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Originariamente Scritto da
Ben_Weasel
"TORINO, 15 ottobre - Il progetto c'è, lo sponsor pure, manca il nome. Lo stadio che sorgerà dalle ceneri del Delle Alpi aspetta un nome che non sia quello della multinazionale straniera che pubblicizzerà il suo marchio a caratteri cubitali sull'impianto (12 anni di esclusiva venduti a 75 mln di euro) ma che si rifaccia alla storia bianconera. Abbiamo chiesto un'idea ad alcuni tifosi eccellenti e tante sono state le risposte."
Tra l'altro pare che anche la seconda squadra di milano abbia intenzione di staccarsi da s. siro per costruirsi il suo stadio, vicino a dove abito io. :frigna:
ecco un pezzo di un vecchio articolo
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Il club di Corso Galileo Ferraris sarà il primo in Italia a sfruttare il naming right, venderà cioè il nome dello stadio a uno sponsor. Così come fanno da anni negli Usa; e seguendo l'esempio delle squadre di Inghilterra, Germania e Olanda: la compagnia aerea Emirates paga 4 milioni di euro all'anno per dare il nome allo stadio dell'Arsenal di Londra; l'Amburgo incassa 4,3 milioni dal contratto di renaming firmato con Hsh Nord Bank.
Con l'intesa raggiunta con Sportfive, società specializzata nel marketing sportivo del gruppo Lagardère, la Juve incasserà 75 milioni di euro per 12 anni: 6,5 milioni di euro all'anno da quando lo stadio verrà aperto al pubblico (sette giorni su sette, con spazi anche per i negozi e l'intrattenimento). Quindi, secondo i piani, a partire dal 2011 fino al 2023.
Sportfive gestirà in esclusiva il nome dell'impianto (assegnato ogni quattro anni); la vendita del 50% dei palchi; e i 650 posti della tribuna premium. La collaborazione tra le due società comincerà già dalla prossima stagione con attività collaterali, mentre lo sfruttamento dello stadio per le sponsorizzazioni inizierà già dal cantiere. È prevista inoltre la ripartizione di eventuali extra-profitti secondo parametri e valori che non sono stati resi noti.
Anche gli altri stadi hanno un loro nome, ma di fatto non ce l'hanno. Se qualcosa deve avere il nome dell'avvocato meglio che ce l'abbia in esclusiva....
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I tifosi della Juve volevano fuoco e fiamme dal mercato? Ecco pronto il nome che fa per voi...
I bianconeri sull'esterno Fucile: è duttile e a gennaio può già venire in prestito.
La Juve ha trovato l'esterno che cercava per la difesa e il nome promette bene: si tratta di Jorge Ciro Fucile Perdomo, più sem*plicemente Fucile. Esterno di difesa quasi 24enne, attualmente al Porto, è uruguaiano e gioca indifferente*mente a destra o a sinistra, al punto che viene paragonato all'interista Zanetti.
In realtà, come caratteristiche somiglia di più a Cafu e come tipologia di giocatore è proprio quanto serve alla Juventus attuale che non ha la spinta richiesta da Ranieri da parte degli esterni difensivi. La Juventus sta inoltre studiando una formula particolare con il Porto, che consenta di tutelarsi.
I bianconeri, infatti, vorrebbero ottenerlo in prestito da gennaio a giugno per poi decidere se esercitare il diritto di riscatto per il cartellino del giocatore (il contratto con i portoghesi scade nel 2012), che dovrebbe ammonatre tra i 7 e gli 8 milioni di euro.
Vediamo se a 'sto giro Tiago parte...
E ora ecco il ritorno di Momo er fanfara Sissoko
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Guerriero Momo pronto alla battaglia: “Juve, quest’anno si vince” (Calcio2000)
Intervista col centrocampista bianconero.
Momo, perché hai lasciato Liverpool e perché hai scelto proprio la Torino bianconera? La risposta è un getto d’acqua gelata: “Per vincere”. E per giocare, aggiungiamo noi. Per la prima volta ci guarda torvo – e vi assicuriamo che non è una bella sensazione – e ci sradica il pallone dai piedi: “Questo non é vero. Andatevi a vedere le statistiche, io a Liverpool giocavo eccome. É non è neanche vero che avevo problemi con Benitez. Con lui ho uno splendido rapporto, tanto che ancora adesso mi segue e mi telefona per farmi i complimenti.(Rafa ma perchè fare i complimenti per telefono, puoi anche venire di persona...) La Juve è stata una scelta. Da piccolo sono cresciuto ammirando le magie di Zizou con questa maglia, da allora mi sono innamorato.
Momo non è uno che si fa intimorire, o piuttosto uno che sfugge alle sfide e alle responsabilità: “Sapevo che questa era una grande società che sarebbe tornata subito ad altissimi livelli. Conoscevo i giocatori che erano rimasti, Del Piero, Nedved, Buffon, Camoranesi, e conoscevo il loro spirito. Mi avevano parlato del carattere Juve, e devo dire che ho capito di cosa parlassero appena sono arrivato: vedi Nedved correre in allenamento e non fermarsi mai, guardi con quale intensità fa la partitella e rimani stupefatto. Devo dire che sapevo quanto fosse serio e forte, ma mi ha sorpreso. Così come Camoranesi, che giocatore! É questo lo spirito Juve ed è il mio stesso spirito: La voglia di vincere e di non mollare mai”.
E’ una Juve rinnovata anche in campo. “Siamo più forti dell’anno scorso, perché sono arrivati giocatori nuovi, la rosa é più ampia e completa. É arrivato Poulsen che é un gran giocatore e mi viene da ridere quando sento dire che siamo una squadra senza qualità. E, poi, l’avete visto il nostro attacco? Io non ho mai giocato con quattro punte così forti”.
Se Chiellini ha detto che secondo lui l’Inter è ancora più forte della Juve, Momo ha la sua idea: “Sì, su la papela (in spagnolo, ndr). Sur le papier (in francese, ndr)”. “Sulla carta – ci risponde sorridendo in modo sornione e mimando il gesto – Ma poi in campo è un’altra cosa” – conclude con determinazione”.
Momo non si sbottona nel classico giochino - Champions o Scudetto chi butti giù dalla torre? – anche se… “Quando sento la musichetta della Champions mi vengono i brividi. É una competizione eccezionale, che regala emozioni indimenticabili. Io, purtroppo, l’ho persa con il Liverpool (contro il Milan, ndr), mi piacerebbe tanto rifarmi. Presto”.
Uno che la pensa come me su tourè
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Nesti Channel: Juve, non serve Tourè
15.10.2008 08.02 di Redazione TMW. articolo letto 1954 volte
Fonte: di Alvise Cagnazzo per Nesti Channel - carlonesti.it
Come a voler ingerire una volgare "aspirina" per curare una forma acuta di emicrania, la strategia studiata dalla Juventus per porre rimedio ai problemi di un settore, quello mediano, con più buchi di uno stagionato formaggio transalpino, sembrerebbe ancora una volta non adatta alle esigenze di un organico costruito in assenza di un progetto tattico convincente. La "pillola" Yayà Tourè, basamento d'ebano di un centrocampo, quello del Barcellona, nel quale i posti a sedere parrebbero più ristretti di un caffè, tanto per rendere lapalissiano un concetto che, a dir la verità, avrebbe già distolto il mediano ivoriano dal rendere definitiva la propria permanenza in catalogna, rischia così di non sortire gli effetti sperati. Andando ad allungare la lista, sterminata, di acquisti non all'altezza in una campagna di rafforzamento disastrosa. Tale da rappresentare una zavorra, e non un'appiglio, nell'oceano di incertezze che hanno scandito l'avvio di stagione della squadra di Ranieri.
Errori, quelli di mercato, assai difficili da metabolizzare. Soprattuto in assenza di un'intelaiatura tattica capace di alleggerire, e non appesantire, il processo di ambientamento che accompagnerà i primi passi di Tourè a Torino. Senza nascondere i contorni di una trattativa non solo già avviata, quanto definita nella propria forma, come confermano i silenzi, rumorosi, del Barcellona, convinto di aver scovato nell'acerbo Busquets il nuovo Fabregas, e le "trasparenti" dichiarazioni del procuratore del centrocampista, tali da lasciar intendere la disponibilità del giocatore al trasferimento a Torino, la trattativa per l'ingaggio del venticinquenne mediano africano è prossima ad una positiva conclusione. Oramai inutilizzabile in Coppa dei Campioni, l'arrivo di Tourè non sembrerebbe soddisfare le immediate esigenze della linea mediana sabauda. Costruitasi la fama di una ribollente fornace per la capacità di sciogliere le ambizioni di Tiago, al quale non è ancora chiaro come togliersi la casacca d'allenamento senza trattenere il respiro, oltre che di Poulsen e Sissoko, attesi salvatori della patria e rimasti vittime della propria generosità.
Eppure, considerando l'intelligenza e la dimensione, ampia, delle tasche, generosamente riempite dalla famiglia Elkann, alla dirigenza bianconera non dovrebbe certo difettare quella dose, seppur minima, di intuito in grado di suggerire l'acquisto di un elemento di qualità. E non dell'ennesimo podista dal rendimento sinusoidale, dipendente dalle sedute settimanali del preparatore atletico Capanna. Guru di una filosofia, molto in voga negli ultimi anni, ben distante dal rude ricorso alla palestra ed alla cura della resistenza atletica, argomenti tanto cari al "marine" Ventrone. Acquistare il pur combattivo Tourè per sistemare il centrocampo, soltanto pochi mesi dopo aver investito un totale di ventidue milioni per tesserare due cloni come Sissoko e Poulsen, peraltro affetto da una "leggera" forma di pubalgia, sarebbe come pretendere scalare il K2 con una scala a pioli. Andando incontro all'ennesima, quanto assai dolorosa, delusione di mercato.
Dieci milioni, da dilazionare in due cospicue rate annuali, a corredo di un contratto quinquennale di poco inferiore ai quattro milioni, già proposto ed accettato dal procuratore del centrocampista nato in Costa d'Avorio, corteggiato anche da Portsmouth e Tottenham, non rappresenterebbero tuttavia un investimento fuori dalla portata dei rigidi parametri economici della società bianconera. Anche se tale operazione andrebbe, di fatto, ad ingolfare una linea mediana costellata di mediani ruvidi e muscolari, privi di fosforo ed inventiva. La medesima soltanto accennata in Cristiano Zanetti, destinato all'ennesima stagione in esilio a causa di un fisico fragile come la porcellana di Capodimonte, ed ancora in fase di maturazione di Marchisio. E pensare che, senza dover alzare l'asticella del monte ingaggi, il solo Ledesma sarebbe in grado di risolvere gran parte dei problemi...
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Juve-Bayern, un patto per Bastian. Aguero e l'Inter: predestinati
Nato a Messina il 15 Aprile 1964, si trasferisce a Roma nel 1989 per lavorare presso la Redazione del Corriere dello Sport, fino al 2007. Opinionista a Sportitalia, ha vinto i premi "Oscar dei giovani","San Silvestro d'oro" e "Beppe Viola".
15.10.2008 00.00 di Alfredo Pedulla' articolo letto 4900 volte
Si chiama Bastian, di cognome fa Schweinsteiger, è un bel mix di classe, potenza e personalità. Piace alla Juventus, da sempre. E ne avevo parlato in tempi non sospetti. Piace a maggior ragione in questi giorni, in queste ore, visto che non ha rinnovato il contratto con il Bayern in scadenza nel 2009. E non sembra intenzionato a farlo. Domandina semplice semplice: se non l'ha fatto negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, ogni minuto che trascorre implacabilmente rende sempre più complicato il rinnovo. Chi lo prende fa un affare perché questo è un ragazzo di grande spessore sia dal punto di vista tattico che sotto l'aspetto squisitamente tecnico. Bastian è un uomo ovunque, un pastore tedesco sempre sguinzagliato, un frequentatore della fascia sinistra dove va spesso a caccia di tartufi pregiati (tiri dalla distanza sotto l'incrocio, inserimenti improvvisi, sovrapposizioni e idee geniali). Strano che il Bayern, un club così potente, se lo stia facendo portare via senza avere la possibilità di blindarlo. Ma poi, a pensarci bene, non è tanto strano perché Bastian magari ha voglia di un'esperienza all'estero: se non lo fai a 24 anni anni quando dovresti farlo, con 32 primavere sul groppone? Schweinsteiger ha tanti pretendenti in Inghilterra: i soliti noti, i migliori della compagnia. E il solito intruso, al secolo il Manchester Ciry che prima o poi vuole vincere la Preamier e che per farlo deve andare a caccia di figurine importanti.
Ci sono due cose importanti da chiarire. Due svolte. La prima: Daniela, la compagna di Bastian, aveva espresso qualche perplessità, durante gli Europei, sull'eventuale trasferimento a Torino. Stava benone a Monaco di Baviera, non avrebbe voluto cambiare. E siccome le fidanzati e le mogli spesso decidono per i campioni (nessuno si offenda) la pausa di riflessione è servita a qualcosa. Nel senso che adesso non ci sono ostacoli. Il secondo aspetto è ancor più importante: la Juve (che ha bucato il mercato di luglio e che oggi cerca giustamente di difenderlo come un padre difende un figlio svogliato) non andrà in rotta di collisione con il Bayern. Nel senso che non cercherà ad ogni costo di portare a casa, a parametro zero, l'ambitissimo Schweinsteiger. Certo, prima bisogna battere la concorrenza. Ma proprio gli eccellenti rapporti tra Juve e Bayern mettono il club bianconero in una posizione di privilegio. In sintesi: si cercherà di stringere già per gennaio, inserendo sull'altro piatto della bilancia una contropartita tecnica e qualche milione di euro. La contropartita tecnica nelle intenzioni della Juve sarebbe Tiago che, però, non piace a Klinsmann. Ma siamo sicuri che Jurgen conserverà il posto se i risultati del Bayern continuassero ad essere così deludenti?
Sarei felicissimo se la juve prendesse Fucile E Bastian però Secco mi deve spiegare come riesca a infilare Tiago come contropartita tecnica. Cioè se Klismann non lo vuole ci sarà un motivo no ?