA GUERRA NOI ABBIAMO SOLTANTO DA PERDERE
Da "IL GIORNALE" di martedì 22 marzo 2011
Perché dalla guerra lo lo noi abbiamo soltanto da perdere Il conflitto non è dettato da ragioni umanitarie, ma dagli interessi politici ed economici degli altri Paesi europei. L`Italia paga il conto di Giancarlo Perna M Ci assicurano che Gheddafi non ha missili per colpirci e che perciò possiamo stare tranquilli. Bè, a me non basta per accettare l`idea di fargli la guerra. Ho letto le ragioni invocate per la campagna militare:
i motivi umanitari, la crudeltà del rais, il futuro della gioventù araba, ecc. Egualmente, da cittadino comune, non capisco perché l`Occidente si creda in diritto di attaccare la Libia e meno che mai mi rallegro che l`Italia guidata da Berlusconi si sia allineata alla decisione.
Gheddafi è un comune tiranno arabo come tanti nella regione. Lo è da 41 anni, è stato mandante della strage di Lockerbie e nella discoteca tedesca.
Da diversi anni ha però scelto la legalità internazio nale e i suoi uomini siedono nel consigli di amministrazione dell`Occidente. Dunque, dargli del terrorista oggi che nonio è più, è un controsenso e non giustifica la guerra.
Quella libica è una tirannia? Non lo è anche quella siriana, iraniana, sudanese, solo per stare negli immediati dintorni.
Che si fa, si bombarda tutti? Si dice: ilrais sta combattendo i suoi stessi connazionali.
Ma che deve fare uno Stato se un gruppo di cittadini si ribella, non con manifestazioni di piazza come in Tunisia e in Egitto, ma con bombardamenti e cannonate come in Cirenaica? Non ha forse il diritto - e l`obbligo morale versoilPaese - diriportarel`ordine? Si chiamano guerre civili e ci sono passati tutti. In primis, europei e americani che oggi in Libia si ingeriscono, come se l`avvenimento fosse inaudito, in nome dell`emergenza umanitaria. Per tacere dei morti che la «pacificazione» porterà con sé.
Ma poi su che basi il galletto francese e gli altri Rambo scelgono di appoggiare i ribelli anziché i seguaci del leader libico? Secondo quale criterio gli uni sono i buoni e gli altri i cattivi? Se parliamo di numeri, tutto fa pensare che i sostenitori del rais siano la maggioranza del Paese e allora con quale raziocinio noi stranieri dovremmo appoggiare una minoranza? Perché si rivoltata contro Gheddafi che a noi non piace? Ma a tanti libici piace. Oppure perché ci siamo fitti in capo che sono giovani, navigano su internet e sognano una democrazia all`occidentale? L quello che ha detto con ciglio bagnato Napolitano parlando di un «nuo vo risorgimento del mondo arabo» che va protetto come una primula dal gelo. Chissà a quali fonti esclusive si è abbeverato il presidente, visto che l`intera vicenda libica è dominata dalla disinformazione.
Noi, meno privilegiati di lui, ci limitiamo a ricordare che, appena conquistatalaloro fetta di sabbia, gli insorti hanno proclamato un Califfato vattelappesca. Il che, con buona pace di Napolitano e Sarkozy, la dice lunga sulla china delle cose.
Gheddafi è tacciato di inaudita crudeltà. Quello cui l`Onu aveva affidato la commissione sui diritti umani - e che ora vuole morto - è da qualche settimana il «sanguinario» dittatore. Lo dicono gli inviati tv sul posto che, scomposti edeccitati, hanno cercato di convincerci che in Cirenaica sia in corso la conta finale tra Bene e Male. Dunque, giusto abbatterlo. Che il rais sia un poco di buono non ci piove. Ma se il criterio è quello delle mani grondanti, che dire allora del suo vicino, il despota sudanese Al Bashir? L quello del decennale genocidio dei suoi compatrioti nel Darfur: 300mila morti, 2,5 milioni di profughi. Se è lo spirito umanitario a guidare Sarkozy & co. in Libia perché non spingersi fino a I hartum e dare una lezione anche a quel tirannello islamico? Perché solo Gheddafi? Petrolio e vite da salvare ci sono anche altrove. Ma loro, chissà perché, puntano a Tripoli.
L`errore del rais è stato privilegiare Silvio Berlusconi. Il Cav lo ha tanto imbambolato che quello ci ha riempito di idrocarburi e annessi. Può darsi che al fondo dell`eccita- zione bellica del galletto parigino ci sia l`invidia per quei trafficoni di italiani. Ciò che è certo, è che la guerra alla Libia è un attacco all`Italia e ai suoi interessi. Noi a Tripoli ci stavamo benissimo. Eravamo i primi partner commerciali, dopo avere sepolto il passato con un trattato di imperitura amicizia tra ex colonizzatori e colonizzati. Con la guerra, abbiamo perso tutti i vantaggi e si riparte da zero.
Prima di bastonare il rais, i franco-anglo-americani hanno dunque randellato noi. Sa perciò di beffa l`attuale alleanza con chi ci ha turlupinato. Il governo spiega che è necessario partecipare allaguerra - aldilà delle fanfaluche umanitarie - per sedere al tavolo della pace e spartire il bottino. Ma, in ogni caso, sarà meno di ciò che già avevamo.
Non sarebbe stato meglio mediare tra Occidente e Libia, fare capire che non si entra in casa altrui a capriccio solo perché si ha la bomba più grossa? Magari andando incontro a qualche attrito con Obama e il galletto ma facendoci rispettare. Certo, i palestrati avrebbero egualmente fatto di testa loro, ma sapendo che gli stavamo col fiato sul collo. Tanto più che eravamo in ottima compagnia con la Germania che all`Onu si è astenuta. Potevamo dichiararci neutrali anche noi, in coerenza con i nostri sentimenti e con gli interessi calpestati.
Insomma, mettere almeno il broncio. Invece, ci siamo precipitati a sospendere il trattato di amicizia col rais, in vigore da pochi mesi, rinfocolando la nomea dell`Italia voltagabbana e inaffidabile. Per poi infilarci l`elmetto, fingendoci entusiasti, e offrire sette - dico sette - basi militari per portare le bombe in Libia e ri- vendicando come un onore il coordinamento delle operazioni.
Per me, è intrappolarsi da soli.
La guerra l`hanno voluta insieme maggioranza e opposizione (con un`astensione per parte, Lega e Idv), ma sotto schiaffo è solo il Cav. Se va storto pagherà lui. A naso, direi che il grosso degli elettori di centrodestra è contraria.
Berlusconi fa sapere di essere stato trascinato dagli eventi.
Non è una scusa da statista.
Vero è che la mosca cocchiera è stata Napolitano. Con un profluvio di dichiarazioni si è detto per la guerra con Obama e il premier anziché metterlo a tacere - «governo io!» si è fatto prendere la mano.
Cavmi consenta: non ascol- ti mai gli ex comunisti quando ci sono di mezzo gli Usa.
Ricorda come D`Alema si mise sull`attenti davanti a Clinton ficcandoci nella guerra serba? È un riflesso condizionato.
Per farsi perdonare il servilismo conMosca, oggisono proni a Washington. Abituati a obbedire, hanno spento il cervello. Non li segua su questa strada che a ogni ora si lastrica di nuovi morti.
RISCHI Tutti a parole d`accordo con la missione ma se va male la colpa ricadrà solo sul Cav PARADOSSO Se il raìs è un despota, allora perché non bombardare tutti i regimi del mondo?