Contentissimo per l'Italia del rugby che batte i francesi.
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Contentissimo per l'Italia del rugby che batte i francesi.
La funzione di una struttura antisismica nn è quella di rimanere in piedi. Perchè se sei nei pressi di un epicentro per mantenerla in piedi devi fare pilastri ben più grossi di quelli che vedi :asd:
La funzione di una struttura antisismica è quella di darti il tempo di uscirne illeso...salvare una vita umana nn ha prezzo.
Piuttosto, è proprio la sua antismicità che la rende molto "vibrante" al terremoto...ricordo ancora alla mia università (struttura altamente antisismica)...ponte a 15-20 metri dl suolo con griglia che ti permetteva di guardare giù (e soffro di vertigini :bua: )...nn avete idea del movimento fatto in seguito ad una scossa di terremoto di magnitudo 3 e qualc'sa :chebotta:
Sempre pro gli italiani...però a me viene un dubbio. Perchè non studiare e pensare qualcosa per il nostro territorio quasi interamente ad elevatissimo rischio sismico?Citazione:
venerdì 11 marzo 2011
Tsunamometro, progetto Made in Italy per allertare in tempi brevi la popolazione prima di uno tsunami
Pubblicato da luca.malgara
http://bericercatore.it/files/2011/03/tsunami-wave.jpg
Il nuovo strumento di allerta potrebbe in futuro evitare disastri come quello recente in Giappone o nell’Oceano Indiano nel 2004.
Fino ad ora, non esistono sistemi di allerta efficaci per prevedere la generazione di uno tsunami dopo un grande terremoto avvenuto in mare. Quando il terremoto avviene vicino alla costa si pone il difficile problema di allertare in tempi brevi la popolazione che vive nelle zone costiere. Una novità fondamentale arriva da una stazione abissale, “Geostar”, che è stata installata nel Golfo di Cadice, a oltre 3.200 metri di profondità, dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Ismar-Cnr), che coordina il progetto Nearest della Commissione Europea con la partecipazione tra gli altri dell’Istituto nazionale di vulcanologia e geofisica (Ingv), dell’Inaf e della Tecnomare-Eni S.p.A.. Questo progetto prevede di mettere i sensori direttamente sulle strutture a rischio e di monitorarle nel tempo avvalendosi di uno strumento di nuova concezione: lo ‘tsunamometro’.
“Lo ‘tsunamometro’ si basa su un doppio controllo del segnale sismico e di pressione e tiene conto dei movimenti del fondo del mare: rileva, misura e registra i cambiamenti che avvengono sul fondo ed è in grado di elaborare i dati per riconoscere variazioni di pressione dell’ordine del centimetro nella colonna d’acqua”, spiega Nevio Zitellini, direttore dell’Ismar-Cnr. “Lo studio dell’accoppiamento fra il moto del fondo del mare e la perturbazione della colonna d’acqua da esso generata è infatti una delle chiavi per comprendere l’irrisolto problema scientifico della generazione degli tsunami in seguito a forti terremoti”.
Il posizionamento di Geostar da parte della nave oceanografica Urania del Cnr è avvenuto su una gigantesca struttura geologica, larga circa 50 km e lunga circa 100, che agendo come una sorta di pistone di roccia può trasferire grandi quantità di energia alla colonna d’acqua, generando così un maremoto. Nel Golfo di Cadice sono state individuate le principali strutture sismotettoniche che potrebbero causare un terremoto tsunamigenico: il tratto di costa che si estende al di fuori delle Colonne d’Ercole nel 1755 fu devastato da un’onda di maremoto, generata dal più grande terremoto mai avvenuto in Europa occidentale di cui si ha memoria storica.
L’obiettivo è collocare i sensori direttamente sulla “sorgente” tettonica per monitorarne i movimenti e riconoscere immediatamente l’eventuale generazione di uno tsunami. “Le strutture tettoniche responsabili di tali eventi sono infatti molto vicine alla linea di costa, ponendo a tutto il Mediterraneo il drammatico problema di allertare in tempi brevi la popolazione”, ricorda Zitellini. Nel Golfo di Cadice, il tempo che intercorrerebbe tra la generazione di uno tsunami e il suo impatto sulle coste più vicine in Algarve è di soli 15 minuti. Per inviare l’allerta a terra in tempi brevi, l’osservatorio abissale è in collegamento acustico con una boa di superficie attrezzata e i segnali sono ricevuti, oltre che dai computer di controllo di Roma, Bologna e Venezia, dall’Istituto meteorologico di Lisbona, dal Centro di Geofisica di Granada e dal Consiglio nazionale per la ricerca scientifica di Rabat.
“Le tecniche di monitoraggio finora sviluppate dai paesi più sottoposti al rischio, quali Giappone e Stati Uniti, non sono direttamente applicabili a queste zone e, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non siamo in grado di prevedere se dopo un grande terremoto avvenuto in mare si generi o no uno tsunami, come confermato anche dal recente sisma avvenuto in Perù, che nonostante l’elevata magnitudo non ha prodotto tsunami”.
Fonte Immagine: Tuttoscienze.com
http://img812.imageshack.us/img812/4952/immaginehn.jpg
CENTO CENTO CENTO
:alesisi:
merito mio :snob:
Non mi va piu widows update :pippotto:
Manco quello di sopporta più? :asd:
Manco l'ho mandato al quel paese. Che permaloso :no:
:asd:
Nana oramai è un vip, è pure a studio aperto :asd:
Visto ieri :asd:
mi hanno sfondato l'auto parcheggiata e sto coniglio schifoso è anche scappato :facepalm:
Danni grossi?
abbastanza....
secondo voi quando succedono ste cose le assicurazioni come si comportano? :uhm:
ti spernacchiano in faccia
mi sa che so cazzi :o :sad: :frigna:
In vino veritas in scarpe adidas in doccia badedas e in culo un'ananas! (cit. trovata a casa di angelo) :sisi:
:asd:
ma ma ma i post di simon sky sul topic della roma :rotfl:
è passato da "squadra di inutili brocchi" a "la squadra c'è" ma ma ma :rotfl:
Simosky non si discute, si AMA.