Non è una villa. E' una MacMansion.
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Nafta e Ttip, le sigle che "consegnano" l'Europa agli Usa
Robi Ronza
lunedì 22 dicembre 2014
C'è qualcosa di drammatico, se non di tragico, nella crescente divaricazione fra ciò che conta davvero e ciò di cui giornali e telegiornali soprattutto si occupano. Oggi in sede europea è questo in particolare il caso dei negoziati in corso in vista di un accordo transatlantico di libero scambio Usa-Ue. Non ne parla nessuno benché l'importanza cruciale della posta in gioco sia evidente: gli Stati Uniti e l'Unione Europea rappresentano nel loro insieme circa la metà del prodotto interno lordo e circa un terzo del commercio estero del mondo. Il prospettato accordo si estenderebbe poi quasi automaticamente alle aree di libero scambio cui le due parti rispettivamente già partecipano ossia il North American Free Trade Agreement (Nafta) e l'Associazione europea di libero scambio, Efta.Nel luglio 2013 la Commissione Europea ha cominciato zitta zitta a trattare con Washington appunto i termini di un "Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti" (Transatlantic Trade and Investment Partnership, Ttip). Obiettivo: integrare i due mercati, ridurre i dazi doganali nonché rimuovere in molti settori le barriere non tariffarie, ossia le differenze in quanto a regolamenti tecnici, procedure di omologazione, norme sanitarie e fitosanitarie. Si creerebbero così le condizioni da un lato per un libero scambio delle merci, e dall'altro per un più facile accesso ai rispettivi mercati finanziario, dei servizi e degli appalti pubblici. I negoziati, che sono rimasti per un certo tempo sospesi, dovrebbero riprendere il prossimo 2 febbraio.E' evidente quanto la posta in gioco sia di enorme importanza da un punto di vista non solo economico ma anche politico. Non si fatica a capire che dall'eventuale accordo e dai suoi specifici contenuti dipende molto del benessere e della libertà non solo dei popoli direttamente coinvolti ma del mondo intero. Se da una parte ogni allargamento dei mercati non può in linea di principio che venire visto con favore, dall'altra però, in questo caso, sono numerosi e gravi gli elementi che inducono a una grande cautela.In primo luogo va considerata la gravitazione "atlantica", ovvero nordamericana, alla base del progetto. Gli Stati Uniti sono una realtà integrata dal punto di vista sia politico che economico, mentre lo stesso non si può certo dire dell'Unione Europea. Benché dunque quest'ultima costituisca oggi un mercato più ampio e con maggiori prospettive di sviluppo di quello nordamericano, la sua attuale ben minore forza politica la destina nella prospettata area di libero scambio al ruolo più del vagone che della locomotiva. L'Europa di oggi deve invece tenere conto di dove si trova: ovvero là dove l'Occidente s'incontra con l'Asia e con l'Africa, quindi nel principale crocevia della vicenda umana. Non può dunque permettersi, né le conviene voltare le spalle alla Russia, al Mediterraneo e al Levante. Nemmeno tuttavia può e deve voltare le spalle agli Stati Uniti. Occorre piuttosto che riassuma pienamente il ruolo cui la storia e la geografia la destinano. In tale prospettiva l'Accordo transatlantico che si prospetta diventa accettabile solo nella misura in cui non è minimamente orientato alla costruzione di una fortezza "atlantica". Se ciò fosse, diventerebbero indirette e remote quelle cruciali relazioni euro-asiatiche e afro-europee che per natura sono dirette e prossime.Accanto all'urgenza cui abbiamo sin qui accennato ce n'è poi un'altra altrettanto importante. Anzi più importante ancora poiché attiene al tema della libertà. Nel nostro tempo — ricordiamolo ancora una volta — la libertà e la democrazia subiscono la pressione di spinte neo-autoritarie. Queste vengono da una parte da influenti élites intellettuali tese a imporre il nichilismo e il relativismo come pensiero unico, e dall'altra da giganteschi gruppi industriali-finanziari transnazionali tesi ad assumere a proprio vantaggio anche il ruolo di supremi regolatori dei mercati. Le prime sono considerate di "sinistra" e le seconde di "destra", ma nella sostanza giocano tutte quante nel medesimo senso: ovvero nel senso dell'asservimento e dell'alienazione.
A tale proposito l'esperienza già consolidata della tecnocrazia oggi al potere nell'Unione Europea dimostra che — nella misura in cui sfuggono a un forte controllo democratico — i mercati comuni tendono anche a divenire un grande cavallo di Troia a servizio di quelle spinte neo-autoritarie di cui si diceva. Il principale e tipico grimaldello di tale sviluppo è qualcosa di apparentemente insospettabile: l'abbattimento delle "barriere non tariffarie". In assenza di controllo politico, e prima ancora di vigilanza culturale e sociale, in nome dell'abbattimento delle barriere non tariffarie si può fare di tutto aggirando competenze, sovranità, legittime specificità culturali, principi di diritto, valori civili condivisi e consolidati. Nel caso particolare del Ttip, si ventila una possibilità illimitata di ricorsi ad arbitrati internazionali in conflitti fra soggetti privati e Stati membri. Ciò è molto pericoloso: per questa via infatti le grandi lobbies e i grandi gruppi industriali-finanziari transnazionali potrebbero trasformarsi in fonti di diritto spurie, ma irrefrenabili nei più diversi campi. Non solo in quello economico ma anche in altri a prima vista lontani dal commercio internazionale: dal diritto di famiglia alla sanità, alla scuola, alla libertà d'impresa, all'ambiente e così via. Ce n'è insomma abbastanza per non lasciare questa faccenda alle sole attenzioni dei proverbiali "addetti ai lavori".
Qualcuno, con l'ausilio di parole semplici e disegni per bambini, spiega in una decina di righe cosa comportano gli accordi di cui sopra? :look:
la parte evidenziata in rosso non è sufficiente? :look:
comunque st'ultimo articolo è tutto abbastanza semplice e riassuntivo. :look:
Citazione:
Nel nostro tempo — ricordiamolo ancora una volta — la libertà e la democrazia subiscono la pressione di spinte neo-autoritarie. Queste vengono da una parte da influenti élites intellettuali tese a imporre il nichilismo e il relativismo come pensiero unico, e dall'altra da giganteschi gruppi industriali-finanziari transnazionali tesi ad assumere a proprio vantaggio anche il ruolo di supremi regolatori dei mercati. Le prime sono considerate di "sinistra" e le seconde di "destra", ma nella sostanza giocano tutte quante nel medesimo senso: ovvero nel senso dell'asservimento e dell'alienazione.
A tale proposito l'esperienza già consolidata della tecnocrazia oggi al potere nell'Unione Europea dimostra che — nella misura in cui sfuggono a un forte controllo democratico — i mercati comuni tendono anche a divenire un grande cavallo di Troia a servizio di quelle spinte neo-autoritarie di cui si diceva.
manca solo il FATE GIRARE
la roba sull'arbitrato come fonte di diritto poi è puro delirio :asd:
this ^^ la roba scritta in rossa sembra scritta da marx featuring vendola
una zona di libero scambio tra usa e ue. i mercantilisti sono ovviamente isterici per le emorroidi infiammate.
l'unica perplessità è intorno a come sarà inquadrata e gestita la questione delle barriere non tariffarie, ma è una roba che capita costantemente quando si negozia un accordo simile.
Comportano che l accordo creera miliardi di indotto.
La nostra classe dirigente rubera qualche milione qua e la e l'italia in quanto stato non guadagnera nulla ma verra depauperata di ricchezza e vantaggi competitivi poiche non in grado di attingere alla sua fetta di ricchezza creata dall accordo a causa della massima concentrazione dei nostri rappresentanti sulla ruberia di cui sopra
Piu o meno credo sia andata cosi anche dopo la prima guerra mondiale....
Uhm il libero scambio sarebbe anche interessante, ma c'è qualche dettaglio di massima di come verrà regolamentato? E, sempre in parole terra terra, per quale motivo gli States dovrebbero dominarci romperci il culo guadagnarci alle nostre spalle ecc da quest'apertura? :look:
perché l'europa è divisa e debole perché ha un'unione monetaria ma non una politica e ripeterebbe la stessa situazione ma in grande dei piigs deboli vs tedeschia forte che ci fa la bua e ci percula anche.
uno degli elementi che rendono meno competitiva l'ue vs usa è il dover mantenere il welfare e peggio ancora una burocrazia ipertrofica e stratificata che va dai municipi, province, regioni, stati per arrivare infine alle inette istituzioni europee.
l'egemonia tedesca non è data tanto dal rapporto di libero scambio, che è quello che si verrebbe a creare col ttip, quanto dalle istituzioni politiche dell'unione che vanno a restringere gli spazi di sovranità dei singoli stati (nel bene e nel male).
e comunque a livello di government spending se l'unione viaggia intorno al 50% del gdp, gli USA sborsano un bel 41%. la differenza è che noi ci paghiamo le pensioni, loro le armi :asd:
Esempio estremo dell' inculata with Vaselina del TTIP: (roba che sta gia' succedendo in UK)
- serve un nuovo ospedale a Milano
- Lo stato ha talmente tanti debiti che non vuole buttare 1miliardo di Euro nell' investimento
- Privati Italiani partecipano alla gara d'appalto per capex e funzionamento
- Azienda Americana partecipa e vince l' appalto
- Costi di realizzo diventano il 200% del preventivo (figuriamoci in Italia...)
- Azienda americana fa causa allo stato italiano e ottiene tutta la differenza piu' interessi.
- Ospedale mai realizzato
- Azienda americana fa causa allo stato italiano per mancati introiti per 30 anni, inclusi farmaci et cetera.
E via dicendo.
Ah, e alla fine del termine di operazione dell' ospedale - diciamo i 30 anni - TUTTO il costo diventa a carico dello stato.
http://www.theguardian.com/society/2...tehall.schools
in pratica se firmiamo ci impicchiamo da soli.
tranquillo che firmeranno per noi, ed alle peggiori condizioni, ci diranno che è per il nostro bene e dopo staremo tutti meglio... e i referendum fanno male.
http://www.panorama.it/wp-content/up...de-324x230.jpg
mi sembra una forzatura.
Redigi una regolamentazione per gli appalti che ti pari il culo, come la solidità finanziaria di chi partecipa alle gare ovvero la suddivisione dei lavori al fine di avere un maggiore controllo ed una migliore supervisione dello stato degli stessi.
Se poi chi dovrebbe fare le norme è colluso, allora il problema direi che non è l'accordo commerciale.
Se a mangiare è Buzzi o McBuzzi non mi cambia molto sinceramente.
Si ma capisci che stiamo parlando di altro? Non stiamo parlando più dell'accordo ma della forza corruttiva o di "esercitare pressioni" di soggetti stranieri.
Sinceramente, visto quello che è successo negli ultimi tempi (ma anche prima eh), non mi sembra che in Italia serva chissà quale grande potenza per metterlo in culo sia alla PA che al contribuente italiano.
Mi sembra il solito discorso fatto anche con le grandi opere
siccome in italia c'è la corruzione allora non si può fare nulla perchè c'è chi ci mangia sopra.
No, le due situazioni sono molto diverse.
Al momento, se un'azienda italiana vuole fare causa allo Stato (o altro Ente pubblico) si ciuccia la sua bella trafila giudiziaria che dura millanta anni (di solito sono cause civili quindi tanti auguri) con costi proibitivi ed esito quanto meno incerto.
A TTIP approvato nella forma attuale, cioe' comprensivo di ISDS (i famosi "tribunali" internazionali che di fatto bypasserebbero il sistema giudiziario nazionale) alla multinazionale amerregana di turno basterebbe farsi amici i membri dell'apposito panel coi soliti sistemi collaudati ed il gioco sarebbe fatto.
Non sono per nulla d'accordo. Mi sembra che ci stiamo ripetendo o forse non hai colto quanto intendevo.
L'assunto "siccome c'è il rischio corruttela allora non si fa niente" non mi piace. Il tuo discorso ha ad oggetto non l'accordo, ma il "rischio" corruzione o di indebite forme di pressione.
Restiamo all'Italia. Perchè l'azienda disonesta o il Carminati di turno dovrebbero fare cause allo stato? Non mi pare abbiano bisogno di fare giri del genere. Ho aperto un giornale una settimana fa e leggevo di 4 marinai che rubavano gasolio. Scrivevano che era utilizzato da una nave che in realtà era affondata l'anno prima :asd: . Il livello attuale Italiano è questo
Non c'è bisogno di usare "i sistemi collaudati" per agganciare i tribunali, perchè il legislatore italiano nonchè qualunque amministratore è li bello pronto col tagliandino in mano. Non serve la megasupermultinazionale per oliare il sistema, perchè come sanno anche i muri, basta allungare una stecca direttamente all'amministratore/funzionario di turno.
Perchè mai dovrei corrompere un tribunale quando posso influenzare direttamente l'attività legislativa? Viviamo in un paese dove, ogni 2-3 mesi, salta fuori uno scandalo di corruzione con tanto di appalti cuciti su misura per gli amici.
Poi, sul primato della giustizia italiana su un eventuale arbitrato internazionale ci piazzerei un "Boh" grande quanto una casa. La Magistratura Italiana, purtroppo, ha visto, e vede tutt'ora, la presenza di persone poco oneste. Non è raro che beneficiari delle famose stecche siano proprio i togati
Quindi? Che si fa?
1. Si va avanti cercando di ottimizzare il sistema
2. Suicidio di massa perchè non c'è speranza
buon pranzo.
Il sistema ideale e' non avere privati (non averne pochi, non averli solo in certi settori, intendo proprio non averli tout court) nei servizi essenziali/strategici/monopoli naturali, che andrebbero gestiti in esclusiva da Enti di diritto pubblico, che non sono ne' Spa controllate da Enti pubblici, ne' societa' "miste", ne' partecipate, ne' fondazioni, ne' cooperative.
Ci sarebbe comunque gente che ruberebbe sugli appalti per le forniture e consimili?
Certo, come c'e' sempre stata e sempre ci sara', in Italia come altrove (vedi link precedente), la differenza e' che col sistema 100% pubblico intanto l'ospedale lo fai (magari te ne scappa anche qualcuno di troppo, ma quella e' un'altra storia :asd: ) e la gente la curi (e non tiratemi fuori la malasanita', anche quella non e' certo un'esclusiva italiana) spendendo pro-capite meno che nei sistemi altamente privatizzati (perche' gli amici libberisti sono sempre e comunque lautamente finanziati dallo Stato anche se in modo indiretto), e senza schifezze indegne come le prestazioni sanitarie a pagamento in ospedali pubblici che sono, di fatto, migliori di quelle non a pagamento non fosse altro che per i tempi piu' ridotti.
quindi prima ti lamenti della burocrazia (o forse non eri tu, non ricordo. Se non sei tu, pardon) e poi la vorresti aumentare? E i costi?
Certo.
A quando la formula Beneduce?
50 anni di economia industriale buttati nel cesso.
Certo poi ti svegli tutto sudato e scopri che le prestazioni sanitarie sono scarse, hai il numero chiuso e quindi sono contingentate.Citazione:
Certo, come c'e' sempre stata e sempre ci sara', in Italia come altrove (vedi link precedente), la differenza e' che col sistema 100% pubblico intanto l'ospedale lo fai (magari te ne scappa anche qualcuno di troppo, ma quella e' un'altra storia :asd: ) e la gente la curi (e non tiratemi fuori la malasanita', anche quella non e' certo un'esclusiva italiana) spendendo pro-capite meno che nei sistemi altamente privatizzati (perche' gli amici libberisti sono sempre e comunque lautamente finanziati dallo Stato anche se in modo indiretto), e senza schifezze indegne come le prestazioni sanitarie a pagamento in ospedali pubblici che sono, di fatto, migliori di quelle non a pagamento non fosse altro che per i tempi piu' ridotti.
Spendi pro-capite meno in parte perchè c'è tantissimo nero nel privato (io nella mia vita, ospedali a parte, non ho mai visto un medico staccarmi la ricevuta), la qualità non è certo al livello dei paesi benchmark con sanità privata basata sulle assicurazioni, anche solo per i tempi di attesa.
In USA anche con l'assicurazione più scarsa stai male lunedì, entro un paio di settimane hai la diagnosi. In Italia stai male lunedì, se ti va bene la diagnosi arriva dopo 3 mesi.
Questo poi senza considerare che in USA hai un pil PPA 2,5 volte quello italiano, nella spesa sanitaria rientra anche molta medicina estetica, bene tipicamente di lusso. Con più reddito la gente si cura di più, quindi ha poco senso.
Non tiratemi fuori la vita media perchè è una statistica del cazzo, tipica distorsione da variabile omessa.
vabbé, ora non passiamo da un estremo all'altro: http://www.***************.it/forum/...rika-FUCK-YEAH
tra la completa nazionalizzazione dei servizi sanitari e l'elogio ad un sistema demenziale e costosissimo come quello americano ci sono delle ragionevoli vie di mezzo. se fosse ben implementata, la concorrenzialità pubblico-privato della riforma bindi non sarebbe affatto da buttare. certo, fino a che i deficit sanitari delle regioni li pagherà pantalone non risolveremo una sega.
con quelle cifre il nostro PIL esplode, poi la gente finisce sotto i ponti, ma il PIl esplode facciamo come ridere un + 10 % per almeno un paio di trimestri...poi finiamo come la repubblica centraficana...
Vabbè insomma alla mia domanda le risposte sono state o lacunose o mere supposizioni (anche forzate) o beppegrillate :asd: per carità, liberi di dire "noi l'avevamo detto" quando lo prenderemo in culo dagli States, ma ora come ora mi sembra si sia parlato del nulla.
sto leggendo un po' di roba dell'EU su sto ttip http://ec.europa.eu/trade/policy/in-...en.htm#summary
qua http://trade.ec.europa.eu/doclib/doc...doc_152462.pdf , pag 2, "Hormone-treated beef is not allowed in the EU, for example, and the planned trade agreement will not change that." per cui non sembra che dal punto di vista alimentare ci dovremmo beccare la merda USA.
più che dal punto di vista dei prodotti, è il mercato dei servizi (credo) che sarà fortemente influenzato, "I negoziati TTIP mireranno all'apertura di entrambi i mercati per i servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici. Potranno anche contribuire a norme comuni sul commercio a livello globale." che è qua http://ec.europa.eu/trade/policy/in-...p/index_it.htm
giusto un paio di parole sulla sanitò anche i'o
è vero che come percentuale del pil spendiamo meno di molti altri.
non è vero purtroppo che la nostra sanità sia fra quelle di riferimento. Lessi un indice in cui risultavamo 15esimi in europa... non credevate cosi in basso vero?
Naturalmente paesi scandinavi in testa francia quinta germania solo decima e la spagna l'unica sul nostro livello dei grandi paesi europei
Peraltro oggi il ticket arriva a coprire anche due terzi delle prestazioni erogate. Quindi la sanità non è così free come vogliamo far credere.
Fare gl iesami di rito per accertamenti legati ad un problema in italia viene a costare i suoi buoni 500-600 euro di ticket, per prestazioni da 900-1000.
Detto questo, gli USA effettivamente hanno altri problemi legati alla sanità che pesano sulla efficienza (che è effettivamente bassa)
Ma esempi positivi ce ne sono, prendiamo la svizzera ad esempio.
600 euro di ticket per degli accertamenti in Italia? :chebotta: Ma nemmeno se fai mille scintigrafie consumando tutto il Tecnezio estratto nel mese dai.
600 euro? :uhm: forse se hai l'isee di teon... :asd:
Avra un isee alto...
si ma con 600 euro ti paghi più di metà di una seduta di radioterapia, ora non ricordo ma manco una pet arriva a costare tanto. di sicuro è una cifra fuori dal mondo per il costo medio di un ticket
Boh, io di solito pago poco, anche se constato che 50 euro a visita almeno mi partono e ho un isee bassissimo.
io ne ho spesi 650 per una degenza in stanza singola, equipe operatoria, anestesia totale, intervento chirurgico, follow-up postoperatorio.
ma in clinica privata :lol:
avevo pure l'infermierina vent'enne tutta per me a rasarmi lo scroto.
ma lasciamo dinofly alle sue appendicectomie da 45k dollari in day-ospital
Ma qualcuno mi sa spiegare come è possibile che anche certi parti superano i 200.000 dollari (http://gogetfunding.com/project/dax-...-of-new-york)? Pagano i medici a peso d'oro? Le aziende produttrici di macchinari li vendono tempestati di diamanti? Oppure i dirigenti delle aziende ospedaliere sono multi-milionari?