Lo scrivono quelli del romanista, o sono rimasti indietro di qualche anno. Gliel'hanno detto che moggi nn c'è più?
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Lo scrivono quelli del romanista, o sono rimasti indietro di qualche anno. Gliel'hanno detto che moggi nn c'è più?
Dico la mia, con Marchisio in crescita, Zanetti recuperato e da rodare, Poulsen(che come vice mimmo posso anche tollerarlo) e Tiago in via di recupero, attualmente perchè bisognerebbe prendere un altro centrocampista ?Citazione:
Tuttosport - Juventus, Inler e D'Agostino i nuovi obiettivi?
22.12.2008 08.36 di Marco Gori articolo letto 1356 volte
Fonte: Tuttosport
Secondo quanto riportato stamani da Tuttosport, sabato a Milano il ds della Juventus, Alessio Secco, avrebbe incontrato a cena il dg dell'Udinese, Pietro Leonardi. Un incontro casuale ed informale, ma che potrebbe essere servito al dirigente del club piemontese per prendere informazioni su Gokhan Inler (24) e Gaetano D'Agostino (26). Il nazionale svizzero è da tempo nel mirino dell'Arsenal e, di recente, anche il Milan pare essersi interessato a lui. Per farlo partire i friulani vorrebbero almeno 12 milioni di euro. Non sarebbe faile nemmeno avvicinarsi a D'Agostino, sul quale pare aver messo gli occhi anche l'Inter.
E se dobbiamo prenderlo a giugno sono davvero questi i centrocampisti che possono permettere alla juve un eventuale salto di qualità ?
Sono perplesso...
Avrebbero dovuto scrivere ci hanno scippato i cervelli dalle caxxate che scrivono.
A parte l'errore su Marchionni, avrebbero dovuto come minimo caccaire due giocatori avversari per i falli da dietro, Doni andava sbattuto fuori per reiterata lamentela, e gli altri due goal nostri? Marchionni fermanto in fgioco inesistente,Floccari che si butta ogni volta che sente un alitata da dietro.
Sapevo che l'Atalanta oltre a talenti allevasse macellai ma anche attori e chiacchieroni no.Sembrava il Torino.
Zanetti, dobbiamo mettere in preventivo che quando si infortuna sta via delle settimane, Poulsen...beh come supporto reggi panchina va piu' che bene, Tiago bisogna vedere cosa recupera, il Tiago visto sino ad ora prima dell'infortunio mi ha piacevolmente sorpreso perche' ha ripreso anche se a corrente molto alterna a giocare ma ne deve macinare di campo prima di sorprendermi.
Un centrocampista, ed un terzino destro e/o sinistro ci vogliono altro che, ma veramente buoni.
"Gesù vive, troviamo scritto sulla maglietta. E lotta con noi."
:rotfl: questa mi ha fatto ribaltare, grande fire!
Ora si va in vacanza ragazzi, un po' di riposo di Juve.
un presente per fairuolla, notare le ultime frasi...:jfs:
Del Piero gol numero 20: è il capocannoniere del 2008..ed aggiungo..ECCEZIONALEX!!
http://www.tuttosport.com/images/87/...immagine_l.jpg
© Foto REUTERS
Nell'anno solare nessuno come lui: Amauri fermo a 19, Ibra a 18. Di Natale può eguagliarlo solo con una tripletta al Milan
BERGAMO, 21 dicembre - Un gol viziato da una partenza di Marchionni in fuorigioco, ma pur sempre il gol che vale per Del Piero un altro primato di un 2008 da incorniciare: Alex tocca quota 20 nella speciale classifica dei marcatori di serie A nell'anmno solare. Amauri, con la rete segnata nel finale e decisiva, lo tallona a 19, mentre fermo è Ibra a quota 18. Ultimo ostacolo, nella partita serale Milan-Udinese, Totò Di Natale: l'azzurro che ha tolto il posto in nazionale proprio ad Alex partiva quarto a 17 gol, gli sarebbe servita una tripletta ai rossoneri per raggiungere Del Piero. Il gol arrivato a San Siro, però, non basta: terza piazza al pari di Ibra per Totò.
Questo primato per Alex è un trampolino di lancio ulteriore, dopo il titolo di capocannoniere della serie A ottenuto a maggio, per lanciare una sfida affascinantissima al Pallone d'Oro: Alex - ieri protagonista oltre che per il gol per il grande sacrificio e per le botte incassate - deve continuare in Champions col passo di avvio stagione. Altre reti pesanti come quelle segnate allo Zenit o nella magica notte di Madrid lo mettono in buona posizione per la sfida al favoritissimo per il 2009, Leo Messi.
Angels, potevi anche evitare... :asd:
ma funziona il forum?
20.12.2008 - GIAMPAOLO: "Faccio fatica ad accettare questa sconfitta perché siamo stati penalizzati. Sono contento per i complimenti però faccio fatica ad accettare una svista così clamorosa".
Non è stata una svista, non l'ha sentito Cambiasso? "Dal campo non te ne accorgi di un fuorigioco così". Punto. E poi parlate proprio voi senesi, con quelle maglie bianconere e storicamente amici di Moggi? Ladri!
20.12.2008 - MOURINHO: "Devo dire che questa partita non meritavamo di vincerla. E non perchè il secondo gol di Maicon era chiaramente in fuorigioco, questo fa parte del gioco, ma per la prestazione del Siena".
Adesso fa parte del gioco. Prima no, vero? L'unica costante, nei secoli, è che l'Inter non meriti di vincere.
Nemesi
"Resta la migliore tecnica investigativa. Testimoni e documenti difficilmente se ne trovano, gli indagati anche di fronte a fatti evidenti negano tutto, non c'è nessun pentito. Le intercettazioni sono l'unico sistema per avere la prova dei reati commessi. Ci si scandalizza per le intercettazioni ma non per il contenuto...".
Così si esprimeva il Procuratore della Repubblica di Napoli Giovandomenico Lepore per difendere l'inchiesta denominata "Calciopoli" condotta da due suoi sostituti.
Smentito in meno di un anno di tempo. Quando le inchieste hanno un fondamento reale oltre alle intercettazioni ci sono anche i testimoni, spesso degli indagati che tirano in ballo altre persone.
Ora il dottor Lepore lo ha capito. Infatti a Napoli è attualmente in corso una inchiesta denominata, a quanto pare "Magnanapoli". In questa inchiesta uno degli arrestati (un colonnello della GdF) ha accusato addirittura un magistrato.
Giandomenico Lepore, per l'appunto (Link).
A noi poveri cittadini, non rimane che lo sgomento.
A noi poveri tifosi juventini viene, invece un dubbio sul perchè alla Procura della Repubblica di Napoli anzichè indagare sui mille guai della città partenopea perdessero tempo con inchieste sul calcio, basate sul nulla e addirittura relative a società che da Napoli stanno a mille chilometri di distanza: c'è del marcio in Danimarca?
A leggere questa notizia, ma anche l' intervista all'avvocato Prioreschi parrebbe di sì. Purtroppo.
L'Avv. Prioreschi smonta calciopoli. Scomodo per i media
IL PROCESSO CALCIOPOLI, DI NAPOLI.
L'arringa davanti al GUP. Ci spieghi perché, in sostanza, Luciano Moggi non doveva nemmeno essere rinviato a giudizio.
A Napoli ho sostenuto, e, conoscendo gli atti, ne sono convinto, che quella di Luciano Moggi era la posizione processuale più leggera di tutte. Non c’è una sola telefonata o un messaggio di Moggi con un arbitro o un assistente. Per altri si. A dimostrazione di questo vi è anche il fatto che la C.A.F. e la C.G.F. non lo hanno ritenuto responsabile di singoli illeciti sportivi.
Il reato di frode sportiva si può realizzare attraverso due condotte:
A) attraverso l’offerta o la promessa di denaro o altra utilità;
B) ovvero con il compimento di atti fraudolenti.
Entrambe le condotte devono essere finalizzate ad alterare il risultato di una gara. Ebbene, a Napoli hanno contestato la seconda ipotesi e cioè gli atti fraudolenti, non avendo alcuna prova di una corruttela degli arbitri. In realtà, nei capi d’imputazione di Napoli, il più delle volte non vengono indicati quali sarebbero gli atti fraudolenti (capi c), d), m), o), p), r), z)). Soltanto in alcuni casi vengono indicati come fraudolenti i sorteggi, le griglie o le ammonizioni mirate. Ma non si dice come. Solo che, se il sorteggio fosse stato taroccato, i primi ad essere imputati dovevano essere coloro che pescavano le palline, e l’ammonizione mirata non ha la caratteristica di atto fraudolento, ma tutt’al più dovrebbe essere il risultato di un accordo a monte con l’arbitro, di cui però non c’è la prova. Quindi, così come contestati, i reati non sussistono.
Sempre durante l'udienza preliminare, Lei ha sostenuto che "le intercettazioni di queste indagini sono inutilizzabili, non sono state registrate dal server centrale dalla Procura di Roma, ma direttamente dal centro operativo dei carabinieri di Roma". Narducci ha negato. Può chiarire la questione?
La Procura di Napoli aveva disposto che le intercettazioni venissero eseguite presso la sala ascolti della Procura di Roma, con il sistema SITO, preso in affitto dalla società TRS di Roma, autorizzando contestualmente i C.C. al riascolto. La tecnica scelta dalla Procura di Napoli sarebbe stata quella della cosiddetta “remotizzazione”. In sostanza, attraverso il sistema SITO, fornito dalla società TRS di Roma, e la relativa installazione di un server presso la sala ascolti della Procura di Roma, sarebbe avvenuta la registrazione delle telefonate intercettate, che poi, attraverso un collegamento remoto, venivano inviate presso i carabinieri del reparto operativo per il riascolto. Tale sistema è stato ritenuto legittimo dalla Suprema Corte, che da ultimo, con la sentenza delle SS.UU. 26 giugno–23 settembre 2008 n. 36359 (risolvendo un contrasto giurisprudenziale), ha stabilito le condizioni per la utilizzabilità delle intercettazioni con il suddetto sistema della remotizzazione “…condizione necessaria per l’utilizzabilità delle intercettazioni è che la registrazione – che consiste nell’immissione nella memoria informatica centralizzata (server), dei dati captati nella centrale dell’operatore telefonico – sia avvenuto per mezzo degli impianti installati in Procura, anche se le operazioni di ascolto, verbalizzazione e riproduzione dei dati registrati siano eseguite negli uffici di polizia giudiziaria”.
A ben vedere, detta condizione stabilita dalle Sezioni Unite non si rinviene nel nostro caso. Vediamo perché.
A) In data 3 novembre 2004, i carabinieri di Roma hanno chiesto al P.M. di essere autorizzati al noleggio del sistema SITO da installarsi sia presso la sala intercettazione della Procura di Roma e presso il reparto operativo. La richiesta appare singolare e superflua in quanto il P.M. aveva già autorizzato il noleggio ed il riascolto in precedenza, in data 2 novembre 2004. In realtà la richiesta dimostra che i carabinieri dovevano in sostanza eseguire direttamente le intercettazioni presso il reparto operativo. E infatti, in calce alla richiesta del 3 novembre 2004, il P.M. scrive di suo pugno: “V° SI AUTORIZZA L’USO DEL SISTEMA SITO (DELLA TRS DI ROMA) PER L’ESECUZIONE DELLE INTERCETTAZIONI DI CUI AL DECRETO 2614/04 R. (16 UTENZE ). Napoli 4/11/04”. Quindi il P.M., con questo provvedimento, non autorizza il riascolto, che era già stato autorizzato in precedenza, ma autorizza i carabinieri a dotarsi del sistema per eseguire le intercettazioni su sedici utenze.
B) Tanto ciò è vero che, nel decreto esecutivo del 5 novembre 2004 ovvero del 15 giugno 2005 (il decreto reca due date), vi è una correzione a penna con asterisco e si autorizzano i carabinieri ad installare 18 linee con sistema SITO e a noleggiare detto sistema. Se i carabinieri avessero dovuto effettuare solo il riascolto non vi era la necessità di installare 18 linee telefoniche e di noleggiare il sistema SITO che è il server. Ed infatti l’installazione del server presso il reparto operativo sta ad indicare che la registrazione delle telefonate non avveniva per mezzo dell’impianto installato in Procura, che fungeva da mero ripetitore ma, direttamente in quello di cui si erano dotati i carabinieri. E’ noto infatti che per la remotizzazione è necessaria una sola linea e un semplice collegamento remoto a dei personal computer e che su una linea possono transitare oltre 150 numeri telefonici sottoposti ad intercettazione. Scrivono sul punto i Giudici delle SS.UU. nella sentenza citata: “Le operazioni di registrazione che in forza del terzo comma, parte prima, dell’art. 268 c.p.p., debbono essere compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella procura della Repubblica, consistono dunque… nella immissione dei dati (captati presso la centrale dell’operatore telefonico e trasmessi agli impianti in Procura), nella memoria informatica centralizzata (cosiddetto server) che si trova nei locali della Procura della Repubblica a ciò destinati. I menzionati apparati permettono altresì di remotizzare agevolmente (attraverso il sistema cosiddetto client-server) l’ascolto – nonché, volendo, anche una registrazione (ovviamente derivata da quella effettuata in Procura, e da non potersi a questa sostituire), deviando anche il flusso in entrata anche verso molteplici punti di ricezione, collocabili in qualsiasi luogo (e dunque anche all’esterno degli uffici di Procura) e collegati con il sistema centrale verso cui l’operatore telefonico ha trasmesso il flusso di dati captati. Spinta più oltre, la tecnica in questione può trasformare l’impianto presente in Procura in una sorta di mero ripetitore, utilizzato esclusivamente per l’instradamento del flusso di dati dall’operatore telefonico a quello di polizia, senza l’inserimento e la registrazione di quei dati nel server (memoria informatica centralizzata) esistente nei locali della Procura; infatti, è sufficiente che presso la Procura venga occupata una linea telefonica verso cui avviene la trasmissione dei dati captati dall’operatore telefonico, immediatamente resi disponibili in remoto: un’intercettazione così effettuata sarebbe certamente illegittima, con sanzione di inutilizzabilità”.
Questo è quanto avvenuto nel caso di specie.
C) Ed infatti, il precedente decreto esecutivo del 6 ottobre 2004, autorizzava i carabinieri a noleggiare per il riascolto 1 linea con il sistema SITO. E’ evidente la differenza tra i due decreti: in quello del 5 novembre 2004 (o 15 giugno 2005) non si parla di riascolto e si autorizza l’installazione di 18 linee. Per il riascolto è sufficiente una linea, come dimostra il decreto del 6 ottobre 2004. Quindi, mentre nel decreto del 5 novembre 2004-15 giugno 2005, si dice testualmente: “…letta la nota n. 554/11-4 datata 3 novembre 2004, con la quale la II Sezione del RONO Carabinieri di Roma chiede di essere autorizzato a servirsi per la ricerca delle prove, in nome e per conto di questo ufficio di 18 linee con sistema SITO…”; quello del 6 ottobre 2004 recita : “…letta la nota n. 5545-1 datata 05 ottobre 2004, con la quale la II Sezione del RONO Carabinieri di Roma chiede di essere autorizzato a servirsi per il RIASCOLTO delle prove, in nome e per conto di questo ufficio, di 1 linea con sistema SITO…”. Non v’è dubbio pertanto che con il decreto 5 novembre 2004-15 giugno 2005, il server veniva installato presso i carabinieri, e quindi non si trattava di riascolto ma di registrazione diretta delle intercettazioni che venivano deviate dall’impianto installato in procura che fungeva da mero ripetitore. Non è altrimenti spiegabile la circostanza che in Procura era installata una sola linea e presso il reparto operativo ben 18 linee e che la Procura ha dovuto emettere questo ulteriore decreto esecutivo, che com’è noto, non è necessario per giurisprudenza costante del Giudice di legittimità. Sulla base della giurisprudenza richiamata quindi, dette intercettazioni sono inutilizzabili per violazione dell’art. 268 comma 3 c.p.p..
D) Ma non basta. Tanto è vero che le intercettazioni sono state registrate e quindi eseguite presso il reparto operativo dei carabinieri di Roma che il gestore TIM comunica direttamente all’arma gli IMSI relativi alle utenze poste sotto intercettazione e non al CIT della Procura di Roma. E questo sin dal 12 ottobre 2004.
E) Ed ancora. Risulta dalle comunicazioni riservate che la Procura di Roma ha inviato ai gestori delle reti telefoniche che il centro intercettazioni incaricato era quello del R.O.N.O. e cioè Reparto Operativo, Nucleo Operativo dei Carabinieri di Roma e non il C.I.T. presso la procura di Roma che, quindi, come già detto ha fatto solo da “ripetitore”. Intercettazioni che come risulta da dette comunicazioni sin dal primo decreto e successive proroghe, sono state eseguite direttamente dai carabinieri. A maggiore conferma di tale tesi vi sono le ulteriori circostanze che sia la trascrizione delle intercettazioni, che la riproduzione su CD/DVD, operata quest’ultima, tra l’altro, non dalla P.G. ma dalla società TRS, sono avvenute presso il reparto operativo. La questione è molto tecnica e mi scuso se non può essere semplificata ulteriormente.
Come si prepara un processo che ha come oggetto una disciplina così aleatoria e che poco si presta a razionalizzazioni scientifiche come il calcio? Vedremo testimoniare moviolisti e esperti di Coverciano, oppure basterà qualcosa di meno?
I processi si preparano tutti allo stesso modo e cioè studiando le carte. Qui se vogliamo usare un termine calcistico si potrebbe giocare dire che noi giocheremo all’attacco senza nemmeno il timore di subire il contropiede avversario. Non vorrei essere il P.M. di questo processo.
Intercettazioni. Sui giornali ne sono finite alcune, quelle in apparenza più funzionali ai teoremi dell'accusa. Noi abbiamo letto e ascoltato tutte quelle utilizzate per il processo sportivo, e la situazione ci è apparsa completamente differente da quella prospettata dai media. Ma ancora sono una piccola parte del tutto. Durante il processo ne potremo ascoltare delle altre, a supporto delle tesi difensive? Qualche gustosa anticipazione?
Le intercettazioni sono decine di migliaia. Chiederemo che vengano trascritte tutte. Non posso fare anticipazioni.
Autorizzazioni ad intercettare. Franco Dal Cin e Armando Carbone sono testimoni dalla discutibile attendibilità. Eppure, come nel parallelo processo GEA, vengono immediatamente ritenuti totalmente credibili e le loro deposizioni danno il via a intercettazioni a tappeto. Nel caso di Carbone, non viene nemmeno trovato alcun elemento di accusa per Moggi. Il metodo degli inquirenti si presta a critiche? (anche in relazione alle proroghe)
Le intercettazioni sono state disposte a seguito dell’informativa del 18 settembre 2004 n. 554/5 firmata dal Maggiore Auricchio. All’informativa sono allegate solo le dichiarazioni di Aldo Spinelli, Canovi, Morabito e Massimo Cellino. Leggetele, non dicono nulla. Nell’informativa si richiamano le dichiarazioni di Dal Cin che non potevano neanche essere verbalizzate in quei termini perché contengono opinioni e voci correnti. C’è una norma del Codice di Procedura Penale che vieta questo: è l’art. 194. L’informativa non contiene accertamenti di P.G. ma valutazioni investigative utilizzate per suffragare le ipotesi investigative del Maggiore Auricchio. Non aggiungo altro e credo di essere stato chiaro.
Il Pm Narducci aveva pubblicamente affermato che la GEA aveva una "filosofia mafiosa". Alla sua querela è seguita richiesta di archiviazione da parte del Pm romano Rocco Fava in quanto “è corrispondente al significato tecnico (cioè giuridico) del termine mafioso e le dichiarazioni devono essere ritenute legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero in relazione a fatti, peraltro, di pubblico interesse”. Come commenta?
Mia figlia Claudia è iscritta al secondo anno della facoltà di giurisprudenza. Per sostenere l’esame di diritto pubblico ha dovuto fare una tesi scritta proprio sulla libera manifestazione del pensiero. Le ho consigliato di non riportare le tesi del P.M. Dr. Fava per evitare di essere bocciata. Così ha fatto e ha superato l’esame. Io da anni sono legale di alcuni giornalisti che assisto in processi di diffamazione a mezzo stampa e sono stati condannati per aver detto molto meno. Mi auguro che per il futuro per essi venga utilizzato lo stesso metro di giudizio visto che la legge è uguale per tutti.
Come procede invece la causa da voi intestata a L'Espresso che pubblicò il famoso Libro Nero del Calcio, anticipando intercettazioni e materiale informativo fino ad allora segreto? Furono violati i diritti degli imputati? Ad oggi qualcuno è stato indagato per la fuga di notizie?
La Procura di Roma ha aperto una inchiesta contro ignoti sulla fuga di notizie. Lei ha mai visto qualcuno indagato o condannato per fatti del genere?
A processo c'è Moggi, ma anche Meani. Bergamo è accusato di essersi mosso per avere favorito prima la Juve e tre giorni dopo il Milan. Le opzioni sono due: o le accuse non stanno in piedi o bisogna ricondurre tutto a una visione sistemica, che tenga conto della competitività dell'ambiente. In entrambi i casi la Cupola non esiste. Lei ha molto insistito, in fase preliminare, sulle peculiarità del sistema calcio e sulle sue carenze legislative. Può illustrare ai nostri lettori la sua visione?
Che le accuse non stiano in piedi è cosa certa. Che Moggi non sia la cupola è altrettanto certo. Che di questi fatti non dovrebbe occuparsi il giudice penale è un dato oggettivo.
Schede svizzere. Quale in termini giuridici la rilevanza come prova accusatoria per l'imputazione di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva?
Il valore in termini probatori delle schede svizzere è pari a zero.
Schede svizzere. Le presunte 42 telefonate tra Moggi e Bertini prima di -Milan - juventus sono ormai considerate dai media come un fatto accertato. La difesa è in grado di smontare, portando dei controesempi, il cosiddetto "metodo delle celle" usato per associare ogni SIM ad ogni persona facente parte della presunta rete di comunicazione segreta?
Quella delle celle è un’altra ipotesi dei Carabinieri non suffragata da basi scientifiche. Le celle servono per individuare dove era la SIM al momento della telefonata. Certamente il sistema delle celle non può dire chi era la persona che in quel momento faceva la telefonata. Quindi non esistono le 42 telefonate di Moggi a Bertini. La difesa di Fabiani ha depositato una consulenza di parte che smonta con dati scientifici le ipotesi dei carabinieri. Le basti pensare che dallo sviluppo delle SIM svizzere è emerso che una SIM faceva nello stesso istante 7 o 8 telefonate. Le pare possibile?
Con i presunti possessori di schede svizzere la Juventus ha totalizzato una media-punti decisamente inferiore a quella ottenuta con gli altri direttori di gara. Stesso dicasi per il Messina di Fabiani, altro imputato. Hanno fatto qualche punto in più invece le concorrenti Milan e Inter. Un'associazione a delinquere finalizzata a perdere il campionato?
L’imputazione di associazione a delinquere di Napoli è ancora più incomprensibile di quella di Roma. Basta leggerla. Vi sono indicate le squadre amiche che invece poi nei singoli capi d’imputazione subiscono torti dagli associati. Vi sono indicati dei partecipi che nel capo d’imputazione ad un certo punto diventano vittime dell’associazione e quindi rivestirebbero la qualità di imputati e persone offese allo stesso tempo. E poi non dimentichiamoci che la competenza a giudicare è di Roma e non certamente di Napoli.
Abbiamo sentito i Pm parlare di reato a consumazione anticipata. Si può prescindere dal normale rapporto causa/effetto, nell'analisi giudiziaria del caso?
Certamente la frode sportiva è un reato di pericolo a consumazione anticipata. Ciò vuol dire che è sufficiente che l’offerta o la promessa sia giunta a conoscenza del partecipante perché sussista il reato. Questo sta a significare che l’accettazione è irrilevante perché non è elemento costitutivo del reato. Non è sufficiente che uno la notte sogni di truccare una gara perché venga integrato il reato. Questa del sogno è l’impostazione del P.M.
Questa fantasiosa ipotesi di reato fa presagire che in relazione ai singoli casi di frode sportiva contestati ci sia ben poco a suffragare le accuse?
Nel corso dell’udienza preliminare io avevo eccepito l’assoluta genericità e indeterminatezza delle singole imputazioni di frode sportiva e ho chiesto al GUP di invitare il P.M. a specificare l’imputazione al fine di consentire l’esercizio del diritto di difesa. Il P.M. ha risposto che i capi erano specifici e determinati.
Contento lui.
Sembra che ultimamente la Pubblica Accusa applichi una prassi consolidata: prima individua il colpevole e poi con teoremi con interpretazioni parziali di intercettazioni e divulgazione tramite stampa costruisce le prove. Si può banalmente riassumere così?
Non dovrebbe mai essere così. Ma questo non sarebbe il primo caso e probabilmente neanche l’ultimo.
Si parla tanto di riforma del sistema giudiziario: qual è la prima cosa che farebbe per equiparare maggiormente i ruoli di Accusa e Difesa (separazione delle carriere, istituzione studi complessi avvocatura etc.)?
Certamente quello della separazione delle carriere sarebbe un passo importante. Bisognerebbe però dare la possibilità concreta agli avvocati di svolgere indagini difensive mettendo loro a disposizione la P.G.
Un'ultima domanda: per l'imminente processo di Napoli, è prevista la diffusione audio/video delle udienze o dobbiamo affidarci al racconto dei media generalisti finora mostratisi particolarmente sensibili agli argomenti della Pubblica Accusa?
Questa è una decisione che dipende dal Tribunale.
Ho letto un intervista a Coboldo dove risponde a delle ipotetiche accuse di "un sistema Juve" dopo la gara di ieri.
Qualcuno sa qualcosa di piu' di quest'altra caxxata mediatica?
Sistema Juve e lo scudetto lo vince l'Inter non mi torna, è un sistema perdente.
Per farvi ridere un po' e per far inbufalire Frangifuoco:
Basta polemiche, primi con merito"
Moratti e gli arbitri: "C'è buona fede"
Massimo Moratti interviene sulle polemiche arbitrali scaturite dopo il 2-1 di Siena (gol in Maicon in fuorigioco). "Non c'è nessun peccato, abbiamo meritato questo primo posto in classifica così come abbiamo meritato di vincere lo scudetto, perché stiamo giocando bene. Quello di Siena è stato un incidente che abbiamo ammesso e non so che cosa potevamo fare di più. Siccome è in buona fede, è ben diverso da quello che succedeva anni fa". :muaha: :muaha: ed insiste....
Il presidente nerazzurro insiste: "Domenica è capitato anche alla Juventus, è successa esattamente la stessa cosa". Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'amministratore delegato, Ernesto Paolillo. "Escludo proprio che l'Inter venga favorita dagli arbitri, credo ci siano degli errori, mi riferisco ai tanti rigori dati che non c'erano e anche ai rigori non dati all'Inter".
E' una tale faccia da TOLLA!
Ed invece dalla caxxata secondo Coboldo:
"Nessuno parli di sistema Juve"
Cobolli Gigli risponde duro alle accuse
"Ho sentito alcune battute che parlavano di un certo sistema Juventus, ma sinceramente non le ho capite". Il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli mostra di non aver apprezzato le polemiche seguenti la gara di Bergamo, con il gol di Alex Del Piero scaturito da un fuorigioco di Marchionni. "Che ci siano degli errori - prosegue - lo dice la televisione e lo ammettono i tecnici, ma gli errori non vanno sempre dalla stessa parte".
Il numero uno bianconero ribadisce piena fiducia nel sistema arbitrale e dei suoi vertici: "Collina sta lavorando. Si tratta di un mestiere difficile, dove i direttori di gara non sbagliano per una loro volontà. Ci sono errori più o meno evidenti, ma con assoluta buona fede, a cui non bisogna dare troppa importanza".
Chiamato come previsto a confrontare il fuorigioco di Marchionni con quello di Maicon, che ha dato la vittoria all'Inter a Siena, Cobolli Gigli non si sbilancia: "Sono due errori, due sviste. Probabilmente quello di Bergamo era meno evidente, ma è un errore anche quello".
Posso evitare di ridere ed inbufalirmi anch'io? :(