Marino :fag:
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Marino :fag:
Chissà come mai il blog più cliccato della capitale non ne parla :fag:
Citazione:
Ci mancava solo questa alla vergogna della Metro C di Roma: i costruttori che fanno le vittime. Ieri il presidente del consorzio, Franco Cristini, ha detto che “non ci sono assolutamente le condizioni per andare avanti” e che “nessuno ancora oggi sa come debba proseguire l’opera”. Detto da quelli che nel 2006 hanno vinto la gara in cui si impegnavano a progettare e realizzare l’opera come general contractor, a costi fissi e in tempi certi, secondo quella Legge Obiettivo con cui nel 2001 Silvio Berlusconi inaugurò l’era delle grandi opere rapide ed efficienti.“Ora si tratta di individuare le reali responsabilità”, minaccia Cristini. Ma all’opera c’è già l’Autorità Anticorruzione, il cui presidente Raffaele Cantone ha messo la Metro C al primo posto tra i casi di “anomalie relative al prolungamento dei tempi e all’incre - mento dei costi”. Insomma, la madre di tutte le porcherie.
E visto che la Metro C sarà il simbolo degli sprechi della Seconda Repubblica, partiamo dai nomi. Il padre della madre di tutte le porcherie si chiama Walter Veltroni: è lui il sindaco che ha bandito la gara per la Metro C e, sei mesi dopo l’aggiudicazione al consorzio Astaldi - Caltagirone-coop rosse, ha avallato la firma di un contratto di appalto che ha stravolto il bando di gara. Sua fu l’idea di fare la Metro C con la Legge Obiettivo.
Walter Tocci, braccio destro del sindaco Francesco Rutelli negli anni 90, regista della mobilità urbana quando l’idea della Metro C fu concepita. Scrive nel pamphlet appena pubblicato Non si piange su una città coloniale: “Purtroppo, anche la Metro C fu inserita nella legge obiettivo, quindi con una progettazione poco definita che ha indebolito i poteri di controllo comunale e ha conferito ampi margini di iniziativa all’impresa realizzatrice. Questa base contrattuale troppo lasca ha favorito la dilatazione dei tempi di attuazione e la crescita di un enorme contenzioso sull’aumento dei costi”.
Guido Improta, attuale assessore alla Mobilità del Campidoglio, l’uomo che ha ereditato l’immonda grana fino a che ha annunciato le dimissioni, conferma: “La Metro C è stata contrattualizzata senza che ci fossero tutti i progetti approvati e senza che ci fossero anche le risorse disponibili”. Il vicepadre della madre di tutte le porcherie è il successore di Veltroni, Gianni Alemanno, che dal 2008 al 2013 ha gestito la giungla di 45 varianti, revisioni prezzi, contenziosi e transazioni.
È un film horror di cui è nota solo la fine: nel febbraio 2006 il consorzio Metro C ha vinto la gara per costruire, al prezzo chiuso di poco più di 2 miliardi, 25 chilometri di metropolitana che dall’estrema periferia est di Roma doveva arrivare alla basilica di San Giovanni, da lì raggiungere il Colosseo e piazza Venezia, poi attraversare il centro storico e finire in piazzale Clodio, estremità ovest del centro della Capitale.
Doveva essere tutto pronto nel 2012. Oggi risultano già spesi 3 miliardi e la Metro C, partita dalla ridente località Pantano, è arrivata a un chilometro da San Giovanni, dove ci sarebbe l’intersezione con le linee di metropolitana già esistenti. E ancora non si sa se e quando ci arriverà. Per quanto riguarda Colosseo, piazza Venezia e tutto il resto lo sapranno i posteri.
Ricetta miracolosa del disastro. Primo ingrediente: Veltroni inventa una spa controllata dal Campidoglio al cento per cento che fungerà da stazione appaltante, poi ottiene che la Metro C sia finanziata per il 70 per cento dallo Stato, per il 18 per cento dalla Regione Lazio e per il 12 per cento dal Comune. Ma chi assume obblighi con il general contractor è il Comune: se lo Stato non eroga il finanziamento e il general contractor lamenta i ritardi, a pagare i danni sarà il Comune. Poi lo Stato paga ma il costo dell’opera lo determina il Comune, maneggiando il bando di gara e i contratti come fossero di Pongo.
Secondo ingrediente: si scrive una cosa nel bando di gara e poi ci si mette d’accordo con il vincitore della gara per fare tutt’altro, a trattativa diretta tra il Comune di Roma, due costruttori romani come Astaldi e Caltagirone e le coop Ccc e Cmb, parenti politiche della giunta aggiudicatrice. Tra l’aggiudicazione e il contratto sono passati otto mesi, da febbraio a ottobre 2006.
Nel bando si faceva prima la parte centrale (San Giovanni-Alessandrino) e poi il resto. Nel contratto si è deciso di fare subito da San Giovanni a Pantano. Il general contractor, che aveva vinto la gara offrendosi di costruire tutto in 2736 giorni, nel contratto ha aggiunto uno sconto sui tempi di 620 giorni, ottenendo in cambio la riduzione del prefinanziamento a suo carico dal 20 per cento al 2 per cento d el l ’opera (cioè da 400 a 40 milioni).
C’è anche scritto che la tratta già progettata (San Giovanni-Alessandrino) costerà 623 milioni, mentre i costi di tutte le altre tratte “verranno determinati” sulla base dei progetti fatti dai costruttori. E li chiamavano “ costi certi”. Solo un dato: nel contratto firmato a ottobre 2006 compare 15 (quindici) volte la dicitura “in deroga a quanto previsto dal bando di gara”.
In tanta vaghezza, le cosiddette “riserve” (“voglio più soldi”) del general contractor sono partite poche settimane dopo la firma del contratto: già il 4 ottobre 2007 c’è la prima richiesta di arbitrato. Il primo verbale di accordo transattivo lo ha firmato Alemanno appena insediato, il 12 giugno 2008. E la corsa della Metro C non si è più fermata: lavori sempre più lenti, costi sempre più fuori controllo.
Politica e camorra, colpo al clan dei Casalesi:
13 persone arrestate
Nel mirino della Dda di Napoli un sistema di corruzione negli enti dei servizi idrici della Regione Campania e finanziamenti illeciti a politici locali.
In manette anche l'ex sindaco di Caserta (Pdl) Pio Del Gaudio
I carabinieri del Ros hanno arrestato 13 persone legate ai Casalesi. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, turbata libertà degli incanti. L'inchiesta della Dda di Napoli riguarda fra l'altro un sistema di corruzione negli enti dei servizi idrici della Regione Campania e finanziamenti illeciti a politici. In manette anche l'ex sindaco Pdl di Caserta Pio Del Gaudio. Richiesto l'arresto per un parlamentare.
I carabinieri del Ros hanno arrestato 13 persone legate ai Casalesi. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, turbata libertà degli incanti. L'inchiesta della Dda di Napoli riguarda fra l'altro un sistema di corruzione negli enti dei servizi idrici della Regione Campania e finanziamenti illeciti a politici. In manette anche l'ex sindaco Pdl di Caserta Pio Del Gaudio. Richiesta di arresto anche per un parlamentare.I politici e gli imprenditori finiti nel mirino della magistratura sarebbero affiliati o contigui all'ala dei Casalesi guidata dal boss Michele Zagaria. Sequestrati anche undici milioni di euro.
Ma sti casalesi perché non li sterilizzano alla cattura?
"ma che cazzo di cinematografo è questo?"Citazione:
Roma, lascia il vicesindaco Luigi Nieri: "Vado via per difendere il Campidoglio"
http://www.repstatic.it/content/loca...efafd189f4.jpgLuigi Nieri e Ignazio Marino L'annuncio in una lettera: "Consegnate a Marino le mie irrevocabili dimissioni dalla carica, io mai indagato: tritacarne mediatico per destabilizzare la giunta". Il primo cittadino: "Persona leale e onesta, comprendo la sua amarezza"
di VIOLA GIANNOLI
http://roma.repubblica.it/cronaca/20...eri-119080329/
sempre per rimanere in tema cinematografico:
http://www.futuro-europa.it/wp-conte...a-vai-film.jpg
Sta cosa di Crocetta è allucinante, la Procura continua a negare l'esistenza dell'intercettazione, mi sa che gli hanno fatto un trappolone clamoroso.
Ma dai, non ci credo che possa essere un episodio uguale a quello della culona inchiavabile. Figurati se succedono queste cose.
:asd:
Bello Crocetta, prima non aveva negato quella conversazione, poi, saputo della Procura, ha ritrattato
bel casino, e ancora una volta uso assurdo delle intercettazioni.
magnifico anche il PD. Quelle di Crocetta ok, passindietro, exit strategy ecc ecc mentre di quelle di Renzi sono solo fantasy
No mi pare che lui avesse detto di non ricordarla.
da quel che ricordo mi sembra che dicesse di non aver sentito l'uscita di Tutino ma non negava. Era disperato ecc ecc
adesso mi pare stia ritrattando tutto.
Cmq questioni di lana caprina eh, certe cose non dovrebbero essere date alla stampa con questa facilità
in realtà pare che l'intercettazione che "qualcuno" ha fatto ascoltare ai prodi dell'espresso non sia neppure stata trascritta, per la sua irrilevanza.
ricordate com'è finita l'ultima volta che è successa una cosa IDENTICA? :fag:
Si ma qui il punto non è la rilevanza penale ma la rilevanza politica. Loro possono anche non averla trascritta perché irrilevante ai loro fini, ma se c'è stata Crocetta non può far finta di niente e men che meno gridare al complotto con i suoi patetici capelli tinti :asd:
il problema è che la Procura ha smentito non una ma due volte la sua esistenza.
questo il procuratore oggi al Corriere
Citazione:
Però L’Espresso conferma, e le intercettazioni agli atti non sono indicative di buoni rapporti tra alcuni indagati e Lucia Borsellino. «Certamente le registrazioni che abbiamo a disposizione dipingono un clima di ostilità nei confronti di Lucia Borsellino, nonché i motivi di disagio che l’hanno spinta alle dimissioni. Ma proprio il fatto che abbiamo dovuto ricostruire quel contesto attraverso una faticosa opera di connessione e incastro fra tanti discorsi spezzettati nel tempo è un’ulteriore conferma che l’intercettazione di cui tanto di discute non esiste» .
Perché?
«Se fosse esistita l’avremmo certamente utilizzata nel procedimento, perché nei termini in cui è stata diffusa sarebbe stata la dimostrazione plastica dei rapporti difficili all’interni del sistema sanitario regionale. Avrebbe fatto comodo alla tesi dell’accusa, ma non c’è».
E l'Espresso dove dice di averla presa?
Se non è stata trascritta bisogna risalire nella filiera delle intercettazioni.
E l'Espresso ovviamente non dirà mai da chi l'ha ottenuta...
Un fascicolo secretato, se ricordo bene
Citazione:
“L’Espresso” ha pubblicato il testo di una telefonata tra Tutino e Crocetta. Il colloquio risale al 2013: il primo è un potente medico dell’ospedale pubblico Villa Sofia, il secondo è già stato eletto presidente della regione. I nostri cronisti a Palermo l’hanno ascoltata e ne hanno verificato l’autenticità con diverse fonti di tutti gli ambienti investigativi. E dopo l’arresto di Tutino con l’accusa di aver truffato il servizio sanitario regionale, avvenuto il 29 giugno scorso, l’autenticità di quella conversazione è stata nuovamente verificata. Solo dopo tutti questi controlli è stata pubblicata sul nostro giornale.
Già in passato per tutelare il segreto di inchieste relative a cariche istituzionali, la procura di Palermo ha smentito rivelazioni de "l'Espresso" che poi si sono dimostrate vere. Come quando anticipammo la notizia dell'iscrizione dell'allora presidente del Senato Renato Schifani nel registro degli indagati: la procura negò. Trascorsero mesi, la notizia si rivelò fondata.
Nella complessa e frastagliata realtà siciliana, capita a volte a un giornale di dover raccontare verità scomode e diverse da quelle ufficiali.
Beh potrebbero pubblicare l'audio e tagliano la testa al toro.
l'intercettazione l'han sentita solo i pennivendoli dell'espresso.
per quanto ne sappiamo crocetta e il medico possono benissimo essersi parlati addosso/può essere passato un camion/interferenza sulla linea o che so io. crocetta può aver sentito e taciuto per assenso, come può non aver sentito. nessuno lo sa.
tutto sto cancan è stato costruito su una roba non dimostrabile (la fonte, a sentire l'espresso, si è ripresa il file audio) e dal contenuto rilevante per l'assenza di qualcosa (la risposta di crocetta), assenza la quale non si sa da cosa può essere stata motivata perché l'audio non ce l'ha nessuno.
è una pura e semplice offensiva giudiziaria condotta con metodi illegali (trasmissione all'esterno di documenti riservati), come non la si vedeva dai tempi di B.
B il quale è stato condannato per aver fatto una roba IDENTICA su panorama, per la cronaca.
Beh Crocetta dice che chiederà 10 milioni all'Espresso :bua:
e son pure pochi
Se non hanno l'audio tanti auguri in sede penale, a dimostrare l'esistenza di una conversazione di cui non hanno alcuna prova.