Le ferrovie mica sono statali.
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Sarebbe però interessante vedere anche le curve dei tassi di crescita di USA, Giappone, Germania e Spagna, tanto per dirne quattro. Scommettiamo che assomigliano tutte quante, e molto, a quella italiana? :asd:
Ovviamente avranno momenti di decollo diversi (soprattutto USA e Spagna), ma l'andamento è quello.......
Poi un'altra cosuccia: questo grafico è inattendibile, perché i periodi non sono omogenei - in un grafico che voglia essere preso sul serio la curva ha punti di rilevazione costanti, ovvero ogni anno oppure ogni 5 anni oppure ogni 10......come si fa a mettere insieme il 1985 (periodo di crescita economica) con il 1999?
E come si fa a confrontare il periodo 1951-1972 (21 anni) con il 2001-2003 (2 anni)?
Comunque sia: per tornare ai valori di crescita del primo periodo la soluzione è semplice: basta ordinare alle nostre ff.aa. di bombardare massiccciamente la penisola, per almeno un anno di seguito: in tal modo riproduciamo le condizioni del 1951 (soltanto sei anni dopo le distruzioni della 2a guerra mondiale)
Una volta distrutto tutto ci sarà una bella ripresa e per vent'anni avremo una crescita tipo quella del 1951-72.......
Vade retro keynesiana! :P
Che è grazie a quelle teorie (maleapplicate e in modo fuori dal tempo) se ora siamo a contemplare l'orlo dell'abisso. :bua:
Edit: I tuoi appunti sul grafico sono comunque condivisibili.
Secondo me invece sull'orlo dell'abisso ci hanno condotto la finanza creativa e l'ultraliberismo.
E le teorie keynesiane sono fuori dal tempo soltanto perché, purtroppo, l'URSS è crollata PRIMA che le reaganomics mandassero a puttane l'economia statunitense: gli USA erano messi molto male nel 1988-89 (controllare per credere), e così se gli USA fossero andati a puttane verso il 1995 (cosa che sarebbe senz'altro accaduta senza il crollo dell'URSS) e poi l'URSS fosse crollata un decennio dopo (nel 1999-2000 anziché nel 1989-90) oggi avremmo in tutto il mondo degli stati sociali rinnovati, verisone aggiornata del modello di quelli che c'erano sino al 1990 in Francia, Germania e, perché no, Italia.
Quindi, in ultima analisi, il welfare state NON è "tecnicamente sorpassato" ma è stato fatto fuori dallo squilibrio politico che si è prodotto in Europa e nel mondo in seguito al crollo dell'URSS.
Una prova è rappresentata dal fatto che mentre in Italia si giustificavano le liberalizzazioni con il debito pubblico, a tali liberalizzazioni si procedeva anche in paesi che il problema del debito pubblico non lo avevano :asd:
Onestamente dissento in ogni punto di partenza della tua analisi, ma il mondo è bello perchè è vario.
Come ho già avuto occasione di scrivere in modo sparso qua e là per dei topic, il mio parere è che quest'ultima crisi finanziaria abbia delle radici imputabili a una molteplicità di fattori, e sicuramente non ultimi sono la volontà di "deregolamentare regolamentando", ovvero una politica economica e legislativa falso-liberista, una condotta al limite del criminale sui tassi d'interesse e sulla spesa pubblica (i due chairman della FED in questi anni occupano un posto privilegiato nella mia lista del "who to blame", assieme a Geithner su cui avevo espresso i miei dubbi in epoca non sospetta :bua:), un eccesso di fiducia PROPRIO in quelle politiche keynesiane tanto care a Krugman e a chi per loro, combinate con un interventismo alla "too big to fail" che ha accomunato troppe amministrazioni.
Secondo me, la strada giusta e sacrosanta è quella che finora sta intraprendendo il governo lib-cons di Cameron, anche se non ho seguito gli ultimissimi dettagli sull'evoluzione della proposta della manovra. Non certo il socialismo di stato che tu proponi. Ma ripeto, de gustibus...
Jaq c'è però da dire che EP parla non parla di liberismo in generale, ma di reaganomics, e l'idea che quel modello economico sia il punto di partenza del fanta-capitalismo degli ultimi anni francamente mi pare molto condivisibile.
Socialismo di stato? Ma quale socialismo?
Io parlo di un capitalismo controllato e regolato dall'intervento dello stato.
Ma purtroppo, come le tue idee mi confermano, il crollo dell'URSS ha portato ad una rivoluzione psicologica: tutto ciò che non è reaganomics-thatcherismo-ultraliberismo è comunismo-socialismo.
In tal modo qualsiasi politica diversa dalle suddette reaganomics-thatcherismo-ultraliberismo diventa impensabile, e il ciclo continua all'infinito :asd:
Ecco alcune delle posizioni politiche di David Cameron:
http://en.wikipedia.org/wiki/Politic..._David_Cameron
Copyright
Cameron intends to increase the period of copyright from 50 to 70 years, bring copyright infringing downloads under stronger legal control and require Internet Service Providers to "block access and indeed close down offending file-sharing sites".[16] He supports music industry representatives going into schools to teach children about copyright, technology hindering copyright infringement (DRM), and encourages the music industry to exercise self-censorship on its material in return for the above music industry friendly measures.
Globalisation
Cameron is passionately in favour of free trade and an open economy.
Quindi Cameron è a favore della concorrenza sleale e del dumping sociale che fanno Cina e India, ed è pure a favore della vendita in Europa di auto cinesi Euro 3 in deroga.
Regulation
Despite initial strong opposition, Cameron has since declared his support for the National Minimum Wage Act 1998 introduced by the Labour Party. More generally though, he has strongly supported deregulation of the private sector, promising an immediate deregulation bill upon election. He has also pledged to remove Britain from the European Union's social chapter and to withdraw unilaterally from certain directives stemming from the European Union.
Le reaganomics sono queste:
Reaganomics (a portmanteau of Reagan and economics attributed to Paul Harvey[1]) refers to the economic policies promoted by the U.S. President Ronald Reagan during the 1980s. The four pillars of Reagan's economic policy were to:
Reduce government spending,
Reduce income and capital gains marginal tax rates,
Reduce government regulation of the economy,
Control the money supply to reduce inflation.
Qualcuno è in grado di spiegarmi perché mai si dovrebbero de-tassare i guadagni borsistici? Qual'è l'utilità sociale di questo?
Ricordo a tutti che un governo e la politica in generale non devono fare gli interessi personali di qualcuno ma l'interesse generale......ma dove sta l'interesse generale nel detassare i guadagni in borsa?
E dove sta l'interesse generale nell'incentivare economicamente le delocalizzazioni? E' anti-liberismo (in quanto incentivo statale) e senz'altro contro l'interesse generale della nazione.
E invece, nel derogare dando l'opportunità ai cinesi di vendere auto Euro 3 in Europa, dove sta l'interesse generale? Da un punto di vista liberista è concorrenza sleale (aziende europee obbligate all'Euro 4, cinesi ok Euro 3) e da un punto di vista sociale è distruzione di posti di lavoro europei a favore di quelli cinesi: è forse l'esempio più fulgido e lampante di legge fatta per favorire interessi particolari, ben più delle classiche berlusconate sulle intercettazioni e amenità varie.
Nì, non approvo assolutamente il trickle-down spending, ma buona parte delle scelte economiche di RR e di GBsnr. hanno pagato. Quanto al pork-barrel spending di cui è spesso accusato, fatto il confronto con le amministrazioni PRIMA (Nixon,Ford,Carter) e DOPO è un esempio di virtù genovese :asd:
Comunque il discorso sulle reaganomics, su cui EP dà una interpretazione sempre a-la Krugman, è decisamente diverso da un discorso su QUESTO:
Ecco, siamo già su due pianeti differenti.
Io sono un minarchista-liberista, tu sei per uno stato ed un governo dirigista ed interventista.
Abbi pazienza, ma non ho voglia di ricominciare un dibattito ciclico con questo caldo :asd:
Mah, guarda, a me sembra che siano molti vetero-ex-maidiventatipienamenteepuramentesocialdemocratici ad essere ancora aggrappati a una visione del mondo un po' sorpassata. De gustibus.
Sulle posizioni politiche di David Cameron, stai parlando con quello che si è letto il 90% del conservative manifesto edizione integrale (più lungo del programma di prodi mi sa :bua:), ovvero la sua più recente piattaforma politica, e di cui avevo fatto (mi sembra) una analisi molto superficiale nel thread sulle elezioni inglese, quindi scusami se ritengo di conoscerle meglio di te :asd:
Comunque, per carità, è sempre un piacere leggere i tuoi post che sono informati e bene articolati, ma se si parte proprio da considerazioni di base diametralmente opposte, c'è poco (o molto, volendo :asd:) da filosofeggiare
Sì beh però tra RR e GBsnr hanno raddoppiato il debt/gdp, e GBsnr si trovò perfino costretto ad alzare le tasse. Senza contare che l'aumento del gdp finì quasi esclusivamente nelle tasche dei ricchi, tanto che in quel periodo l'indice di Gini cominciò a salire vertiginosamente (e non si è più fermato) ed il numero di poveri aumentò sia in assoluto che in percentuale, il che ha poi creato le premesse per le puttanate della casa facile di Clinton prontamente assecondate dalle banche, e il risultato finale lo vediamo tutti, insomma.
Sticazzi, direi.
Per me la colpa e' dei manager.
Una volta non c'erano i manager, eravamo poveretti eppure non eravamo petachin (pidocchiosi) come adesso, e l'economia andava a gonfie vele, c'era lavoro per tutti, c'era il buum economico, c'erano i treni che arrivavano in orario.
Poi sono arrivati i manager con la loro parolina magica, "ottimizzazione".
Che vuol dire che piu' sei ricco piu' devi fare lo spilorcio, ergo togliere diritti ai lavoratori, ridurre il compenso per gli straordinari, ridurre i buoni pasto, niente piu' il Panettone a Natale, lesinare anche sul centesimo di euro.
Ogni volta che un manager riesce a far risparmiare all'impresa 0,01 cent al decennio va in bagno a farsi una sega.
A furia di ottimizzare perche' la singola impresa andasse meglio, perdendo di vista l'ottica globale, i lavoratori han perso potere d'acquisto, sono diventati piu' poveri, cosi' chi ha testa spende meno (e questo danneggia globalmente l'economia, girano meno soldi) e chi non ce l'ha spende di piu' non potendoselo permettere e manda a puttane l'economia.
L'idea che il mercato si autoregoli giungendo ad un qualche ottimo. E che quindi ognuno deve farsi i cazzi suoi, poi le cose si aggiustano da sole. Ci ho creduto anche io, ho studiato micro e macroeconomia sui testi che mi ha fornito un mio amico, phd in matematica finanziaria, mica cazzi.
Pero' la verita' e' che son tutte balle.
L'unica cosa che ho capito e' questa. Forse non e' proprio vero vero vero che e' colpa dei manager.
Ma di sicuro gli economisti non ci capiscono un cazzo, di economia.
Non sarebbe neanche una colpa, o una cosa pericolosa. Diventa pericolosa perche' sono straconvinti dell'esatto contrario.
Io vorrei una società dove la ricchezza sia distribuita sulla fetta più larga possibile della popolazione: idealmente senza indigenti, quindi, ma senza escludere che vi sia una vasta fetta di benestanti e ricchi, che anzi dovrebbe essere il più larga possibile.
Il liberismo spinto esclude di fatto questo, e non lo dico io: lo dice la regola economica dell'utilità marginale, la cui validità non è mai stata contestata da nessuno.
La mia domanda è una sola, e la rivolgo a tutti i liberisti e gli ultraliberisti. E' una cosa che non ho mai ben capito e vorrei risposte da tutti, anche da default e dagli altri: ma voi liberisti pensate davvero che col liberismo spinto sparirà o si ridurrà ai minimi termini l'indigenza?
Oppure, più semplicemente, accettate come inevitabile il fatto che i poveri possano diventare il 20 o il 30 o il 40% della popolazione (perché tanto se sono poveri la colpa è loro perché "non ci hanno saputo fare")?
Quella del mercato che si mantiene in equilibrio è vecchia, ma vecchia vecchia vecchia: Adam Smith, The Wealth of Nations, 1776
Già, del millesettecentosettantasei :asd:
Ecco cosa sono andati a pescare le menti illustri per il nostro futuro: roba di prima di Napoleone Bonaparte (che aveva 8 anni quando la teoria è uscita) :asd:
Lo Statuto dei Lavoratori italiano, invece, è del 1970, ovvero quasi DUECENTO anni dopo e, ovviamente, è più moderno di quasi DUECENTO anni.
Per questo quando sento dire che le teorie socialdemocratiche degli anni 60 e 70 sono sorpassate scoppio sempre a ridere :asd: perché so a quando risale il pulpito da cui viene la predica :asd:
Fossero coerenti, almeno, non dovrebbero volare con gli aerei (secondo Adam Smith l'uomo non avrebbe mai potuto volare) e cose simili :asd:
No, gli economisti ci capiscono.
Ma sanno che dicendo certe cose anziché altre possono trovare sponsor migliori e quindi guadagnare molto di più.
E' un po' come se tu fossi un meteorologo e potessi prevedere il tempo con sei mesi di anticipo: sai che a Ferragosot a Riccione pioverà per una settimana. L'emittente locale con cui lavori ti da' 900 euro al mese in co.co.pro. senza ferie e malattia. E gli albergatori di Riccione invece, ti danno 500.000 euo per non rivelare la cosa. Tu che faresti? Daresti le previsioni del tempo giuste o quelle sbagliate?
Oh, è solo un esempio stupido per far capire cosa intendo......
Mi pare che tu abbia però fatto un po' di confusione:
Una volta (intendo: anni 60, 70, 80) i treni NON arrivavano in orario: avevano gli stessi ritardi che hanno oggi. Però deragliavano meno, non ospitavano zecche e pulci, e, soprattutto, costavano meno della metà.
Quanto ai diritti dei lavoratori e tutto il resto: il futuro è liberismo sempre più spinto, che significa maggiore povertà per la maggioranza, maggiore precarietà per tutti, maggiore coercizione per i lavoratori dipendenti. Negli USA è già così, oggi.
E significa anche minore mobilità sociale. Perché? Perché quando la scuola sarà del tutto privata chi non avrà i soldi per pagare la scuola giusta ai figli tarperà loro le ali, da subito.
E ovviamente chi non avrà i soldi per avere un'ottima assicurazione (non la polizza base quindi) sanitaria morirà, ma quello è il meno, rispetto a quanto sopra.
Io sono molto benestante, io e mio marito ci siamo "fatti da soli" per così dire (niente doppisensi, please) ma siamo anche entrambi di umili origini, figli di operai e impiegati: se non ci fosse stato lo Stato Sociale degli anni 70, 80 e 90 forse non ci saremmo mai laureati, sicuramente non avremmo potuto laurearci nell'università "giusta" e sicuramente non avremmmo oggi i redditi che abbiamo.
Sarebbe bastata un po' di precarietà, forse, a fotterci: per mio padre, con la terza media, avere una figlia diplomata era già abbstanza buono e se non avesse avuto la certezza del suo lavoro a vita forse non avrebbe investito sull'università.
Capisci cosa intendo dire?
Ben due minuti di lavoro in paint come risposta ipersemplificata per quel che mi riguarda.
http://i.imgur.com/LLuJn.jpg
In realtà le forme sono ovviamente sia "idealizzate", che, nel mio ultimo caso, mal disegnate: l'ellissi dovrebbe essere il quanto più possibile una morph fra quello che vedi ed un rombo schiacciato all'estremità bassa.
Sulla redistribuzione della ricchezza, ti rimando al pensiero di gente come Thomas Jefferson. E dico anche che l'unico scopo di uno stato dovrebbe invece essere redistribuire non la ricchezza ma assicurarsi che le opportunità siano distribuite equamente, e assicurarsi che le suddette opportunità di salire e/o scendere nella scala sociale tramite i frutti del proprio lavoro non siano danneggiate in modo innaturale (ie: forte antitrust)
Ad esempio, una tutela per i disoccupati, che saranno SEMPRE inevitabili (perchè un ipotetico paese dove la forza lavoro sia impiegata al 100% non potrebbe generare nuove attività), è sacrosanta. Un sistema forte di antitrust e protezione della proprietà (privata, materiale e intellettuale), è sacrosanto. Una concorrenza a partecipazione statale nel campo dei servizi (essenziali e non) è ancora tuttosommato accettabile, fintanto che non viene avvantaggiata slealmente da un punto di vista legislativo (e quindi è poco pratica).
Edit: Guarda EP che la risposta di skywolf era alla skywolf, ironica alla mi bullo e spammo e sarcazzen, forse la stai prendendo troppo sul serio :asd:
Ma io non ho mai scritto che è lo stato che deve distriubuire la ricchezza.
Io ho detto che vorrei uno stato dove la ricchezza complessiva è distribuita tra la maggioranza della popolazione e non ci sono indigenti.
Il COME si arrivi a tale situazione è un dettaglio poco rilevante per me, mentre sembra essere MOLTO più importante del risultato stesso per alcuni. Ma chissà mai perché, mi chiedo io........ :asd:
Cosa intendi per "tutela"? Che gli daresti un assegno di disoccupazione o gli faresti fare un bel corso di formazione, magari organizzato dai sindacati :asd: ?
Certe cose è meglio specificarle, perché la canzone liberista che ho sentito sinora aveva un sottofondo ben diverso dal tuo......
Io ad esempio per prima cosa manterrei l'art. 18, che ha il grandissimo pregio di non essere una cosa a carico dello stato (quindi di noi contribuenti).
PS: un paese in cui la forza lavoro fosse impiegata al 100% potrebbe facilmente generare nuove attività, purché queste siano più remunerative della media di quelle già esistenti.
E facendo le pulci a questo ragionamento si scopre anche perché il liberismo spinto ha SEMPRE bisogno di un buon livello di disoccupazione e di bassa assistenza sociale: non puoi abbassae gli stipendi a 600 euro se l'assegn di disoccupazione vale 550 euro e la disoccupazione è sotto l'1%......
Ma alzare da 50 a 70 anni i diritti intellettuali come vuol fare Cameron incoraggia il parassitismo, tanto che addirittura ne godrebbero gli eredi degli eredi :asd:: sarebbe più liberale abbassarli a 20 anni, magari punendo davvero chi li infrange prima di tale periodo.
A proposito:
Quindi la storia dell'estensione a 70 anni per i diritti intellettuali è vera o no? E tu la approvi o no?
Ti sembra accettabile adesso perché per ora il mercato sanitario è quasi tutto in mano allo stato. Una volta che fosse raggiunta la parità i privati vorrebbero l'esclusiva, esattamente come accade negli USA, dove l'"opzione pubblica" di Obama è stata silurata, anche se sarebbe stata proprio quel tipo di concorrenza statale che tu consideri accettabile.
Insomma, a me sembra proprio che tu abbia evitato di rispondere alla mia domanda, e quindi passo a riproportela:
Ma voi liberisti pensate davvero che col liberismo spinto sparirà o si ridurrà ai minimi termini l'indigenza?
Oppure, più semplicemente, accettate come inevitabile il fatto che i poveri possano diventare il 20 o il 30 o il 40% della popolazione (perché tanto se sono poveri la colpa è loro perché "non ci hanno saputo fare")?
Bisognerebbe avere il coraggio di rispondere direttamente a certe domande........
Mah.......
Io non avrò il senso dell'umorismo, ma non pensavo scherzassi quando hai detto che la mano invisibile del 1776 è una balla: è ovvio che è una balla, lo si capisce benissimo.
Se non fosse stata una balla non ci sarebbero mai state le crisi del 1929, del 1987, del 1997, del 2008-09, ecc. ecc. ecc. ecc.
si può facepalmare in becsteig?
Debito record a maggio: 1827,1 miliardi
Tremonti: «Ha importanza relativa»
MILANO - Il debito pubblico italiano sale a maggio e tocca i 1.827,1 miliardi di euro, aumentando di 15 miliardi rispetto al mese precedente e raggiungendo un nuovo record in valori assoluti. Dalla fine del 2009 il valore del debito italiano è salito di 65,8 miliardi, segnando un incremento del 3,7%. È quanto riporta il supplemento Finanza Pubblica al bollettino statistico della Banca d'Italia. Ad aprile il debito si era attestato a 1.812,8 miliardi segnando già un incremento rispetto ai 1.797,7 miliardi del mese precedente.
RALLENTA IL CALO DELLE ENTRATE FISCALI - Tra gennaio e maggio, sempre secondo i dati forniti da Bankitalia, rallenta il calo delle entrate fiscali. Il gettito tributario ha segnato una contrazione dell'1,3%, riducendo la flessione che nei primi 4 mesi era stata dell'1,8%. È quanto emerge dai dati pubblicati dal supplemento Finanza Pubblica del Bollettino Statistico di Palazzo Koch. A maggio - al netto dei fondi speciali per la riscossione, cioè del gettito incassato ma non contabilizzato, il gettito mostra un incremento dello 0,7%: gli incassi contabilizzati ammontano a 28.239 milioni contro i 28.035 dello stesso mese del 2009.
TREMONTI: «NOMINALE HA IMPORTANZA RELATIVA» - Sul nuovo record del debito pubblico, è intervenuto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: «La rilevanza del debito pubblico a livello nominale - ha detto il responsabile del dicastero di via XX Settembre al termine del consiglio Ecofin di Bruxelles- è di importanza fondamentale ma non esclusiva». Poi, ha aggiunto, facendo riferimento alla bocciatura del rating sovrano portoghese di ben due «notch» sancita stamane da Moody's: «Non farei cambio con Paesi che hanno un debito pubblico meno elevato ma quello privato quattro volte il nostro». Lisbona, ha detto ancora, «ha un debito pubblico inferiore alla media euro». Oltre che del livello in sé, del debito vanno infatti monitorate sostenibilità e tendenza, ricorda Tremonti. Importanti aggregati di cui tener conto sono anche - come dimostra la reazione dei mercati finanziari - «debito delle famiglie, situazione del sistema bancario, commercio estero, bilancia dei pagamenti e sistema pensionistico». Secondo Tremonti si sta progressivamente consolidando anche a livello Ue l'idea di una più approfondita valutazione del debito, che tenga dunque conto delle diverse variabili da accostare al livello numerico. La lezione portoghese insegnerebbe così quanto più pericoloso per il rischio di «contagio» è l'indebitamento del settore privato rispetto a quello pubblico. Quanto infine agli odierni numeri di Banca d'Italia, che mostrano un calo delle entrate tributarie di cassa a maggio, Tremonti parla di dati nel complesso «in linea».
http://www.corriere.it/economia/10_l...4f02aabe.shtml
Debito pubblico record nonostante l'aumento del gettito fiscale...andiamo bene...
C'è la stagione dei monsoni a Sumatra? :facepalm:
Non è che tu sia esattamente tra le mie priorità, quindi scusa se non mi sono segnato dove passi il tuo tempo :asd:
Riguardo alle Ferrovie
Ergo lo Stato ne detiene il 100% :lul:Citazione:
In data 12 agosto 1992, con deliberazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), le FS furono trasformate da ente pubblico economico in società per azioni a totale partecipazione statale attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Se vogliamo scendere più in dettaglio:
fa' un po' il conto del peso delle Società partecipate al 100% dallo Stato.Citazione:
Società del Gruppo [modifica]
Ferrovie dello Stato S.p.A. è la capogruppo che detiene le partecipazioni delle seguenti società (ne è indicato anche il controllo in termini di percentuale sul capitale sociale):
Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. - è la società che gestisce l'infrastruttura ferroviaria (binari, manutenzione); partecipata al 100%;
Trenitalia S.p.A. - è la società che gestisce il trasporto delle merci e dei passeggeri; partecipata al 100%;
Italferr S.p.A. - è la società di ingegneria ferroviaria che si occupa di progettazione e direzione lavori per nuovi appalti; partecipata al 100%;
Ferservizi S.p.A. - è il "Centro Servizi" del Gruppo; partecipata al 100%;
FS Logistica - partecipata al 100%;
FS Sistemi Urbani - partecipata al 100%;
Fercredit S.p.A. - è la società di servizi finanziari del Gruppo; partecipata al 100%;
Grandi Stazioni S.p.A. - è la società che gestisce le 13 principali stazioni ferroviarie italiane; partecipata al 59,99%, altro capitale in mano ai privati;
Centostazioni S.p.A. - è la società che ha l'obiettivo di gestire e riqualificare 103 stazioni ferroviarie di medie dimensioni; partecipata al 59,99%, altro capitale in mano ai privati;
Sita Sogin s.r.l. - è la società che gestisce i servizi complementari per i viaggiatori; partecipata al 55%.
Altre partecipazioni [modifica]
FS Lab S.r.l. - 100%
FS Formazione S.p.A. - 81%
Isfort S.p.A. - 19%
SAP S.r.l. (in liquidazione) - 100%
Io vorrei capire quale è/sarà l'effetto di un aumento così spropositato del debito pubblico.
per quel che ho capito il vero problema non è tanto il valore in sè che comunque serve per calcolare gli interessi ma il suo rapporto con il PIL se avessimo una crescita del 10% per 5 anni del PIL e del 2% l'anno del debito questo pur superando i 2000 miliardi di euro non darebbe alcun problema...anzi ci farebbero pure i complimenti...