Stati Uniti: Obama ordina, ma Geithner non esegue. Amministrazione Usa divisa sull’economia
La divisione tra falchi e colombe è sempre esistita in ogni amministrazione americana. Difficili rapporti tra il presidente e qualche suo ministro sono (stati) ciclicamente all’ordine del giorno nel corso dei decenni.
Ma che un Segretario al Tesoro ignorasse un’indicazione data da colui che si siede alla scrivania dello Studio Ovale è (in parte) una novità.
Una insubordinazione vera e propria. Rivelata dal Premio Pulitzer Ron Suskind, che pubblica un libro sulla gestione della crisi economica da parte di Barack Obama: “
Confidence Men: Wall Street, Washington and the Education of A President“.
Emerge il quadro di
un presidente la cui autorità è messa in discussione dai suoi consiglieri economici più anziani e esperti; di una squadra divisa sulle ricette da adottare, incline a non seguire le
indicazioni che vengono date perché sono ritentute sbagliate.
Il ritratto, una fotografia di gruppo di un governo che invece di marciare compatto come una falange armata per raggiungere l’obiettivo (risanare l’economia), perde tempo in scontri e lacerazioni personali, in cui gruppi di persone o singoli, usano il loro potere di interdizione, rallentando le pratiche che dovrebbero portare avanti.
Le diverse opinioni rispetto ai pacchetti di stimolo all’economia, e agli interventi da fare sulle istituzioni finanziarie del paese, diventano un elemento di divisione, un ostacolo che il giovane presidente solo a fatica riesce a fare superare al suo governo.
Non è un caso che lo
stesso Obama, interpellato da Suskind, si lamenti del fatto che la burocrazia rallenta la messa in pratica delle decisioni che lui prende.
Modalità che sfociano (o forse, meglio, visto il periodo, prendono origine) dal clamoroso episodio che vede protagonisti Barack Obama e Tim Geithner. Siamo nel marzo del 2009 e l’amministrazione - che si è insediata da pochi mesi - deve decidere come procedere nella tempesta economica e finanziaria in cui si trovano gli Stati Uniti.
Il Presidente dice al suo Segretario al Tesoro di studiare il possibile fallimento della banca Citigruop, una delle maggiori del paese,
rimasta coinvolta nella voragine dei
Suprime. Geithner risponde di si, ma poi - semplicemente - ignora l’indicazione del suo capo.
Cosa è successo quando Obama ha scoperto la disobbedienza? Pare che Obama si sia “agitato”, mentre Geithner ha smentito di avere dato del matto a Obama rispetto al suo ordine.
Pur negato dai due diretti interessati, l’incidente della Citigroup veien confermato da altre fonti. Che abbia lasciato uno strascico è abbastanza evidente. I rapporti tra i due non sono al massimo e al di là di una stima di facciata,
tra Obama e Geithner sembra regnare una sottile freddezza.
Un gelo che è stata denunciato anche da Larry Summers, l’ex Consigliere per l’Economia della Casa Bianca, dimessosi alcuni mesi fa. “Ci hanno lasciato soli” - dice l’uomo che fu l’architetto della politica economica di Bill Clinton. Soli e in preda a una frustazione che poi lo condurrà a decidere di lasciare l’incarico.
Una narrazione senza alcuna concessione ai protagonisti, quella di Ron Suskind, basata sul racconto di oltre 200 persone, interpellate (ufficialmente oppure off the record) come fonti per questo grande affresco che ricostruisce la politica dell’amministrazione nella gestione della crisi.