Citazione:
Forse l’opera più cupa ed oscura che ho letto tra quelle di Dostoevskij, questo I demoni mi ha lasciato, una volta terminato, un senso di disagio, un senso di malinconia interiore acuito probabilmente anche dalle ultime pagine e da un epilogo in puro stile dostoevskijano. Non è completamente azzardato considerare questo romanzo come il seguito spirituale di Delitto e Castigo, questo perché nuovamente abbiamo un giovane della buona borghesia russa che, tediato forse dalla vita troppo tranquilla e semplice, si lascia sedurre dal demonio o comunque è fortemente dedito ad atteggiamenti licenziosi e poco edificanti. Quindi il paragone tra Raskol’Nikov e Nikolaj Stavrogin non è, a mio avviso, azzardato, ma anzi trova forse, in più momenti, valide ragioni per essere considerato.
In primo luogo però I demoni è un’opera politica, nel senso che cova dentro di sé il seme della rivoluzione, della discordia, del dissidio giovanile per dimostrare, tramite atti che non lesinerei a definire terroristici a tutti gli effetti, che è possibile aizzare la folla, svegliare le masse “dormienti” contro il potere. Tuttavia Dostoevskij mostra il lato brutale della rivoluzione, quello ricco di sotterfugi, di macchinazioni, di complotti, ma anche quello più oscuro e sanguinoso, perché non esiste lotta politica senza spargimenti di sangue.
Due sono le personalità che spiccano: uno è, come già citato prima, Nikolaj Stavrogin, l’altro è Piotr Stepanovic. Il primo è la mente oscura che sta dietro tutto il complesso meccanismo ordito dall’autore. Sempre ai margini del romanzo, latita spesso, mai protagonista in prima persona, eppure alla fine la figura che rimane più impressa è proprio la sua, quella del ragno tessitore (qualcuno si ricorda di Varys?), quello che non si sporca mai le mani in prima persona e che non rischia apparentemente nulla. Il secondo invece è colui il quale esegue il cosiddetto lavoro sporco, che si occupa di reclutare personale ma soprattutto istiga ed aizza gli animi e le persone, portandole a compiere gesti scellerati.
Bisogna comunque aggiungere che I demoni non è un romanzo semplice. E’ un grande gioco ad incastri, sovente ci sono solo dei rimandi a situazioni chiarificate successivamente (penso al discorso tra Stavrogin e Sciatov sulla moglie che verrà chiarito solo nel finale) e comunque Dostoevskij, con questa sua opera, ha mantenuto un alone di mistero, di verità dette e non dette che contribuisce a lasciare un po’ smarriti in alcuni momenti. Non nego che più di una volta ho creduto di aver ben trovato il senso finale del libro, ma invece ero fuori strada. Solo nell’appendice finale e nella conclusione si avranno chiari tutti i punti. I personaggi sono molti e spesso ci si domanda se veramente necessari o forse solo delle mere comparse senza troppo significato. In realtà tutti sono funzionali al grosso progetto di Dostoevskij, anche se probabilmente Stepan Trofimovic è quello che mi ha lasciato più perplessità di tutti. Forse egli rappresenta l’ultimo grande intellettuale, quella figura che Dostoevskij ammira in maniera incondizionata a differenza della nuova gioventù nichilista russa, che condanna senza appello.
Io sono dell’idea che Dostoevskij sia uno dei più grandi (se non il) scrittore di tutti i tempi. Senza di lui, a mio avviso, non ci sarebbe stata grossa parte della letteratura moderna che deve molto a questo autore per il modo in cui ha saputo mettere per iscritto le paure, i tormenti, i veri e propri demoni dell’uomo, il senso di solitudine che prova nel vasto mondo ed il senso di impotenza di fronte a Dio. Questo I demoni rimane per me una lettura imprescindibile per tutti; necessita di due prerequisiti: aver letto buona parte della produzione dell’autore russo (almeno Delitto e Castigo, i Karamazov e forse anche l’Idiota) e, cosa forse più importante, aver ben presente che, se si vuole cimentarsi nella lettura, si andrà incontro ad un’opera complessa, importante e molto ma molto cupa. Le soddisfazioni che si ricaveranno dalla lettura (ma soprattutto dal bellissimo finale) saranno però enormi.
Libro splendido!
Inutile dire che gli ho dato 5 stelle :caffe: e che la tirata ne è valsa la pena :sisi: