14 gennaio 2012 - 10:48
C'è qualcosa di marcio nello Stato dei rating Standard and Poor's ha
declassato i rating - giudizi sulla capacità di rimborsare il debito - di nove Paesi dell'Unione europea. Germania esclusa, che è stata risparmiata e che conserva la Tripla A. A conti fatti, con la decisione a sorpresa operata ieri dall'agenzia statunitense, mezza Europa è stata depotenziata. Ciò significa che da lunedì Italia, Spagna, Francia, Austria Portogallo, Cipro, Malta, Slovacchia e Slovenia rischiano di pagare più interessi sui titoli dei rispettivi bond governativi in quanto, di fatto, questi titoli da lunedì, quando riapriranno i mercati, saranno ufficialmente considerati più rischiosi di quanto non lo fossero ieri.
Dopo la stoccata di S&Poor's , resistono nell'elitario club delle Triple A: Danimarca, i Paesi Bassi, la Germania, il Regno Unito, la Svezia, la Norvegia, la Finlandia, il Lussemburgo, la Svizzera, l'Australia, Hong Kong, il Canada e Singapore. Gli Stati Uniti ne sono usciti lo scorso 5 agosto quando la stessa S&Poor's ha declassato l'economia americana da AAA ad AA+.
In ogni caso, la decisione di S&P dimostra una incoerenza drammatica da parte delle agenzie di rating. Senza agitare teorie complottistiche (che i sostenitori rinfocolano ricordando che S&P, Moody's e Fitch, le tre più grandi agenzie di rating al mondo, sono statunitensi e che questa mossa potrebbe essere considerata come un attacco all'euro dell'asse Usa-Inghilterra) va detto che solo pochi giorni fa Fitch aveva escluso uno scenario di tagli a cascata fra i Paesi Ue. Ebbene, dopo pochi giorni S&P - i cui analisti hanno sottomano gli stessi bilanci, gli stessi debiti, gli stessi dati - estrae dal suo cilindro una stilettata di proporzioni inaudite. Nove Paesi bocciati e ridimensionati in un colpo solo.
Un taglio "incoerente" secondo il commissario europeo Olli Rehn. E come dargli torto? Questo taglio arriva proprio nel momento in cui le istituzioni europee stanno accelerando le riforme dopo una lunghissima empasse, di cui la Germania può essere considerata grande responsabile (si è sempre opposta agli Eurobond e a un potenziamento della Bce con funzioni di tesoreria (stampare moneta) come invece nelle possibilità di Federal Reserve, Bank of England, Banca del Giappone, Banca centrale svizzera).
Solo questa settimana i mercati (e anche le agenzie di rating) hanno "ascoltato" le seguenti notizie:
- accelerazione sulla modifica del Trattato dell'Unione europea (anche prima di marzo)
- straordinario apprezzamento della cancelliera Merkel per le riforme dell'Italia
- prosecuzione dei colloqui tra
Ungheria e Fmi per ripristinare il rapporto, incrinatosi dopo la decisione del Parlamento magiaro di sganciare la Banca centrale ungherese dal controllo della Bce
Di fatti, tutte queste notizie hanno "calmierato" gli
spread, di tutti i Paesi dell'Ue con quelli italiani tornato sotto quota 500.
Ebbene proprio mentre un venticello d'ottimismo cominciava a soffiare nell'Ue, S&P ha utilizzato una brutale mannaia. Mannaia che, purtroppo, per quanto le agenzie di rating vengano da tempo criticate per i loro conflitti di interesse e per l'eccessivo peso che i loro giudizi hanno sui mercati, rischia di impattare sulle quotazioni dei mercati (e sui risparmi della gente che paga in ultima istanza tale dazio) da lunedì, quando, dopo l'ennesima batosta, riapriranno i battenti.
E anche se l'economista Fitoussi indica che la
Germania sarà la prossima vittima, al momento i dati parlano chiaro. Questi crisi sta favorendo, perlomeno nel breve, proprio la Germania (che paga a sconto gli interessi sul debito e continua ad esportare con l'euro e non con un eventuale supermarco rafforzando nel frattempo il suo ruolo di leadership e di influenza politica nell'area). Questa crisi sta anche potenziando Stati Uniti e Inghilterra che pur viaggiando su deficit/Pil al 10% (lo stesso livello della Grecia) pagano interessi sul debito a 10 anni sotto il 2% nominale e sottozero a livelli reali (al netto dell'inflazione). E che, al pari della Germania, stanno
elegantemente ristrutturando il debito.
C'è o non c'è qualcosa di marcio nel mondo dei rating?
http://vitolops.nova100.ilsole24ore....ei-rating.html