Rotondi :facepalm:
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Rotondi :facepalm:
ma che ***** vuole :asd:
posto che in alcuni luoghi di fatto è abolita.
Mirabile esempio di ottusità tipicamente italiana in materia di lavoro. Questo é ancora convinto che la produttività degli impiegati derivi non da quanto lavoro fanno effettivamente ma dal numero di ore che passano alla scrivania. Con un capo come Rotondi potrei passare 9 ore al giorno su Youporn e alla fine dell'anno chiedere il premio di produzione...:roll:
interessante video:
http://tv.repubblica.it/copertina/il...si/39393?video
D'Avanzo e "interessante" fanno un po' a cazzotti :asd:
No vabbè, ho letto l'articolo perché il filmato non lo sento.
Non ci vedo molto di nuovo, tranne una polemichetta sul numero di procedimenti.
Io sapevo 503, fra rogatorie europee, procedimenti civili delle aziende, procedimenti penali personali, e della finanza :asd:
Rotondi :facepalm:
Quoto Sarpedon, ed aggiungo che come al solito il confronto con i paesi stranieri è sempre peggiorativo: morire elencasse, che ne so, che in Francia la settimana lavorativa è di 35 ore e non 40, oppure che in Germania gli stipendi sono quasi doppi. Ma no, tutti alla frusta a lavorare a digiuno che la produttività s'impennaaaaa...
I commenti:
ah beh si certo.Citazione:
D'altronde il "sandwich" è stato inventato proprio per non perdere tempo inutilmente.
Ultimamente basta mettere un "D'altronde" seguito da una puttanata :asd:
Ah, a scanso di equivoci io son 4 anni che chiedo di far la pausa pranzo col paninetto in 20 minuti e uscire un'ora prima.
caduto un C130 durante un'attività d'addestramento vicino Pisa, prime fonti parlano di 4 militari morti
Official Berlusconi Trollface by Rolling Stone Italia :rotfl: :facepalm: (ah, per quella rivista in generale :vomito:, credo solo meno di Wired e Girlpower :bua:)
http://www.ansa.it/webimages/large/2...X_20091123.jpg
E' evidente che vi volete male voialtri :asd: :facepalm:
wired italia è bellissimo!
Spoiler:
Oggi a pranzo coi colleghi mi è uscito di dire che tutto sto interesse di B per la giustizia italiana fa almeno sospettare un lievissimo interesse privato. Mi sono preso ufficialmente del comunista...
Io comunista? Non c'è più religione ..... :piangemaunpocosincaxxa:
Preservativi in facoltà a 20 centesimi
Via libera dal governo Sarkozy all'«operazione condom»: firmato l'accordo con campus e Università
PARIGI - Preservativi negli atenei francesi a soli 20 centesimi l'uno. È l'ultima novità del governo Sarkozy che ha dato il via libera all'operazione «Sortez-couverts» ('Uscite coperti', ndr.) firmando un accordo per la localizzazione in tutte le università e i campus di Francia di 1000 distributori di profilattici, disponibili al prezzo di un caffè agli studenti.
«OPERAZIONE CONDOM» - Uno studente su due - ha detto il ministro per l'insegnamento superiore, Valerie Pecresse - ha affermato di non usare sistematicamente il preservativo». Una situazione a cui l'Università ha deciso di far fronte. L'operazione 'condom a 20 centesimi' era stata già lanciata in Francia dall'ex ministro della Salute, Xavier Bertrand, nel 2006, ma solo per farmacie e chioschi. Ora è stata estesa anche alle università.
immaginare una cosa simile da queste parti è abbastanza un'utopia eh?
All'università non è mai stata proposta, ma sempre nei licei.
Per forza che poi viene avversata.
mah, avrebbe la sua utilità anche nei licei. a meno che non si voglia chiudere gli occhi di fronte all'evidenza.
sarà che ci ho fatto il callo, una mia compagna delle medie ha fatto l'esame incinta :asd:
Chissà cosa ne pensano i ciellini :asd:
Tra l'altro a Milano siamo alla guerra totale tra ciellini e non mi ricordo più che centro sociale/collettivo...
Io tifo per l'arbitro.
:asd:Citazione:
Gli studenti, purtroppo per loro, non sono furbi. Io macino lezione dal primo secondo in cui entro in classe fino all’ultimo, senza pause.
Eppure le farei volentieri, non solo per riposarmi ma anche perché sono utili all’apprendimento, consentendo un giusto alternarsi di tensione e rilassamento. Purtroppo non è quasi mai possibile, poiché non appena allento il controllo e concedo una pausa, il numero dei decibel sale subito in doppia e anche tripla cifra.
Parrebbe un ragionamento elementare, alla portata di chiunque: cari studenti, se ne usufruite con correttezza, possiamo inserire dei momenti di pausa nel corso della lezione. Parrebbe. Come già accennato, ci sono più particelle di sodio nell’acqua Lete che furbizia nello studente medio; costui inizia subito il suo concerto di risate, sghignazzi e cachinni vari, che riescono a innervosire l’insegnante in un nanosecondo.
Ogni tanto ci provano con la domanda di attualità politica, argomento del quale non frega una beneamata mazza a nessuno studente, ma con il quale sperano di guadagnare almeno dieci minuti. In genere non abbocco ma stamani ho voluto rispondere.
“Prof, perché vogliono togliere i soldi alla scuola pubblica e darli a quella privata?”
“Perché la classe politica in genere, e questa in particolare, non ha nessun interesse a darvi un’istruzione di qualità. Non sia mai che qualcuno di voi smetta di guardare la televisione (a cui questo governo, chissà perché, tiene moltissimo) e si decida a leggere un libro. Non sia mai che qualcuno di voi sviluppi una coscienza critica e capisca come vanno veramente le cose. La scuola deve diventare un’area di parcheggio, dove voi ve ne state intruppati in trenta per classe e non imparate un piffero. Tanto poi ci pensa la televisione a dirvi cosa fare e soprattutto cosa comprare.”
“E pensa che ci riusciranno?”
“Tempo scaduto. Riprendiamo la lezione…”
Una volta tanto ho avuto pietà e mi è mancato il coraggio di dire loro che secondo me ci sono già riusciti.
Scommetto che è donna :asd:
No, è omo :asd:Citazione:
L’equazione fondamentale dell’insegnamento, il nostro equivalente di e=mc2, la regola che non sbaglia mai è questa: conosci i genitori e capirai i problemi dei figli.
Squilla in classe il cellulare di Prati Filippo. Una bella suoneria polifonica con l’allegro motivetto dei Looney Tunes. Per quanto possa sembrare strano, è un evento verso il quale sono portato a essere comprensivo; può succedere di dimenticare di spegnerlo e la prima volta lascio correre con tutti.
Prati però sbaglia reazione: invece di mostrarsi contrito e scusarsi, gioca la carta dell’arroganza.
“È proprietà privata. Non può toccarmelo.”
“Certamente. Devi essere tu a consegnarmelo di tua spontanea volontà.”
“E se non lo faccio?”
“Lo consegnerai al preside.”
Io non minaccio mai l’intervento del preside, perché preferisco risolvere da solo i miei problemi. Se lo faccio, come questa volta, gli studenti sanno bene che non è una minaccia a vuoto, così come Prati sa bene che in quel caso lo attende una sospensione.
Con malagrazia viene a depositarlo sulla cattedra, borbottando qualcosa del tipo “se la vedrà con mio padre.”
E infatti l’arroganza del figlio è niente in confronto a quella del padre.
Il giorno dopo la bidella bussa alla porta della classe e mi dice che c’è un signore che desidera parlare con me.
“Oggi non è il mio giorno di ricevimento, però dopo la prossima ora ho un buco e ci parlo volentieri.”
“E invece parliamo ora e subito”, tuona una voce dietro di lei.
La bidella si volta sorpresa; evidentemente l’uomo l’ha seguita senza che lei se ne accorgesse.
Non mi alzo, né rispondo. Dico invece alla bidella: “Anna, per favore, riaccompagni il signore nella zona dove attendono i genitori. Se si rifiutasse lo informi che sta commettendo il reato di interruzione di pubblico servizio e poi telefoni alla polizia o ai carabinieri.”
Ho parlato a voce abbastanza alta da essere ben udito anche alle spalle della bidella, che richiude la porta.
Un’ora e mezzo dopo sono libero, ma prima mi concedo anche la pausa caffè e quando arrivo tutte le furie si sono ormai placate. L’uomo biascica qualcosa che potrebbero essere anche delle scuse, io gli restituisco il cellulare del figlio e lui se ne va.
Giuro che è tre ore che vado avanti leggendo.
link! :o
E' da poco uscito in libreria, e sembra che stia avendo anche un buon successo.
http://media.hoepli.it/hoepli/Libro/...817036047.jpeg
Ma il blog originale è questo:
http://profperboni.blogspot.com
ne parlammo in un topic, a suo tempo? :uhm:Citazione:
Ecco un bell’argomento antipatico, sul quale quando esprimo le mie idee antipatiche risulto ancora più antipatico del solito: l’istruzione per tutti.
A quanto mi risulta l’Italia è l’unica democrazia occidentale che conceda istruzione e sanità gratuiti a chiunque entri nel paese. Il fatto che altre nazioni non lo facciano non le ha mai fatte etichettare come “meno democratiche”, mentre sembra che se ciò dovesse accadere in Italia sarebbe la fine della democrazia. A sostenere questa posizione, curiosamente, sono proprio quegli ambienti della sinistra che non mostrano invece nessunissima preoccupazione per quel drastico calo di democrazia nell’informazione che ci ha fatto classificare fra i paesi semi-liberi.
Non sono addentro al sistema sanitario (anche se i resoconti di amici medici mi dicono che la situazione è la stessa) ma l’istruzione “per tutti” ha effetti DEVASTANTI sul sistema scolastico.
Esempio.
A metà anno mi vedo fiondata in classe una ragazzina proveniente da non so quale paese africano. E dico “non so quale” non come espressione di disprezzo razzistico, ma perché veramente non lo sa nessuno: documenti non ne ha, d’italiano non conosce una parola, a occhio e croce hanno giudicato che avesse quindici anni e l’hanno messa in seconda. Con questo per loro il problema è risolto, al resto ci penseranno gli insegnanti.
Dico, ma vi rendete conto? Con quali altre categorie professionali ci si permetterebbe un comportamento simile? Andate da un allenatore di calcio (la professione più rispettata in Italia) e ordinategli, prima di una partita decisiva, di mettere in campo un perfetto sconosciuto al posto di uno dei suoi campioni. “Ma che sa fare?” “Niente, probabilmente non ha mai visto un pallone in vita sua.” “E perché devo farlo giocare?” “Per salvaguardare il principio della democrazia.”
Nel calcio sarebbe una follia, nella scuola è la normalità.
Che devo fare io con questa ragazza (che non sa una parola neppure di inglese)?
Prima alternativa: mi dedico solo a lei, trascurando il resto della classe. Ma anche questo è “poco democratico”, oltre che assurdo.
Seconda alternativa: continuo a fare lezione normalmente, sperando che capisca qualcosa. Ma pur con tutta la sua buona volontà, non può capire niente. E chiunque sia costretto a trascorrere cinque ore in un ambiente dove non capisce niente, dopo un po’ diventa inevitabilmente un elemento di disturbo.
E allora?
E allora faccio quello che fa ogni insegnante in queste situazioni, pur misconosciuto da Brunetta, Gelmini & C. Mi adopero per riuscire là dove la banda di fannulloni di Brunetta, Gelmini & C. fallirebbe in pieno: sfrutto i ritagli, le pause, i tempi morti, i momenti nei quali il resto della classe è impegnato in altre attività e le insegno il più possibile. Le procuro anche libri e quaderni, insomma faccio i miracoli.
È giusto?
Ovviamente no, è profondamente ingiusto, perché mi sottrae tempo ed energie e comunque è un’attività che si fonda completamente sulla buona volontà e la coscienza professionale del corpo insegnante.
Giustizia, equità e buonsenso vorrebbero che, se si vogliono accogliere “tutti” gli studenti, ci siano strutture adeguate a farlo. Se non ci sono, perché mancano i soldi oppure non si vuole che ci siano, semplicemente non si accolgono questi studenti in classe. Lo ripeto, tutti gli altri stati democratici lo fanno e nessuno ci trova niente da ridire. Prenderli, fiondarli in classe e affidarsi alla buona volontà (spesso ai confini della dabbenaggine) degli insegnanti è un’operazione di pura demagogia.
D’altra parte noi siamo il paese che punta sull’alta velocità e dove i treni esplodono perché le linee normali sono trascurate. Siamo il paese che manda in pensione i super-manager a 47 anni, mentre all’estero ai super-manager come Madoff danno 150 anni di galera.
Come diceva Nanni Moretti? Continuiamo così, facciamoci del male.
Un solo appunto: prendere un Paese a modello di serietà perché ha sbattuto dentro Madoff è ridicolo, perché è uno contro altre centinaia che sono beati al loro posto.
Sarebbe come dire che da noi la mafia non esiste più perché abbiamo messo dentro Riina.
Sul resto concordo.
Finestra sull'America
22/11/2009 - La cucina dei giornali
LA CENSURA IN CINA? ORA SO CHE COS'È
Tre giorni passati in Cina al seguito del presidente Barack Obama hanno fatto provare di persona ai reporter al seguito la consistenza della censura di Internet, che è asfissiante. Andare su Twitter e su Facebook è impossibile: i siti non si aprono, risultano indirizzi «non conosciuti» e ciò significa essere tagliati fuori dal social networking che oramai accompagna la vita di tutti i giorni. Ad essere bloccati sono anche blog di notizie come The Page, del columnist Mark Halperin di Time, mentre il sito del New York Times si apre con una lentezza snervante e quello di The Politico, sui retroscena di Washington, è filtrato con un metodo bizzarro: prima si vede la testata e poi, dopo lunghi minuti, l'articolo richiesto a volte appare, a volte no. E ancora: collegarsi ai server di molte agenzie di stampa è difficoltoso o impossibile del tutto al punto che uno dei repoter è riuscito a comunicare con i colleghi del proprio quartier generale solo grazie al "vpn" meglio noto come "il tunnel del web" perché consente di dialogare con la casa madre proteggendosi dalla "Grande Muraglia", il software con cui i cinesi ostacolano le comunicazioni. Per i tecnici delle telecomunicazioni che lavorano per la Casa Bianca garantire il pieno funzionamento delle sale stampa a Shanghai e Pechino è stata un'opera ardua. Ciò che ha sorpreso è stato l'aumento dell'aggressività dei firewall cinesi rispetto all'agosto del 2008, quando i «White House Press Corps» erano arrivati a Pechino al seguito dell'allora presidente Bush in occasione delle Olimpiadi. Vista attraverso la lente del web, la Cina è l'opposto dello skyline di Shanghai o delle boutique di lusso di Pechino perché si chiude al resto del mondo.
quel libro è praticamente cio' che sento a pranzo da 6 anni :asd:
Cioè, adesso l'ONU dà per scontato che noi pattugliamo le acque territoriali maltesi? :bua:Citazione:
Immigrazione:Unhcr, migranti intercettati e riportati in Libia da navi Tripoli
24 Novembre 2009 00:07 CRONACHE
MILANO - L'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) ha espresso la sua preoccupazione per i circa 80 migranti che sarebbero stati intercettati da imbarcazioni libiche e riportati direttamente in Libia. Sebbene in acque territoriali maltesi - ha spiegato la portavoce per l'Italia dell'Unhcr, Laura Boldrini - sarebbero stati riportati direttamente in Africa dalle imbarcazioni libiche senza l'intervento delle autorita' italiane. E' la prima volta che accade una cosa del genere per quanto ne sappiamo'. (RCD)
Non fa parte degli accordi con la Libia??
Cioè, faccio male ad essere felice se li rimandano a casa senza passare dal via?
Caesar sto leggendo il blog del tizio, per quanto alcune sue riflessioni sulla gestione dell'istruzione in Italia siano vere, lui e' un abissale testa fallica ( non e' insulto a terzi, ho provveduto a spedirgli messaggio apposito firmato ).
P.S. convincetemi che sono sposato e non devo bombarmi una 25enne con **** paura :fag:
Non sei sposato e devi bombarti una 25enne con **** paura :sisi:
:asd:
non cambiano idea solo gli stupidi, va bene. ma a tutto c'è un limite. si può non essere stupidi ma al contempo non essere degli orrendi paraculi. vedete voi a quale categoria appartiene questo signore
Citazione:
20.1.1987
«L’alternativa al sistema resta la nostra strategia: un’alternativa politica che mira a restituire l’Italia agli italiani».
11.6.1989
«L’Europa deve portare, nei paesi del terzo e del quarto mondo, la sua tecnica, la sua opera di civilizzazione, la sua esperienza, la sua potenza economica, per insegnare ai popoli del terzo e del quarto mondo a vivere e progredire rimanendo nei territori in cui sono nati».
12.1.1990
«La presenza massiccia degli immigrati ha fatto prevalere la loro cultura e tradizione su quelle locali, o ne ha comunque snaturato gli aspetti in un ibrido meticciato culturale oltre che etnico. La nostra iniziativa non può tuttavia ridursi alla banale, errata e miope richiesta di chiudere ermeticamente le frontiere europee… Da un movimento come il nostro, memore della grande opera di civilizzazione esercitata dall’Italia nella sua pur breve esperienza coloniale (che brilla per umanità e lungimiranza se raffrontata alle esperienze francesi, belghe e inglesi) devono venire ben altre risposte».
9.7.1991
«Il Msi è contro la società multirazziale».
11.7.1991
«Io contesto che per l’Italia e per l’Europa la prospettiva di una società multirazziale sia ineluttabile. L’Occidente ha il dover di aiutare i popoli del terzo mondo, ma a casa loro. È demagogico lasciare che l’Italia venga invasa da migliaia di immigrati extracomunitari».
1.8.1991
«L’immigrazione sta diventando in molti casi un fardello per gli italiani onesti. Il Msi non ha alcuna intenzione di abbracciare tesi di tipo razzistico, ma, essendo erede del fascismo, può serenamente dire che non siamo noi italiani a doverci difendere dall’accusa di razzismo, perché l’Italia portò in Africa il lavoro, il sacrificio, la civiltà, facendo rifiorire le sabbie desertiche per dare vita ai giardini… Con la stessa lungimiranza di allora diciamo che oggi l’Italia non può assistere impotente a queste ondate migratorie che sommergono il nostro Continente senza porre in essere quegli strumenti di difesa indispensabili per evitare ai nostri figli di vivere in una società multirazziale».
8.8.1991
«Non si tratta di fare la caccia allo straniero, ma di chiudere le frontiere più aperte del mondo».
9.8.1991
«L’immigrato regolarizzato non è un cittadino ma un ospite, e un ospite ha dei doveri elementari. Per essere più chiaro: l’extracomunitario che delinque non può aspettare i tre gradi di giudizio, va immediatamente espulso».
9.8.1991
«Davvero è ineluttabile la trasformazione delle nostre città in metropoli della violenza multirazziale? Noi diciamo di no».
3.3.1992
«Non siamo razzisti, ma non ci scandalizziamo se qualcuno va in giro con la testa rasata. I naziskin sono un fenomeno che dimostra i guai morali di questa società…».
27.3.1992
«Le Pen ha dimostrato il grande consenso che certi temi hanno nella società francese… e la situazione italiana, di qui a qualche anno, rischia di essere simile».
4.4.1992
«La società multirazziale è un ibrido meticciato che scatena solo guerre tra poveri».
20.9.1992
«Ci accusano di razzismo? Rispondo con una frase di Mussolini: “Il razzismo è la sovrana imbecillità, roba per popoli biondi”. La verità è che noi ci batteremo fino in fondo contro la nascita di una società multirazziale. Si illude chi la immagina pacifica. La massicce immigrazioni che incombono sull’Italia provocherebbero fenomeni di acuta tensione sociale. Più che aprire le frontiere, occorre aiutare i popoli del terzo mondo intervenendo con investimenti economici e produttivi. Vorrei solo ricordare che in Somalia ci rimpiangono ancora».
4.12.1993
«Sono contrario a concedere il voto amministrativo ai cittadini stranieri residenti in Italia… Non credo che l’ospite straniero possa avere gli stessi diritti dei cittadini italiani».
Le dichiarazioni sono tratte da “Il fascista del 2000”, di Corrado De Cesare, e da “Settanta interviste a Fini”, a cura di Francesco Storace.
Secondo me se andiamo a scavare scopriamo che anche la frase "non sono mai stato comunista" Veltroni l'ha copiata da Fini...:asd:
Forse è l'ultima occasione che hai per bombarti una 25 enne con culo da paura.
Se se, comunisti di sta' gran ceppa., l'unica cosa sensata mai proposta da voialtri sinistri in annali di cagate furibonde era l'amore libero e ve la siete rimangiata per diventare dei cattostracciapalle facendovi infinocchiare dal tanto rimpianto Berlinguer.
Colpa vostra :fag: