Eccerto, lo riempi tu lo stomaco all'esercito egiziano?
:asd:
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A me pare che gli USA semplicemente abbiano cominciato a fottesegare e continueranno a farlo sempre più delle questioni mediorientali. Tanto diventeranno presto un problema di esclusiva UE.
Ma forse adesso se ne sta rendendo conto :bua:
Ma no
Obama, il premio Nobscar per la Pace alle intenzioni.
I suoi ultimi successi in politica estera:
- totale mancanza di dialogo con gli israeliani;
- inimicizia sempre più spinta con la russia e sud america;
- afghanistan gestione accazzo dell'occupazione con maldestro tentativo di compromesso coi talebani in Qatar alle spalle del governo afghano ... incazzamento a morte di Karzai mission accomplished;
- accadono tumulti in turchia, membro nato, fondamentale per contenere Assad... Obaba missing in faction più gitarella in Affrika.
- totale fallimento del sostegno alle primavere arabe in nord africa culminata con la morte dei diplomatici americani in libia e defunzione (politica) del fratello morsi in egitto;
- il tutto sotto la supervisione fallimentare dell'emiro del Qatar che ebriato dall'odore di fail al mattino e prima di rischiare di finire da capro espiatorio di turno opta per l'abdicazione;
- con snowden definitiva rottura con la cina e grave compromissione dei rapporti con l'europa, che davanti (francia a parte perché guidata da una classe dirigente intenta nell'arduo gratificante compito di raggiungere cime sempre più elevate d'inettitudine&demenza, ultimi due presidenti su tutti) minimizzano in quanto comunque partner ed alleati ma che sotto sotto saranno cazzi, in particolare come arma di ricatto nei negoziati di libero scambio per strappare condizioni di maggior favore.
concludendo che dire...
"Ma quell'odore... sai quell'odore di benzina? Tutto intorno. Profumava come... come di vittoria."
In Egitto la situazione si sta avvitando verso uno spirale sempre più violenta...
http://www.corriere.it/esteri/13_lug...f26b330f.shtml
Egitto: scontri tra l'esercito e i Fratelli musulmani, i militari sparano: almeno 42 morti
Quanto ritenete probabile una guerra civile nei prossimi mesi?
povere piramidi hanno resistito a tutto ma ho il brutto presentimento che il falso profeta abbronzato sarà fatale. :asd:
non è così semplice:
gli ultrafondamentalisti salafiti, (che ricordo avevano preso qualcosa come il 25% dei voti) dopo questa strage si sono distanziati dall'esercito e hanno annunciato che "il sangue scorrerà a fiumi" o qualcosa del genere.
quindi il colpo di stato dell'esercito sta perdendo percentuali importanti di sostegno, e il prospetto di una guerra civile non implica che i fratelli musulmani (+ i salafiti, + gli altri musulmani pazzi) andranno addosso all'esercito. andranno addosso ai civili, ovviamente. e come può l'esercito distinguere da civile a civile?
quanto può resistere, messo alla prova, per mesi? considerate cibo/acqua/dispiegamento mezzi. non è banale
edit
più l'esplosione è grossa, più merda ci arriva addosso
articoletto vecchio, pre-siluramento di Morsi, ma indicativo sulla chiusura dei finanziamenti alla fARDellanza musulmana?Citazione:
Qatar, terremoto per il fondo sovrano: il nuovo emiro silura i vertici
di Paola Dezza
3 luglio 2013
http://i.res.24o.it/images2010/SoleO...3-f4dc86f2e67fTamim bin Hamad Al Thani (foto Reuters)
Nuovi volti nei posti chiave del Governo del Qatar. Dopo una sola settimana dal suo insediamento, il nuovo emiro Tamim bin Hamad Al Thani, salito sul trono in seguito all'abdicazione del padre dopo 18 anni di regno, rimuove i vertici del fondo sovrano qatarino, Qatar Investment Authority (Qia). Lo sceicco Hamad bin Jassim Al Thani viene così sostituito da Ahmad Al Sayed, giovane avvocato 37enne che negli ultimi quattro anni è stato chief executive di Qatar holding, il braccio operativo degli investimenti del fondo sovrano.
Un cambio generazionale che scuote il Paese mediorientale. E non solo. A perdere il posto è infatti quello che fino a oggi è stato l'architetto delle scelte di investimento del Qatar nel mondo, un flusso di capitali che si è riversato su molte società europee e italiane. Ma l'operazione è anche un forte segnale per separare politica e settore economico, dato che finora i capitali del Paese derivanti dal gas naturale sono stati usati anche per finanziare la primavera araba. Il nuovo board che deciderà le strategie del Paese mixerà facce vecchie e nuove. Anche se per il momento la promozione di Al Sayed è stata accolta da alcuni banchieri come un segnale positivo, e di continuità, nelle scelte strategiche di investimento.
Con 100 miliardi di dollari di asset, il fondo sovrano del Qatar – costituito nel 2005 - ha costruito un portafoglio di investimenti che va dalla partecipazioni finanziarie in Credit Suisse e Barclays, dalla proprietà dei magazzini Harrods di Londra a quella della squadra di calcio del Paris Saint Germain e alla catena di hotel Banyan Tree, fino agli innumerevoli acquisti sul fronte immobiliare.
In Italia il fondo sovrano del Qatar è stato l'investitore estero più attivo negli ultimi due anni. Da quando nella primavera del 2012 il precedente emiro, dopo aver comprato hotel e yachting della Costa Smeralda, aveva promesso «investiremo ancora in Italia» all'allora premier Mario Monti. Il portafoglio del Qatar in Italia comprende una partecipazione del 40% nel progetto Porta Nuova di Hines a Milano, gli hotel di lusso della Costa Smeralda – pagati oltre 650 milioni di euro -, il Four Seasons di Firenze e il Gallia, ancora a Milano e in fase di apertura dopo una radicale ristrutturazione, solo per parlare dgli immobili acquisiti. Ma l'emiro ha anche creato IQ Made in Italy Venture, la joint venture con Cdp - partita con 300 milioni di euro ma che potrà arrivare fino a due miliardi di euro -, e possiede la maison di moda Valentino.
Le risorse che la Qatar Investment Authority indirizza annualmente agli investimenti sono comprese tra 40 e 50 miliardi di dollari, ma nonostante un portafoglio di elevato standing, il livello di disclosure è tuttavia ancora molto basso. Ma le operazioni del Qatar non si fermano qui. Lo scorso febbraio il Governo ha svelato i piani per la costituzione di una nuova società di investimento che dovrebbe avere un patrimonio di 12 miliardi di dollari, indirizzata a rafforzare l'influenza internazionale dell'emiro di allora. A questo punto si farà?
in egitto sempre peggio, adesso iniziano ad sbroccare, giustamente, in tunisia, in iraq hanno ripreso a far saltare in aria la gente... ma il mangiacocomeri vincitore del premio nobscar sulla fiducia ejaculatio praecox dov'è finito?
è impegnato nel world wide tour dell'anguria?
Citazione:
Dopo la finta primavera Tunisi e il Cairo temono l'autunno del terrorismo
Le rivoluzioni fallite rischiano di far sprofondare i due Paesi nella guerra civile. E il Sinai diventa la trincea degli estremisti
Gian Micalessin - Ven, 26/07/2013 - 07:30
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Hanno vissuto assieme la primavera delle illusioni. Assieme rischiano ora di sprofondare nell'autunno della guerra civile e del terrorismo. I venerdì neri della Tunisia e dell'Egitto segnati dall'omicidio dell'oppositore laico Mohamed Brahmi e dalle manifestazioni di piazza sollecitate dal capo delle forze armate egiziane Abdel Fattah al-Sisi, sono i due volti di uno scontro sempre più radicalizzato che rischia di riprodurre gli scenari della guerra civile algerina degli anni 90.
http://www.ilgiornale.it/sites/defau...ipad-285-0.jpg
Al Cairo i generali non paghi di aver levato di mezzo il presidente Mohammed Morsi vogliono l'arresto di tutta la dirigenza dei Fratelli Musulmani e sembrano pronti, a ripetere le pesanti repressioni anti-islamiche ordinate in passato da Nasser e da Hosni Moubarak. A differenza dei predecessori Sisi e i suoi corrono però sul filo del rasoio. Nonostante le perdite di consensi la Fratellanza Musulmana rappresenta ancora un terzo dell'elettorato. Metterla all'angolo significa spingere i suoi militanti alla clandestinità. Oggi però, a differenza del passato, le fazioni integraliste possono contare su una zona franca dove rifugiarsi, organizzarsi e armarsi. Nel Sinai, l'impenetrabile scatolone di sabbia esteso da Gaza a Sharm El Sheik, le fazioni jihadiste hanno stretto da anni una solida alleanza con le tribù beduine in rotta con il governo. Dopo la caduta di Mubarak la penisola è diventata il covo di almeno un migliaio di jihadisti responsabili degli attacchi costati la vita, dopo il luglio 2011, ad una quarantina di militari e ad un'ottantina di militanti armati. Più inquietanti ancora sono però gli attentati susseguitesi dopo il colpo di stato del 3 luglio e culminati mercoledì con un attentato suicida riuscito e uno fallito. L'arrivo del terrorismo kamikaze sembra il segnale della definitiva involuzione. Fare i conti con un Sinai trasformato nell'ultima trincea degli islamisti significa rischiare la dissoluzione dello stato egiziano. Uno scontro prolungato capace di portare alla chiusura di Suez e delle spiagge di Sharm El Sheik priverebbe il paese delle sue ultime risorse determinando la bancarotta economica, il caos sociale e il moltiplicarsi delle violenze.
Se in Egitto fa paura l'intransigenza dei militari a Tunisi preoccupa la rabbia delle piazze laiche. Nida Touns (chiamata per la Tunisia), un movimento laico, giovanile e modernista che riscuote sempre maggior consenso aveva già convocato per ieri, anniversario della fondazione della Repubblica, una manifestazione di piazza auspicando una sollevazione in stile egiziano e la formazione di un «governo di salvezza nazionale». L'uccisione di Brahmi potrebbe trasformare in realtà gli slogan di Nida Touns. Il rischio, in una Tunisia dove l'esercito non sembra voler prendere posizione, è quello di una guerra civile tra fazione laiche ed islamiste. Ennahdi, il partito di governo legato ai Fratelli Musulmani è ridotto secondo i sondaggi a meno del 12 per cento, ma può contare sulla determinazione della Lega per la Protezione della Rivoluzione, una milizia formata dagli islamisti più intransigenti decisi ad impedire qualsiasi sollevazione laica. Un pericolo ancor più serio arriva da Ansar Sharia la formazione d'ispirazione al qaidista che riunisce gli elementi jihadisti fatti liberare dopo la caduta di Ben Ali. Grazie all'attivismo e ai contatti del suo capo Abu Ayad, oggi latitante, Ansar Sharia si è di fatto saldata con le cellule di Al Qaida Maghreb ed è pronta a trasferite la minaccia terroristica dalle sabbie del Sahara al cuore di Tunisi.
pucché? :fag:
a proposito, visto che ci sono, ma a chi è riconducibile la demenziale politica estera della presidenza del falso profeta obaba?
il presidente giuda è ormai appurato sia un pupazzo che non conta niente e firma solo i rotoli che gli passano, il cambio tra hillary la smacchiatrice e kerry il vedovo allegro non ha sortito effetti e la fallimentare campagna estera è rimasta immutata, quindi suppongo vi sia un responsabile o più di uno che garantisce la continuità a tale linea oscena.
chi è o chi sono i mentecatti responsabili di tale devastante politica?
si sanno i nomi? dove si trovano? casa bianca stanza Megiddo interno 666?