Citazione:
Il favorito è Gian Paolo Gasperini
Intesa Juve-Genoa per liberare il tecnico
MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Fissata a fine mese la scelta dell’uomo da issare al posto di Claudio Ranieri, dentro il seggio bianconero si profila il ballottaggio tra Luciano Spalletti, il pilota già testato a livelli Champions, e Gian Piero Gasperini, quello chiamato al gran balzo, e che negli ultimi giorni ha fatto qualche passo avanti, non secondario. Juve e Genoa, infatti, hanno trovato l’accordo per l’eventuale passaggio del tecnico da Genova a Torino, necessario (a meno di dimissioni, ovvio) visto che Gasperini ha contratto in riviera fino al 2012. A un primo incontro lontano da occhi indiscreti nei dintorni di Torino, sono seguiti contatti telefonici: se la Juve deciderà di puntare sull’allenatore rossoblù, il presidente Enrico Preziosi lo lascerà andare. Non è ancora l’investitura ufficiale, ma un segnale robusto sì. Piace, Gasperini, per il lavoro che ha fatto con il Genoa, per la capacità di migliorare i giovani e, soprattutto, per aver ben addestrato le truppe, fondendo risultati a piacevoli tracce di gioco.
Il tutto senza essere dotato di una rosa corazzata. La sua vita da allenatore iniziò, nel 1994, proprio dal settore giovanile bianconero: giovanissimi, allievi, primavera, vincendo un Torneo di Viareggio. Poi se ne andò a Crotone, afferrando subito la promozione in serie B nel 2003/2004: ci restò altri due anni, assemblando sempre buoni telai, con ottime rese offensive. In Liguria atterrò nell’estate 2006, regalando la serie A al primo colpo. In lista, però, resta anche Luciano Spalletti, la prima scelta per una fetta di dirigenza Juve. L’esperienza giallorossa l’ha addestrato alle pressioni, della società e della piazza, e negli ultimi anni, per lunghi tratti, ha saputo organizzare il miglior calcio sul territorio. Gli strizza l’occhio pure la leggenda, s’è vero che il Marcello Lippi partente del 2004, consigliò di prendere proprio il collega: suggerimento, si narra, ripetuto negli anni. Come Gasperini, pure lui è sotto contratto, e ieri sera Rosella Sensi ha di molto complicato il ratto: «Spalletti è il nostro allenatore e lo sarà sicuramente fino al 2011.
Ed è intenzione della società poter continuare i rapporti anche oltre». Il tecnico, a Roma, ha ormai tranciato troppe amicizie, e i due milioni l’anno pesano sul bilancio, ma le parole del presidente non paiono proprio un tappetto rosso verso Torino. Non un dettaglio, perché poi, alla fine, la Juve dovrà pesare tutto, esborsi compresi. Detto del compenso di Spalletti, e del milione di euro abbondante per i suoi collaboratori, Gasperini ha un salario decisamente più basso, sugli 800.000 euro, e, pare, richieste non esagerate. Dei due si chiacchiererà nel cda bianconero di martedì prossimo, programmato per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2009, quando già si potrebbe delineare una preferenza decisiva. Da esercitare poi con buon tempismo, perché a entrambi, e a Luciano Spalletti in particolare, s’è interessato anche il Milan, alla ricerca del successore di Carlo Ancelotti. Non inganni il blitz di mercato juventino per Diego che, sulla carta, entrerebbe perfettamente nei piani strategici di Spalletti, compreso quel 4-2-3-1 ormai diventato il marchio della ditta giallorossa.
Per la società, che lo pedinava da un anno, si tratta di un grande giocatore: semplicemente chiunque arriverà sulla panchina bianconera dovrà spremerne il meglio. Ratio piuttosto semplice, e in linea di massima condivisibile: non è che a ogni tecnico si possano cambiare venti giocatori che, alla fine, sono patrimonio del club, mica degli allenatori. A occhio, uno come Diego, lo sistemerebbe benone anche Gasperini, che pure ha brevettato alla grande il 3-4-3, ma non per questo ne ha fatto una religione. Sempre che tocchi a lui: per adesso ha già il via libera del Genoa. Rispetto a Spalletti, un piccolo vantaggio.