Il presidente torna dagli Usa e deve fronteggiare nuove tensioni
L'asse Mou-Ibrahimovic
mette all'angolo Moratti
Il dopo-Manchester spacca squadra e società
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Massimo Moratti (Ap)
MILANO - Cose da Inter. Già viste e sentite, ma stavolta la realtà ha superato la fantasia. Massimo Moratti, che risulta essere l'azionista di maggioranza nerazzurro (in rientro dagli Usa), si ritrova messo in minoranza da José Mourinho, il suo allenatore e da Zlatan Ibrahimovic, il più pagato fra i giocatori che tiene a libro paga. Entrambi hanno fatto sapere urbi (al presidente) et orbi (al mondo) che l'Inter deve essere pesantemente rinnovata, che servono corposi investimenti e che non si può badare a spese, soprattutto se si vuole vincere la Champions League. In caso contrario, sono pronti a fare le valigie e a cambiare aria, perché, se non ci sono le condizioni per farlo, non possono perdere altro tempo all'Inter. Mourinho ha denunciato l'inadeguatezza dei mezzi che gli sono stati messi a disposizione dalla società e dal presidente già mezz'ora dopo la fine della partita con il Manchester United, l'avversario che lui aveva tanto invocato, perché sicuro di eliminarlo negli ottavi. Chi conosce la storia interista, sa che Moratti investe ingenti somme dall'estate '95 (tant'è vero che ha preso persino Morinho e Ibrahimovic); chi sa di calcio e conosce i delicati equilibri all'interno di una squadra è rimasto stupito di fronte alla pubblica denuncia di Mourinho, che ha pure lasciato intendere di volere un incontro- chiarimento con Moratti, al quale presentare una serie di richieste per la prossima stagione.
Che la squadra sia da svecchiare lo hanno capito tutti, ma non deve essere piacevole per chi va in campo o in panchina sapere che a fine stagione si cambia tutto. D'altronde la psicologia non è mai stata una delle qualità migliori del Mourinho interista, che, per difendere le proprie scelte (spesso discutibili), ha sempre dato la colpa ai giocatori, da Julio Cruz (Inter- Genoa e poi sparito dopo Inter- Manchester U.) a Cordoba (Atalanta), da Maxwell (stessa partita) a Rivas (Manchester U.). Per non parlare di chi, nel corso della stagione, è sparito, come Mancini (scelto dall'altro Mancini) oppure Jimenez, trattenuto a viva forza perché all'Inter, oltre alla panchina, serve anche la tribuna lunga. Per accontentare Mourinho, Moratti si era sentito costretto ad acquistare persino Quaresma, all'ultimo giorno di mercato e con una valutazione fuori mercato per un giocatore sponsorizzato anche dal d.t. Branca. Sembrava che senza Quaresma non si potesse giocare e poi si è visto com'è finita la storia. Per questo, è possibile che lo stesso Moratti confidi in suggerimenti migliori per la prossima stagione, sempreché lo stesso Moratti non colga l'occasione dell'incontro verità per chiedere a Mourinho come mai l'Inter, pur vincendo, giochi un calcio mediocre, dove lo schema-base sia l'asse Julio Cesar-Maicon- Ibrahimovic, con Cambiasso e Zanetti costretti a correre per due. Ci sarebbe anche da parlare della condizione atletica post-natalizia, mai recuperata, ma sono argomenti troppo tecnici con Mourinho impegnato a litigare con il mondo. Anche Ibrahimovic vuole una squadra più forte, quella che sarebbe già stato possibile costruire se lui stesso non avesse preteso l'esonero (oneroso) di Mancini (Roberto), peraltro colpevole di essersi lasciato vincere dall'amarezza, dopo l'eliminazione dal Liverpool e di aver vinto sette trofei (tre scudetti), in quattro anni.
Che Ibrahimovic sia fondamentale per l'Inter viene scritto e recitato, dopo ogni partita di campionato e l'ingaggio (un milione al mese) non è fra i più bassi d'Europa. Ma i soldi che si sarebbero potuti risparmiare tenendo Mancini (Roberto) e/o evitando di acquistare Quaresma potevano essere investiti in un grande centrocampista. Domenica Ibrahimovic si è molto stizzito, per le giocate di alcuni compagni, a cominciare da Figo (ieri si è fermato e anche per Stankovic ci sono problemi muscolari, mentre Chivu starà fuori per tre settimane), peraltro alleato di Ibrahimovic nella cacciata di Mancini. Il gruppo è spaccato.
L'aspetto curioso è che Ibrahimovic considera Mourinho un genio, mentre il suo procuratore, Mino Raiola, abilissimo nell'illustrare l'umore nero del suo assistito, sia scontento perché il medesimo Mourinho ha giubilato un altro suo assistito, Maxwell (contratto in scadenza nel 2010). Il d.t. Branca, attraverso La Gazzetta dello Sport, ha rassicurato Ibrahimovic: il giocatore soffre di un grave malessere, ma la società spenderà molto per mettergli a disposizione una squadra ad altezza Champions League. Così guarirà dalla depressione e da altri malanni. Tutti fenomeni. Con i soldi di Moratti.