Dicevamo???
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014...alsati/920716/
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Ma sta storia di Jonathan in nazionale? :asd:
Oddio sempre meglio di Maggio e Abate :asd:
Ma perché avrebbe il passaporto non ho capito :uhm:
Davvero, così è esagerato...per me o consorte italiana o al massimo arrivi ai propri nonni, non di più.
già uno coi nonni italiani a me fa storcere il naso, vedi tu :asd:
cmq ce lo vorrei Johnny in nazionale :rullezza::rullezza:
:rullezza:
Ci ha già dimenticato :piange:
http://www.fcinternews.it/in-primo-p...ti-anni-145947
meno male, temevo che thohir dovesse cambiar la sede per evitare di farci trovare al suo ritorno a Milano..
Cioè solo in prestito? Sto qui ancora non l'hanno silurato? Mazza che scandalo.
Ahh io pensavo lo avessimo ceduto :bua:
è un prestito per 1 anno e mezzo :sisi:
riscatto a 7M :bua: ma se abbiam culo magari a giugno ci propongono di prenderselo subito a 2-3M .
EDIT: :rotfl::rotfl::rotfl:
da wiki:
Inutileira :rotfl:Citazione:
Il 20 gennaio 2014, durante la finestra del mercato invernale arriva la notizia ufficiale della sua cessione al San Paolo, in prestito per un anno e mezzo con diritto di riscatto fissato a 7 milioni.[5]Esordisce con il San Paolo segnando un'autorete.
Non lo nominate neanche che porta sfiga.
Johnny a 860° :alesisi:
Citazione:
Jonathan, perché ha impiegato tanto a esplodere in Italia?
"Perché dovevo abituarmi a un calcio diverso, perché mancava fiducia in me, perché non mi è stata data l’opportunità di giocare tante partite di seguito. Adesso conosco bene il calcio italiano, ho un allenatore, Mazzarri, che ha fiducia in me e che mi ha finalmente dato quella continuità che cercavo".
Mai avuto il dubbio di non essere un giocatore da Inter?
"Mai. Non ho mai pensato di non avere le qualità tecniche per poter giocare in una squadra come l’Inter. Perché so cosa valgo e perché c’è gente che sa di calcio che mi ha sempre detto che i miei problemi erano soltanto una questione di testa, non di mancanza di qualità o di mezzi fisici".
Qual è la critica che l’ha ferita di più?
"Non ne ricordo una in particolare, però mi faceva arrabbiare il fatto che non fossero mai costruttive. Per fortuna ho avuto sempre la famiglia al mio fianco: mia moglie Luana, mia mamma Selma e mio fratello Caio. E poi mia figlia Julia: arrivavo a casa triste e mi bastava un suo sorriso, un giochino fatto con lei per dimenticare".
Le è pesato il paragone con Maicon?
"Quella era un’idea di voi giornalisti e dei tifosi, ma io ho sempre detto, sin dalla prima intervista, che io non ero il nuovo Maicon, ma Jonathan".
Mazzarri quant’è stato importante nella rinascita?
"Devo fare una percentuale? Dico cento per cento".
Perché?
"Gli devo tutto: mi ha insegnato a fare la diagonale nel modo giusto, a stare sempre nella linea della palla ma più basso dell’uomo in fase di non possesso, stare all’altezza dell’avversario in possesso per avere più spazio e lucidità. E mi ha dato quella fiducia che mi mancava: il primo giorno dopo il suo arrivo mi ha chiamato nel suo ufficio e mi ha detto che conosceva le mie qualità e che ero un calciatore importante per l’Inter, non lo dimenticherò mai".
La scintilla è scoccata già a Pinzolo.
"Confermo. Forse anche perché potevo già andare a Napoli quando lui allenava là. In ritiro poi sono arrivato che avevo ancora male alla spalla e avevo paura di fare i contrasti, però un allenatore che sa di calcio capisce subito se un suo giocatore ha qualità oppure no. Se ci sono le qualità, imparare la tattica è solo lavoro, allenamenti. Un giorno mi ha detto “Sono sorpreso perché tu sei uno tra i giocatori che ha imparato più velocemente quello che voglio dalla squadra”. Mazzarri poi è un martello ma la sua porta per i chiarimenti è sempre aperta...".
Lei sembra rinato pure dal punto di vista fisico.
"È vero, con Pondrelli abbiamo fatto sin dal ritiro un gran lavoro: solo così riesci a ripartire, a saltare l’avversario, a raddoppiare e a correre per aiutare un compagno in difficoltà".
Come ha preso l’arrivo di D’Ambrosio?
"Per me è stato uno stimolo. Una grande squadra come l’Inter ha bisogno che ci sia concorrenza: solo così tutti sono stimolati a dare il massimo. A giugno ne arriverà un altro di esterno, ma questo non mi disturba, anzi mi sembra normale che sia così".
Prima di Mazzarri, l’unico ad averla capita era stato Donadoni.
"Quei mesi a Parma sono stati fondamentali per iniziare a conoscere il vostro calcio e per imparare la lingua perché lì la maggioranza dei giocatori era italiana. A Parma ho trovato quel sostegno di cui avevo bisogno dopo che non avevo mai giocato nell’Inter. Lì, per la prima volta, ho fatto vedere che in Italia potevo starci".
Lei ha il contratto in scadenza nel 2015, quando è arrivato a Pinzolo ha pensato che si giocava tutto in quel ritiro estivo? "No, anche perché pensavo addirittura di non rimanerci all’Inter, visto quanto era successo l’anno prima. Non ho mai voluto andarmene, sia chiaro, ma aspettavo che l’Inter prendesse una decisione su di me. Aspettavo che arrivasse una proposta buona per me e per il club".
Quando ha capito che sarebbe rimasto?
"Dopo la gara in coppa Italia col Cittadella: ho fatto una grande partita e ho soltanto pensato a giocare quella successiva".
Avete già iniziato a parlare di rinnovo?
"Ancora no. Ora voglio pensare a queste dieci partite, poi vedremo".
Ma qual è il suo obiettivo?
"Io all’Inter sto bene, ho tanti amici, la mia famiglia è abituata all’idea di stare in Italia. Quindi, fosse per me, resterei all’Inter. Ma questo non dipende solo da me".
Come nasce la decisione di voler vestire la maglia dell’Italia?
"Qui voglio precisare una cosa: non sono stato io a propormi, ma ho risposto a una domanda ben precisa. Io lavoro in Italia, gioco per un club importante come l’Inter e, semmai avessi la possibilità di giocare in una Nazionale di livello mondiale, mi piacerebbe farlo".
D’accordo, ma se lei fosse Prandelli, Jonathan lo chiamerebbe?
"In questo momento sì. Il calcio si vive nel presente e devi chiamare i giocatori che stanno meglio".
Perché ha detto che vorrebbe giocare con Pirlo?
"Perché è il miglior giocatore in Italia. Quando ci ho giocato contro, abbiamo scambiato la maglia. Mi piace vederlo giocare: usa il destro e il sinistro con naturalezza e poi sta sempre a testa alta, esprime tranquillità. È straordinario".
Cosa manca a questa Inter per arrivare a competere con la Juventus?
"Ci manca soltanto tempo: loro è da un po’ che giocano insieme in quel modo, per noi è soltanto il primo anno. Quando impareremo a conoscerci ancor di più, ad avere più fiducia, inizieremo ad andare al loro ritmo".
Già, e la rinascita è partita proprio dalla sconfitta allo Stadium...
"Sì, ci siamo guardati in faccia e siamo stati tutti concordi sul fatto che una squadra che voleva stare in alto non poteva perdere in quel modo. Mazzarri è stato molto duro con noi, ma questo serve in certi momenti: non a caso, dalle partite successive, abbiamo alzato il livello di attenzione e i risultati si sono visti".
Zanetti potrebbe smettere. Che effetto fa?
"Lui è un’icona, è qui da una vita, ha vinto tutto quello che c’era da vincere ed è il nostro capitano. Starà a lui scegliere quale sarà il momento giusto per smettere. Sicuramente ci mancherà tanto".
Chi l’ha messa in difesa?
"Silvano, un allenatore delle giovanili al Cruzeiro. Avevo dodici anni e quella è stata la mia fortuna".
Il gol più bello?
"Quello segnato alla Fiorentina".
La partita?
"Ne ho fatte tante buone, diciamo quella di Verona".
Il sogno?
"Rimanere all’Inter per tanto tempo".
un Cuchu frizzantino :alesisi:
Citazione:
Prima cosa, Cambiasso: lei è qui dal 2004, ha giocato 307 volte in campionato e 423 in assoluto con la maglia dell'Inter, quindi potrà confermarci che il livello della serie A in dieci anni è crollato, no?
"Inutile girarci intorno: il livello del gioco lo fanno i giocatori. Ci possono essere anche gli allenatori più bravi del mondo ma la differenza è data da due cose su tutte: le qualità tecniche e la capacità di leggere il gioco, caratteristiche dei più bravi. Se ci sono meno campioni, il livello si abbassa per forza. Se non altro la serie A non perderà mai l'intensità agonistica, quella te la dà la gente perché qui conta solo vincere, del divertimento non frega niente a nessuno ed è una mentalità con cui conviviamo tutti i giorni, in Italia. Ci sarà un perché se Machiavelli è nato qui, no? Comunque i problemi economici dei club non sono un fatto nuovo, in fondo è da quando sto qui che esistono".
Ossia?
"Da quanto un club italiano non porta via a un importante club straniero il suo miglior elemento? Forse dai tempi di Ronaldo all'Inter, 1997. E tuttora la Juve non può pensare di prendere il numero uno del Real, mentre il Real può pensare tranquillamente a Pogba. E guardate che anche l'Inter del Triplete in fondo fu creata con giocatori che i grandi club non volevano più: il Real negli anni mollò me, Samuel e Sneijder; il Barcellona Eto'o; il Bayern Lucio... e lo stesso Milan prese i vari Ronaldinho e Robinho mollati da Barça e City... Per dire che certe dinamiche sono in atto da tempo, solo che adesso se ne parla perché non arrivano più i risultati. E badi bene, se mi sentissi straniero non mi permetterei di dire certe cose: le dico perché ormai mi sento italiano".
Ha più nostalgia dell'Italia quando va in Argentina o il contrario?
"Eh siamo lì".
Parliamo di sentimenti, dunque: in cosa è consistita l'unicità di Moratti per voi?
"Nel fatto che è difficile isolarlo dalla storia della sua famiglia e dell'Inter, non è solo Moratti ma tutto quello che c'è intorno a lui. E' un rapporto che si è creato negli anni, difficile spiegare perché sia stato unico. Lui ha sempre pensato che l'Inter fosse parte della sua famiglia. Prendete sua sorella Bedy: è stata tutti i giorni con noi per anni, in tutti i ritiri e in tutte le amichevoli, come una sorella che ci dava sostegno. E ho due immagini di Moratti incancellabili: una è qui alla Pinetina, una sua foto da adolescente col padre; l'altra è lui che veniva qui il sabato pomeriggio, durante la nostra rifinitura, e palleggiava con un nipotino... Ci ha resi tutti parte della sua famiglia, alla fine, il che ha aumentato le nostre responsabilità perché capivamo quanto ci tenesse".
Rimaniamo nel campo delle emozioni: dunque sta finendo anche il vostro ciclo?
"I cicli finiscono, è la vita, è naturale. Poi avverto in giro questa necessità di far smettere tutti quelli che hanno vinto tutto con l'Inter e vabbè...".
Dicono che sia per un contenimento dei costi.
"Quando leggo che l'Inter risparmierà coi nostri contratti cosa vuol dire, che il prossimo anno ci saranno 15 giocatori in rosa? Non rimpiazzano quelli che vanno via? Se vanno via in 8 ne devi prendere altri 8, no? A quel punto voglio vedere dove sta l'enorme risparmio. Vedo che tutti hanno questo problema di risparmiare, mah...".
Comunque lei per ora non ha sentito nessuno del club, conferma?
"Non ho parlato con nessuno della nuova proprietà, no. Ma non ho niente con nessun'altra società. Vivo giorno per giorno e aspetto. Ciò che mi fa felice è giocare al calcio e continuerò, questa è la certezza. Le risposte che ho dal mio corpo mi rassicurano. Quest'anno sono a quota 24 partite, ne ho giocate quasi sempre oltre 40 all'anno coppe comprese. Forse è per questo che c'è chi si è stancato di me, vedono la mia faccia tante volte. La gente associa le presenze all'età: pensano che io sia molto più vecchio di Pirlo o Xavi e non lo sono mica. Io ho 33 anni: faccia il giro negli altri campionati e vedrà che è pieno di miei coetanei. All'Inter ne abbiamo già preso uno di 32 anni (Vidic, ndr), con 15 titoli vinti a Manchester proprio come me... ".
Si configura il reato di pregiudizio sugli anziani, dunque?
"Anche sui giovani. E' un problema concettuale: non si riesce a capire che questo è un gioco e c'è chi lo gioca bene e chi male, ma questo non lo decide la carta di identità. Uno di 19 anni o di 33 non ti fanno perdere o vincere una partita a prescindere, sennò tutti manderebbero in campo giocatori di 28 anni. Poi l'età a un certo punto conta perché le partite si soffrono sempre, mica finiscono tutte al 40' sul 3-0 per te: se si giocassero senza soffrire Pirlo potrebbe continuare fino a 70 anni, ma purtroppo non è così".
Una delle polemiche su di lei è l'eterna amicizia con Zanetti, siete in simbiosi e a volte vi sovrappongono...
"E invece abbiamo sette anni, dico sette anni di differenza. Io non sono uguale a lui, siamo due persone diverse e io sono più giovane... Però è mio amico, che male c'è? Non scelgo i giocatori in base all'età, vuole che lo faccia con gli amici?".
Beh almeno quest'anno senza coppe lei si è riposato, le si è allungata la carriera...
"Macché. Ho sempre giocato le coppe e vorrei farlo ogni anno. E' molto più stancante arrivare ottavo o nono in classifica che giocare le coppe, creda a me. Mentre la cosa più appagante in assoluto non è la vittoria, che è effimera: giochi la finale, vinci la partita, alzi la coppa, festeggi e finisce lì. Il bello è il percorso, la strada per arrivarci: quello è il meglio, la cosa che ti appassiona e che ti fa vivere. Io ho avuto tutto questo, sono stato fortunato: mi manca solo un Mondiale ma sarei un ingrato se reclamassi".
Se l'Inter non le offrisse il prolungamento, lei potrebbe approdare in un altro club italiano?
"Per come sono fatto, sarebbe impossibile. Non riuscirei ad ascoltare una proposta di altri club, ma mica perché non li rispetto. Qualsiasi cosa accada nei prossimi mesi o anni, la mia storia più bella da calciatore, la mia storia d'amore, l'ho vissuta qua. Non potrei immaginarmi altrove, non vivrei mai altrove una storia simile. Non oso immaginarmi a sfidare l'Inter per lo scudetto, o addirittura in un derby... per carità".
Quanto fra cent'anni smetterà, farà l'allenatore?
"Non so, vedremo, di sicuro il calcio è la mia vita e ci rimarrò. Ho avuto tanti allenatori, da Menotti a Del Bosque a Mancini, Mourinho... Vorrei prendere qualcosa da tutti loro. In particolare Mancini, Mourinho e Leonardo, che qui fece un ottimo lavoro".
Ma Leonardo ancora non ha deciso se vuole fare il dirigente o l'allenatore, non dovrebbe sciogliere la riserva prima o poi?
"E perché? Nell'indecisione, come dice lei, nel frattempo ha allenato Milan e Inter, è stato direttore di tutto al Psg, e oggi che ha deciso di diventare allenatore magari avrà dieci club che lo vogliono. Lui è versatile e ha l'intelligenza per affrontare diversi ruoli: la vita è una, se la passione ti porta a fare dirigente o l'allenatore o tutti e due, come fanno in Inghilterra, perché negarsi il piacere?"
Arrivederci Cuchu, e non stia preoccupato eh...?
"Guardi, non sono proprio preoccupato di nulla e sa perché?". Il perché sta nella schermata del telefonino: una bambina di cinque anni e un maschietto di sei mesi, le teste vicine, sorridono furbetti. Tutti loro padre.
Minchia Jhonny, "Mazzarri mi ha insegnato a fare la diagonale nel modo giusto" , ma porca puttana :asd:
uno dà per scontato che nel massimo campionato certe cose basilari siano assodate
niente di più sbagliato :asd:
ma Nagatomo cos'ha? :fantacalcio:
^^ non giocherà :nono: :
Citazione:
Queste partite ravvicinate possono dire qualcosa in merito al rientro della squadra nella corsa alla Champions?
"Quando abbiamo avuto il calendario in discesa abbiamo trovato difficoltà, dobbiamo rispettare tutti e noi come mentalità dobbiamo lavorare su noi stessi perché se facciamo bene mettiamo in difficoltà tutti, anche squadre meno titolate, come a Verona. Alla fine, poi, tireremo le somme".
Si può dire che la mediana è il reparto che deve migliorare?
"In certe occasioni arriviamo in attacco con una certa facilità, poi dobbiamo scegliere la soluzione migliore. A volte facciamo tutto bene fino all'area e poi sbagliamo l'ultima scelta, come è successo anche a Verona. E' in questo che dobbiamo migliorare".
Segreto della solidità difensiva?
"L'organizzazione aiuta questo aspetto. La fase difensiva partecipa alla gara, tutti si allenano allo stesso modo e tutti sanno che bisogna proteggere anche i difensori".
Vincere domani per fare il salto di qualità?
"L'Atalanta è un avversario difficile per tanti. Sono praticamente salvi e si esprimono alla grande anche fuoricasa. Dobbiamo pensare a fare il massimo".
Moratti ha detto che, dando di più dall'inizio, il terzo posto sarebbe stato possibile. Condivide?
"Abbiamo lasciato punti per strada per una serie di motivi e poi abbiamo perso altri punti per sfortuna, con episodi che ci hanno penalizzato. Sì, c'è rammarico, ma in un'annata anomala il cammino è da considerarsi ottimo".
Può bastare una sola estate per colmare il gap con la Juventus?
"Manca ancora tanto alla fine, nel calcio ho capito che bisogna pensare al presente e ci vuole equilibrio nel giudizio. La fine di questa stagione sarà importantissima per l'anno prossimo".
La Juve ha avuto tanto tempo per diventare collaudata, è questa la differenza?
"Negli anni ho sempre cercato di dare un'identità precisa alla mia squadra. A volte ci si impiega di più ma, in generale, sono d'accordo con Cambiasso: in campo vanno i giocatori e la qualità, insieme ai valori, non si può scordare. Gli interpreti migliori sono i calciatori, più sono forti e più si arriva in alto".
Giacomelli non andò benissimo durante l'ultima gara a San Siro. Ci sarà pressione?
"Mi auguro di no, dico sempre quello che penso: gli arbitri devono concentrarsi sul loro operato senza guardare squadre e stadi".
FcIN chiede: Ranocchia ha trovato continuità, si è guadagnato la fiducia?
"Io guardo il campo e ora sarà, probabilmente, ancora titolare, chi scende in campo alla domenica e mi asseconda sarà confermato per la gara successiva. Tutti devono pensare alla squadra e vincere perché, facendo male, si potrebbe perdere il posto. Ci vuole competività".
FcIN chiede: Alvarez può essere impiegato anche più avanti per far rifiatare Palacio?
"Può essere, avere tanti giocatori importanti è molto utile, a volte si vince anche con i cambi e per me è fondamentale avere più soluzioni. Quando allenavo squadre meno importanti non avevo riserve all'altezza, mentre qui ho giocatori praticamente uguali e questo è perfetto per me".
Squadra che vince non si cambia, vale anche con tre gare ravvicinate?
"Ho sempre deciso io, faccio le mie considerazioni e in questo momento c'è molta competizione".
Ha sempre creduto in Jonathan?
"Anche a Napoli avevo pensato a lui, conoscevo le sue caratteristiche e gli mancava solamente qualcosa. Il mio gioco permette agli esterni di far bene, si è sentito tutelato e spero che continui così, dopo tutti questi elogi. Per fare bene dobbiamo trovare continuità".
La sera di Inter-Catania avrebbe pensato ad un 'cambio rotta' del genere?
"Anche contro il Catania abbiamo concesso pochissimo, però sapendo come arrivano qui a San Siro gli avversari che si chiudono ho sempre visto questo copione: tanto gioco, tante occasioni e nessun gol. Questo condiziona la gara, anche se al termine della partita ho pensato solo alla gara successiva".
La squadra sembra, in casa, che giochi in orizzontale. E' d'accordo?
"Non sono d'accordo, noi abbiamo un tipo di gioco che prevede di andare sugli esterni quando in mezzo siamo chiusi. Noi sfruttiamo l'ampiezza del campo. Andiamo sia in verticale sia usando una manovra avvolgente, dipende dall'avversario. Quando eravamo in alto arrivavamo spesso in area di rigore".
Napoli e Fiorentina fuori dalle Coppe, sfortuna?
"Non guardo gli altri, anche se poteva essere un vantaggio il fatto che continuassero, questo certo. Io, ripeto, non guardo la classifica perché concentrandoci solo su di noi abbiamo fatto bene e ci sono ancora 30 punti, vogliamo il massimo".
Guardando le partite giocate fino a questo momento e i punti conquistati, ci sono dei rammarichi per questa stagione?
"L'ho detto prima, abbiamo perso tanti punti ma ci sono annate particolari. Considerando tutto credo che la stagione sia ottima, ci mancano dai 4 ai 6 punti. Con questo bottino lo scenario poteva essere migliore. Rimando ogni discorso alla fine del campionato".
Le condizioni di Nagatomo.
"Ieri ha fatto il primo allenamento con la squadra, a Verona D'Ambrosio ha fatto bene ma spero di poterlo convocare".
Hernanes fondamentale?
"Per ora ha dimostrato con i fatti che la qualità ci deve essere, anche se non è ancora al massimo. Ci vuole la freddezza giusta al momento giusto, perché anche un calcio piazzato può cambiare la gara. La qualità è fondamentale, ti permette di sfruttare le occasioni, tanti giocatori in allenamento fanno i numeri, mentre in campo poi sbagliano. Questa è la differenza sostanziale".
L'Atalanta è quasi salva, si aspetta un avversario chiuso?
"Credo che se la possa giocare, ma anche noi dovremo fare in modo di limitarli. Penso che nel calcio sia importante l'avversario: nel caso in cui facessimo bene anche loro avrebbero difficoltà".
Come sta vivendo la squalifica Juan Jesus?
"E' un altro che mi ha sempre dato soddisfazione. Forza fisica pazzesca e poi è maturato tanto. Si allena meglio di prima, anche se non può giocare. Sta andando a mille e mette in difficoltà tutti, si allena alla grande".
Anche io ho notato subito la cosa della diagonale :asd:
Cazzo arrivi a 25 anni, 28 o quanti ne hai a questi livelli e non sai manco cosa è? Non è possibile su :rotfl:
Ma Cambiasso avvelenato nell'intervista? Ma che vuole :asd:
Mi pare (fisio)logico che un centrocampista a 33 venga considerato "vecchio" mentre un difensore può ancora funzionare. In mezzo si corre il doppio eh
Maddai su :asd: Con tutta la globalizzazione che c'è mi rifiuto di pensare che non la si sappia fare. Magari la si allena meno questo si.
Che poi mi viene in mente di quando Mourinho segò Cordoba proprio in un Atalanta - Inter se non sbaglio dicendo tipo "e che devo insegnare io a Cordoba la marcatura a 35 anni" o qualcosa del genere, grandissimo :asd:
approposito di Atalanta - Inter, domani si suca duro e forte come sempre contro i bergamaschi, sì ?
il genoa argina il parma, 1-1 :alesisi: questo vuol dire che noi si perde
:alesisi: Formazione Ufficiale :alesisi:
Handanovic
Campagnaro Ranocchia Rolando
Jonathan Guarin Cambiasso Hernanes D'Ambrosio
Palacio Icardi
oh su contropiede non segnamo MAI.
MAI.
icardi :facepalm: