I nove giorni di Ferrara, Bayern decisivo
http://www.lastampa.it/sport/cmssezi...ferrara10g.jpgL'espressione preoccupata di Ciro Ferrara
Ciro si gioca tutto in Champions
E i tifosi contestano
MASSIMILIANO NEROZZI
INVIATO A CAGLIARI
Erano dentro lo stesso cinema, il Sant’Elia di Cagliari, ma allenatore e giocatori della Juve devono aver visto film diversi, dalla recensione che ne hanno poi fatto. Sempre di pellicola horror si tratta, nel primo tempo una delle peggiori, ma fa la sua differenza.
Ferrara dice che «la sconfitta è immeritata» e poi cita un rigore non dato su Amauri («Non c’è neppure bisogno di rivederlo»). Per altri «questo è un momento di crisi» (Cannavaro), e se anche rigore fosse, ed era, «abbiamo giocato male, corriamo male e quello che proviamo in allenamento in partita non ci riesce» (Marchisio). La gente sembra pensarla come la squadra, senza risparmiarle per questo la contestazione: ieri una cinquantina di tifosi hanno accolta la truppa a Caselle con toni non proprio concilianti.
Parola a Ciro, allora: «Sono arrabbiato perché questa è una sconfitta che non meritavamo, come invece non avevo detto dopo quelle di Palermo o di Bordeaux. Qui - spiega il tecnico - abbiamo fatto di tutto per pareggiarla, e in alcune occasioni non siamo stati bravi davanti alla porta, in altre sono stati bravi i loro difensori e il loro portiere. In un’altra occasione, né i miei giocatori né quelli del Cagliari hanno responsabilità». Appena uscito dal prato, era stato anche più diretto, sullo spintone ad Amauri, in area: «L’episodio non è dubbio, ma fin troppo chiaro e questi a casa mia sono rigori. Sono 19 partite, in circa sette mesi, che non ci danno un rigore, magari ce ne daranno uno, pure un po’ dubbio, la prossima volta. Ma oggi andiamo a casa con una sconfitta immeritata».
Significa che una sterzatina alla partita l’arbitro l’ha data. In linea di massima, però, assolve la squadra da qualsiasi accusa, come invece non aveva fatto altre volte: «Ai ragazzi non mi sento di rimproverare più di tanto». Neppure nel resoconto più ottimista, però, possono sparire i difetti: «Abbiamo creato poco davanti e abbiamo avuto difficoltà, perché i giocatori deputati alla fase offensiva non riuscivano a trovare profondità. Non riuscivamo a chiudere con gli esterni».
Ricorda fotogrammi diversi, invece, Fabio Cannavaro che ha coraggio e cicatrici per presentarsi in conferenza stampa nonostante la giornataccia, sua e della squadra: «Non siamo riusciti a fare quanto la società e i tifosi si aspettavano - attacca - e questa sconfitta brucia». Polemiche azzerate sull’arbitro: «Ci sono stati degli episodi, ma li lascio guardare agli altri». A preoccuparlo è altro: «Ci manca la traquillità per fare certe cose e dovremmo imporre di più la nostra manovra. E poi non riusciamo a trovare la continuità di gioco e di risultati».
Pensierosi parevano pure gli antichi samurai, come disse Lapo ai tempi della B, Buffon e Del Piero, che a lungo hanno parlottato a bordo del pullman. «Non dobbiamo abbassare la testa - la linea di Cannavaro - andiamo avanti e cerchiamo di superare questo momento di crisi». Per farlo, non si dovrà uscire con le ossa rotte dagli incroci con Inter, sabato sera, e Bayern Monaco, il martedì successivo, vitale per la Champions. «Lì ci giochiamo tutto - avverte Marchisio, al rientro da titolare dopo l’operazione al menisco - sono già le due partite più importanti della stagione. Abbiamo un problema di testa e non siamo tranquilli».
Toccherà a Ciro ridarla, altrimenti s’affaccerebbero ipotesi di sfiducia, pur complicata, visto il piano per il rimpatrio di Marcello Lippi, come direttore tecnico. Sfogliando la lista degli allenatori disponibili, cosa che il club bianconero non ha ancora fatto, l’unico con curriculum e capacità disponibile sarebbe
Roberto Mancini. Uno che potrebbe pure accettare la sfida, ma che il popolo bianconero bolla ancora come Nemico, ai tempi della casata interista. Davvero un altro film, per adesso.