Ma è vero che ha esultato con una bandiera con simboli fascisti recentemente (o qualcosa del genere)?(Cannavaro, dico)
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Ma è vero che ha esultato con una bandiera con simboli fascisti recentemente (o qualcosa del genere)?(Cannavaro, dico)
Fiorentina: tentazione Garay
23:17 del 23 giugno
La Fiorentina avrebbe chiesto informazioni sul giovane difensore del Racing Santander Garay, classe 1986. Il giocatore interessa anche alla Juve ed e`stato valutato dal suo club poco piu` di 3,5 milioni di euro.
ma guarda un pò tu che casualità:asd:
Vi avviso...sarò il tramite "di mercato" di dolphin :D
Allora:
Citazione:
Originariamente Scritto da Dolphin
Le sue parole di stamattina.Citazione:
Originariamente Scritto da Dolphin
magia, dolphin parla attraverso angelo!! :magootelma:
Mi piace la firma dell'orgogliolappone.
Andiamo avanti piano, dunque. Come abbiamo visto, Sandulli le sue ( ...contorte... ) premesse le ha fatte e passa all'incasso.
Pag. 64 :
"Anche a questo proposito la Corte non ha dubbi nel dichiarare che i primi giudici, contrariamente a quanto sostenuto in tutti gli appelli degli interessati, hanno fatto ineccepibile governo del proprio compito relativamente ad entrambi i punti, con la conseguenza che tutta la parte della decisione concernente la posizione della Juventus va confermata in termini di affermazione di responsabilità, con le modifiche peggiorative, conseguenti all’impugnazione della Procura Federale, delle pene irrogate a taluni incolpati e migliorative, in relazione ai rispettivi appelli, per altri incolpati, nei termini di seguito esposti."
Il commento di questa affermazione è facile. Sandulli, riconosce il buon lavoro fatto dai primi giudici nella fattispecie di entrambi i punti che vi ricordo sono :
1.La sussistenza delle prove contestate
Piccolo passaggio. Finora, nella sentenza, si è solo fatto riferimento alla "validità" delle intercettazioni come prove. Vedremo a breve cosa altro ci contesta.
2.Stabilire l’idoneità delle prove a convertirsi in mezzi utili al compimento degli atti previsti dall’art. 6.
Si, però lui stesso notava che i primi giudici giustificavano questo assorbimento con la figura giuridica del "quoad poenam", mentre Lui si arroga il diritto di farlo a seguito di una Sua interpretazione perchè Lui non vede diaframmi da interporre ad una doppia valutazione.
A seguito di tutto ciò, come avete letto, ci sono delle conseguenze ( ...ahinoi... ) per la Juventus. Anzi, si aggiunge che poichè è stata fatta impugnazione alla Procura Federale ci sono anche delle modifiche peggiorative. Piove sul bagnato...
Sempre pag. 64, un passaggio interlocutorio :
"Opportunamente la sentenza impugnata pone una doppia premessa al proprio giudizio:essa va condivisa e fatta propria da questa Corte, con le precisazioni che seguono quanto alla prima."
Quimnon dice altro che la sentenza di primo grado, bontà sua, va bene, ma lui fa ulteriori precisazioni. Precisino!
Pag. 64 :
"Questa concerne la necessaria valutazione congiunta delle posizioni dei due dirigenti della società torinese, Moggi e Giraudo: le considerazioni che seguono costituiscono risposta e confutazione agli articolati gravami proposti sia da costoro, che dalla società Juventus."
Per Piero, M. e G. saranno oggetto di valutazione congiunta. Ci può dire come fa ?
Inizio a Pag. 64 :
"E’, in particolare, condivisibile, perché rispondente ad esigenze di logica e congruenza argomentativa la ragione posta a fondamento di questa scelta, e cioè l’accertata e concertata – come si vedrà oltre – confluenza dell’oggetto e del fine della loro attività illecità nell’interesse della Juventus. Le loro condotte dovranno, pertanto, essere guardate come avvinte da questo comune intento, anche se in singoli casi, possano essere state poste in forma disgiunta perché così suggerivano le circostanze o divisavano gli incolpati allo scopo di consolidare gli effetti positivi per la società delle loro azioni."
Ecco perchè la loro posizione è comune : perchè entrambi avevano interesse nella Juve. Ma davvero ? Solo che per conseguire il bene delle Juve hanno fatto i furfanti. Anche quando ognuno agiva in forma disgiunta questo non valeva perchè se così hanno agito erano le circostanze a richiederlo. Loro operavano sempre in forma comune : non lo abbiamo mai saputo, ma M. e G. erano gemelli... qualche esempio o sandulli deve ancora chiarire questo ( ...tuo... ) concetto ?
Pag. 65 :
"La Corte ritiene che, all’interno di questa impostazione metodologica, debba innestarsi una coppia di osservazioni che faranno riverberare i propri effetti differenziali rispetto alle posizioni di altri incolpati, società e singoli tesserati, allorché queste saranno esaminate."
No, Sandulli non ha ancora finito, anzi : ci dice che ci sono ben due osservazioni che fanno riverberare i loro effetti differenziali rispetto agli altri incolpati. Lo sappiamo, questa colpa tocca solo a noi. Ok, facci le osservazioni.
Pag. 65 :
"La prima è che, diversamente dalla situazione registrabile in altri capi di incolpazione, i due dirigenti in questione hanno manifestato piena ed incondizionata libertà di azione senza che risultino, agli atti, momenti di coordinamento con altri organi amministrativi della società (costituendone essi il vertice) ed in particolare con la proprietà."
Sandulli difende la proprietà, chi l'avrebbe mai detto! M. e G. hanno l'aggravante di muoversi in totale libertà perchè :
1.Non risultano momenti di coordinamento con gli altri organi amministrativi della società.
Di passaggio, faccio rilevare la negazione contenuta nella parentesi ( costituendone essi il vertice )
2.Nè tanto meno si sono coordinati con la proprietà.
Che malfattori, M. e G. : le loro azioni non erano mediate da nessun altro se non da loro stessi!! Sandulli non ci può spiegare meglio quello che vuoi dire ?
Pag. 65 :
"Questo non significa, in alcun modo, che le loro azioni non siano direttamente riferibili alla società (così superandosi la contraria difesa di questa), che ne era altrettanto direttamente beneficiaria e che non lo sarebbe stata se tali azioni non fossero state poste in essere. L’incidentale osservazione va fatta per distinguere l’operato di Moggi e Giraudo da quello di altri dirigenti sportivi (è il caso di Mencucci ed Andrea Della Valle) la cui azione, come si vedrà oltre, non ha esplicato un grado di efficienza causale minimamente paragonabile a quella degli altri incolpati o ad essa assimilabile quanto a qualificazione giuridica."
Tutto ciò solo per giustificare gli altri dirigenti sportivi nelle loro nefandezze. Per Lui, l'azione degli altri due soggetti menzionati non ha esplicato un grado di efficienza causale minimamente paragonabile a quella di M. e G. l'affermazione non corrisponde "minimamente" al vero. La seconda osservazione, please.
Comincia a pag. 65 :
"La seconda precisazione, puramente integrativa del sostrato metodologico della decisione impugnata, è resa necessaria da una tesi difensiva corposamente discussa dal club torinese e volta a porre in luce l’esistenza di una netta soluzione di continuità tra l’azione di uno dei due dirigenti (Moggi) e l’interesse della Juventus, ed a ventilare che il primo agisse per scopi mercantili suoi propri."
Ecco qua, questa è una accusa molto grave altro che : viene ripreso che nelle argomentazioni della Juve a difesa della loro posizione c'è l'osservazione che M. agisse per scopi suoi mercantili. Non vi sembra una accusa grave ? cioè dico da parte della Juve a M?
Pag. 66 :
"La Corte ritiene che, del tutto esattamente, i primi giudici abbiano affermato la responsabilità di Moggi con esclusivo riferimento a condotte ed episodi positivamente refluiti o capaci di refluire sulla posizione sportiva della Juventus, sicchè, come si vedrà dall’esame dei singoli casi, nessun dubbio può sorgere circa l’inerenza dell’affermazione delle pesanti responsabilità del dirigente al trattamento punitivo riservato alla Juventus."
Con l'affermazione che M. perseguiva propri interessi mercatili, non solo si è riportato un argomento che, privo delle prove del caso, non ha valore; ma si è offerto il fianco al simpatico Sandulli che ti dice che poichè questi scopi mercantili, come si vedrà di volta in volta, vanno nella direzione del vantaggio alla Juve, questa non si può lamentare della punizione infertole ( ...mamma mia... )
Pag. 66 :
"E’ pur vero che dagli atti del giudizio emerge la partecipazione di Moggi ad episodi costituenti oggetto di contestazione ad altre società ed altri tesserati (è il caso della Fiorentina e dei suoi dirigenti) ed in nessun modo collegabili alla posizione della Juventus."
ah ecco :roll:
Pag. 66 :
"Ma è anche vero che, con riferimento ed essi, nessuna censura sportiva è stata mossa a tale società, che, quindi, non ha subito alcun effetto sanzionatorio pregiudizievole."
Il simpatico Sandulli ci dice che quando il Direttore ha messo lo zampino nelle altre faccende non si sono rilevati fatti a suo discapito.Ora dott. Sandulli ci vuoi dire che cosa iM. ha fatto per "scopi mercantili" ?
Pag. 66 :
"Semmai, tali partecipazioni dimostrano che Moggi, anche se agiva in proprio, era dotato di quel potere condizionante della correttezza di significative componenti del settore arbitrale di cui motivatamente parla la decisione impugnata ed al quale era necessario (metaforicamente) inchinarsi per sopravvivere nel mondo della Serie A e non vedere vanificati investimenti e patrimonio societario e non mortificare la buona fede e la passione degli ignari sostenitori."
Ecco là : a Sandulli si è incantato il disco!! Si noti che, nessuno glielo aveva chiesto : la società si è fatta avanti dicendo che costui perseguiva scopi mercantili. Per dare man forte alla società isi imbarca in un paio di ragionamenti : si incarta e alla fine ti esce sempre la stessa tiritera...
Non vi perdete : Sandulli ha finito le osservzioni sulla prima premessa alla sentenza di primo grado. Nella prossima puntata la seconda premessa alla sentenza dell'ottuagenario ( ...con il rispetto dovuto, per carità... )
pigna :rullezza:Citazione:
Originariamente Scritto da libero (il giornale)
riassumiamo ora i concetti espressi :sisi:
il prof. S. nel valutare i comportamenti di cui all'art.1 dice : valutandoli nella complessità delle azioni si può configurare un assorbimento all'art.6 senza che questo conduca alla contestazione da parte delle difese che ci vedono la somma algebrica di art.1 = art.6.
Rileggiamo e spezzettiamo :
"Logicamente, nessun diaframma è ragionevole interporre ad una doppia valutazione di rilevanza di una medesima condotta, sussumendola nei binari del generale disvalore deontologico e, in ottica diversa, concependola come ineliminabile tassello strumentale nella realizzazione dell’illecito ex art. 6,"
L'inganno sta nel considerare come soggetto "la medesima condotta". Per noi mancanza di lealtà e illecito sportivo sono due cose diverse. Per lui, no. Anzi, proseguendo nel tranello afferma che non è ragionevole interporre un diaframma fra la doppia valutazione. Cioè non fatti, ma valutazioni : presa una medesima condotta, questa può essere decretata mancanza di lealtà o illecito sportivo a seconda della valutazione. Lui per valutarla, la "sussume", cioè la conduce nell'alveo dell'ineliminabile tassello strumentale nella realizzazione dell'illecito dell'art.6. Noi ci chiediamo : lo può fare ? Certo, se fai delle premesse come quelle sopra. Per cui, avocando a se tale diritto, ne consegue :
"senza che ciò si traduca – a differenza di quanto sostenuto dalle difese nel corso della discussione orale – in una (inammissibile) somma algebrica di singole condotte qualificate come antidoverose ex art. 1 e senza che l’operazione valutativa, di cui si dice, determini l’assorbimento di tali condotte nel paradigma dell’illecito sportivo con (insussistente) perdita della loro originaria natura e rilevanza (ed in questo senso va rettificata la motivazione di primo grado, senza effetti quoad poenam, in difetto di appello)."
letto ? Se è valida la premessa ed io ho fatto una valutazione senz'altro lecita ( ...perchè per lui non c'è diaframma fra le due valutazioni... ), allora non è contestabile quanto sostenuto dalle difese, cioè che "io avrei tradotto questa valutazione in somma algebrica di art.1". Anche lui sostiene che una cosa del genere è inammissibile, ma infatti lui non l'ha fatta. Va oltre : caso mai pensi che la mia valutazione, "di cui si dice" ( ...vedi il riferimento ?... ), faccia perdere la "natura" dell'atto ( ...che dovrebbe essere mancanza di lealtà... ), io ti dico che sbagli perchè l'assorbimento di tali condotte al paradigma dell'illecito sportivo è sussistente. Ed in questo corregge anche Ruperto, il quale per giustificare una cosa del genere aveva usato il "quoad poenam", cioè la comparazione di un reato all'altro. Esiste in giurisprudenza questa eventualità : ma è soggetta ad approvazione da parte di un giudice. Allora come fa Sandulli a dirti che la sua valutazione, "di cui si dice", è sussistente ?
"Deve, infatti, escludersi, alla stregua della struttura delle due norme e dei differenti beni giuridici protetti, che vi sia un rapporto di necessaria inerenza delle condotte genericamente antidoverose alla figura dell’illecito o che esse se ne possano considerare elemento costitutivo:"
Come in altre volte notato, qui si contraddice, forse capisce che ha esagerato e dice che deve escludersi un rapporto di necessaria inerenza fra le due situazioni. Allora come fai a dire che la tua valutazione è sussistente ?
"si tratta di un occasionale, di volta in volta da verificare, apporto causale alla realizzazione dell’illecito sportivo fornito da una condotta, comunque, espressiva di una trasgressione all’ordinamento sportivo."
Ecco uno dei punti dolenti : sostiene che è occasionale, che di volta in volta va valutato. E ti dice anche che :
"Il giudizio che compete, quindi, a questa Corte, una volta risolta, in senso confermativo della decisione impugnata, la questione di principio, è quello circa la sufficienza del materiale probatorio per affermare, da un canto, la sussistenza delle condotte contestate ed a stabilirne, d’altro canto, l’idoneità a convertirsi in mezzi utili al compimento degli atti previsti dall’art. 6, comma 1, C.G.S."
Io ho cercato nel Codice di Giustizia Sportiva se fra le prerogative della Corte Federale o di qualunque altro organo giudicante nel seno della Federazione c'è questo "compito" da svolgere e sinceramente non l'ho trovato....
E' dunque compito di questa Corte valutare se il materiale è sufficiente per affermare la sussistenza delle condotte contestate ed a stabilirne l'idoneità a conventirsi in mezzi utili al compimento degli atti di cui all'art.6
Puntata 5 :D
Riprendiamo dalla seconda premessa che Sandulli fa alla sentenza di R.
Ricordo, in sintesi, che la prima consisteva nella precisazione che M. e G. sono “una cosa sola”. Questa precisazione porta a due osservazioni :
1.I due dirigenti godevano di piena ed incondizionata libertà, specie nei confronti della società.
2.M. perseguiva scopi mercantili personali.
Abbiamo già visto nella puntata precedente le “prove” a supporto delle tesi esposte dal bravo scolaretto Piero.
Buttiamoci dunque a capofitto nella seconda premessa, sicuri che essa ci riserverà nuove sorprese ed, ovviamente, “incolpazioni”.
Pag. 66 :
“Venendo, adesso, alla seconda premessa della CAF, consistente nella dichiarazione programmatica di non considerare atomisticamente i fatti accertati e le conversazioni telefoniche intervenute tra i vari incolpati e di valutarli, piuttosto, nel loro complesso e nella loro correlazione, la Corte non può non riconoscere l’ineccepibilità del metodo (ed applicarlo a propria volta), trattandosi di criterio di analisi necessario avuto riguardo alla natura delle contestazioni ex art. 6 nella parte relativa all’alterazione diretta a provocare il sistemico vantaggio in classifica ed alla pronunciata inscindibilità tra la posizione di Moggi e quella di Giraudo.”
Sandulli riprende quanto affermato da R. : i fatti non possono essere considerati atomisticamente, cioè fatti in sé, ma vanno letti nel complesso. Davanti ad una tale evidenza solare, non può che riconoscere il metodo ineccepibile e ne dà anche spiegazione, della ineccepibilità : il metodo rappresenta criterio di analisi necessario avuto nella natura delle contestazioni ex. Art.6.
Bene,Sandulli, vediamo se abbiamo capito : ancora una volta riconosci che se i fatti fossero presi atomisticamente, come dici tu, ci sarebbero solo contestazioni dell’art.1. Ma sia R. che tu, Piero, siete dei giudici zelanti. Non pignoli, si badi, ma zelanti. Cosa vuol dire ? Beh, lo stesso Sandulli lo ha detto prima : è compito di "questa corte" effettuare ( di volta in volta, mica è un principio generale, non lo ha detto lui anche questo ? ) una analisi dei fatti ed individuare dei criteri onde poter verificare se il “non” ragionevole diaframma esistente fra le due violazioni venga a cadere. Ed è a questo punto che Sandullinon ha parole per ringraziare R. il quale, dall’alto della Sua esperienza, individua il necessario criterio di analisi atto all’individuazione dei reati ascrittoci. Non lo trovate straordinario ? Se loro, entrambi, non avessero adottato tale criterio non avrebbero individuato, nell’insieme certo, l’illecito sportivo e noi, malfattori, l’avremmo fatta franca. Ma, ahinoi, questa volta abbiamo incocciato in due ossi duri, gente di riguardo, giuristi di fama inarrivabile : è grazie a questa loro individuazione del metodo necessario alla contestazione dell’art. 6 che hanno garantito a tutti la Giustizia. Non pensate che dovremmo, tutti, ringraziarli ?
Riprendo per un attimo un atteggiamento serio per dire solo che, come abbiamo già visto, mentre R. comunque si preoccupa di trovare lo strumento giuridico per affermare quanto sopra e lo fa con il “quoad poenam” il simpatico Sandulli va oltre e si arroga sfrontatamente di poter adottare il criterio individuato da R. e trarre le conclusioni che più gli aggradano.
Pag. 67 :
“Egualmente e senza riserve condivisibili appaiono – così ancora una volta, rispondendosi in termini confutativi ai gravami che hanno inteso colpire la statuizione in parola - le conclusioni di merito cui è pervenuta la Commissione di primo grado a seguito dell’esame del materiale probatorio ad essa sottoposto.”
Ci mancherebbe pure questa che Sandulli sollevi riserve sulle conclusioni di merito del bravo R.
Pag. 67 :
“In particolare, merita totale adesione il passaggio nel quale la decisione impugnata ricava dagli elementi di prova raccolti la convinzione della compiuta verificazione dell’esito dell’illecito sportivo, e cioè dell’alterazione della classifica, a vantaggio della Juventus, del campionato 2004/2005, per effetto del condizionamento del settore arbitrale.”
Questo, ne converrete, dopo queste premesse e osservazioni è proprio il minimo che ci possano contestare…
Sempre da pag. 67 :
“Va, preliminarmente, osservato, che i giudici di primo grado hanno chiaramente enunciato non solo che l’alterazione ex art. 6 CGS, rilevante ai fini del presente procedimento, aveva ad oggetto la classifica del campionato in questione nel suo complesso, ma che il programma era destinato a realizzarsi attraverso il condizionamento del settore arbitrale.”
Altra premessa signori, ma è sempre la stessa solfa : abbiamo condizionato il settore arbitrale, non ci sono santi, le prove, come avete visto, sono schiaccianti. Quali direte voi ? Eh, già, avete ragione perché finora abbiamo parlato di atomi, scopi mercantili, univocità di interessi, etc. Ma le prove, anche considerando le azioni atomisticamente, ce le vuoi dire, ?
Ancora pag. 67 :
“Ad avviso della Corte, deve indiscutibilmente affermarsi così ancora una volta, facendo giustizia degli argomenti sviluppati in senso contrario nei gravami - la piena e concreta attitudine a falsare la classifica posseduta dall’opera di condizionamento del settore arbitrale, per effetto delle scelte e delle decisioni dei relativi vertici, influenzati della decisiva opera di Moggi e Giraudo.”
Avete presente quando la professoressa di italiano ci assegnava un compito in classe su un argomento che non ricordavamo o, meglio, che non avevamo studiato ? Non utilizzavate anche voi la tecnica dell’ineffabile Sandulli : l’allungamento del brodo ?
Pag. 67 non è finita e ci riserva una piccola sorpresa :
“Come detto, sono più che adeguati e più che congruamente valutati, dai primi giudici, gli elementi di prova dell’avvenuto condizionamento di cui si dice (come risalta dalle espresse citazioni racchiuse al punto nella decisione impugnata, alle cui pagine da 79 a 90 si fa espresso rinvio).”
Urrà, ragazzi, sappiamo dove sono le prove. Ma non penserete mica che si faccia subito un salto a pag. 79, vero ? Per caso avete fretta ? Non siete curiosi di sapere cos’altro dice ?
Scherzavo, ovviamente : non crederete che Sandulli abbia ancora molte cose da dire su di noi. Nella prossima puntata, le premesse ( …ancora!?!... ) alle prove e quindi attacchiamo da pag. 79 per scoprire di quali mostruosità ci siamo macchiati, noi che pensavamo di vincere perché eravamo i più forti….:roll:
FW ti prego.....fa caldo.
:no:
le masse vanno erudite :sisi:
Qualora doveste rispondere a qualcuno, almeno lo farete con coscienza :sisi:
Citazione:
La proprietà della Juventus
Un esempio lampante in questo senso è l'atteggiamento tenuto in tutta la
vicenda dalla proprietà della Juventus. Usiamo il termine "proprietà"
non a caso e nemmeno per pura polemica. Ci pare evidente, infatti, che i
dirigenti bianconeri entrati in carica dopo il "dimissionamento" della
"triade" Moggi-Giraudo-Bettega non abbiano affatto ricevuto, a
differenza di questi ultimi, un mandato "in bianco", ma piuttosto
seguano in ogni loro passo delle precise direttive stabilite da una
proprietà che pare nuovamente intenzionata a vivere la società molto da
vicino. Diversi sono stati infatti, fin dalle prime battute dello
scandalo, gli interventi dialettici e personali della famiglia e degli
esponenti della società controllante la Juventus. In questo contesto,
ciò che sconcerta è che di fronte al rischio di azzeramento della
società - molto probabile con la retrocessione in serie C -
l'atteggiamento societario sia rimasto, in sostanza, gravemente passivo.
Intendiamoci, nessuno nega il diritto di un imprenditore di disfarsi di
una propria società. E, a questo proposito, giova ricordare che
l'attuale presidente bianconero Cobolli Gigli è un manager che negli
ultimi anni si è "specializzato" nella cessione sul mercato di società
del gruppo FIAT/IFIL. Il fatto è che non s'è mai visto un imprenditore
che vende buttando a mare denaro proprio: piuttosto imprenditori che
cercano di vendere, e al meglio! Ecco, quindi, che ci dobbiamo
domandare: perchè mai la Juventus, intesa appunto come società, nel
momenti del pericolo non ha difeso i propri interessi, come hanno invece
ovviamente tentato di fare le altre società coinvolte nello scndalo? E
se questa domanda appare troppo vaga e generale, allora la possiamo
tradurre in un'altra molto più concreta: per quale motivo la società
bianconera ha di fatto "dimissionato" Moggi e Giraudo - vale a dire il
gruppo dirigente con il quale aveva vinto tutto quello che si poteva
vincere negli ultimi dodici anni - prima ancora di verificare la
fondatezza delle accuse che venivano rivolte ai suoi uomini? Tentiamo (e
soltanto tentiamo) di dare una risposta. E' un articolo di Marco Lo
Conte comparso su Il Sole 24 Ore del 2 settembre 2006 - e passato, per
la verità, quasi inosservato - a offrirci una traccia inquietante. Il
giornalista suppone che "ad agevolare o, quanto meno, a non ostacolare
la divulgazione delle intercettazioni telefoniche, alla base
dell'inchiesta sportiva, possa essere stato il tentativo della
cosiddetta triade (Bettega, Giraudo, Moggi) di prendere il controllo
della Juventus." Dunque, l'ipotesi che in questo articolo si prende in
seria considerazione è che la triade stesse preparando una scalata
azionaria alla società e che, allo scoppiare dello scandalo
intercettazioni, quest'ultima si sia difesa "approfittando", in qualche
misura, dell'onda mediatica che andava montando contro i dirigenti e la
stessa squadra. Ma, innanzitutto, come si sarebbe realizzata questa
scalata? Lasciamo la parola a Lo Conte: "Sommando il 3,6% di azioni
possedute, secondo gli ultimi dati Consob disponibili, dall'ex
amministratore delegato Antonio Giraudo a quelle disponibili sul mercato
(il flottante è pari al 28,9%), cui magari aggiungere il 7,5% facente
capo a Lafico, la finanziari libica azionista di Fiat da trent'anni.
Tanto da avvicinarsi alla soglia fatidica del 30% che rende obbligatoria
l'Opa e spingere così Ifil (che detiene il 60% del pacchetto azionario
Juventus) a cedere il timone della società alla triade con Andrea
Agnelli alla presidenza." Ora, se tutto questo fosse ben più di una
semplice ipotesi, si profilerebbe una conclusione davvero paradossale. E
cioè che proprio adottando quell'atteggiamento in apparenza ondivago e
rinunciatario, proprio smantellando in un baleno i vertici societari e
la squadra, proprio adottando in sede processuale una tattica
incomprensibilmente "suicida" (vedi l'episodio Zaccone), la proprietà
Juventus, contro ogni apparenza, avrebbe mirato a difendere strenuamente
i propri interessi. E se è così, allora, dovremmo concludere che è
lontano dalla aule di giustizia e dal clamore dei giornali, che si
sarebbe combattuta la "vera" battaglia. una battglia non processuale e,
di fatto, mai assurta agli onori delle cronache. Una battaglia in cui -
qui sì - la proprietà bianconera si sarebbe mostrata assolutamente
determinata a salvare se stessa. La strategia? Sacrificare quattrini e
blasone per conservare, di fatto, il controllo della Juventus.
A dare corpo a questa ipotesi del Sole 24 Ore possiamo fornire qualche
spunto aggiuntivo. Occorre innanzitutto tenere presente che la società
Juventus venne quotata alla Borsa di Milano nel dicembre 2001. Il prezzo
di collocamento fu pari a 3,70 euro per azione. I capitali raccolti in
parte finanziarono un aumento di capitale sociale (oltre 60 milioni di
euro), mentre quasi 75 milioni di euro furono incassati da IFI (una
delle cosiddette "casseforti" della famiglia Agnelli) in qualità di
offerente di azioni proprie (più una minima parte in capo ad Antonio
Giraudo). E' interessante notare che, proprio nei due mesi precedenti
l'emergere dello scandalo di Calciopoli, si registra un notevole aumento
dei volumi di scambio delle azioni della Juventus: volumi superiori di
ben dieci volte rispetto alla media dei quattordici mesi precedenti, con
un prezzo quasi raddoppiato (salito fino a 2,46 euro, mentre a gennaio
2006 quotavano poco più di 1,30 euro). E questa circostanza ha portato
alcuni osservatori finanziari a ipotizzare che nelle settimane
antecedenti l'esplosione dello scandalo fosse in corso un vero e proprio
"rastrellamento" di azioni Juventus. Qui arriviamo al punto. Cosa
avrebbe comportato, infatti, l'eventuale rastrellamento di cospicui
quantitativi di azioni? L'articolo 106 comma 1 del Testo Unico della
Finanza (TUF), che regola la cosiddetta "offerta pubblica d'acquisto
totalitaria", parla chiaro: "chiunque a seguito di acquisto a titolo
oneroso venga a detenere una quota di capitale rappresentato da azioni
ordinarie in misura superiore al 30%, è obbligato a promuovere
un'offerta pubblica d'acquisto sulla totalità delle azioni." E, come
osserva, Maura Castiglioni in un articolo dedicato all'OPA obbligatoria
reperibile sul sito www.magistra.it: "E' chiaro che l'ingresso di
soggetti con percentuale azionaria superiore al 30% può determinare una
notevole influenza, se non un vero e proprio mutamento della gestione
sociale, facendo venir meno la fiducia o comunque il gradimento
dell'investitore." Ecco dunque quale sarebbe stato il risultato di
questa "OPA ostile", come si usa dire nel egrgo finanziario: IFIL
probabilmente non avrebbe consegnato le azioni agli "scalatori" ma si
sarebbe ritrovata, per così dire, il nemico in casa, magari disposto ad
investire grandi somme nella squadra ma ostacolato dalla vecchia e
storica proprietà, con le conseguenza che possiamo immaginare in termini
di reazioni di tifosi e opinione pubblica. Aggiungiamo altre tessere al
mosaico che ci si sta profilando sotto gli occhi. Rileviamo, ad esempio,
che nei primi giorni di agosto 2006, e cioè a scandalo e processo ormai
conclusi, gli scambi azionari del titolo Juventus hanno avuto un'altra
impennata impressionante di volumi di scambio: oltre 120 milioni di
euro, rispetto ad una media giornaliera di 400.000 euro (dato riferito
al periodo 2-18 gennaio 2007). Simili valori autorizzano a pensare che
in quel periodo - e cioè al termine di questa supposta "battaglia" per
il controllo della società - fosse davvero in corso un'operazione di
ridefinizione dell'assetto azionario. E, in questo caso, del tutto
coerente con questo scenario suonerebbe la comunicazione ufficiale
obbligatoria fatta da Antonio Giraudo il 21 agosto 2006, bella quale si
conferma che la partecipazione azionaria dell'ex amministratore delegato
della Juventus è scesa sotto il 2%. Ma l'ottica con cui stiamo guardando
le vicende azionarie della Juventus getterebbe una luce anche su alcune
stranezze che si possono riscontrare nella chiusura del bilancio
bianconero al 30 giugno 2006. Questo bilancio presenta infatti più di un
motivo d'interesse. I dati riportano ricavi record (251 milioni di
euro), ma anche la più elevata perdita finale mai registrata: 36,48
milioni. Va detto, in proposito, che il bilancio presentava 48,09
milioni di riserve, utilizzate dalla nuova gestione per la copertura
della perdita (si veda pagina 22 del bilancio trimestrale al 30
settembre 2006). E fino a qui sarebbe tutto normale. Se non fosse che la
perdita viene presentata senza evidenziare che le vendite di giocatori
avevano generato plusvalenze per 36 milioni, che però sono state
imputate alla gestione successiva. Le vendite che hanno generato
minusvalenze, invece, sono rimaste nel bilancio di competenza.
Ripetiamo: le plusvalenze di 36 milioni verranno registrate nel bilancio
di Cobolli Gigli, mentre le minusvalenze di 12 milioni (derivanti dalle
cessioni dei giocatori Vieira e Thuram) sono state attribuite al
bilancio di Giraudo. Eppure sarebbe bastato imputare quelle plusvalenze
al bilancio in corso per portarlo in sostanziale pareggio, con il
considerevole vantaggio, peraltro, di conservare alla società le riserve
accantonate. Per quale motivo questo non è stato fatto? Dove sta il
senso di chiudere in perdita e "bruciare" 48 milioni di riserve? L'unica
ipotesi che pare sostenibile è quella che una chiusura in attivo
avrebbe portato a una ulteriore assegnazione di azioni ad Antonio
Giraudo. Magari proprio la quota necessaria per raggiungere il fatidico
30% che, come abbiamo visto, avrebbe reso obbligatoria l'OPA. Certo,
questa rimane una semplice ipotesi. Sta di fatto che, a conti fatti, i
48 milioni di riserve fatti evaporare in questo modo dalle casse della
società rappresentano un costo molto inferiore a quanto la proprietà
avrebbe dovuto spendere sul mercato - e di tasca propria - per
difendersi da una scalata azionaria. Per concludere, torniamo al
processo e gettiamo sul tavolo, in ordine sparso, altri interrogativi.
Siamo anche disposti ad accettare l'idea che, in presenza di una
condanna giusta e definitiva, la proprietà bianconera si sarebbe trovata
nella necessità di pensare a un ridimensionamento tanto sul piano
societario quanto su quello sportivo. Ma allora, perchè la Juventus ha
venduto molti dei suoi giocatori più importanti prima di conoscere le
sentenze? In un simile contesto, considerato l'atteggiamento ondivago
del presidente Cobolli Gigli - prima remissivo, poi battagliero, infine
ancora poco incisivo - è davvero difficile trattenersi dal supporre
l'esistenza di strategie non strettamente processuali. ma, se così
fosse, dovremmo anche domandarci: perchè Luca Cordero di Montezemolo -
che non ha speso una parola sulla vicenda Juventus, e in generale su
Calciopoli - è stato ringraziato pubblicamente dal ministro Melandri
dopo il ritiro del ricorso al TAR? Curioso, del resto, anche il
disimpegno dell'avvocato "difensore" della Juventus Cesare Zaccone,
famoso per la sua "richiesta" di serie B, o meglio così dipinto dai
mezzi di informazione, mentre, come si è visto, la ricostruzione
dell'episodio fatta dal giudice in sentenza restituisce una realtà
piuttosto diversa. Va rilevato che, alla fine del processo, Zaccone non
è mai intervenuto su alcun organo di stampa per difendere il proprio
operato o anche soltanto per commentare la vicenda. Proprio per questo,
colpisce non poco quanto da lui affermato a margine dell'Assemblea degli
azionisti Juventus, il 26 ottobre 2006: "Lo rifarei. Non ho avuto alcuna
indicazione dalla società di quello che avrebbe dovuto essere il mio
comportamento. Ma nelle 7.500 pagine delle intercettazioni i dati erano
drammatici, da serie C." Per tutto quanto si è visto nei capitoli
precedenti, quello che si ricava da questa dichiarazione è,
innanzitutto, che Zaccone in realtà non deve aver letto quelle settemila
pagine, limitandosi forse ai titoloni di qualche quotidiano. Ma, ironia
a parte, le domande che suscitano queste parole sono ben altre. Che
necessità aveva Zaccone di farci sapere che non aveva ricevuto "alcuna
indicazione" dalla Juventus? Di più: che avvocato è uno che afferma di
non ricevere indicazioni dal proprio cliente? E perchè questo avvocato
rilascia queste ammissioni solo tre giorni dopo l'ultima uscita di Piero
Sandulli in cui, come abbiamo già ricordato, il presidente della Corte
d'Appello Federale ammetteva che "non c'erano prove" a carico della
società bianconera? E, soprattutto, proprio il giorno prima dell'arbitrato?
Io me lo sono stampato, neanche il biliardo in tv a ora tarda riusciva a farmi addormentare... :sisi:
:asd:
Firewall l'eruditore :asd:
Mostro....costringermi a leggere tutto quel pappiè di roba........:piange:
Vabbe lo ammetto sinceramente Calciopoli mi ha rotto i coglioni.....tu hai un premio da difendere:asd: (Calciopoli nella testa) io no.
Tornando a parlare di Juve pare che la dirigenza abbia effettuato una forte accelerata per Milito....speriamo bene.
Sacchi, la Juve corre per scudetto
:asd: Bell'uomo--->http://www.ansa.it/site/notizie/awnp...c98d812e7d.jpg (ANSA) - PARMA, 24 GIU - "La Juventus quest'anno gia' competitiva per lo scudetto? Credo proprio di si'". E' l'opinione di Arrigo Sacchi. "La Juventus - ha spiegato - anche se viene dalla serie B, parte da un vantaggio che solo gli addetti ai lavori conoscono bene: potra' sempre organizzare la settimana tipo negli allenamenti. Non dovere disputare le coppe si rivelera' un bene molto prezioso per Ranieri che, a fine stagione, potrebbe cosi' raccogliere molti punti in piu'".
io nn gli darei tutti i torti...:look:
Invece è meglio che non si dica in giro, dobbiamo partire col profilo basso e diventare la sorpresa del campionato.
Angels, diciamo che non la vedi nera... :bua:
La vedo nerissima, ribadisco, dobbiamo partire col basso profilo, tutto quello che verrà oltre la coppa uefa sarà tutto di guadagnato.
Montero idolo, il mio difensore preferito di sempre!
Spettacolo! quando tutta la verità sarà venuta a galla devono fare un film su calciopoli, la teoria sul controllo della società è molto suggestiva..chissà qual'è il vero ruolo dell'avvocato difensore..Citazione:
Originariamente Scritto da Firewall76
Portateci a casa questo:
http://eur.news1.yimg.com/eur.i1.yim...empics/3693191
e anche questo:
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...iego061115.jpg
:rullezza:
Che disdetta il ban di Dolphin... lui era il nostro informatore :cattivo: