Citazione:
LA GERMANIA VUOLE IMPORRE ALLA GRECIA UNA PACE CARTAGINESE
DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
L’ultima volta che Germania necessitò di un salvataggio da parte dei creditori mondiali, riuscì ad assicurarsi condizioni migliori di quelle che hanno devastato la Grecia nella scorsa settimana
Nel 1953 Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Grecia e gli altri firmatari del London Debt Agreement garantirono al Cancelliere Konrad Adenauer una riduzione del 50% su tutto il debito tedesco, che corrispondeva al 70% di alleggerimento per le scadenze lontane. Ci fu una moratoria quinquennale per i pagamenti degli interessi.
Lo scopo evidente era quello di fornirle ossigeno per ricostruire l’economia, e aiutarla a tenere la posizione contro l’avanzata sovietica. Questo forte condono del debito provocò un bruciore di stomaco agli inglesi, allora in condizioni finanziarie pessime, costringendoli ad andare a Washington col berretto in mano per chiedere un prestito. I greci avrebbero dovuto fare a meno delle riparazioni di guerra.
Ancora una volta prevalse la saggezza politica. I ministri delle finanze decisero di trascurare le origini morali di quel debito e l'azzardo morale di una "ricompensa" concessa a un paese che aveva tanto disturbato l'ordine europeo.
Il Wirtschaftswunder portò il peso del debito tedesco a livelli modesti nell’arco di un decennio. La Germania diventò una vibrante democrazia e un pilastro del sistema di sicurezza occidentale.
La Grecia ha una minore importanza strategica, e deve quindi accettare condizioni più severe.
L’accordo dell’UE dovrebbe in limitare il debito pubblico greco al 120% del PIL nel 2020 dopo otto anni di politiche rigoriste e depressione, se tutto andrà per il verso giusto.
Siccome nulla è andato secondo i piani da quando, diciotto mesi fa, le politiche di austerity dell'Europa hanno iniziato a somministrare una terapia shock, anche questa convinta promessa sembra troppo piena di speranza.
In base al piano originale della Troika UE-FMI l'economia greca si sarebbe dovuta contrarre del 3% nel 2011. Invece è calata del 6% e ora sta entrando in quella che il FMI teme essere "una spirale di austerità fiscale, calo dei redditi disponibili, e sentimento depresso.”
La produzione manifatturiera è calata del 15,5% a dicembre. L'aggregato monetario M3 è crollato al ritmo del 15,9%. A novembre la disoccupazione è salita al 20,9% dal 18,2 del mese precedente, ed già è sopra la previsione peggiore ipotizzata dalla Troika.
Dall’estate sono fallite circa 60.000 piccole imprese e aziende familiari, la ragione principale perché cui le entrate dell’IVA sono scese del 18,7% a gennaio. La violenza della crisi sta schiacciando gli effetti del taglio alle spese. Un enorme sforzo di Sisifo per un risultato così piccolo.
Si può argomentare che la Grecia abbia tergiversato con le richieste dell’UE-FMI, anche se il FMI ha usato una certa attenzione nel dirlo, alternando critiche a elogi nell’ultimo rapporto.
Ma, come ha detto il professore Vanis Varoufakis dell'Università di Atene: "Se avessimo meglio implementato le misure, le cose andrebbero anche peggio: l'economia sarebbe comatosa e il rapporto tra debito e PIL ancora più esplosivo."
Quindi, come la Germania che nel 1919 accettò le condizioni della Pace cartaginese con una pistola alla tempia, la Grecia ha firmato "un'approvazione non sincera di condizioni impossibili" – prendendo in prestito da Keynes - sperando che il buon senso prevalga col passare del tempo.
In base all’ultimo accordo, la Grecia dovrà tagliare 150.000 posti di lavoro nel pubblico impiego e la politica fiscale dovrà prelevare un altro 1,5% del PIL in aggiunta alla stretta fiscale già in opera.
“Ci sono in bilico altri 50.00 negozi e piccole imprese che potrebbero sparire nei prossimi sei mesi", ha detto il professor Varoufakis.
Il Primo Ministro Lucas Papademos ha fatto appello all’unità nazionale nella fine settimana. "Ci manca pochissimo per arrivare alla catastrofe. Un default disordinato porterebbe il paese in una situazione disastrosa. Il tenore di vita subirà un crollo e provocherà prima o poi un'uscita dall'euro."
Bene, ma forse anche rimanere nell’UEM è un'avventura disastrosa, e il tenore di vita crollerà sicuramente, e questo è il motivo per cui non fa alcuna differenza se il parlamento greco appoggerà o meno l'ultimo accordo (scrivo prima di sapere l’esito del voto di domenica).
La politica non può stare al di sopra del consenso democratico troppo a lungo. Il PASOK, una volta dominante, è crollato all’8% nei sondaggi. I favori stanno andando all’estrema sinistra e all’estrema destra, proprio come nella Germania di Weimar sotto la deflazione di Bruning.
Il prossimo parlamento greco sarà pieno di mangiatori di fuoco "anti-Memorandum", e un qualsiasi tentativo per impedire le elezioni da parte delle élite greche porterà le proteste di strada verso la rivoluzione.
Un segno dei tempi è arrivato dalla federazione greca dei sindacati di polizia, che ha richiesto l'arresto dei funzionari della Troika per gli attacchi “alla democrazia e alla sovranità nazionale".
È chiaro che il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble voglia espellere la Grecia dall'euro, ritenendo che ora Euroland sia abbastanza forte per resistere al contagio e che il “bazooka di Draghi” della Banca Centrale Europea abbia eliminato il rischio di un collasso finanziario.
"Non possiamo continuare a versare miliardi in un buco senza fondo", ha detto venerdì.
Poco prima era stato ripreso da una telecamera mentre parlava col collega portoghese, dicendogli che Lisbona potrà attendersi condizioni più morbide per il pacchetto di salvataggio solo dopo che l'Europa avrà trattato con durezza la Grecia per soddisfare l’opinione pubblica tedesca.
Un qualsiasi ritardo della Grecia verrà preso come pretesto per ritirare i prestiti dell’UE.
Si può dire con certezza che la Grecia non ha alcuna speranza di rivitalizzarsi all'interno di unione monetaria e per questo dovrebbe tornare alla Dracma.
Mentre l'Irlanda ha realizzato una "svalutazione interna" all’interno dell’UEM sgonfiando i salari, ha un'economia aperta, un’alta frequenza degli scambi e un'eccedenza nelle partite correnti, la Grecia ha un deficit del 9,4% del PIL dopo quattro anni di discesa. Il "tasso reale di cambio” è sopravvalutato del 33% in base ai dati del FMI.
Ma di questo il signor Schäuble non fa parola. Da cardinale della "household fallacy" – la falsa equazione di macroeconomia col bilancio di una Schwabian Hausfrau -, pensa che la Grecia sia nei guai perché spende troppo, non perché è intrappolata in una deflazione del debito con una valuta sopravvalutata.
Da qui arriva un errore ulteriore, pensando che Portogallo, Spagna e Italia possano riuscire a riprendersi grazie ai tagli, ai tagli, e ancora ai tagli.
Se il Portogallo dovesse fare la fine della Grecia quando ancora una volta l’austerità mostrerà i denti – fallendo obiettivo dopo obiettivo - è probabile che il signor Schäuble si rivolga al Portogallo con una furia analoga, perché è così che vede il mondo.
Ogni fallimento viene attribuito all’assenza di fibra morale, non alle mancanze dei un progetto valutario che lui stesso ha contribuito a creare e ad affibbiare ai tedeschi contro la loro volontà.
L’ipotesi che le ricadute dell’UEM dovute all’uscita greca - o "Grexit" nel gergo di mercato – potranno essere contenute da strutture di contenimento e da una maggiore austerità fiscale considerando che la Grecia sia un caso speciale, ci porta solo più vicino alla depravazione.
Se pensate, come penso io, che la Grecia ha davvero commesso una sfilza di peccati, ma che è anche la prima vittima di un esperimento ideologico che ha mischiato economie con differenti tassi di crescita, sistemi di contrattazione salariale, modelli di produttività, sensibilità per i tassi di interesse e inclinazioni verso l’inflazione – in assenza di trasferimenti fiscali o di una sufficiente mobilità del lavoro per ammorbidire gli effetti - e che questo disastro è stato provocato dalla riduzione degli stipendi in Germania, il tutto combinato a una forte stretta monetaria e una contrazione fiscale applicate al momento sbagliato negli stati più a rischio, allora vi aspettavate crisi indipendentemente da quello che succede in Grecia.
La fine della partita dell’UEM sta tormentando la Grecia, ma sarà orribile anche per la Germania. Berlino ha accumulato passività rovinose senza risolvere niente, e sta rapidamente dissipando sessant’anni di buon governo diligente.
Con la richiesta di un viceré per il bilancio in Grecia, e ora di un conto di garanzia per intercettare le entrate fiscali greche alla fonte, il governo di Merkel-Schäuble ha attraversato la linea della diplomazia e ha brutalizzato la politica dell’UE. "Memorandum Macht Frei", come suggerito da un giornale greco.
Konrad Adenauer avrebbero mai fatto una simile castroneria?