E perchè, io?
:asd3:
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Comunque propongo buko moderatore, la deriva destrorsa di questo forum non mi piace pe' gniente!
:snob:
Yaaaai! Sanity! What do we need it for!!?
Una norma «devastante» e che penalizza la donazione di sangue: così Sergio Casartelli, presidente onorario dell'Avis di Milano, definisce le misure anti-fannulloni della legge 112 voluta un anno fa dal ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta.
Secondo la legge 112, i lavoratori del settore pubblico che donano il sangue non hanno più diritto alla retribuzione aggiuntiva, legata alla contrattazione integrativa. «È una norma devastante - dice Casartelli - perché mette nel cittadino non la cultura del sociale e dell'aiuto alla persona, ma la cultura del fregarsene. Il cittadino sa solo che gli tolgono dei soldi. Ci hanno promesso che avrebbero cambiato la norma, eppure non l'hanno fatto: è un anno che aspettiamo».
Secondo il presidente Avis, l'azienda dei trasporti milanesi Atm avrebbe già recepito nel suo contratto, alcune settimane fa, norme che si adeguano a questa legge: «Il ministro Brunetta ha ormai lanciato l'esempio, ha fatto "cultura" equiparando la donazione di sangue con l'assenteismo. Credo debba essere dato un segnale - conclude Casartelli - perché non entri nella testa delle persone che viene penalizzato il volontariato che serve a salvare una vita. Le aziende non lo mettano nel loro contratto, e tutte le Regioni si associno, affinché contrastino questa logica nella Conferenza Stato-Regioni».
voi che dite?
L'avevo già sentita, ma lì ancora pensavano che Brunetta avrebbe cambiato idea.
Corriamo tutti in libreria :asd:
Spoiler:
clem clem!
:asd:
Visto che siamo in tema di libri:
:DCitazione:
ANTEPRIMA DOPO LA RINUNCIA A GUIDARE IL PD, IL LEADER SCOPRE «MALINCONIA», «SERENITÀ» E UN «PRESENTE CHE NON GLI PIACE»
«Noi», un romanzo oltre la politica
Veltroni torna alla narrativa: quattro storie fra il ’43 e il 2025
Noi. Si intitola così il nuovo romanzo di Walter Veltroni. Un libro lungo — fra le 350 e le 450 pagine —, ma scritto di getto, nei mesi seguiti alle di missioni dalla segreteria del Partito de mocratico. «Ero nelle condizioni ideali per scrivere, e non solo perché finalmen te avevo il tempo e il respiro necessari— confida Veltroni —. Era il mio stato d’ani mo, a metà tra la malinconia e la serenità, a darmi la cifra psicologica giusta. Per questo penso che questo romanzo sia la cosa più bella che abbia mai scritto in vita mia».
Come ogni libro di Veltroni, è destina to a suscitare molte lodi e qualche ironia. Anche Noi, come i precedenti Senza Pa tricio (70 mila copie) e La scoperta dell’al ba (300 mila, tradotto in sette lingue), uscirà — da Rizzoli — in una data incon sueta, a fine agosto. La trama è ancora se greta, ma qualche anticipazione filtra. Il romanzo sarà scandito in quattro capito li, ambientati in quattro anni diversi. Ognuno ha per protagonista un bambi no, o meglio un ragazzino tra gli undici e i sedici anni.
Il primo capitolo è ambientato nel 1943: il bombardamento di San Lorenzo, il 25 luglio, l’8 set*tembre, la depor tazione degli ebrei dal ghetto di Roma. Il secon do, nel 1963: l’an no del primo cen*trosinistra, della morte di papa Giovanni, dell’as sassinio di John Kennedy. Il terzo, nel 1980: strage di Bologna, Ustica, l’assas sino di Walter Tobagi, lo scandalo del cal cioscommesse, la marcia dei quarantami la a Torino, il terremoto dell’Irpinia, l’ele zione di Reagan e la morte di Lennon. Il quarto, nel futuro, e precisamente nel 2025. Lui lo spiega così: «Ho scelto un fu turo prossimo, non da fantascienza. Né il 1984 orwelliano, né il 1997 «Fuga da New York». Non il futuro catastrofista pensato talora a sinistra, ma neppure quello asetti co caro a un pensiero acritico, per cui le cose non hanno significato in sé, basta che accadano. Ho cercato di immaginare come sarà l’Italia tra sedici anni».
Migliore? «Non lo so. Questo dipende dall’interpretazione del lettore».
«La storia fa da scenario. È la storia a influenzare le vite dei protagonisti, non il contrario. Noi non è un romanzo politi co, non in senso stretto. Ma per me ha un forte significato etico — racconta Veltro ni —. Ci sono i miei valori, le mie emozio ni. E tanti personaggi, ognuno con i suoi dubbi, la sua storia. Scriverlo è stata un’esperienza molto bella. Ora che l’ho fi nito, è come se mi mancasse».
Nel 1943 Veltroni non era ancora nato, ma l’anno segna anche la vicenda della sua famiglia: il nonno materno, «un uo mo grande e forte, tanto che dicevano po tesse spezzare un elenco telefonico con le mani», viene arrestato dai nazisti e porta to in via Tasso: morirà più tardi per le con seguenze delle torture. La delazione era venuta dalla pasticceria sotto casa, che Jo vanka, la madre di Veltroni, gli impedirà di frequentare «perché quei signori lì hanno tradito il nonno». Nel 1963, Veltroni aveva otto anni. «Ma il bambino del secondo capitolo non so no io. Non necessariamente. C’è qualche elemento autobiografico, sparso qua e là».
Berlusconi c’è ancora nel 2025? «Nel mio nuovo romanzo, il presente non c’è. Ho scelto così, sia per evitare il sospetto che volessi parlare furbescamente del no stro tempo, sia perché il nostro tempo non mi piace. È un tempo che dura appe na ventiquattr’ore. La politica è concentra ta sulle dichiarazioni di un giorno per l’al tro. La società è bulimica e nevrotica, bru cia tutto così in fretta che il mese scorso ci pare lontano mille miliardi di anni».
Il titolo, spiega Veltroni, indica la ne cessità di «ricostruire il senso di una mis sione collettiva. La vita non è mai una questione individuale: senza gli altri, sen za le dimensione comunitaria, qualsiasi esistenza si sfarina. Insieme all’io, ci sia mo noi. Così come dobbiamo ricostruire il senso della memoria. Per questo ho scritto un romanzo sulla grande storia na zionale, sull’identità di un Paese addolora to, sfortunato, e però straordinario, che vorrei ritrovare».
Da qui, l’idea di «saltare il presente e gettare uno sguardo sul futuro. Perché tra il terzo e il quarto capitolo passano quasi cinquant’anni. Certo, c’è qualcosa e qualcuno che lega tra loro i quattro ragaz zini, le quattro epoche storiche, le quat tro Italie. Ma lo scoprirete solo leggendo il libro…».
20 giugno 2009
Tra i due, comprerei quello di Veltroni.
Non vedo l'ora di perdermelo [cit.] :caffe:
spiega, tu che non sei giovane.
Era il jingle pubblicitario della Clementoni, detto con voce e tono fastidioso :asd:
Io me lo ricordo benissimo!!
Questo vuol dire che non sono più gggiovane??? :sad:
Quell'invito del premier a Patrizia
"Vai ad aspettarmi nel letto grande"
http://www.repubblica.it/2009/06/sez...ia-bonini.html
Odddìììììooooo muoio!!!!
:rotfl:
Ma ieri a Cinisello? :uhoh:
Cappuccino?
Brioche?
Bensvegliato :asd:
http://tv.repubblica.it/copertina/co...ni/34132?video
Ecco la differenza tra i comuni mortali e Silvio: loro vanno a puttane, lui a ESCORT!
:lol:
E' la tua macchina, Sparatrap?
Ah no, la escort... la ford escort... ah era una battuta :)
Sparatrap, sei andato a raccogliere funghi vicino alle fabbriche chimiche?