E cmq Claubel...i morti si sono difesi, ed hanno perso :asd:
http://www.calcionews24.com/linter-d...dipolibri.html
:asd3: :asd3:
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E cmq Claubel...i morti si sono difesi, ed hanno perso :asd:
http://www.calcionews24.com/linter-d...dipolibri.html
:asd3: :asd3:
Cosi tanto per essere chiari....neanche chi è in vita s'è difeso tanto bene :asd:
Citazione:
L'inter di Herrera e il doping: Persa la causa contro Ferruccio Mazzola e la Bradipolibri
Correva l’anno 2004, data in cui la casa editrice Bradipolibri pubblicò un libro a cura di Fabrizio Calzia dal titolo “Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola”.In tale scritto sono contenute pesantissime accuse lanciate senza peli sulla lingua da parte del Mazzola meno famoso; accuse verso la sua società (Inter) e il suo tecnico (Helenio Herrera) all’epoca dei fatti.
Nel libro viene documentato che in quell’Inter ci fu un “uso disinvolto del doping per potenziare al massimo le prestazioni della squadra e per conseguire i gloriosi risultati poi effettivamente raggiunti”.
L’Inter, ovviamente, non la prese bene, e l’anno dopo, tramite Giacinto Facchetti, citò per diffamazione sia la Bradipolibri (e Calzia) che Ferruccio Mazzola, richiedendo un risarcimento di un milione e mezzo di euro per danni patrimonialie morali.
Forse non tutti sanno che questa richiesta danni è stata respinta da parte del Tribunale chiamato ad esprimersi in merito, e l’Inter non ha presentato appello.
Le parole di Ferruccio Mazzola sono state quindi certificate da un Tribunale!
Questa una parte della sentenza del giudice unico Rosaria Ricciardi su questo caso: “(…) il libro è costituito prevalentemente da una serie di racconti che hanno visto come protagonista il Mazzola nel corso della sua carriera, nonché da una serie di testimonianze di molti ex calciatori. Attraverso un racconto chiaro e completo, scevro da espressioni malevole o offensive, gli autori delineano un quadro generale e storico del calcio dell’epoca”.
“TUTTI PAZZI PER LA JUVE”, popolarissimo programma radiofonico in onda su RADIO ERRE2, ha intervistato in esclusiva il legale della BRADIPOLIBRI, l’Avv.ALBERTO FOGGIA. Salve avvocato, e benvenuto ai microfoni di “Tutti pazzi per la Juve”. Vogliamo farle qualche domanda sulla vicenda BRADIPOLIBRI – FERRUCCIO MAZZOLA – INTER. Come commenta questa sentenza?
“La commento positivamente anche perchè abbiamo sempre creduto che non ci fosse stata alcuna diffamazione nel libro “Il terzo incomodo” perchè si trattava di fatti veri, raccontati da Mazzola che li ha vissuti in prima persona. Quindi percepiti direttamente e poi confermati da altri giocatori dell’Inter di quegli anni. Non c’era nulla sul libro di diffamatorio, ed è stato dimostrato”.
Il giudice quindi vi ha dato ragione e l’Inter ha dovuta pagare anche le spese processuali. È vero che però lei ha dovuto attendere un anno per la liquidazione della sua parcella minacciando il pignoramento dell’incasso di una partita casalinga dell’Inter?
“Purtroppo è vero. Ho dovuto attendere più di un anno, perchè nessuno da via Durini si è fatto vivo per pagare i 7.000 euro necessari a coprire le spese processuali. Sono stato costretto a fare un atto di precetto col quale ho intimato all’Inter di pagare entro dieci giorni la somma, altrimenti avrei proceduto al pignoramento (dell’incasso). Solo allora l’Inter ha pagato, evitando un pignoramento che sarebbe stato davvero disonorevole per la storia del club”
Quali accuse ha concretamente prodotto l’Inter per giustificare il reato di diffamazione a mezzo stampa imputato al suo cliente?
“Direi nessuna, perchè l’Inter avrebbe dovuto dimostrare che i fatti narrati nel libro non erano veri. Ma non ha dimostrato nulla, ne si è avvalsa di documentazioni o ha chiesto di assumere testimonianze. Si è limitata a discorsi piuttosto vaghi, senza niente di concreto.”
La veridicità dei fatti narrata da Ferruccio Mazzola non è stata contestata?
“E’ stata contestata ma senza prove. Noi invece ci siamo spinti anche oltre confermando con più forza le nostre ragioni e la veridicità di ciò che c’è nel libro. E lo abbiamo fatto anche con copiosa documentazione giornalistica dell’epoca.”
L’Inter ha tentato di confutarli per far vedere che erano falsi?
“Solo a parole, contestando in maniera generica, senza portare nessuna prova a proprio favore. E’ stata una difesa monca, che ci ha facilitato il compito.”
Per quanto riguarda i numerosi morti che ci sono stati nell’organico della grande Inter, la società come si è espressa in merito? Non ha messo in relazione il discorso degli ex giocatori scomparsi, con quello che c’è scritto nel libro?
“Hanno contestato anche questo, ma sempre senza prove. Comunque anche noi non abbiamo la certezza di una relazione tra il doping che c’è stato ed ormai è provato di quell’Inter e le tante morti successive dei giocatori che ne facevano parte. Certo è che una coincidenza troppo strana ma è un discorso comunque troppo importante per essere generalizzato. La medicina ci aiuterà ad aver risposte più concrete.”
Su queste morti sa se c’è qualche indagine giudiziaria in corso?
“Ci sono delle indagini da molti anni, che sta conducendo con grande determinazione il pubblico ministero Guariniello della procura di Torino, e che non riguardano solo il calcio ma anche altri sport come il ciclismo, o addirittura le bocce. Il discorso doping è una piaga gigantesca del nostro sport che spesso si rischia di nascondere. Non c’è stato solo in passato. Nulla è cambiato.”
Amichevolmente o non, ha discusso con Moratti della vicenda, anche in via non ufficiale?
“No, non ho avuto il piacere. Comunque non avrei potuto farlo, perchè parlare direttamente con Moratti avrebbe voluto dire scavalcare il legale che tutela il suo cliente.”
Se ci fosse stata la Juventus al a posto dell’Inter, se ne sarebbe parlato molto di più?
“Credo di si, perchè la Juventus fa più notizia dell’Inter per l’importanza del blasone del club. Per la storia del calcio italiano è la squadra più rappresentativa, e lo dico senza essere tifoso di nessuna delle due squadre.”
Vuole aggiungere qualcosa a riguardo della vicenda?
“Spero se ne parli di più, non certo per pubblicizzare la casa editrice o la mia persona, ma lo dico per le generazioni future. Se ne deve parlare per aumentare i controlli perchè il doping uccide!!”
é bellissima la parte sulle spese processuali sti pulciari :rotfl:
Ti ringrazio per il copia-incolla, ma anch'io so cliccare sui link eh! :bua:
Ma il prode Ferruccio che ha taciuto per 40 anni non potrebbe essere imputato di complicità?
Chi sarebbero poi i numerosi morti? in quegli anni morì Picchi(quando era allenatore della juve) e dopo 40 anni Facchetti...
Magari ha deciso di parlare dopo che l'inter ha deciso di nn stipendiarli più pensando che gli fosse annebbiata la memoria? :asd:
neanche mi ero accorto del post di angelo siamo arrivati praticamente insieme, cmq prego :sisi:.
Vorresti far imputare il prode Ferruccio per complicità? No perche a casa mia chi viene sottoposto a trattamenti medici lesivi della propria integrità fisica contro il suo volere si chiama VITTIMA....poi non so su "omicron perseo 8" come funzioni la cosa :sisi:
Vuoi la lista dei Morti? pace all'anima loro ti accontento
Citazione:
Armando Picchi, morto a 35 anni per un tumore al midollo
Marcello Giusti, morto a 54 anni per un tumore al cervello
Fernando Miniussi, morto a 62 anni per cirrosi evoluta da epatite C
Giuseppe Longoni, morto a 63 anni per ictus da vasculopatia cronica
Giacinto Facchetti, morto a 64 anni per un tumore al pancreas
Mauro Bicicli, morto a 66 anni per un tumore al fegato
Carlo Tagnin, morto a 68 anni per un tumore alle ossa
beh, se fosse davvero così.. è un pagliaccio!
http://www.beppegrillo.it/2006/09/il...o_herrera.html
leggi le ultima righe
Sono d'accordo...ma Facchetti nn l'ha mai voluto sapere...anzi, facchetti lo negava persino a se stesso ;)
Complicità perché ha taciuto 40 anni... dai, non fare il furbetto che lo hai capito benissimo quello che intendo.
Capisco che non parli mentre è in attività per non sputt....si la carriera, da attendere 40 anni...
la lista... uhm.. tranne Picchi, gli altri sono morti dopo 40 anni.. bisognerebbe dimostrare che la causa è proprio il doping somministrato da Herrera...
io non sono medico non posso smentire nè confermare.
Ecco hai la risposta allora. Forse Mazzola ha parlato dopo 40 anni, perchè dopo 40 anni ha capito che molti morti erano attribuibili a quelle sostanze?
Purtroppo la piaga del doping nn morirà mai...perchè il giovane, pur di arrivare, nn pensa a quello che può succedere in futuro.
ma non si era detto stop alle telefonate sull'argomento? o.O
Vabbè ma si stava almeno discutendo con un bricolo di civiltà...sorry :timido:
figurati, io non sono un moderatore... anzi in genere in Area Blizzard e World of Warcraft sono il primo a mandare a puttane i topic :P
Ma la posizione della difesa su questa intercettazione qual'è ?
"E' la partita peggiore che ti poteva capitare, ma non ti preoccupare, tu arbitra in maniera regolare. A me serve Fiorentina-Bologna. Nelle ammonizioni, per far fare le diffide, mi serve fare avanzare il Milan. Ma comunque ne parliamo stasera"
Che nessun milanista diffidato fu ammonito, e che le altre ammonizioni furono poi poche. Tutte giuste.
L'arbitro che doveva essere al telefono dissero fosse De Santis. Ma Auricchio ha affermato che all'epoca De Santis non aveva ancora schede svizzere.
E comunque quell'intercettazione non è esattamente così, riportala bene e per intero, l'arbitra non c'è, ed il contenuto è molto più confuso.
http://www.ju29ro.com/archivi/artico...a.html?start=1Citazione:
Uno degli addebiti più originali imputati a Moggi è stato quello di aver alterato lo svolgimento del campionato riuscendo a far ammonire i calciatori diffidati delle squadre che, nel turno successivo, avrebbero affrontato la Juventus. In una tabella pubblicata nell’informativa del 2 novembre 2005 si legge che i bianconeri hanno usufruito di questo “vantaggio” in 16 giornate (su 38…) per un totale di 24 calciatori (in realtà sarebbero 25):
Volpi e Carrozzieri (Sampdoria), Jankulovski (Udinese), Mesto (Reggina), Niccolai (Lazio), Nastase e Petruzzi (Bologna), Pisanu e Contini (Parma), A.Lucarelli e C.Lucarelli (Livorno), Montolivo (Atalanta), S.Inzaghi (Lazio), Zaccardo (Palermo), Aronica e Coppola (Messina), Pasquale (Siena), Mensah (Chievo), Balestri e Bonazzoli (Reggina), Obodo e Viali (Fiorentina), Simplicio e Vignaroli (Parma).
Balza subito all’occhio che in questa lista non vi è presenza di grandi campioni. E nemmeno di grandi squadre. Il che è inspiegabile alla luce del “sicuro” condizionamento operato da Luciano Moggi.
I Carabinieri affermano che tale metodo è “scientifico” in quanto mirato a colpire i giocatori diffidati, tuttavia non viene spiegato se venivano colpiti “tutti” i diffidati o solo alcuni. Inoltre non viene fornito nessun dato comparativo con le altre squadre della serie A. Dato che forniamo di seguito riportando il numero di giocatori squalificati grazie alle ammonizioni “preventive”:
Atalanta 22, Brescia 19, Reggina 18, Inter, Lecce, Livorno e Juventus 17, Messina 16, Cagliari e Sampdoria 15, Lazio, Parma, Siena e Udinese 14, Chievo 13, Milan 12, Bologna 10, Palermo 9, Fiorentina e Roma 8
Come si vede, la Juventus non è in testa in questa speciale graduatoria, inspiegabilmente superata dalle potentissime Atalanta, Brescia e Reggina. L’Inter è alla pari con la Juve, il Milan a cinque lunghezze. Un ragionamento quindi dalle premesse scricchiolanti, considerando anche che nelle prime venti partite del campionato 2006/07 l’Inter ha potuto godere di ben 18 squalifiche preventive (tra ammonizioni ed espulsioni). Una media stratosferica che preannuncia un risultato finale ben al di sopra di quello ottenuto dalla Juventus nel torneo 2004/05.
Interessante è anche esaminare un’altra classifica, quella relativa a quanti squalificati “preventivi” provengono da espulsione (che il giocatore sia diffidato o meno):
Reggina 12, Bologna, Sampdoria e Siena 9, Atalanta, Palermo, Parma 8, Milan, Chievo e Juventus 7, Lazio e Udinese 6, Brescia 5, Cagliari, Livorno e Roma 4, Fiorentina, Inter e Lecce 3, Messina 2
Di nuovo, la Juventus non è in testa: per i bianconeri solo un ottavo posto, in compagnia di Milan e Chievo. Ma forse, si chiederà qualcuno, la prova del condizionamento non è da ricercare nelle squalifiche preventive ma nei vantaggi diretti avuti durante le partite. Ovvero, quanti cartellini gialli sono stati comminati alle squadre che domenicalmente giocavano contro la Juventus? D’altra parte, si sa, un calciatore ammonito gioca con il freno a mano tirato:
Roma 108, Fiorentina 97, Lazio 90, Palermo 89, Cagliari e Sampdoria 88, Lecce, Milan e Juventus 84, Reggina 82, Udinese 80, Chievo e Siena 77, Messina 75, Parma 74, Inter, Bologna, Brescia e Livorno 73, Atalanta 67
Anche in questo caso la Juventus è ben distante dalla prima posizione, occupata dalla Roma. Ma l’analisi non è completa se non si considera quante volte una squadra ha usufruito dell’espulsione di un giocatore avversario:
Cagliari 11, Brescia e Roma 9, Fiorentina, Lazio, Lecce, Livorno e Reggina 7, Milan, Chievo, Palermo e Sampdoria 6, Inter, Messina, Parma, Siena e Udinese 5, Atalanta 3, Juventus 2
Il dato è inequivocabile: nel campionato 2004/05 la Juventus ha potuto giocare in superiorità numerica solo in due occasioni, molto meno delle cinque dell’Inter, delle sei della diretta rivale Milan e delle nove della Roma. Ma se gli arbitri erano condizionati da Moggi, perché non lo favorivano consentendo alla Juventus di giocare in 11 contro 10? Una conclusione che è evidentemente sfuggita ai Carabinieri di Roma. Eppure chi ha compilato le informative ha ritenuto di aver trovato “prove” delle ammonizioni preventive in almeno tre intercettazioni. La prima è un dialogo tra Luciano Moggi e il giornalista Tony Damascelli dopo la partita Fiorentina-Bologna (14° giornata) del 5 dicembre 2006 (prog.5738):
(i due prima parlano lungamente di calcio giocato)
Damascelli: Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh?
Moggi: Che ha fatto?
Damascelli: eh, c’abbiamo i tre gio… i tre difensori del Bologna fuori, squalificati tutti e tre!
Moggi: … ma… perché, chi c’avevano loro diffidato?
Damascelli: Tutti e tre! Ehm, come si chiama: Petruzzi, Nastase e Gamberini.
Moggi: Uhhh
Damascelli: non male, no?
Moggi: eh, aho… meno male, che ti devo dì?
Incredibile come i Carabinieri non si accorgano che è la stessa intercettazione a scagionare Moggi il quale, di fronte alla notizia passatagli da Damascelli (che sbaglia, perché i diffidati erano soltanto due), risponde prima con stupore, non conoscendo nemmeno i nomi dei giocatori in questione, («perché, chi c’avevano loro diffidato?») e poi con assoluta indifferenza («meno male, che te devo dì?»).
La seconda prova risiederebbe nei discorsi del dirigente milanista Leonardo Meani ai guardalinee (!) Copelli e Puglisi, riguardo alle ammonizioni comminate ai calciatori fiorentini Obodo e Viali durante Inter-Fiorentina del 20 marzo 2005 (ammonizioni giuste perché Viali è protagonista di un’entrataccia mentre Obodo si mette davanti al pallone impedendo di riprendere il gioco). L’addetto agli arbitri milanista commenta così i due cartellini: «due diffidati, due impallinati…, uno ridicolo eh! Viali… eh, attenzione con quel giochino lì sporco eh!...eh ancora gioca con la Juve domenica prossima aveva diffidati Viali e Obodo… pum… pum». Rimandando il discorso sull’ambigua complicità tra Meani e i guardalinee al paragrafo dedicato al Milan, tralasciamo ogni commento sulla valenza probatoria di una tale conversazione giacché, ragionando analogamente, si dovrebbero prendere per prove anche le chiacchiere da bar. Strano piuttosto che i Carabinieri, i quali danno molto credito alla versione di Meani, non facciano una piega quando invece è la Juventus a lamentarsi dei troppi favori arbitrali concessi al Milan: «il dg riferisce all’interlocutore (Giraudo) del disappunto manifestato a Pierluigi Pairetto alla fine della giornata calcistica, in quanto vi era stata una mancata espulsione del difensore della squadra rossonera (Stam), da parte dell’arbitro Rosetti, nell’incontro Milan-Lazio (vinto dai rossoneri con il risultato di 2 a 1). Proseguendo nella conversazione Antonio Giraudo e Luciano Moggi discutono dei molteplici episodi arbitrali, quasi sempre a favore del Milan, che in quel periodo storico stavano influenzando, a loro parere, il campionato di calcio, e per questo motivo decidono di convocare, per il martedì successivo, i due designatori come afferma Moggi: “bisogna dunque, io gliel’ho già detto a… Pinocchio (Pierluigi Pairetto, ndr), però io con… coso non ci voglio parlà. […] sarebbe opportuno… martedì di farli venì su, per farci una chiacchiera… ma di brutto muso, perché così non può andà, perché a noi ci assassinano in tutto» (Introduzione alla telefonata 17402 del 6 febbraio 2005).
Vi sono poi alcune circostanze che danno di Meani un’immagine poco credibile, come nell’occasione di un suo sarcastico commento sulla designazione dell’arbitro De Bleckeere, da lui ritenuto filo-juventino, per Liverpool-Juventus di Champions League («De Bleckeere è praticamente il figlioccio di Pairetto in Uefa, no!! Quell’arbitro belga arbitra la Juve a Liverpool…»). Peccato che in quella partita De Bleckeere annulli poi un gol regolarissimo a Del Piero. Gol che costerà ai bianconeri (sconfitti 2-1) la qualificazione al turno successivo.
Un ultimo elemento “compromettente” consisterebbe nella famosa intercettazione in cui Giraudo dice a Moggi: «Se l’arbitro è sveglio, ci dimezza l’Udinese», in riferimento alla partita Udinese-Brescia del 26 settembre 2004 (la giornata successiva c’è Udinese-Juventus). Ma è un altro falso allarme: la telefonata è delle 18.00 circa, ovvero dopo la fine delle partite di campionato (particolare stranamente sfuggito ai giornali). Quindi, la frase dell’amministratore delegato bianconero è da intendersi come una semplice constatazione riguardo a quello che sarebbe potuto accadere. Anzi, ancora una volta, le circostanze sembrano dimostrare la completa innocenza degli accusati: l’incontro tra Udinese-Brescia è contrassegnato infatti da un clamoroso errore dell’arbitro Dattilo, il quale convalida il gol della vittoria bresciana (1-2) segnato con il portiere friulano De Sanctis a terra infortunato. Nella rissa scoppiata subito dopo la marcatura viene espulso (giustamente) il solo Jankulovski, quando invece i giocatori sanzionati avrebbero potuto essere molti di più. In questa ottica acquista ancora più senso l’affermazione di Giraudo.
La questione delle ammonizioni scientifiche è stato uno dei cavalli di battaglia di certa stampa e televisione di indirizzo antijuventino. Strano che nessuno però abbia notato che in Fiorentina-Milan del 30 aprile 2005 (gara che precede lo scontro diretto Milan-Juventus) l’arbitro De Santis non abbia ammonito i tre diffidati rossoneri. E che diffidati: Nesta, Rui Costa e Seedorf! Un’inspiegabile incongruenza. L’arbitro per eccellenza della cupola che non ammonisce tre importantissimi calciatori milanisti prima della partita decisiva per lo scudetto.
Infatti: Moggi ha sempre detto che TUTTI i dirigenti parlavano con designatori ed arbitri per proteggere la propria squadra. Cosa puntualmente provata con le nuove intercettazioni.
INTER, almeno 11 punti di penalizzazione.
Ho trovato la sentenza che condannò la Reggina a 15 punti di penalizzazione. A dirla tutta la CCC fece uno sconto di 4 punti.
Emergono molte similitudini con le chiamate di Facchetti secondo, anche se il Presidente dell'Inter secondo me ha chiamate peggiori.
http://www.altalex.com/index.php?idnot=34916
Diciamo che mancano le richieste di taroccamenti di sorteggi con le preclusioni, i regalini di Moratti, le richieste di mettere alcuni arbitri, le confidenze a Moratti, i "questi designatori sono condizionati dal vostro ok", ecc.Citazione:
Censurabili appaiono, infatti, alla luce delle considerazioni sopra svolte, tutti i colloqui telefonici intercorsi tra il Foti ed il Bergamo ad eccezione soltanto di quelli di cui alle successive lettere h) ed i). Si vedano, esemplificativamente:
a) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 242 del 7.11.2004, da essa risulta:
che il Bergamo abbia detto: “io segue le cose da qui, sono state preparate con già da…da sabato” illustrandogli quali potevano essere gli arbitri in relazione alla gara PARMA – REGGINA del 10.11.2004 (n. 3 della sez. III del deferimento);
che, di rimando, il Foti abbia risposto: “ ti raccomando che è troppo importante”.
Invero lo stesso Foti ha dichiarato che la frase da lui pronunciata, mentre si sta parlando delle designazioni arbitrali, intendeva soltanto sottolineare l’importanza della partita.
Ricordiamo il "Sceglili bene per domani, eh!" di Facchetti, per me ancor peggiore.
b) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 6562 del 04.12.2004, in relazione alla gara Reggina/Brescia del 05.12.2004 (n. 5 della sez. III del deferimento), da essa risulta:
Foti: “senti tutto a posto?”;
Bergamo: “per domani tutto preparato si si…”;
Foti: “uh uh!”;
Bergamo: “ stai tranquillo stai tranquillo!”;
Foti: “ti raccomando fagliela n’altra telefonata a questo qua perché…”;
Bergamo: “sii!”;
Foti: “sennò l’ammazzo domani io!”;
Bergamo: “ehh..ma l’ammazziamo più d’uno eh!”;
Foti: "h!”;
Bergamo: “stai tranquillo!” ;
Foti: “ va bene!”;
Bergamo: “eh! E anche il numero uno poi…è apposto il numero due è un amico insomma…è un bel…bel sodalizio eh!”;
Foti: “eh…va bene!”.
L’interpretazione da dare al colloquio porta a censurare l’incolpato, avendo egli stesso ammesso che con le sue parole intendeva creare in Bergamo maggiore attenzione perché preoccupato dalla designazione di Racalbuto che venti giorni prima a Messina aveva negato un rigore alla Reggina.
Questa è obiettivamente grave, ma ricordo le lamentele di Facchetti su Bertini prima di Inter-Juve, con le rassicurazioni di Bergamo che avrebbe fatto una chiamata. E ricordiamo anche di quel "Con Rodomonti ci ho litigato" e successive rassicurazioni di Bergamo. Ed i vari partita "preparata bene".
c) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 8028 del 11.12.2004, in relazione alla gara Reggina/Cagliari del 12.12.2004 (n. 6 della sez. III del deferimento), da essa risulta:
Bergamo: “la moglie di Robi Rosetti, che doveva partorire il venti di dicembre ha avuto una minaccia di parto, l’hanno ricoverata in ospedale stanotte e Robi è dovuto partire di corsa e non se la sente di arbitrare, la prima riserva è Massimo eh, quindi tranquillo, è venuto qui allo stadio…a Linate qui a far l’allenamento”;
Foti: “uh”;
Bergamo: “già Massimo è tranquillo ancora meglio eh”;
Foti: “eh vedi un attimo eh”;
Bergamo: “no, stai tranqui…è qui con me”;
Foti: “eh infatti se è con te vedi un attimo quello che devi fa” (e non come trascritto “quello che ti deve designà”).
Anche ad accedere alla tesi difensiva del Foti secondo cui chiedeva al Bergamo di stimolare la concentrazione dell’arbitro, come da suoi compiti, sulla partita, emerge chiaro il disvalore della condotta del presidente della Reggina.
Qui obiettivamente non c'è molto...ma se questo è "disvalore della condotta", cosa si direbbe per Facchetti?
d) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 15170 del 04.01.2005, in relazione alla gara Reggina/Palermo del 06.01.2005 (n. 7 della sez. III del deferimento), da essa risulta:
Bergamo: “io mi ritengo anche fortunato perché noi avevamo preparato innanzitutto essendo la partita che tu sai eee molto delicata, l’avevamo messa dove c’era un gruppo molto nutrito di amici, e penso che sia andata bene, dai, penso che sia andata bene, perché l’hai visto lì in quella griglia c’era insomma tutti ragazzi, c’era Nucin, c’eraaa coso Bati no Batti non poteva farlo, c’eraaaaaaa a parte Pieri a parte Preschen (?), a parte Dattilo che non può farla poi c’era Cassarà che non poteva farla, quindi le mire erano ben precise, c’era un altro giovane che è andato a finire a Cagliari, ma che è un ragazzo qui di Firenze molto bravo, e quindi son soddisfatto, è…come?”;
Foti: “a Coverciano sei?”;
Bergamo: “si si, noi ieri e oggi e domani mattina siamo qua poi i ragazzi li diamo la via domani oggi abbiamo fatto i test atletici, abbiamo controllato il peso più o meno in condizioni atletiche sono in condizioni mentali quelli giusti ce li metto”;
Foti: “no l’importante che stanno bene i ragazzi”;
Bergamo: “siii, stanno bene tutti e tre”.
È indiscutibile che la telefonata del Foti con l’espressione sopra riportata “…tu tutto bene?” sollecitasse in realtà informazioni sulla componente arbitrale, tanto più che alle notizie prima richiestegli sulle sue condizioni di salute il Bergamo aveva già risposto di star bene; per cui in conclusione anche il colloquio in questione s’inquadra nel parametro di cui all’art. 1 comma 1 C.G.S..
Questa è davvero assurda, il tutto bene? sollecita informazioni http://forum.gamesvillage.it/images/smilies/rovatfl.gif
Niente di che, gli dice chi vuole mettere in griglia, roba fatta insieme a Facchetti in altre occasioni.
e) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 20045 del 21.01.2005, in relazione alla gara Udinese/Reggina del 23.01.2005 (n. 8 della sez. III del deferimento), da essa risulta:
Bergamo: “sei preoccupato per il giovane?”;
Foti: “si, tanto! Mi dicono che è casal…, che sta in casa alla grande”;
Bergamo: “no, no, poverino questo è un ragazzo che, certo per l’Udinese – Reggina, se devo essere sincero fino in fondo, non è, non è la sua partita, però è un ragazzo che ha già fatto la A che merita di, diciamo di esser di, di fargli fare la A perché è bravo, certo Udinese – Reggina è una bella gara per cui gli abbiamo messo intanto due assistenti Fabio e Rossomando che sono due ragazzi di fiducia mia, e poi lui vedrai non è un casalingo assolutamente, è un ragazzo, un bel carattere, però è giovane Lillo, ti 18 direi una bugia se ti dicessi che negli otto che erano in lista lui come età era pippone”;
Foti: “uh”;
Bergamo: “eh, però però è bravo stai tranquillo che farà una buona partita, io ci parlo”;
Foti: “eh”;
Bergamo: “non ciò voluto parlare oggi perché, per non tirargli troppo la corda, domani mattina ci faccio una bella chiacchierata”;
Foti: “parlaci un poco per bene”;
Bergamo: “ stai tranquillo”.
Anche a voler intendere nel senso più innocentista possibile i contenuti del colloquio non può sfuggire che le riserve manifestate dal Foti sulla designazione dell’arbitro e, di fronte alle assicurazioni del Bergamo di avergli tra l’altro messo accanto due ragazzi di sua fiducia, l’invito rivolto al designatore di parlare “un poco per bene con l’arbitro” integrano un'inconfutabile violazione dei canoni di correttezza sportiva più volte sopra richiamati.
Come al solito rassicurazioni sulle designazioni. L'arbitro e gli assistenti faranno bene, ecc.
Ricordiamo le Facchetti-Bergamo, o Moratti-Bergamo: "Palanca farà bene, Trefololi farà bene, lui era preparato su tutto, De Santis ha fatto una gran partita con voi, ecc."?
Le varie rassicurazioni su altri arbitri?
f) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 23616 del 02.02.2005, in relazione alla gara Livorno/Reggina del 02.02.2005 (n. 9 della sez. III del deferimento), da essa risulta:
Foti: “ti raccomando domenica, domenica la vedo, ce l’ho dura”;
Bergamo: “lo so, lo, lo so già ho preparato, domenica mi rientrano tutti gli internazionali, oggi poi mancavano sei internazionali che sono alla Uefa”.
Lo stesso Foti, nel corso dell’audizione resa all’Ufficio Indagini il 27.07.2006, ha ammesso implicitamente la sussistenza della violazione dell’art. 1 comma 1 C.G.S. – secondo i parametri esposti da questo Collegio - dichiarando di aver inteso “nuovamente sollecitare il designatore a stimolare l’arbitro alla concentrazione”.
Domenica mettiamo tutti internazionali (cit. Pairetto a Facchetti)
g) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 34255 del 11.03.2005, in relazione alla gara Reggina/Messina del 13.03.2005 (n. 11 della sez. III del deferimento), da essa risulta:
Bergamo: “…eh…ah…domenica la devi vincere al 1000 x 100”;
Foti: “eh!”;
Bergamo: “prima di tutto perché per te è una partita di prestigio e poi perché ci son tutte le condizioni per poterla vincere! Eh!” ;
Foti: “eh!...senti tutto a posto il resto?”;
Bergamo: “si! Si, si, si, si…”;
Foti: “va bene!”.
Laddove l’interrogativo posto dal Foti, appare sorretto dalla stessa finalità evidenziata dall’analisi delle precedenti telefonate sopra esaminate.
Ricordiamo i "vediamo di fare 10 risultati utili di fila", "quanto ho sofferto!, "voglio rimediare a questa situazione"?
Qui loro vedono il tutto a posto come una violazione di lealtà http://forum.gamesvillage.it/images/smilies/rovatfl.gif
h) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 40372 del 19.04.2005, in relazione alla gara Reggina/Atalanta del giorno dopo (n. 13 della sez. III del deferimento), da essa risulta:
Foti: “oh Paolo ti raccomando”;
Bergamo: “si stai tranquillo che sei seguito con massima attenzione e con l’affetto di sempre”;
Foti: “se devi chiamare chiama”;
Bergamo: “stai tranquillo”.
Su tale telefonata il Foti non risulta esser stato sentito dall’Ufficio Indagini; in ogni caso permane un’ambiguità non risolvibile sull’evento che il Foti raccomandava al Bergamo in particolare sulla sua identificazione nella gara della Reggina in data 20.04.2005. Anche la locuzione “se devi chiamare chiama” non consente di affermare che il destinatario fosse la componente arbitrale, potendo, in alternativa, concludersi che il Foti chiedesse al Bergamo di tenerlo al corrente di qualunque successivo evento.
Vabbè, qui si condannano le chiamate...tra Facchetti e Bergamo ce ne sono una cinquantina...
i) Telefonata contraddistinta dal n. prog. 36467 del 25.03.2005 (n. 12 della sez. III del deferimento).
Si tratta di una telefonata che registra gli incoraggiamenti del Bergamo al Foti per il periodo poco positivo della squadra Reggina. Il Foti dichiarava all’interlocutore di avere incontrato l’altro designatore, Pairetto, in occasione della partita disputata a Torino contro la Juventus: niente pertanto di rilevante rispetto alla violazione dell’art. 1 comma 1 C.G.S. per quanto concerne la posizione dello stesso Foti.
Niente di che.
Ma ragionate un attimo. Se le chiamate all'Inter fossero arrivate nel 2006, applicando lo stesso metro di giudizio, quanti punti di penalizzazione avrebbero avuto?
Se queste cose fossero uscite all'epoca che fotteva a qualcuno avrebbe avuto penalizzazioni simili al milan. Visto che ora non frega più niente a nessuno non le faranno nulla.
la nuda e cruda realtà è che se fossero uscite in contemporanea tutte e tre questi pacchi di intercettazioni su juve, inter e milan non si sarebbe fatto nulla.
Comunque dopo la lettura di questa sentenza sono più fiducioso. L'Inter può ormai essere salvata soltanto dalla prescrizione.
Se si riesce a trovare un sistema per evitarla sono minimo 15 punti di penalizzazione, confrontando 'sta sentenza con le chiamate di Facchetti e Moratti.
Non mi stancherò mai di ripeterlo, se pensate che faranno qualcosa all'inter, addirittura estromettendola dalal champions, siete degli illusi.
In caso di prescrizione faranno comunque una figura pessima, e rimarrà una macchia indelebile nella storia del calcio.
Io ed altri nel frattempo continuiamo a martellare su forum, giornali sportivi, FIGC e quant'altro per giustizia e verità...non voglio lasciare nulla di intentato.
Ah, la prescrizione può essere facilmente agirata, come han detto i due saggi.
Parte superiore della sentenza, con le motivazioni.
Questa sentenza è un vero e proprio macigno. Se la Juve volesse, potrebbe imporre alla FIGC una sanzione clamorosa per l'Inter. Ad una letta di questa sentenza, ci sono i limiti per mandarla in B.Citazione:
Le altre prove, testimoniali e documentali, non ammesse non presentavano la necessaria rilevanza in merito all’effettivo thema decidendum.
2. – Nel merito, in ordine logico e muovendo dalla considerazione della maggior gravità dei comportamenti denunciati, va esaminata anzitutto la fondatezza delle incolpazioni attribuite al Presidente della società Reggina, oltre che a quest’ultima, per illecito sportivo ai sensi dell’art.6 del C.G.S., relativamente alle seguenti gare: a) Parma-Reggina, 1-0 del 10 novembre 2004; b) Atalanta-Reggina, 0-1 del 28 novembre 2004; c) Reggina Brescia, 1-3 del 5 dicembre 2004; d) Reggina-Cagliari, 3-2 del 12 dicembre 2004; e) Reggina-Palermo, 1-0 del 6 gennaio 2005; f) Udinese-Reggina, 0-2 del 23 gennaio 2005; g) Livorno-Reggina, 1-1 del 6 febbraio 2005; h) Sampdoria-Reggina, 3-2 del 20 febbraio 2005; i) Reggina-Messina, 0-2 del 13 marzo 2005; l) Reggina-Atalanta, 0-0 del 20 aprile 2005; m) Palermo-Reggina, 1-1 del 15 maggio 2005.
Per le gare di cui alle lettere b), h), e m), tuttavia, l’illecito non consisterebbe nel tentativo di conseguire comunque un vantaggio in classifica, ma in quello di interferire sull’andamento di una determinata gara: con la conseguenza, sempre secondo l’orientamento seguito dalla Procura, di richiedere la presenza del requisito di una concreta idoneità della condotta posta in essere e consistente nella esigenza che sia stato contattato al riguardo almeno uno dei componenti della terna arbitrale. Sennonché, per nessuna delle tre gare innanzi indicate appare, ad avviso della Commissione, pienamente raggiunta, oltre cioè ogni ragionevole dubbio, la dimostrazione che un contatto del genere sia realmente avvenuto, sia pure a mezzo di una semplice telefonata. (ok, cari interisti?)
Esistono, in realtà, in merito soltanto alcune affermazioni del Bergamo, intese ovviamente a tranquillizzare il suo interlocutore. Per la prima di queste tre gare, però, non risulta nemmeno indicato a quale componente della terna arbitrale il designatore si sarebbe rivolto.
(Trefoloni e Palanca invece faranno bene! In questo caso si sa chi è l'arbitro)
Per la seconda, giuoca in senso contrario la diretta smentita dell’arbitro Dondarini e, per quel che può valere, lo stesso risultato che ha visto la Reggina soccombere. Per la terza, rileva la genericità ed equivocità delle assicurazioni laconicamente inserite nel dialogo tra il Foti ed il Bergamo (“…ti raccomando…” dice il primo e “già fatto”, risponde il secondo) che in merito all’arbitro designato predice che farà una buona gara, dal momento che la preparazione è stata molto decisa. Non si dimentichi che il Bergamo parla da Coverciano, ove gli arbitri si erano riuniti per un raduno finalizzato proprio a migliorarne la preparazione atletica e tecnica.
(farà bene, è preparato bene, è preparato su tutto, una visita gli farà piacere, "hai messo in forma Trefoloni?", ecc.)
Né va sottovalutata la circostanza che, in vista delle imminenti elezioni del Presidente Federale e di quello della Lega, oltre che della programmata riforma del sistema di designazione degli arbitri, non pare del tutto infondato presumere che esistesse un sensibile interesse del Bergamo ad acquisire od a mantenere comunque – vantando pregressi meriti, reali od anche meramente ed astutamente asseriti - un potenziale di gratitudine da parte del Presidente di una società sportiva.
(anche Bergamo parlava spesso di "futuro". Non dimentichiamo la famosa chiamata con Facchetti in cui chiede di vedersi con lui per lasciare le cose per bene. La parte delle elezioni di Lega interessa anche il Milan)
Per le altre partite sopra ricordate la Procura deduce, invece, la violazione dell’art. 6 n.1, ultima parte: nel senso, cioè, che la condotta denunciata a questa Commissione non concernerebbe l’alterazione dello svolgimento o del risultato di una determinata gara, ma la finalità volta ad assicurare un vantaggio in classifica. L’art. 6, 1 comma C.G.S. definisce, infatti, come illecito sportivo “il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato della gara ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica”.
Più precisamente il testo dell’art. 6 comma 1 C.G.S. evidenzia che l’illecito sportivo da esso contemplato è configurato sotto forma di tre distinte ipotesi d’illecito consistenti:
1) nel compimento di atti diretti ad alterare lo svolgimento di una gara;
2) nel compimento di atti diretti ad alterare il risultato di una gara;
3) nel compimento di atti diretti ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica.
Si tratta di tre fattispecie ciascuna autonoma rispetto alle altre, nel senso che la consumazione dell’una non integra necessariamente la perpetrazione delle altre.
Una lettura non sufficientemente meditata dell’art. 6, 1 comma C.G.S., potrebbe indurre a concludere che il compimento di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara - dal momento che la posizione in classifica di una squadra è la risultante aritmetica della somma dei punti conseguiti sul campo - non può non produrre l’effetto di assicurare a chiunque un vantaggio in classifica, onde la terza ipotesi si risolverebbe in un pleonasmo.
All’esito, però, di una più attenta, approfondita verifica emergono delle situazioni suscettibili di integrare la terza fattispecie di illecito, senza realizzare necessariamente – al tempo stesso - una delle altre due.
Quanto sopra muove dalla constatazione che la classifica nel suo complesso può essere influenzata da condizionamenti che, a prescindere dal risultato delle singole gare, finiscono tuttavia per determinare il prevalere di una squadra rispetto alle altre.
L’enunciato che precede si legge nel C.U. N.1/C del 7 luglio 2006 con il quale è stata positivamente riscontrata una situazione del genere a proposito dell’illecito ascritto a Moggi Luciano circa i fatti da lui commessi nell’interesse della Juventus.
In detta circostanza, la CAF - affermato che autonomia ed imparzialità devono essere garantite non solo agli arbitri, ma a tutti i partecipi a qualunque titolo del settore arbitrale – ha concluso che talune condotte avevano avuto l’idoneità a condizionare la regolarità del funzionamento arbitrale a favore della Juventus.
(certo, ma vale anche per l'Inter)
Richiamando in proposito il provato, prolungato rapporto preferenziale tra i dirigenti di detta squadra ed i designatori – oltre che in taluni casi anche degli arbitri – frutto di frequentazioni anche private, integrate da lusinghe, vantaggi economici, minacce paventate anche attraverso il distorto uso di mezzi di comunicazione di massa,
(frequentazioni private sì, vantaggi economici e lusinghe sì, magliette ed accrediti, oltre al famoso regalino, contatti con gli arbitri, sì)
la Caf ha acclarato che il Moggi aveva avuto la possibilità di incidere sulla formazione delle griglie, sulla individuazione del nome degli arbitri, nonché di interferire nella scelta degli assistenti e di sollecitarne la punizione a seconda della condotta tenuta in occasione delle gare.
Prescindendo dall’individuazione specifica di queste ultime, la CAF nel citato C.U. N. 1/C concludeva per la sussistenza nei confronti del Moggi dell’illecito sportivo di cui all’art. 6, 1 comma C.G.S. affermando testualmente di aver raggiunto la prova sul rilievo che “le condotte accertate erano soggettivamente ed oggettivamente dirette a interferire sulla terzietà della funzione arbitrale” al fine di assicurare alla squadra un trattamento preferenziale ed “avevano una capacità causale adeguata per il conseguimento del risultato sperato”.
Emerge chiaro che al Moggi l’art. 6,1 comma risulta in definitiva attribuito per il “condizionamento”, attuato attraverso la variegata tipologia di condotte operate sulle diverse componenti del settore arbitrale: condizionamento che consentiva alla Juventus di scendere in campo con un “quid pluris” di vantaggio - rispetto alle altre squadre – permettendole di ottenere un trattamento preferenziale e quindi “ in definitiva ad assicurarsi un vantaggio in classifica …” stante la loro idoneità “a determinare una situazione di disparità” (in linea generale e costante) rispetto alle altre squadre.
Se si ha riguardo ad un'impostazione interpretativa della disposizione in esame nel senso indicato dal citato recente Comunicato Ufficiale – cui questo Collegio ritiene di aderire - appare corretto concludere, quindi, che l’illecito previsto dall’art. 6, 1 C.G.S. con riguardo agli “atti diretti ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica” è configurabile autonomamente rispetto agli altri due previsti dalla stessa disposizione.
Per cui, formando - in base al testo del deferimento – esso (e non le altre due ipotesi) l’oggetto della contestazione mossa al primo capo di incolpazione, il Collegio deve valutare se gli elementi addotti dal Procuratore federale provino che il Foti abbia realizzato con riguardo alla Reggina, un condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale sulla falsa riga, in sostanza, dello stesso genere d’illecito per cui il Moggi è stato condannato.
(Quindi per scrivere la sentenza che condannerà l'Inter si terranno conto anche di queste cose e degli "illeciti di Moggi, Foti, ecc", facendo un confronto, vero? Come si è fatto per Foti.)
Del resto, lo stesso Procuratore federale sembra aver impostato l’atto di deferimento recependo, quanto meno per implicito, le ragioni alla base dell’accennata distinzione: tanto è vero che al Foti contesta in forma autonoma e concorrente con le incolpazioni di cui ai capi nn. 3, 5 ed 8 violazioni dell’art. 6, 1 comma prima parte C.G.S. sotto il profilo di aver posto in essere - con riguardo a tre specifiche gare della Reggina – “atti diretti ad alterare lo svolgimento ed il risultato” delle medesime e non “atti diretti ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica”.
Tanto puntualizzato, scendendo al merito dell’incolpazione sub 1), La CAF ritiene che le condotte addebitate al Foti non integrino l’illecito sportivo contestatogli, pur essendo in esse sicuramente ravvisabili reiterate violazioni dell’art. 1.1 comma C.G.S..
I contenuti delle telefonate relative alle gare della Reggina indicate ai nn.3, 5,6,7,8,9,11,12 e 13 della sezione III dell’atto di deferimento dimostrano che esse riposano su un collaudato rapporto di amicizia - risalente al 1986 - tra il Foti ed il Bergamo e non su una posizione di predominanza del primo - ovvero comunque, di subalternità del secondo - in difformità da quanto era accaduto tra il citato designatore ed il Moggi. (il rapporto di amicizia vi è anche tra Facchetti e Bergamo)
Anche se all’esistenza di un rapporto di amicizia fra i due sono palesemente riconducibili quelle parti dei loro discorsi attinenti alle prossime gare della Reggina, tale substrato psicologico non è idoneo ad affermare, infatti, l’esistenza di quel condizionamento del regolare funzionamento del “settore” arbitrale di cui parla l’incolpazione. (Per la Reggina non c'è un condizionamento, ma il -15 rimane)
Condizionare il settore arbitrale, significa avere il potere di influenzare l’azione e la composizione delle relative terne; significa poter imporre nomi e designazioni: ma tutto ciò non traspare dalle intercettazioni attinenti alle gare indicate nell’addebito.
(Foti non lo fa, mentre Facchetti chiese a Mazzei di scegliere bene i guardalinee, di mettere preclusioni per far uscire Collina ed a Bergamo di mettere dentro qualche...senza dimenticare il "Hai messo in forma Trefoloni?")
Ed anche se in esse si colgono tra l’altro inviti affinché il Bergamo telefoni all’arbitro o agli assistenti - inviti finalizzati, secondo il Foti, a richiamare tutti costoro ad un'attenta condotta di gara – si tratta di sollecitazioni che seguono le notizie fornite dal Bergamo a proposito di soggetti già estratti o da lui designati (ricordiamo le parole su Bertini di Facchetti, dopo che era stato inserito in griglia, e che Bergamo gli avrebbe "parlato") e non richieste dell’incolpato affinché fosse designato un nominativo specifico. (come invece fa Facchetti)
In un contesto del genere, non vi è prova che il Foti abbia operato un “condizionamento del settore arbitrale” in sé, onde le condotte contestategli non appaiono causalmente efficienti rispetto “alla finalità” in generale “di procurare un vantaggio in classifica” alla Reggina nel senso sopra chiarito. (non vi è la prova di condizionamenti che portano a vantaggi...nel caso dell'Inter invece, studiando quel campionato...)
3.- In quasi tutti i comportamenti del Foti riportati nel capo n. 1 emergono, invece, come si diceva, precise violazioni dell’art. 1, 1 comma C.G.S..
Ritiene la CAF che violi i principi di lealtà, probità e correttezza sanciti dalla disposizione in esame l’attività di un Presidente di società che, in virtù di un suo rapporto “privilegiato” con il designatore, in prossimità temporale dello svolgimento di gare, riceva da costui – a differenza delle altre società - notizie circa la composizione e la designazione della terna arbitrale, spingendosi a commentarne con lo stesso l’attitudine e la competenza oltre che a sollecitarne un intervento ancorché asseritamente al solo scopo di ribadire l’esigenza di un attento e corretto comportamento in campo. (questa parte è davvero clamorosa, sono tutte cose che Facchetti ha fatto)
Ciò significa, quanto meno, strumentalizzare un rapporto confidenziale o amichevole con il designatore per accedere a notizie e formulare sollecitazioni in violazione conclamata di tutti quei principi di lealtà, probità e correttezza enunciati all’art. 1, 1 comma C.G.S.. (Facchetti e Bergamo si conoscono da una vita, che vuoi che siano chiamate per conoscere le griglie?)
Le telefonate che l’incolpato riconosce nelle sue dichiarazioni essere vicendevolmente intercorse con il Bergamo – dichiarazioni rispetto alle quali le trascrizioni delle intercettazioni in atti si pongono soltanto quale materiale supporto di lettura - provano quanto sopra.