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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Ieri sera ho preso la Metro Linea 1 all'una di notte... Ottima questa cosa di poter utilizzare metropolitana e funicolare centrale fino alle 2.
Citazione:
Originariamente Scritto da
Coma White
Dopo la Circumvesuviana, MCNE, adesso anche la Cumana è temporaneamente morta!
Adesso mancano Circumflegrea e Linea 2 e possiamo scordarci i trasporti regionali!
Se pensavo a quanto fosse diversa la situazione anche solo quattro anni fa...
Ma c'è una strategia? Io spero che Vetrella e compari stiano semplicemente facendo tabula rasa prima di riaggiustare le cose.
Intanto, se posso dirlo, la Circumflegrea ha migliorato di molto la regolarità delle sue corse negli ultimi mesi.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Ieri ho visto un servizio di Striscia sulle principali Metropolitane di Milano, Roma e Napoli.
Sarà che a Napoli hanno fatto alcune ore di ripresa nella fermata Università, ma in diverse ore di registrazione non hanno beccato nessuno a fare il furbo senza biglietto. Mentre a Milano e Roma ne hanno beccati molti, alcuni si infilavano nel tornello assieme ad una persona col biglietto, altri saltavano direttamente, mentre con i varchi a porte si infilano famiglie intere oppure entrano nei varchi per carrozzine!
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Citazione:
Originariamente Scritto da
Emack
Ieri sera ho preso la Metro Linea 1 all'una di notte... Ottima questa cosa di poter utilizzare metropolitana e funicolare centrale fino alle 2.
Se pensavo a quanto fosse diversa la situazione anche solo quattro anni fa...
Ma c'è una strategia? Io spero che Vetrella e compari stiano semplicemente facendo tabula rasa prima di riaggiustare le cose.
Intanto, se posso dirlo, la Circumflegrea ha migliorato di molto la regolarità delle sue corse negli ultimi mesi.
Si, quella di privatizzare il trasporto pubblico di propria competenza :sisi:
Certo se l'anno venturo questa banda di lestofanti verrà riconfermata, potranno completare l'opera.
L'unico ente che sta cercando di fare qualcosa per incrementare il tpl è il Comune e l'estensione degli orari di metro e funicolare lo dimostra.
Adesso stanno cercando di conformare all'orario notturno della metro pure i parcheggi di interscambio, per permettere di sfruttare la linea 1 anche ai residenti della provincia.
Il problema non è nemmeno economico, ma solo frutti di lunghe trattative sindacali.
Per dire, per riuscire a strappare l'accordo sull'estensione dell'orario di linea 1 e funicolari, il Comune ha dovuto trattare per quasi un anno e mezzo. :chebotta:
Citazione:
Originariamente Scritto da
SaTaN SHaRK
Ieri ho visto un servizio di Striscia sulle principali Metropolitane di Milano, Roma e Napoli.
Sarà che a Napoli hanno fatto alcune ore di ripresa nella fermata Università, ma in diverse ore di registrazione non hanno beccato nessuno a fare il furbo senza biglietto. Mentre a Milano e Roma ne hanno beccati molti, alcuni si infilavano nel tornello assieme ad una persona col biglietto, altri saltavano direttamente, mentre con i varchi a porte si infilano famiglie intere oppure entrano nei varchi per carrozzine!
Bè, ma lì dove i tornelli e presidi funzionano, la gente il biglietto lo fa.
Vedi invece il caso della linea 2, tornelli assenti (o non funzionanti) e l'evasione è a livelli pazzeschi.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
o magari erano tutti napoletani emigrati a roma o a milano :asd:
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Il rapporto del SISDE sull’emergenza rifiuti Campania
La direttrice Nord/Sud – A differenza del documento dell’AISI questo del SISDE, guidato all’epoca dal generale Mario Mori già al vertice dei Ros dei Carabinieri e rinviato a giudizio a Palermo nel processo per la cosiddetta “trattativa Stato-Mafia“, sembra essere più meticoloso. Innanzitutto, nel documento si precisa che il SISDE ha cominciato ad occuparsi del “settore rifiuti” nel nostro paese dal 1994, cominciando praticamente da zero l’attività di intelligence che viene definita l’avvio di “un cammino in un ambito inesplorato“. E’ opportuno ricordare come già alla fine degli anni ottanta il nostro paese si era ritrovato al centro di traffici internazionali di rifiuti. Nel 1988 la nave Zanoobia arrivò al largo di Carrara con un carico di rifiuti tossico nocivi e con l’equipaggio avvelenato. La Zanoobia fu allontanata dalle coste italiane ma non si seppe mai dove concluse il suo viaggio tossico. Così come è del 1990 lo spiaggiamento della nave cargo Jolly Rosso sulle coste calabresi con il suo carico di rifiuti speciali. Nonostante il ritardo però, gli 007 del tempo, sembrano avere ben chiare le idee, sia sui rischi ambientali prodotti dallo “smaltimento illecito di rifiuti industriali”, sia sulle rotte dei rifiuti. “L’allocazione dell’illecito è concentrato nel Meridione, fatto che evidenzia una direttrice Nord-Sud del traffico avente come obiettivo primario il trasporto degli speciali e dei pericolosi in luoghi non abilitato al loro smaltimento” si legge nelle carte del SISDE. Già undici anni fa dunque, ai servizi segreti era assolutamente chiaro cosa stesse avvenendo nelle campagne meridionali, dove venivano sotterrati rifiuti speciali provenienti dal Nord Italia. Per i servizi, anche le modalità di intermediazione tra aziende e crimine organizzato, che oggi tutti conosciamo, erano ben note: “il produttore disonesto di rifiuti entra in contatto con società denominate commerciali che richiede un prezzo del 30%-50% inferiore a quello medio del mercato” si legge nel dossier. È questo il sistema che alimenta ancora oggi i roghi nella terra dei fuochi con aziende senza scrupoli che cedono gli scarti industriali a stakeholder che se ne liberano incendiandoli.
Il quadro si arricchisce con l’individuazione delle regioni più colpite dal fenomeno del traffico illecito di rifiuti – Campania, Sicilia, Calabria e Puglia – e dalla individuazione delle tratte per lo smaltimento di rifiuti tossici in Abruzzo e basso Lazio. Inoltre l’intelligence descrive il sistema del “giro di bolla”, ovvero il metodo con cui i rifiuti tossici, attraverso false attestazioni, venivano spacciati per rifiuti urbani e finivano nelle discariche. Il documento riguarda l’intero periodo d’indagine 1994 – 2003, ed appare chiaro come gli apparati di sicurezza erano già al tempo in possesso di informazioni così precise da permettere un intervento per smantellare i traffici e intervenire sui terreni colpiti.
Nel dossier Sisde il ruolo del crimine organizzato
Il ruolo del crimine organizzato – Il SISDE è in grado di fare una vera e propria mappa degli interessi criminali sul traffico dei rifiuti in Italia. Una tabella precisa dove si indicano i clan e le zone di influenza dove finiscono i rifiuti pericolosi. Tra i più attivi per il SISDE ci sono i clan del napoletano Nuvoletta (Marano), Lago (Pianura) e Mallardo (Giugliano) oltre al cartello dei Casalesi che proprio in quegli anni registrò l’arresto di Gaetano Cerci braccio destro del “signore dei rifiuti” Cipriano Chianese. Sulla Calabria emergono dati molto precisi che riguardano la cosca De Stefano – Tegano in merito alla gestione della discarica di Fiumara in provincia di Reggio Calabria e l’infiltrazione della Ndrangheta nella Servizi Ambientali Spa. Solo nel 2007 il Gico della Guardia di Finanza ed il Ros dei Carabinieri misero fine al traffico di rifiuti nel reggino facendo luce sulla discarica di Fiumara e sulla Servizi Ambientali Spa.
E’ importante sottolineare come nel dossier, composto da 20 pagine, si leggano parole che rendono evidente il livello di conoscenza da parte dei servizi segreti del fenomeno e della sua pericolosità, tanto da portarli a scrivere che: ”La gestione dei rifiuti assumerà un valore sempre più strategico èer l’imprenditoria criminale che già oggi si presenta sul mercato con aziende apparentemente in regola, in realtà pronte a sfruttare qualsiasi spiraglio offerto dalle lacune normative, per operare illegalmente e perseguire il massimo profitto, spiralizzando la minaccia”.
Scandalo rifiuti e discariche in Campania: chi ne era a conoscenza?
Lo Stato sapeva - Appare dunque palese che i servizi segreti avessero già undici anni fa, sotto la guida di Mario Mori, un’idea abbastanza precisa sui traffici di rifiuti nel nostro paese così come avevano piena conoscenza dei rapporti tra imprenditoria e crimine organizzato. Eppure si è dovuto attendere ancora molti anni per portare alla luce queste circostanze già così lampanti undici anni fa. Nel 2003, quando i servizi segreti scrissero queste pagine, il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi, il Ministro dell’Interno era Beppe Pisanu, il Ministro della Giustizia Roberto Castelli. È chiaro che non vi è nessun automatismo tra la stesura di questo dossier e la conoscenza diretta da parte dei ministri competenti o del presidente del Consiglio. Chi era in possesso delle informazioni dei servizi segreti sui traffici di rifiuti nel nostro paese era Enzo Bianco, attuale sindaco di Catania, che presiedeva a quei tempi il Co.Pa.Co. il Comitato Parlamentare di Controllo sui servizi segreti. Oltre ogni ragionevole dubbio, Bianco non poteva non essere a conoscenza del contenuto di quel dossier.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
io mi stupisco che ci sia gente che si stupisca che lo stato sapesse. In italia c'e' sempre stata troppa ipocrisia e voglia di mangiare, ma ignoranza proprio no.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Tre su 500 mi sembrano un dato troppo parziale per fare statistica, comunque incollo...
Citazione:
Terra dei Fuochi, picco di tumori tra gli archeologi della Tav
Già tre morti tra i 500 studiosi che hanno lavorato sulla tratta campana
C’è un sito archeologico ogni 500 metri lungo i primi 200 Km della linea Tav Roma-Napoli. La scoperta è stata fatta dai tanti archeologi che per anni hanno lavorato su quel percorso che lo hanno precisato in alcune relazioni. Anche il gruppo ferrovie dello stato evidenzia centinaia di ritrovamenti in tutta Italia la maggior parte dei quali proprio sulla tratta Roma- Napoli, precisando che per quel percorso la voce «archeologia» ha inciso per il 5% dell’intero costo dei lavori. I reperti sono stati tutti catalogati e i siti coperti. Quella tratta per buona parte coincide anche con la cosiddetta terra dei fuochi e cioè un area compresa tra la provincia di Napoli e il casertano avvelenata dallo scarico abusivo ultraventennale di rifiuti tossici e dalla continua presenza di roghi velenosi. Sulla linea Tav, come nel caso di molte grandi opere vanno fatti obbligatoriamente scavi di archeologia preventiva. Le società che eseguono in subappalto il lavori della Tav per conto della Italferr (società delle Ferrovie che si occupa di infrastrutture) bandiscono così appalti che vengono aggiudicati da cooperative di archeologi e imprese. Il coordinamento scientifico dei lavori è della Soprintendenza che valuta e approva anche i curricula dei singoli archeologi. «Molti di noi si sono ammalati e qualcuno è morto – spiega l’archeologa Lidia Vignola, lanciando l’allarme –. È difficile perfino fare una conta perché molte malattie collegate al lavoro che abbiamo svolto si manifestano con il passare del tempo. So che ce ne sono tanti anche in altre parti d’Italia. Uno dei colleghi più cari che ho è morto di cancro proprio qualche mese fa». Il racconto di Lidia è sconvolgente: gli archeologi lavoravano affondati nel terreno avvelenato a contatto costante con polveri di amianto, con le ruspe in azione che sollevavano terreno in continuazione. «Le stime di Ana Campania (sezione regionale dell’associazione nazionale archeologi) contano già tre morti per cancro tra i 500 archeologi che si sono alternati al lavoro sulla tratta campana della Tav. - spiega Tommaso Conti, presidente di Ana Campania - È chiaro che come accade per gli ammalati di tumore della terra dei fuochi non si sa se sarà dimostrabile un nesso causale tra le condizioni di lavoro svolto sulla Tav per l’archeologia preventiva e le malattie e i decessi. Vorrei fare un appello a tutti i colleghi che hanno lavorato in queste zone di tenere sotto controllo la loro salute perché molte patologie possono manifestarsi anni dopo e insorgere in maniera latente e silenziosa. Purtroppo qui abbiamo lavorato tutti in condizioni di grave rischio. Sarebbe opportuno che preventivamente le società che si occupano dei lavori per conto delle Ferrovia dello Stato o le stesse Ferrovie comincino a fare bonifiche accurate così come normalmente le fanno per scongiurare la presenza di ordigni bellici. Soprattutto alla luce dei nuovi lavori che partiranno per la tratta Napoli-Bari». Anche Tommaso ha lavorato sulla Tav e racconta che furono loro a ritrovare e segnalare in un sito archeologico una discarica di amianto: «Passarono un anno e otto mesi prima che l’Arpac si occupasse di mettere in sicurezza la zona».
Scarichi continui
«Qui scaricavano di continuo – spiega Tsao Cevoli, all’epoca presidente dell’associazione nazionale archeologi – vedevano dei buchi e gettavano rifiuti, invece quei buchi erano scavi archeologici». «Noi facevamo scavi di archeologia preventiva, previsti quando si devono realizzare delle opere e ad un certo punto abbiamo anche trovato uno dei più importanti villaggi preistorici della civiltà occidentale – incalza Lidia - Ora è coperto dalle rotaie della tav». Passiamo accanto ai capannoni in lamiera che ancora oggi contengono i reperti archeologici ritrovati nei cantieri Tav: «Non sappiamo in che condizioni sono – spiega Tsao – quei capannoni erano malsani, pieni di muffa, bollenti d’estate e freddi d’inverno. Spesso arrivavano topi, rettili e insetti e dovevamo conviverci». Nel lungo giro intorno al percorso della tav vediamo tunnel e binari sfregiare campi coltivati e pascoli attraversati da greggi di pecore e capre. Un paesaggio ostaggio di barriere di rifiuti maleodoranti e dei regi lagni, dei canali costruiti in epoca borbonica e diventati degli sversatoi. Ai lati delle strade amianto, sacchi, fusti e perfino carcasse di auto. «Guarda là... stanno raccogliendo le patate. Noi le mangiavamo sempre perché restavamo ore ed ore sugli scavi e lavavamo la verdura con l’acqua con cui si irrigano i campi. Come abbiamo fatto? - si rammarica Lidia – non non potevamo immaginare conseguenze così gravi. Quando abbiamo cominciato a capire, chi si è lamentato con società, cooperative e soprintendenza è stato messo da parte. Loro non potevano non sapere in che condizioni si lavorava».
Il ricatto
Abbiamo provato a contattare la soprintendenza per provare ad avere chiarimenti o una replica sulla questione ma nessuno ci ha risposto. «Eravamo tutti sotto ricatto – continua Lidia - 80 euro lordi per una giornata di lavoro che a volte non finiva nemmeno con il buio. Se facevamo scoperte interessanti andavamo avanti illuminando gli scavi con i fari delle auto. Bisognava approfittare delle giornate buone perché se pioveva restavi a casa senza paga e per quelli come noi che lavorano senza tutele e garanzie sopravvivere diventa complicato. Dopo tanti anni di studio e sacrifici lavorare in queste condizioni è avvilente, ti aiuta solo la passione ma quando poi vedi gli amici ammalarsi e morire tutto diventa veramente insopportabile». Emilio Russo la passione ce l’aveva davvero e sapeva che doveva lavorare per la sua bella famiglia e così sul cantiere ci è andato fino all’ultimo giorno. Si era ammalato di melanoma. Il suo calvario è durato meno di tre anni. «Emilio era innamorato del suo lavoro: aveva scavato ovunque in Italia e all’estero e per un lungo periodo anche sulla Tav». Ha gli occhi lucidi sua sorella Maria Rosaria, soprattutto perché deve reggere lo sguardo triste della giovanissima moglie di Emilio e di una sua amica. «Ci raccontava che lavoravano su terreni maleodoranti e spesso tornava a casa con la pelle molto irritata. Lo faceva per passione perché le condizioni economiche erano assurde. Quando si è ammalato abbiamo subito pensato che ci fosse una connessione con la vergogna dei rifiuti e i veleni. So che anche altri suoi colleghi sono in quella stessa situazione. Bisogna parlare, denunciarlo: capisco che ognuno voglia tenersi stretto il lavoro ma quello che sta capitando a chi fa scavi di archeologia preventiva non è giusto».
Il tarlo della memoria
Lidia ha il tarlo della memoria, per questo dice di aver voluto fare l’archeologa e per questo motivo ha scritto un libro sul lavoro degli archeologi nella terra dei fuochi: «Non me lo pubblicherà mai nessuno... invece io volevo spiegare cosa è accaduto, il ricatto e l’omertà delle società e della soprintendenza». Dice che lo deve a se stessa, ai suoi colleghi, a quelli che arriveranno dopo di loro, per non dimenticare.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Di che ti meravigli?
Tempo al tempo, avremo anche casi di suicidio collegati al problema dei rifiuti
Si sospetta si fosse lanciato per non morire di cancro ai polmoni
Gli inquirenti seguono la pista del tanfo della monnezza, due giorni prima aveva confidato all'amica "Non ce la faccio più, di notte sogno la Resit"
Giovane si taglia le vene, lascia un biglietto "Voglio morire quando dico io"
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Ma perché :bua:
Angelo Montemarano, discusso assessore alla Sanità negli anni di Bassolino, fedelissimo di De Mita, è stato nominato nuovo direttore generale dell'Arsan, l'agenzia per la sanità campana. Nomina quantomeno curiosa visto lo sforzo profuso dalla giunta regionale targata Caldoro proprio per attutire quel disavanzo mostruoso nei conti cresciuto proprio negli anni del centrosinistra.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Perché?
Lo sfascio del trasporto regionale, il blocco di tutte le opere pubbliche, le consulenze strapagate, gli incarichi conferiti a personaggi del tutto discutibili (tra cui la moglie) e stiamo ancora a chiederci perché???
Inviato dal mio ST27i con Tapatalk 2
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Buone notizie, a Casal di Principe vince Renato Natale
Citazione:
Durante la sua prima e breve esperienza da Sindaco, nel 1993, fu protagonista della “battaglia dei paletti”, che lo vide scontrarsi a ciel sereno con il clan dei Casalesi. Natale pedonalizzò il centro cittadino circoscrivendolo con dei paletti e i Casalesi, sentitosi toccati, raccolsero il gesto come segno di sfida e ogni sabato per settimane venivano divelti e lasciati davanti la sua abitazione per poi essere ripristinati dal Comune[3]. Pochi mesi dopo l'uccisione di Don Peppe Diana, che fu anche un primo e chiaro segnale contro la sua amministrazione, fu "impallinato" dalla sua stessa maggioranza grazie a delle infiltrazioni camorristiche.Nel corso del processo Spartacus è emerso un piano per portare a termine la sua uccisione, simulando un incidente automobilistico, poi fallito.[4][5]
Nel Giugno 2011 è stato raggiunto da una minaccia di morte per una storia connessa ad appalti e camorra, mobilitando il mondo politico e dell'associazionismo italiano[6].
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Azz, ottima notizia, speriamo che questo sia un segnale chiaro per le prossime regionali, abbiamo veramente bisogno di toglierci dai piedi quegli inetti.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Speriamo che sopravviva...
:bua:
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Citazione:
Originariamente Scritto da
Vitor
Ma perché :bua:
Angelo Montemarano, discusso assessore alla Sanità negli anni di Bassolino, fedelissimo di De Mita, è stato nominato nuovo direttore generale dell'Arsan, l'agenzia per la sanità campana. Nomina quantomeno curiosa visto lo sforzo profuso dalla giunta regionale targata Caldoro proprio per attutire quel disavanzo mostruoso nei conti cresciuto proprio negli anni del centrosinistra.
Chi l'ha nominato? Caldoro? :uhm:
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Citazione:
Originariamente Scritto da
Manu
Chi l'ha nominato? Caldoro? :uhm:
Si ha deciso la Giunta Regionale...
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Intanto a Roma sembra persistere qualche problema, Pin che dici?
http://torri.romatoday.it/tor-bella-...fiuti-ama.html
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
in giro ho visto qualche cumulo (tuscolana, pisana e aurelia) :sisi:
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Qui la situazione è sempre orrida ma meno critica; nel quartiere citato, Tor Bella Monaca, i livelli sono sempre quelli :asd: fermo restando che credo l'AMA la paghi un terzo dei residenti (è una zona un po' particolare diciamo...)
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Mi piacerebbe sapere da cosa dipende maggiormente questa situazione, se dall'amministrazione comunale e dall'AMA oppure dall'inciviltà dei cittadini.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
i cassonetti si riempono e non sai più dove buttarla (sia la generica che quella differenziata).
a quel punto la appoggi e te ne vai.
questo da me.
altre zone non saprei.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Sotto casa mia li svuotano gli zingari, quindi il problema non si crea: è una sorta di guerra biologica all'AMA :asd:
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
sí, ma fanno un casino.
sembra di avere gli orsi in città.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Spettacolo totale :rotfl: :rotfl:
Citazione:
Se l’accusa si rivelasse fondata saremmo di fronte a un mondo capovolto: imprenditori bergamaschi che producono magliette taroccate del Napoli, con il presidente partenopeo Aurelio De Laurentis che avrebbe di che lamentarsi, per il danno recato al suo merchandising, e potrebbe farsi forte del vecchio detto: «Ca nisciun è fess...». Ma l’inchiesta deve ancora fare passi in avanti e la difesa ha i suoi argomenti. I fatti: circa un mese fa la Guardia di Finanza di Padova entra in un negozio di articoli sportivi, nella città veneta. Secondo le Fiamme Gialle il titolare sta spacciando, e vendendo come originali, magliette in realtà contraffatte delle squadre di calcio, «con logo e simbolo dello sponsor ufficiale», sostengono i finanzieri.
Sequestrano un centinaio di capi, i militari, ma naturalmente vogliono risalire la filiera. E nello stesso negozio trovano una fattura del magazzino che ha rifornito il titolare del punto vendita: è intestata alla «Locadri srl», di Carlo e Adriano Locatelli, con sede legale a San Paolo D’Argon e operativa in via Molinaretti a Castelli Calepio, dove c’è anche la rivendita denominata «L.C. Sport». Passano una ventina di giorni per gli accertamenti, poi la Guardia di Finanza prepara la sua operazione. E il blitz scatta all’alba di martedì: le Fiamme Gialle entrano nel magazzino, che viene perquisito in lungo e in largo, in ogni angolo. Cercano, prima di tutto, magliette simili a quelle che erano state sequestrate a Padova, casacche del Napoli. Ma non le trovano. L’operazione prosegue, con il sequestro di 2.336 magliette che fanno riferimento a varie nazionali, in particolare italiana e tedesca, ma ci sono anche prodotti del Real Madrid e del Manchester United.
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
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Re: Munnezza (and more...) Reprise
Wat.
Qui serve ripostare ancora l'immagine di Bizarro che ha messo ieri Glasco :asd: