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Juve, tornano i nazionalie il centrocampo respira
Poulsen e Sissoko, pilastri del centrocampo bianconero
Sissoko e Poulsen sono reduci dalle vittorie di Mali e Danimarca, a Torino anche Giovinco e Marchisio
TORINO
Oggi, primo dei due giorni di riposo concessi da Ranieri ai propri giocatori. Dopo aver chiuso ieri la settimana con un allenamento leggero, i pochi bianconeri rimasti a Torino riprenderanno martedì. Al ritorno in campo, però, ci saranno anche Sissoko e Poulsen: il primo, che a Napoli non ci sarà per squalifica, torna sotto la Mole dopo la vittoria conquistata ieri con il suo Mali ai danni del Ciad per 2-1, mentre il danese è reduce dal 3-0 rifilato a Malta.
E a proposito di squalifiche, rientreranno anticipatamente a Torino anche Giovinco e Marchisio: entrambi ammoniti nell’ottavo di finale di andata del Campionato Europeo Under 21, salteranno il ritorno di mercoledì per squalifica. Inutile, quindi, tenerli in ritiro per poi non poterli utilizzare. Alla ripresa dovrebbe tornare in campo anche Iaquinta, condizionato negli ultimi giorni da un’elongazione al retto femorale sinistro, così come dovrebbero riprendere gradualmente Legrottaglie e Mellberg: il primo ha dovuto fare i conti con una contrattura alla coscia sinistra, mentre il secondo si è fermato domenica scorsa per un affaticamento all’adduttore destro. Da valutare pure De Ceglie, alle prese con una distorsione alla caviglia destra. Tempi ancora lunghi, invece, per Buffon, Camoranesi, Trezeguet e Zebina, mentre si complica il rientro di Zanetti.
Annunciato quasi pronto e probabilmente in campo dopo la pausa, l’ex nerazzurro starà probabilmente fermo per altre tre settimane. Zanetti non scende in campo dallo scorso 27 luglio quando nell’amichevole di Dortmund si procurò una distrazione muscolare alla coscia destra.
In questo articolo c'è pessimismo travestito da ottimismo
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Zanetti fuori un altro mese
Cristiano Zanetti, 31 anni, arrivato alla Juve nel 2006
Il regista che manca alla Juventus tormentato dalla cicatrice sul muscolo
JACOPO D'ORSI
La verità è che ci manca Cristiano Zanetti»: così parlò Claudio Ranieri. E mancherà ancora per un po'. Un mese, giorno più giorno meno, se tutto andrà bene. Colpa di un guaio muscolare alla coscia destra che si trascina da tempo, una fastidiosa cicatrice nella zona lesionata due mesi fa che ogni tanto si infiamma e non gli dà pace. Un malanno con cui il centrocampista della Juve è costretto a convivere, un problema che lo tiene in sospeso settimana dopo settimana tra la voglia di giocare e la delusione di non poterlo fare. Tra le confessioni della cena di qualche giorno fa allo Juve Club Parlamento, quel grido di dolore del tecnico, privo dall'inizio della stagione del «faro e metronomo» della squadra (parole sue), era passato quasi inosservato. Schiacciato da piccanti retroscena, come lo sfogo di Buffon, furioso nell'intervallo del match col Palermo con i compagni che gli avevano passato indietro troppe volte il pallone. O compresso dalle rassicurazioni («Qui nessuno rema contro») sull'unità dello spogliatoio, fondamentali in un momento di crisi. Ma oggi torna più che mai d'attualità. Perché viene fuori che l'allenatore bianconero dovrà fare a meno della sua bussola ancora per qualche partita. «Torno a novembre», ha fatto sapere il giocatore a chi lo conosce bene. Confermando di fatto che il suo recupero, previsto prima per la metà di settembre e poi per la ripresa del campionato dopo la sosta per le nazionali, slitterà ancora un po'. Almeno fino alla seconda sfida con il Real Madrid nel girone di Champions, in programma il 5 novembre al Santiago Bernabeu, ma probabilmente anche qualche giorno in più. Dopo aver aspettato tanto, sarebbe inutile rischiare di rovinare tutto per la fretta. Più realistica, anche se a questo punto fare previsioni certe è impossibile, è la data del 22 novembre, dopo i match con Chievo e Genoa, per l'appuntamento che nessuno juventino vorrebbe mai saltare: lo scontro diretto in casa dell'Inter. In ogni caso, il centrocampista perderà gran parte del ciclo di fuoco (Napoli, derby, Real) che attende i bianconeri alla ripresa del campionato. Un problema in più per Ranieri, considerando che l'emergenza infortuni - 14 dall'inizio della stagione - riguarda tutti i reparti del Policlinico Juventus. E che l'assenza dell'ex nerazzurro, il più tecnico e geometrico tra i mediani, il più bravo nell'organizzare il gioco, si è fatta sentire enormemente nelle prime dieci partite di questa stagione. Tra preliminari, Champions e campionato Zanetti quest'anno non ha giocato nemmeno un minuto. Si è fatto male domenica 10 agosto, tre giorni prima della sfida di andata con l'Artmedia. Una fitta, un'espressione di delusione, il rientro negli spogliatoi. «Ha riportato una distrazione muscolare alla coscia destra – racconta Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico bianconero –, una zona che era già sofferente per una contusione rimediata pochi giorni prima nell'amichevole col Borussia. Quindi la lesione si è cicatrizzata e da qui nascono i problemi, perché a volte ciò determina momenti di infiammazione che costringono il giocatore a rallentare il ritmo temendo di farsi male». Ecco perché il tunnel sembrava già finito a metà settembre, quando Zanetti si allenava in gruppo, partecipava alle partitelle ed era pronto per rientrare con l'Udinese il 14 o al più tardi il 17 per il debutto in Champions con lo Zenit. Ma poi la cicatrice ha cominciato a tormentarlo, tanto che ultimamente ha rarefatto le sue apparizioni sul campo, limitandosi a qualche corsetta senza mai indossare le scarpe da calcio.
«Cristiano dovrà abituarsi a non avere più un muscolo normale, ammesso che per i calciatori si possa parlare di muscoli normali», ha spiegato qualche giorno fa Riccardo Capanna, il preparatore atletico. «Nella prossima settimana è previsto che intensifichi il lavoro», si legge nell'ultimo comunicato del club. Ranieri e tutta la Juve sperano che sia la volta buona, che questo malanno cronico si prenda un bel periodo di vacanza. Perché per uscire dalla crisi bisogna accendere la luce in mezzo al campo. E nella scorsa stagione, risparmiato dalla fragilità muscolare che l'ha accompagnato per buona parte della carriera, l'interruttore ce l'aveva Zanetti.
Da una parte i nostri dirigenti sono stati sorpresi dall'infortunio di Zanetti, d'altra parte forse hanno dimostrato un eccessivo ottimismo nei confronti della salute del centrocampista.
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I dirigenti a Del Piero:"Chiarisciti con Ranieri"
Dopo le recenti incomprensioni Secco e Blanc fissano l'incontro
JACOPO D'ORSI
TORINO
Del Piero-Ranieri, prove di disgelo. C'è un progetto di pace. La Juve sfrutta la sosta del campionato per preparare la prossima trasferta di Napoli e fa finta di niente. Ma sotto qualcosa si muove. «L'allenatore non si discute» ha fatto sapere la società dopo la sconfitta in casa col Palermo. «Qui nessuno rema contro» ha giurato il tecnico. La crisi è stata soffocata, l'incendio circoscritto. Ora si lavora per spegnerlo del tutto. La diplomazia bianconera tesse la sua tela. Al blitz dell'ad Blanc e del ds Secco a Vinovo alla ripresa degli allenamenti, servito per fare il punto con lo staff medico e tecnico sui tanti infortuni e concordare con l'allenatore la strategia per uscire al più presto dal momento difficile (spazio alla vecchia guardia ed esperimenti di formazione limitati al minimo), ne è seguito un altro due giorni fa. Stavolta l'oggetto della missione è stato il capitano, Alex Del Piero, che dopo il primo stop stagionale aveva invocato «un confronto per dirci le cose in faccia, come sono abituato a fare io: per me contano solo quelle». Chiaro il riferimento al rapporto con l'allenatore, segnalato ai minimi storici dopo qualche panchina (e qualche battuta) di troppo.
Così la società ha deciso di intervenire, lavorando per organizzare questo faccia a faccia prima che sia troppo tardi. A Del Piero è stato riferito del precedente incontro con Ranieri, della decisione condivisa di ripartire da chi in questi anni è sceso anche in serie B pur di riportare la Juve ad alto livello, ma gli è stato chiesto anche di dare la massima disponibilità all'operazione, eliminando o almeno smussando le incomprensioni col tecnico. Un invito, un «chiaritevi una volta per tutte per il bene supremo», che il capitano si aspettava e ha accolto con favore. «La Juve è casa mia e la difenderò sempre», questa è la filosofia che ha spiegato anche ai dirigenti.
Restano ora da stabilire sede e modalità. Il campo è neutro, la decisione spetta soltanto a loro: cena, aperitivo o seduti in un ufficio della sede di corso Galileo Ferraris. Va bene tutto. L'importante – ritengono alla Juve – è che questo incontro, alternativo a quello che Blanc e Secco avranno con tutta la squadra al rientro dei nazionali (giovedì), faccia scoppiare se non la pace almeno una ritrovata serenità. Un punto e a capo, di cui la Juve ha tremendamente bisogno per ripartire.
Onestamente non so se sia un bene o un male, il fatto che la società riconosca al giocatore il potere di chiarirsi personalmente con l'allenatore è un bel segnale di stima, d'altra parte è Del Piero, di converso Alex anche se Capitano, incredibile dictu, dovrebbe essere un giocatore come gli altri quindi dovrebbe obbedire al volere dell'allenatore.