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rifarò una storia nuova da zero, più curata da luglio
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rifarò una storia nuova da zero, più curata da luglio
Voglio ricominciare da capo tutta la mia storia,il filone vecchio mi ha rotto.
Spoiler:
6\12\2013
Ogni giorno che passa piango.
Penso al sangue che schizza sulla panchina e piango.
Ieri ho afferrato la USP e me la sono messa in bocca,ero determinato,ma Dio non ha voluto,quel fottuto Dio non mi ha lasciato nemmeno un misero proiettile calibro .45,non mi ha lasciato fuggire da questo mondo!
Io sto impazzendo,ogni giorno che passa i ricordi assumono forme più reali,le formichine nella piazza diventano bambini,mi sembra di riconoscerli uno ad uno,mi sembra di potergli parlare.
Trascorro 5 minuti in compagnia di quel leggero e festoso brusio e poi odo quel lampo di morte,preceduto da un dolce tuono di allegria.
Ma ora basta,devo trovare il modo di eliminare dalla mia mente queste immagini,devo trovare il modo di concentrarmi sulla mia sopravvivenza,per salvare questa vecchia pellaccia da quattro soldi.
Mi sono calmato.
Sono passati 4 giorni dalla spedizione del gruppo,non so se e quando torneranno,per non parlare del come arriveranno.
Ho perso la voglia di andare avanti,nonstante queste parole sembrino dire il contrario io vivo per rivedere in quell'allucinazione mio figlio e mia moglie,io vivo per soffrire vedendo mia moglie morire,vivo per soffrire osservando tutto il mio universo che crolla in un istante,ma non posso fare nulla.
In quel terribile attimo c'è una scintilla che mi porta a desiderare di guardare,guardare ciò che è successo,sapere perchè è successo,forse è per questo che tiro avanti.
L'ultima volta che ho sognato l'accaduto sembrava tutto più vivido,più reale,sentivo di poter fare qualcosa quella volta,ma putroppo il mio vecchio corpo era incalanato nei binari del sogno,ogni tentativo di cambiarne il corso svaniva in una nuvola di assurdità che solo una mente malata poteva architettare.
7\12\2013
Sto pensando a ciò che mi è successo.
I miei ricordi,la mia vita, iniziano nel momento in cui ho perso la vita,quindi io sto vivendo in qualcosa che non esiste,sto vivendo sulla mia morte,dovevo morire anch'io quel giorno,la morte di mia moglie non mi ha ucciso,e allora tutte quelle cazzate sdolcinate sull'indissolubilità dell'amore cosa sono? Vane parole lasciate in eredità al vento che le porta lontano,di sicuro a noi comuni mortali non servono,no.
Proprio no.
Se fossero vere ora io dovrei essere morto!
Ecco.
Igor.
Mia moglie vive in lui,ma lui non vive per mia moglie.
Vorrei riavere lei,piuttosto che avere mio figlio,preferirei poter riascoltarel a sua dolce voce piuttosto che dover dividere il mio cibo con mio figlio. Putroppo la verità è che non sono io suo padre,non sono io il suo tutore.
La Zona l'ha cresciuto come un figlio,l'ha reso arido come il suo terreno e truce come la follia che vi alberga. Dietro quei capelli biondi e i lineamenti dolci si nasconde un essere più infimo della morte,la quintessenza dello Stalker,la quintessenza del male,un uomo opportunista.
Scommetto che lui non esiterebbe a voltarmi le spalle oppure a pugnalarmi dietro le stesse,non esiterebbe a guardare il mio cadavere con disprezzo e a profanarlo.
Prima delle allucinazioni sognai che al mio funerale mi svegliavo nella bara ancora aperta,mio figlio stava scavando la fossa,e stranamente non c'era nessun altro,il terreno era solo terra,niente tombe,solo una sconfinata landa di arida terra.
Mi alzavo dalla tomba e urlavo a mio figlio che ero vivo,allora lui mi guaradava con la coda dell'occhio,afferrava la pala e me la dava sulla fronte con dolcezza,gesto incomprenisbile,allora io cadevo nel sonno più profondo e sentivo la terra coprirmi il volto,diventare parte di me. E mio figlio rideva,udivo chiaramente le risate,come se stesse giacendo accanto a me in quella tomba,ma che trovasse divertente venire sepolto.All'improvviso le risate diventavano risate di un bambino,la tomba si apriva e mi trovavo sul mio balcone,con la sigaretta che illuminava debolmente il davanzale colpito dai raggi del morente sole. E in piazza c'era mia moglie,che rideva. Che non tratteneva le risate e rovesciava la testa all'indietro.
Allora non so perchè ma ridevo anche io.
Lui è un mostro.
Io sono un mostro.
Sono un mostro,la mia vita è cambiata.
Si,la mia vita è cambiata.
nono, non credo xD era per quello che te l'ho chiesto, mai sentito :asd: bella l'idea di qualche creatura nuova, mette curiosità xD
Bel diario Black Deagle :sisi: molto piacevole da leggere
Concordo, molto scorrevole come lettura :D
8\12\2013
Ieri quei perfetti sconosciuti che il senso di sopravvivenza mi fa chiamare compagni sono tronati dal raid,ne mancavano 2,poca cosa.
Hanno portato 6-7 reperti e qualche caricatore extra.
Mio figlio era tra di loro,entrò dalla porta e mi lanciò un occhiata con quei suoi occhi azzurri così penetranti,io risposi allo sguardo e lo sostenni per 4-5 secondi,poi una forza superiore mi spinse ad abbassare gli occhi e a concentrarmi sul panino al salame che le mie mani tremanti reggevano.
Ci sedemmo tutti intorno al fuoco,io mi allontanai e andai nella vuota stanza a fianco.
C'era un balcone,fortunatamente dava sul retro della viuzza in cui il palazzo era situato.
Vidi un branco di cani che si spostava verso nord,trascinandosi dietro un cadavere. Oramai le strategie di caccia di questi animali erano radicalmente cambiate,Prijpat era diventato un centro di raccolta per tutti gli abomini post-nucleari presenti in questi 35 km quadrati di inferno.
La Zona,un assaggio di inferno.
Sorrisi pensando al titolo che avevo assegnato a quella disperazione,si la mia disperazione aveva ufficialmente un titolo,ora era il momento di stappare lo champagne e ubriacarsi all'onore delle mie grandi idee!
La disperazione mi colse.
Tornai nella stanza affollata e mi sedetti dietro,tirai fuori la fisarmonica e cominciai una lenta,agonizzante sinfonia di dolore.
uhm, mi sa che la zona ha un'area un pelo più vasta :rotolul:
Io sapevo 35 km quadrati, poi non so :asd:
Meglio concentrarsi sulla storia no? che te ne pare? è solo un abbozzo
9\12\2013
Le ultime ceneri del festoso ritorno del gruppo si sono disperse in poco più di un ora,poi abbiamo preso i sacchi a pelo e ci siamo addormentati.
Sono rimasto a pensare per oltre un'ora prima di prendere il diario.
Igor si trova all'altro capo della stanza,ben lontano dal mio repellente involucro che chiamo corpo,appena abbiamo preso i sacchi si è avvicinato al muro opposto e mi ha guardato.
Ho abbassato come al solito lo sguardo e mi sono messo vicino all'entrata della porta,così se qualcuno fosse entrato l'avrei sentito.
Ci spaventiamo che qualcuno possa entrare.
Sarebbe un sollievo per me sapere che qualcuno entra da quella porta,sapere che un aggressore sta per tirare fuori l'AK e trucidare questi 8 uomini,lasciando come ultimi bagliori di vita gli spasmi agonizzanti di persone immorali.
Togliere la vita per ripulire lo sporco dell'esistenza che trascorriamo.
Ho pensato ad Anatoliya naturalmente.
Ho immaginato di ritrovarla una mattina,affacciandomi al balcone e osservando la piazza che sul calare del giorno era illuminata dal moribondo sole,affacciandomi e vedendo la risata incontrollabile di mia moglie che si rovescia all'indietro,e di vedere l'innocenza di mio figlio sull'altalena,che guarda la madre senza capire girando bruscamente il collo,facendo svolazzare la bionda giovine chioma.
Sa che è morta.
Lui lo sapeva,glielo leggo negli occhi ogni volta che guardo oltre quella risata strozzata,gli leggo negli occhi la consapevolezza della morte,poi si gira verso di me,mi guarda e sembra dirmi "Papà,mamma è morta,ora devi rendertene conto tu,io lo so già" e giù con il sorriso assurdo di un bambino che è sbagliato.
Lui è sbagliato perchè la Zona è sbagliata,perchè quel proiettile non doveva trapassare 10 cm di ossa,tessuto,muscoli,cervello e tutto il resto!
Buonanotte.
domenica posto il capitolo 1 e forse anche il 2
qualche problema di tempistica, sono molto pieno di impegni ultimamente, putroppo i capitoli 1 e 2 sono slittati a data da definire
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rifarò una storia nuova da zero, più curata da luglio
bumpity bump. ragà, son rimasto solo? coraggio, non voglio essere l'unico rimasto a scrivere
Magari pure io continuo,anzi riparto da zero e cerco stimoli
Facciamo ricominciare questo magnifico circolo letterario!
Prima ho visto il sole.
Non ho mai visto nulla che rappresentasse meglio il concetto di agonizzante.
Nulla.
Nemmeno 2 anni come infermiere in Gabon mi hanno saputo dare questo concetto. E dubito che i cani agli angoli della strada che si azzannano per un po' di gelatina fangosa possano eguagliare il vigore di quest'immagine.
Mi ricordo che 3 anni fa insieme a mia figlia stavo facendo un pic-nic al lago,circondato da bimbi e mamme indaffarate nella preparazione del pasto. Dio se faceva caldo! le fronde del nostro albero non gettavano nemmeno l'ombra necessaria a rallentare le piccole gemme di sudore sulla nostra pelle! passarono lente le ore,e al tramonto quell'immensa palla luminosa decise di baciare l'orizzonte. Poco prima della calata i raggi passarono attraverso i rami cadenti andando ad illuminarci in pieno.
Sentimi dicevano,assaggiami sulla tua pelle,io domani ci sarò di nuovo.
Qul calore,quella forza,quella voglia di vivere nonstante le canoniche 12 ore di sopravvivenza,tutto ciò ti dava l'impressione che la grande palla fosse una pulsante sfera di forza e amore,un'incredibile fonte di sorrisi e chiusura di palpebre.
E questo relitto,questo fantasma che popola le nuove 2 ore di luce cos'è? alberga silente tra le nuvole e porta timidamente il blasone di un'antica forza,è una pallida presenza di un'entità superiore che ha deciso di lasciarci in balia del buio.
Questi raggi mi lasciano in viso il freddo,mi danno brividi,mi fanno scendere lacrime solitarie sul volto.
Mi fanno sentire come un bambino punito dal padre e chiuso nel ripostiglio,o magari nel sottoscala,circondato da scatolame e palazzi in macerie.
So che le mie preghiere non apriranno la porta.
Mio padre è un tipo burbero di questi tempi.
Ma allora non sono l'unico a farsi seghe mentali dopo aver giocato un paio d'ore :rotolul:
Sicuramente contribuirò a mantenere in piedi questo topic.
Salve, sono uno dei nuovi iscritti a questo forum, nonostante sia un fan di s.t.a.l.k.e.r. dal 2007! Peccato che questo topic si sia interrotto dopo parecchio tempo, mi avete allietato parecchie sere prima di andare a letto! Ora provo abuttare giu due righe di un diario personale, ma ancora non ho ispirazioni... :pippotto:
sarebbe bello ricominciare, venivano fuori storie carine :asd:
Salve, io ho provato a scrivere un "diario" (più che un diario, il mio è un memorando). spero che vi piaccia questa premessa.
MEMORIE DELLO S.T.A.L.K.E.R. DETTO “LO SBARBATO”
Premessa:
“Caro diario”, così mi hanno insegnato a scuola quando dovevo scrivere un diario delle mie vacanze estive. Ovviamente io non inizierò così, prima perché non sono più un marmocchio, poi perché quello che sto scrivendo non è un vero e proprio diario, ma una specie di memoriale. Si perché, personalmente, ho sempre ritenuto i diari come una specie di necrologi giornalieri. Però mi hanno detto che per non impazzire nella zona, bisogna tenere la mente impegnata e distaccata di tutto lo schifo che ci circonda e per far ciò, ci sono 2 soluzioni semplici ed efficaci: vodka o scrivere. Per i primi anni ho optato per la prima soluzione, ma ora ho deciso di cambiare … Parzialmente! Sono sei anni ormai che abito in questo dannato posto, la famosa “ZONA”. Sei anni di avventure e di incontri ravvicinati con la morte, scampati per un non so chi o un non so cosa. Se esiste un Dio, questo ha deciso di proteggermi, anche se io, sinceramente, ho perso le speranze di una sua esistenza da parecchio tempo, ormai. Sono uno degli ultimi figli dell’epoca sovietica (di Dytyatky, per la precisione) che ha conosciuto, anche se vagamente dato che ero un bambino, la tragedia di Chernobyl. Si può dire che, per un malefico scherzo del destino, il mio rapporto con la zona dura da parecchi anni e sembra che non abbia avuto alcuna intenzione di smettere (per mia fortuna o, sfortuna, non saprei). Da bambino non ho conosciuto molto l’affetto dei miei genitori, perché entrambi lavoravano come operai in una fabbrica statale e quindi vivevo a casa dei miei nonni. Mia nonna, grandissima lavoratrice di casa, mi portava sempre con se nei campi, dopo la scuola, della fattoria collettiva del nostro paesino di mille anime e io la aiutavo tantissimo e mi divertivo anche un sacco. Mio nonno, invece, era un eroe di guerra. Aveva combattuto nell’armata rossa per la liberazione dell’ucraina dai tedeschi e, per colpa di una granata, perse una gamba divenendo così un invalido. invalidità che gli permise di ottenere il congedo, la medaglia di “eroe dell’Unione Sovietica” e un sussidio statale, che non era molto, ma con lo stipendio dei miei genitori si riusciva a vivere decentemente. Erano periodi felici. Mio nonno giocava molto con me, mentre mia nonna lo sgridava perché invece di farmi studiare, giocava con me e mi insegnava diversi trucchi che utilizzava da bambino. Erano davvero dei bei tempi ed ero felice e spensierato. Così crebbi sempre con i miei nonni e i miei genitori che di tanto in tanto, cercavano di dimostrarmi il loro affetto, ma con scarsi risultati. Al tempo della prima esplosione, ricordo soltanto che io mi trovavo nel letto e che ad un certo punto sentii un forte boato, come se un tuono fosse caduto a pochi metri di distanza. Mia madre si affaccio dalla finestra, ma non riuscì a capire cosa fosse successo, anche perché era buio pesto. Il giorno dopo si seppe da alcune persone che venivano da pripyat che la notte precedente la centrale nucleare aveva avuto un incidente con un conseguente incendio, ma che le autorità dissero loro di stare tranquilli perché non c’era alcun pericolo (che ingannevoli figli di puttana) e che tutto si sarebbe risolto. Dopo tre giorni, però, giunse un comunicato da Kiev dove tutte le persone che vivevano nel raggio di 30 Km dalla città di Pripyat sarebbero state evacuate. Ci dissero di lasciare tutto e di prendere giusto quello che potevamo prendere e di salire sui bus che ci avevano mandato e ci mandarono a Kiev. Con l’esplosione della centrale e il trasferimento a Kiev, cominciarono i miei guai. Si perché a scuola venivo deriso come un mutante, mia nonna e mia madre ebbero il cancro che se le portò via nel giro di un anno entrambe, mentre mio nonno perse il suo sussidio e mio padre perse il lavoro, entrambi causati dal collasso dell’Unione Sovietica. Vivemmo di stenti e io cominciai la mia piccola carriera criminale. Furti e rapine erano il mio forte, fino a quando non venni arrestato. Appena mi riportarono a casa, mio padre mi cacciò di casa e visto che, secondo lui, ormai sapevo cavarmela, era meglio che vivevo per i fatti miei. Furono 5 anni davvero particolari per la mia sopravvivenza e per il mio cinismo. Forse è grazie a questi se ora sono ancora vivo in questo schifo. Fatto sta che in questi 5 anni sono stato arrestato più volete e per diversi periodi sono rimasto in galera. In galera conobbi un ragazzo, Yuri. Questi era stato arrestato per aver tentato di rapinare una banca. Eravamo compagni di cella e facemmo amicizia in poco tempo. Lui mi raccontava dei sui guai di gioventù, mentre io gli raccontavo della mia spensieratezza e venivo deriso da lui per questo. Ma i nostri discorsi non si fermavano al passato, guardavano al futuro specie quello prossimo, dato che da li ad un anno saremmo stati scarcerati entrambi con solo un mese di differenza. Siccome me Yuri, ne io volevamo tornare alla vecchia vita, cercavamo di trovare delle soluzioni alternative. Un giorno mi si avvicina mentre mangiavo il mio pranzo e, nel sedersi, disse che aveva delle buone notizie per noi. Disse che parlando durante l’ora d’aria con alcuni galeotti, aveva scoperto un modo semplice per fare soldi senza avere troppe noie e che era anche un posto vicino alla mia vecchia casa. La mia prima casa! Appena sentii le parole “vicino alla mia vecchia casa”, ho smesso di mangiare e guardavo Yuri con aria perplessa ed incredula, pensando di aver capito male, invece non era così. Mi disse che l’anno prima ci fu una seconda esplosione alla centrale di Chernobyl e che questa aveva provocato una trasformazione dell’area circostante. Yuri mi raccontò che in quest’area s’erano formati degli strani fenomeni ribattezzati “anomalie” e che nelle vicinanze di queste vi erano i nostri affari: dei cosiddetti “manufatti” che c’avrebbero fruttato un sacco di soldi perché gli scienziati li cercavano per poterli studiare. C’era un unico problema: entrare nella zona; si perché l’esercito piantonava tutti gli ingressi alla zona con dei check-point per evitare che la gente vi si addentrasse. Già, perché pare che qualcuno ci avesse preceduto nell’idea e che questi avventurieri erano chiamati “S.T.A.L.K.E.R.”. Fu li che mi venne il dubbio e chiesi a Yuri come avessero fatto loro ad entrare, mi disse che non lo sapeva e che si sarebbe informato. Il giorno dopo tornò di nuovo all’ora di pranzo e mi disse che aveva delle novità. C’era un modo per poter evitare i check-point: alcuni camion a servizio dell’esercito, andavano in giro nella zona per raccattare i cadaveri degli stalker morti e portarli fuori dalla zona per poterli bruciare. Per entrare bastava dare una somma all’autista e l’ingresso era assicurato. Senza pensarci due volte, dissi a Yuri che sarei partito con lui, una volta uscito di qui. Gli dissi anche di trovare la somma per pagare il camion ad entrambi, dato che lui sarebbe uscito un mese prima di me e che gli avrei ripagato questo debito con i ricavi dei reperti che avremmo trovato. Entrambi sognavamo ad occhi aperti la possibilità di riuscire a guadagnare delle belle somme di denaro, in modo da sistemarci a vita e magari avremmo conosciuto qualche bella ragazza. Ah i sogni! Come sono belli. Senza i sogni l’uomo non riuscirebbe nei sui intendi, ma alle volte l’uomo sogna talmente tanto che questo prende il sopravvento nella sua mente e appena egli si riprende e capisce di non poterlo mai realizzare, si sente come se un treno lo stesse investendo, distruggendo tutto il suo castello di sabbia e riducendolo ad un vegetale incapace di reagire. I mesi passarono e Yuri uscì dal carcere prima di me, dicendomi di tenere duro giusto per un mese. Io presi in parola quello che mi disse e i giorni passarono veloci. Per tenermi occupato facevo esercizi fisici e leggevo; leggevo specialmente libri scientifici e mi appassionai in particolar modo alla chimica. Anche se leggevo giusto per tenermi impegnato, imparai molte cose.
Ciao Zona Maniaci... come ve la passate? oggi avevo nulla da fare... e son venuto a farmi un giro in quello che, dentro di me, considero ancora oggi il mio 3D preferito!
Un saluto a tutti!
Buona caccia Stalker!
quando, scorrendo il menu principale ho letto "ultimo messaggio: marco m. in diario di uno stalker" ho detto "OOOMMMMMIIIOOOODDDIOOOOO!!!!!\\\11111!!"
e speravo avessi ricominciato a scrivere.
invece meh
mah... era un saluto... ingordo!
Però devo ammettere che oggi mi son messo lì a rileggere qualche riga scritta... e le dita fremevano... non si sa mai... certo, dovrei prima rinfrescarmi la zona... sia mai che reinstallo il tutto e mi ci rificco per un po' nella zona! :)
Ehi ci sono anche io che di tanto in tanto passo a dare un sbirciatina;) sono contento che qualche volenteroso abbia continuato a scrivere...
e devo dire che anche io vedendo marco ho avuto un sussulto, bei tempi!
Dai ragazzi rimettiamo su questo topic:alesisi: che era così bello e poteva considerarsi il fiore all'occhiello dei nostri topic su S.T.A.L.K.E.R.
A distanza di 10 anni, c'è ancora qualcuno che legge?
Oggi mi è tornato in mente S.T.A.L.K.E.R. e il fatto che avessi lasciato il Diario incompleto : )Ho fatto fatica a trovarlo da Google :)
Mi sono riletto i capitoli....beh, devo dire che mi ha gasato un sacco :)
Siete ancora attivi?