DANNATA JUVE TI FAREMO VOLARE VIA
(EDITORIALE | 04/09/2007) - MINO FUCCILLO
Dannata Juventus. Nonostante schieri una difesa comica quanto isterica, in una partita sballottata qua e là da un arbitraggio a vento, grazie a Buffon (ma una delle tante palle che ha fermato l'ha presa forse dentro, oltre la linea), graziata soprattutto dagli avversari padroni del campo ma non del risultato, la dannata Juve porta via a pochi minuti dalla fine i tre punti da Cagliari. E così rovina, smonta quella che fino a quel momento era una classifica ideale e succulenta dopo la seconda giornata. Mentre ti scrivo, caro direttore, non è ancora finita tra Milan e Fiorentina, ma alla fine solo una delle due avrà potuto vincere ed eventualmente raggiungere così la Roma a quota sei. Voi che leggete lo sapete già: se si tratta del Milan, tutto regolare, far coppia con il Milan lassù ci sta. Se è toccato alla Fiorentina, meglio, saranno stati punti guadagnati sui rossoneri. Se è stato pareggio, meglio ancora. Ma stare lì insieme alla Juve, costretti a coabitare dalla fortuna e tigna bianconera, questo confesso mi dà un po' fastidio. A che mi serviva quella classifica che poteva essere e non è stata, che si è ingolfata per l'arrivo della Juve a quota sei? Non certo ad immaginare o a cullare classifiche stabili di cui ci sono, se ci sono, solo gli embrioni. Il campionato, lo sappiamo tutti ma tutti regolarmente ce lo dimentichiamo, è cosa lunga, complicata e tosta. Lo si è visto perfino nella mezz'ora in cui il Siena ci ha messo addosso un filo, solo un filo però puntuto, di ansia da pareggio. Mi serviva invece ad inaugurare il mese che si apre. Quella classifica che volevo, senza Juve e Inter a noi incollate già alla seconda curva, era come la bottiglia di champagne al varo di una nave. Un botto augurale al varo del mese calcistico luminoso e sgargiante con tutti colori dell'arcobaleno: la Reggina, la Dinamo Kiev, la Juventus, la Fiorentina, l'Inter e poi, appena settembre ha finito di finire, il Manchester a Manchester. Mi piaceva quella classifica come un auspicio, un presagio di un settembre giallorosso. Niente presagio, peccato.
Peccato davvero? Mi accorgo che mi ostino a pensare come una volta, come ieri. Mi rendo conto che faccio fatica a familiarizzare con una realtà nuova eppure evidente. Mi richiamo da solo: non c'è bisogno quest'anno di affidarsi ai segni, sempre incerti, del destino sempre capriccioso. Stavolta sai qual è la novità? Che ci si può affidare alla squadra, alla Roma in campo. Non è stata una passeggiata di salute quella con il Siena, ma è la seconda, anzi la terza partita che si vince dominando. I tre punti con il Siena ce li ha dati soprattutto Aquilani, ma con lui Doni. Bene così, abbiamo un portiere che è in forma talmente buona che anche la buona sorte si è invaghita di lui. La difesa non ha preso un gol anche se non è quella titolare, il centro campo cucina il miglior calcio, Totti e Giuly lo sfornano e lo recapitano dalle parti della rete avversaria. Punti deboli nel gioco e nella rosa non se ne vedono e i punti interrogativi sono solo relativi a quanto si può migliorare con l'utilizzo di quelli che adesso non giocano. Sarà un caso, ma abbiamo avuto anche uno dei non molti arbitraggi seri e professionali delle prime due giornate (tenere a mente quello di Ajroldi, quello che ha negato il mastodontico rigore all'Empoli, tenerlo a mente per quando gli interisti piangeranno per sviste ai loro danni). Insomma, tutto va bene e scusate se è poco. Per il "settembre giallorosso" non c'è bisogno di raccomandarsi ai santi del pallone lassù, basta raccomandarsi a noi stessi che il pallone lo giochiamo quaggiù: anche questo è champagne, anzi meglio: è del tipo che rende allegri e non ubriaca.
Perciò, dannata Juve, ci puoi stare anche tu avvinghiata lassù, con il caso che ti è amico e con la tua velenosa tenacia che ti sostiene. Sei dannata, dannatamente tosta e fastidiosa, ma, fino a che la Roma è tremenda, guasti la festa come una mosca che si posa sulla torta. Aspetta un po', avvicinati, ti veniamo vicino e tra venti giorni, se sarai ancora lì, con un gesto della mano ti faremo volar via.
Post scriptum: chi ha visto la partita tra Sampdoria e Lazio avrà potuto apprezzare e pesare l'impalpabile Caracciolo. Una delle "punte di peso" che qualche chiacchierone voleva portare a Roma per "dar peso" alla squadra. Grazie a Spalletti, Caracciolo non è venuto, pericolo scampato.
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