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Juve, Otamendi rappresenta il futuro: lo manda Diego
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Sul taccuino bianconero c'è il pupillo di Maradona. Sempre caldi Kjaer e Subotic. Costante il pressing sul danese, nel mirino anche di Liverpool, Milan e Manchester United. Baby d'oro: occhio a Azpilicueta
TORINO, 18 settembre - Il grande valzer del calciomercato ripartirà tra un paio di mesi, come spiega sotto Pierre Frelot, agente di Ma*rouane Chamakh. Al momen*to siamo agli inviti, nel senso che tutte le società si attivano per mettere a fuoco gli obietti*vi, parlano con agenti e infor*matori vari, spediscono i pro*pri 007 in giro per il mondo al fine di scovare talenti nuovi e verificare i progressi di quelli già noti. La Juve non fa ecce*zione, anzi. Lo scorso anno di questi tempi Biagio Galliva*none, uno degli uomini dello staff guidato da Renzo Casta*gnini, era distaccato costante*mente in Germania per le ulti*me verifiche sul conto di Diego, mentre il suo diretto superiore stava per partire al*la volta del Sud America dove lo attendeva una full immer*sion nel calcio argentino-brasi*liano. Al tempo la linea detta*ta dalla coppia Blanc-Secco era: «Cerchiamo qualità».
SOTTO ESAME - Dodici mesi dopo la qualità è stata trovata in Diego e reperita in misura minore, ma abbinata a una grande forza fisica, in Felipe Melo. E le parole d’ordine in casa Juve mutano spesso, per*ché la rosa consegnata a Ciro Ferrara è davvero competiti*va e migliorarla facile non sarà. Di sicuro in prospettiva qualcosa andrà fatto in difesa, dove a destra la coppia Zebi*na-Grygera è costantemente sotto esame, al pari di Martin Caceres( che la Juve può deci*dere di riscattare, ma a un prezzo che presuppone un’as*soluta fiducia nei confronti del soggetto, 11 milioni) e anche il reparto centrale se non altro per questioni anagrafiche (Fa*bio Cannavaro ha appena compiuto 36 anni, Nicola Le*grottaglie veleggia verso i 33) probabilmente necessiterà di ulteriori innesti.
IL RACCOMANDATO - Un altro giovane rampante il cui nome ricorre in molte relazio*ni recapitate in corso Galileo Ferraris è Nicolás Hernán Otamendi, ventunen*ne centrale del Velez Sarsfield con cui ha vinto il Clausura 2009. Centrale scattante, an*che se non altissimo (infatti in Argentina lo paragonano a Walter Samuel) Otamendi ha un mentore d’eccezione, Diego. Maradona, il quale lo ha fatto esordine in nazionale nello scorso maggio.
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«Juve su Chamakh? Per dicembre deciderà il futuro»
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Frelot, agente del giocatore: «Per lui è un onore. È vero, martedì ho incontrato i dirigenti bianconeri, parliamo di un club che è nei sogni di tutti. Ma le proposte al mio assistito ci sono. Sì, c'è l'Arsenal»
TORINO, 18 settembre - Mistero svelato. Nel senso che la missione torinese di Pierre Frelot, il più potente agen*te transalpino (tra i suoi assi*stiti, ereditati da Pape Diouf, figurano in ordine sparso Drogba, Gallas, Malouda, Govou, Gomis, ecc.) doveva ri*manere segreta nei pro*getti del diretto interessato e del*la dirigenza bianconera. Invece martedì scorso la presenza del ma*nager, tra gli altri, di Marouane Chamakh in corso Galileo Ferra*ris non è passata davvero inosser*vata. «Doveva ritirare i biglietti per Juve- Bordeaux» si sono pre*murati di far sapere dalla sede bianconera con un certo imbaraz*zo. Foglia di fico insufficiente a nascondere la verità. In tutta evi*denza i contatti per portare l’at*taccante del Bordeaux in bianconero ( i primi risalgono a inizio estate, come svelato da Tuttosport) proseguono, anche se la prestazio*ne del franco-marocchino martedì scorso è stata piuttosto modesta.
LE OPZIONI - Ma giudicare Chamakh sulla scor*ta di un solo match sarebbe inge*neroso, ache perché adottando lo stesso metro di giudizio più di un bianconero, in funzione di quel che si è visto martedì, risulterebbe bocciato. In realtà condizione con*trattuale (prossimo a svincolarsi), giovane età (25 anni) e soprattut*to le doti tecnico-atletiche fanno di Chamakh uno degli attaccanti più ambiti del panorama continenta*le. Frelot lo sa bene, infatti ci spie*ga subito: «Le opzioni per Maroua*ne sono davvero molte e tutte inte*ressanti, stiamo valutando quale sia la migliore per consentire a Chamakh di proseguire la sua ascesa».
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Cobolli Gigli: «Mourinho? Spero mangi altri calamari»
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Il presidente della Juve fa una battuta sull'allenatore dell'Inter che domenica aveva detto di aver preferito un pasto di pesce piuttosto che vedere in tv i bianconeri. Sugli infortuni: «Situazione diversa dal passato»
MILANO, 18 settembre - «Più che una Juve in emergenza, direi che sarà una Juve che farà il turn over». È questa la previsione del presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli in vista della gara casalinga con il Livorno. «Abbiamo una rosa sufficientemente larga per far giocare chi di solito non gioca - ha spiegato Cobolli Gigli al suo arrivo in Lega calcio - Sarà una partita difficile perchè il Livorno gioca bene, ma sabato sera si deve vincere».
LA BATTUTA E GLI INFORTUNI - Chissà se questa volta José Mourinho vedrà la partita della Juventus fino al 90' anzichè spegnere la tv per mangiare calamari, come ha raccontato di aver fatto domenica scorsa dopo il gol annullato alla Lazio: «Io gli auguro di mangiare i calamari che sono ottimi», ha risposto il numero uno bianconero che però è più interessato alle condizioni fisiche dei suoi giocatori. «Melo e Tiago sono affaticati, Cannavaro starà fermo 15 giorni per infortunio. Non c'è preoccupazione - ha spiegato Cobolli Gigli -. A me non va di fare i confronti con l'anno scorso quando c'era un altro tecnico, un sistema di allenamento e medico diversi, ma la maggior parte dei traumi sono traumi da gioco e non muscolari».
COL BORDEAUX - È un problema l'ItalJuve?: «Certo che i giocatori che giocano in Nazionale, e non solo in quella italiana visto che ci sono anche Melo e Tiago, sono più affaticati. Ma - ha sottolineato il presidente juventino - sono i rischi del mestiere che si corrono quando si hanno i grandi campioni». Parlando della sfida di Champions con il Bordeaux, Cobolli Gigli ha osservato che «è venuto fuori il carattere della Juventus. Il Bordeaux è un'ottima squadra, noi abbiamo fatto un bel gol con Iaquinta, mentre il gol del pari era in fuorigioco. Sono il primo della Juve a dirlo: non è una giustificazione ma va anche considerato».