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Recupero per gradi, ancora alta la paura di una ricaduta
GIANLUCA ODDENINO
TORINO
È lo Swarovski bianconero: fragile e delicato, ma prezioso ed affascinante come solo i cristalli più belli sanno esserlo. Mauro Camoranesi è il gioiello che il tecnico Ranieri non ha praticamente mai potuto sfoggiare in questa stagione, causa i troppi infortuni che hanno colpito l'esterno italo-argentino. Ma nel momento più delicato, dallo scrigno juventino dei tesori, rispunta proprio il patrimonio perduto. I numeri, i colpi da maestro e la personalità in campo del «mago di Tandil» sono venuti a mancare pesantemente ad una squadra che ha bisogno come il pane della sua fantasia e delle sue giocate. A maggior ragione ora, con gli uomini-chiave a corto di fiato ed in affanno nelle soluzioni offensive.
Marchionni, degno sostituto sulla fascia destra, è in riserva causa le 11 partite consecutive da titolare. Gli attaccanti, invece, non segnano su azione da 500 minuti (l'ultimo fu Del Piero contro il Catania in Coppa Italia) e il brio di un Camoranesi sarebbe come manna dal cielo. Lo sa bene Ranieri, che l'avrebbe fatto volentieri debuttare in Coppa contro il Napoli (l'infortunio a De Ceglie ha fatto saltare i piani) e l'ha capito benissimo lo stesso centrocampista che scalpita (fin qui 403' in campionato con 8 presenze) e non vede l'ora di riprendersi il ruolo di protagonista bianconero. «Per questo 2009 vorrei avere più continuità e pochi infortuni», si era augurato a fine anno Camoranesi. Forse gli dei del calcio lo ascolteranno, ma la prudenza nella Juve è d'obbligo visto il quadro clinico dell’italo argentino. In sei mesi di attività ha collezionato cinque infortuni di tutti i tipi ed ora l'obiettivo è evitare ricadute e nuovi problemi. Anche perché le polemiche sui ko di Chiellini e Zanetti bruciano ancora a Vinovo e così Ranieri sta valutando con attenzione come dosare il suo giocatore per averlo pronto alla battaglia di Champions col Chelsea. L'ipotesi di un Camoranesi titolare domani a Catania viene così frenata dai rischi di chi ha sempre patito problemi muscolari al rientro dagli infortuni.
Ranieri è pronto, però, a farlo entrare nella ripresa bissando così il metodo Trezeguet: rientro graduale, spezzoni di partita sempre più ampi e poi la maglia da titolare. Col francese sta funzionando, con Camoranesi potrebbe. Il condizionale è d'obbligo per la delicatezza ed anche la sfortuna che contraddistingue l'azzurro. Finora ha collezionato più infortuni che presenze dal primo minuto in campionato: cinque contro quattro. Il primo stop è del 13 agosto, preliminari di Champions contro l'Artmedia: il tempo di segnare il primo gol stagionale bianconero ed una botta al bicipite femorale (con edema) lo rallenta subito. Il secondo stop nuovamente a Torino, contro lo Zenit in Champions, ma questa volta per una distorsione alla caviglia. Il rinnovo fino al 2011 addolcisce Camoranesi che ricade sull'infortunio al bicipite femorale destro con una lesione di 1° grado procuratasi contro il Palermo, in casa, a inizio ottobre.
Salta la Nazionale (con Buffon) e ritrova il campo a Bologna. Gioca a singhiozzo, rende poco e quando tutto sembra essere dimenticato, si ferma nuovamente. All'Olimpico di Torino la maledizione colpisce dopo 4’ di Juve-Reggina: sublussazione alla clavicola destra, ma stoicamente resiste un tempo e riesce a segnare anche l'1-0. Gol ed infortunio vanno a braccetto per Camoranesi che da quel 29 novembre non ha rivisto più la luce anche per un'infiammazione al polpaccio ad inizio anno: cioè il 5° e (si spera) ultimo infortunio prima del ritorno
L'importante è che domani Del Piero non giochi più di 45 minuti, preferibilmente non i primi.