Coccodé.
Regalami qualche uovo che mi ci devo pagar le vacanze.
edit: Si scherza. Però se è fica posta pics.
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:rotfl:Citazione:
Il Pdl: “Ora serve una pacata riflessione”. Intanto pigliatevelo in culo.
Se vi consiglio in cotale lido di passare le vacanze nel mio agriturismo è considerata pubblicità indebita? :look:
se non posso linkare mando pm a chi è interessato :look:
ci vengo solo se è un ecomostro abusivo condonato :tsk:
C'è lo sconto se si viene con la maglietta di TGM? :asd: Se non è a più di 300km da Roma a me interessa :look:
ad Arezzo, 300 km tondi tondi :asd:
linka linka, non ci vengo, ma son curioso.
piemma piemma che dovrei passare ad arezzo questa estate!
Ma voi chi? Io parlo per me ed il plurale maiestatico non mi sembra di meritarlo.
Ma l'altro tizio chi sarebbe? Moretti o il rettore dell'università? Inoltre ogni puntata di presa diretta va esaminata a sé, non c'è correlazione con le precedenti (altrimenti sarebbe, almeno in teoria, un ricorso ad un argomento del tipo ad hominem) . A me poi non importa nulla della credibilità di presa diretta, sto esaminando questa specifica vicenda ed utilizzo le prove che portano.Citazione:
Il fatto che tu abbia citato un altro tizio non inficia in alcun modo la figura di patetici cioccolatai che hanno fatto quelli di Presa Diretta, figura tra l'altro ripetuta in altre numerose occasioni.
Cosa c'entrano i media Berlusconiani? Io non ho abboccato a nulla tanto è vero che vorrei chiedere a Moretti il perché di quell'articolo che hai linkato. Questo è ciò che intendo per spirito critico: posto su un forum anche per ricevere critiche (come le tue) che possono aiutarmi a capire meglio la vicenda. Rivedere parzialmente la propria posizione non è arrampicarsi sugli specchi. Però francamente non credo che le argomentazioni di Moretti sul pericolo percepito dall'"Italia geosismologica" siano false. Negare l'udienza a lui ed al collega non mi sembra abbia senso, tenendo conto dell'esperienza maturata nel campo (o vuoi anche negare che siano geologi esperti del territorio?). Inoltre, avendo vissuto la situazione ho anche aperto il discorso sulla comunicazione. Le dichiarazioni di de Bernardinis, sebbene fuori dal contesto ufficiale della commissione, in una situazione del genere non fanno altro che diffondere un falso senso di tranquillità. Ti assicuro che qui in pochissimi hanno attuato contromisure minime. Cioè si dormiva tranquilli. Se invece avessero consigliato di verificare (o far verificare) lo stato della propria abitazione consigliando di non trascorrerci troppo tempo dentro se fosse risultata a rischio si sarebbero evitati dei morti.Citazione:
Per quanto mi riguarda il terremoto dell'Aquila può averlo causato anche un ordigno detonato da quelli della Commissione Grandi Rischi, ma questo non toglie comunque la figura di tristi cioccolatai che hanno fatto quelli di Presa Diretta a intervistare quel tizio con l'aria di "Eh ora vi sveliamo quello che i media abberlusconiani vi nascondono" (come fanno OGNI CAZZO DI VOLTA), a cui tu hai abboccato mangiandoti esca, amo e lenza.
edit: Ripeto che nessuno ha parlato di possibilità di previsioni deterministiche.
L'altro tizio sarebbe quella dello studio del 1904.
Le puntate di Presa Diretta non possono essere esaminate a sè, così come non possono essere esaminate a sè le uscite del TG3 o quelle del TG4. L'analisi della qualità delle fonti (che fa parte del senso critico) non è un argomento ad hominem. Se so (come qualunque essere dotato di senso critico dovrebbe sapere) che Presa Diretta ha due lenti ideologiche spesse così, prima di citarlo come fonte faccio verifiche dirette, cosa che tu non ti sei minimamente curato di fare.
Allo stesso modo, la comprensione del concetto di "prova" fa parte del senso critico. Ad esempio capire che uno che a posteriori dice "io lo sapevo-oh" NON E' una prova ma al limite un indizio che poi va verificato accuratamente. Poichè tutti i fatti accertati indicano decisamente che il consenso della comunità geosismologica fosse "nessun rischio aggiuntivo", per parlare di qualcosa è necessario portare qualcosa di più concreto di insinuazioni di gente che parla col senno di poi.
Che tu sia convinto che le argomentazioni di Moretti sul "rischio percepito" dall' "Italia geosismologica" siano credibili è solo un'altra manifesta mancanza di senso critico, dato che equipari con disinvoltura fatti accertati con insinuazioni fatte a posteriori.
Non mi va di aprirci un thread, ma secondo me merita ugualmente un po' di attenzione.
Citazione:
«Un libro sull’Italia o parla di mafia o non ha successo»
Stefano Ciavatta
Gay Talese, 79 anni, pioniere del new journalism con Mailer e Capote, è al Festival di Massenzio. «Ai tempi di Mussolini noi figli di immigrati italiani eravamo trattati in America come oggi i musulmani. In Gomorra le vite sono vuote, altro che Padrino. Un giornalista deve avere un look inappuntabile, deve bruciare i jeans».
Gay Talese, pioniere del new journalism
CULTURA
23 maggio 2011 - 20:40
Gay Talese, l’ex fattorino del New York Times figlio di immigrati dalla provincia di Catanzaro, pioniere del new journalism insieme a Norman Mailer, Truman Capote e Tom Wolfe, giornalista per il NYT, Times, New Yorker, Haper’s Magazine, Esquire, sta girando l’Europa per un ciclo di incontri e lezioni. Domani leggerà un pezzo inedito a Massenzio per il Festival delle letterature.
«Al festival – dice – leggerò un testo sulla riluttanza a mettere in piazza la biografia di mio padre. Per ogni americano di origine italiane, io vengo dalla Calabria, la storia a cui apparteniamo è già di per sé una storia di frammentazione. Ho sempre vissuto la condizione di incertezza se essere italiano o americano. Ma c’è di più. I figli di immigrati italiani hanno avuto sempre grandi difficoltà a parlare delle loro origini, eravamo come i musulmani di oggi. All’epoca l’Italia era rappresentata da Mussolini e dalla mafia. Una intera generazione di scrittori è stata silenziata perché per dire tutta la verità rischiavi di mettere in imbarazzo qualcuno».
Intanto Rizzoli ristampa il libro “Onora il padre” (1971), monumentale saga della famiglia Bonanno e del suo boss Joe Bonanno detto Bananas, un reportage sulla mafia italiana in America negli anni 60. E Talese commenta: «Per avere successo commerciale come scrittore devi e sottolineo devi scrivere di mafia, gli unici libri di autori italo-americani che vendono, sempre che ci metti la firma. È accaduto anche al cinema, con attori come De Niro e registi come Scorsese e Coppola. Continua ad accadere con le serie tv dei Soprano e di Jersey Shore. Se non togli glamour agli italiani non puoi piacere e acquistare popolarità. Devi sempre dire che sono mafiosi e criminali».
I suoi 79 anni Gay Talese se li porta benissimo. Cravatta, fazzoletto in tasca e completo. Non a caso di recente a Barcellona, di fronte a una platea di studenti, si è divertito a dare consigli di look: «L’aspetto è importante. Un giornalista è uno straniero che vuole incontrare le persone e imparare cose da loro. Se vi vestite correttamente e con le buone maniere, almeno non vi chiuderanno la porta in faccia. Toglietevi i jeans e bruciateli, essere giornalisti è come se si dovesse mettere su un matrimonio, o andare a un appuntamento con una ragazza che ti piace o un funerale, perché quello che facciamo è una cosa che assomiglia a una cerimonia. Ogni giorno nel giornalismo, è un occasione speciale. Quello che fai è vendere la verità, così ben vestito. Sei vestito per la storia!».
Dopo Sinatra, a cui ha dedicato uno dei suoi reportage più celebri per Esquire, e Joe DiMaggio chi sarebbe oggi l’italo-americano da intervistare?
«Sicuramente Madonna e Lady Gaga, le più importanti cantanti pop. E le intervisterei pure se mi fosse permesso. Comunque Sinatra per me è stato il più grande, nessuno come lui. Secondo me è ancora vivo, nonostante siano già passati molti anni dalla sua morte. Tempo fa ero in un ristorante, stavo aspettando il taxi, ho visto questa cameriera che ballava sul pavimento bagnato mentre la musica del locale trasmetteva un pezzo di Sinatra».
In Italia molti scrittori noir si vedono come i nuovi giornalisti d’inchiesta. Che ne pensa?
«Fiction contro non fiction? Il giornalismo può anche essere creativo senza incorrere in una falsificazione. Quando ero giovane adoravo la narrativa ma non la storia né il giornalismo. Poi però ho cominciato a raccontare storie reali, verificabili anche dal lettore, senza un grammo di bugia. Questa è la sfida della non fiction: avvalersi delle tecniche da romanziere ma continuare a raccontare storie vere».
In una recente intervista ha dichiarato che i giornalisti oggi hanno poco coraggio. Perché?
«Il poco coraggio era riferito ai giornalisti americani. Semmai vi è stato un fallimento del giornalismo americano è stato quello politico, che ruota intorno a Washington, dei giornalisti che scrivono del potere. Per me ha altrettante colpe del governo, e per colpe intendo la scelta del nemico sbagliato dopo l’11/9, l’invasione precedente in Iraq. Nessun politico mediorientale, nessun Gheddafi sarebbe da mettere alla sbarra in realtà, prima dovrebbero prendere quei comodi personaggi che si stanno godendo un posto al sole, come Cheney e Bush. La stampa si è fatta scandire le parole dai tempi del potere. Quella stampa ci ha riempito di balle, mancando di freddezza e cinismo, le vere qualità del giornalismo. Anche la stampa americana ci ha regalato la guerra».
Che ne pensa del fenomeno Gomorra?
«Gomorra non mi sembra un film che rende glamour la mafia. Penso a Pileggi, lo sceneggiatore di Scorsese, Puzo, al sottoscritto, noi abbiamo messo del glam nella mafia, noi abbiamo raccontato il fiume di soldi a Las Vegas, la ricchezza vera. Sia nel libro che nel film tutto questo non appare: in Gomorra le vite sono vuote, hanno soldi che non stringono mai niente. E allora di queste persone pensi: ma chi te lo fa fare? La gente vive in povertà. Anche i killer sono poco cosa. Da noi la mafia è in declino. Ha avuto il momento di massimo fulgore negli 30 col proibizionismo, l’affermazione dei Lucky Luciano, dei Joe Bonanno. Però erano famiglie siciliane per la maggior parte, con dei codici rigidi di disciplina, omertà compresa. I loro nipoti invece non sanno come fare. Quest’anno un membro di un certo calibro dei Bonanno ha testimoniato contro la sua stessa famiglia. Una volta non sarebbe stato possibile. Questo genere di cose sarà la fine della mafia».
Uno dei suoi bestseller è “La donna d’altri” (1975), inchiesta sulla vita sessuale americana, sul rapporto del sesso con la solitudine e col potere. Che ne pensa del caso Berlusconi e di quello di Strauss-Kahn?
«Penso che Strauss-Kahn oggi ha la sua bella difficoltà a trovare una situazione alberghiera…Ma, come vede, la realtà supera sempre la fantasia dei romanzieri. Certi fatti sembrano irreali, in realtà basta essere dei semplici reporter per raccontare quello a cui uno scrittore non crederebbe».
vero hehe me lo sono sempre chiesto anche io.. vivere la criminalità non come ricerca della ricchezza ma come stile di vita è una cosa che secondo me ha poco sensoCitazione:
Gomorra non mi sembra un film che rende glamour la mafia. Penso a Pileggi, lo sceneggiatore di Scorsese, Puzo, al sottoscritto, noi abbiamo messo del glam nella mafia, noi abbiamo raccontato il fiume di soldi a Las Vegas, la ricchezza vera. Sia nel libro che nel film tutto questo non appare: in Gomorra le vite sono vuote, hanno soldi che non stringono mai niente. E allora di queste persone pensi: ma chi te lo fa fare?
Ma và che due belle damine...:); in questo transatlantico sozzo e polveroso da Fronte del porto cominciavo seriamente a disperare ormai.
La goccia semi-definitiva m'è caduta tra capo e collo il giorno delle pics di Caesarino in braghette...
Tra l'altro clicco su "altre foto" pensando al seguito...e invece l'ambiente si fa addirittura marziale.
Ma che roba.
(:asd:)
Sono a macerata. Ma qui non c'è il digitale? In camera ho un televisore phonola che è un pezzo di modernariato favoloso :asd:
E' già tanto che non ti sia ritrovato un telefunken :asd:
E comunque è allucinante come appena si esce dal veneto la ristorazione cominci a costare la metà :bua: ma questo riferito alle marche come a new york o berlino.
Questo questo e questo.
Senza passar ad insulti a terzi, cui sto facendo gran fatica,
è grazie a sta gentaglia se si è consolidata nell'immaginario mondiale st'immagine dell'Italia, colpa de sti :fag: che c'hanno, parole loro, romanzato sopra sull'idea del mafioso, dandogli quel tono di epicità che in realtà non c'è mai stato.
Ben venga, anzi, sia benedetto un Gomorra, che restituesce la vera natura de sti delinquenti criminali, da cui mi sento totalmente estraneo, altro che Deniro o Brando.
In chiusura, quanto mi gira il culo vedere il Padrino tra i capolavori del cinema,
monumento eterno di un'idea di Italia falsa e distorta, sto film insieme al merdaio qui sopra, ha fatto più danni della grandine
due ingegneri con idee diverse: l'arma finale per togliere a chiunque la voglia di discutere :asd:
personalmente per sostenerle abbisogno di importanti dosi di modafinil :bua:
d'altra parte, per staccarmelo di dosso mi tocca di scuotermi, sennò quello i maroni non me li molla... (tra l'altro per concludere invariabilmente: sostanzialmente hai ragione però tetrapilectomicamente parlando bibì e bibò... diteglielo voi :boh2: )