Citazione:
ADVERTISING PRIVATO E NUOVI TREND
«Per la mia festa di compleanno
papà mi ha regalato venti maxi-poster»
Carmen è una liceale con il sogno di fotomodella
I grandi manifesti affissi per chilometri nel Casertano
Il manifesto che ritrae la giovane diciottenne Carmen Biondo
CASERTA — «E fi gli so’ piezz’ ‘e core», se poi sono femmine sono pezzi d’oro, e se poi la femmina in casa è la pri mogenita seguita da due maschi, allora è pezzo di platino. E se la primogenita compie diciotto an ni, che una volta erano per l’in*gresso in società e oggi per l’ac cesso alla patente d’auto, cosa le fai per regalo? I fiori, la torta, il vestito firmato, la collanina d’oro? Magari Carmen ha avuto anche questo, ma quello che non s’aspettava è stata l’infilata di ma nifestoni 6x3 che dal quadrivio vicino casa, a Santa Maria a Vico tra Cervino e Collepuoti, e fino ai confini con Arpaia lungo la Stata le 87 Sannitica, le ha ricordato il 26 agosto scorso i suoi 18 anni. Splendida età, documentata dal le due foto giganti, un manifesto che a vederlo da lontano, auto mobilisti e passanti ovviamente attirati da due occhi neri in posa quieta, la foto di sinistra, e in at teggiamento felino, quella di de stra, portava a pensare alla recla me di uno spettacolo.
Si chiama Carmen Biondo, la destinataria dell’augurio «urbi et orbi» ed a firmare l’iniziativa (e l’assegno per una spesetta non da poco) è stato il papà Giuseppe con la complicità di mamma Maria Pia, col conseguente raccapriccio di Antonio, fidanzato di Carmen («Oddio, ed io che le faccio dopo questo po’ di regalone?»), e con l’aspettativa che Clemente e Ivan, fratelli terribili, già covano per quando questo compleanno toccherà a loro. Giuseppe Biondo è un papà di quelli dal cui torace il cuore sta sempre lì li per uscirne fuori, pal piti per la famiglia e per i figli e pirotecnìa autentica per la Car men, la cocca, la padrona delle chiavi dell’apparato cardiaco pa terno. Come le è venuta questa idea? «Orgoglio di padre — dice Giuseppe, commerciante d’abbi gliamento —, ho voluto fare una cosa fuori dall’ordinario. I figli, li conosci; Carmen poi si fa leggere come un libro aperto. Ho avuto subito la sensazione, quando è stata fotografata con uno strata gemma, che le avrebbe fatto pia cere».
E così è stato, perché quando Carmen ha visto quella esplosio ne di affissioni nel giorno del compleanno, s’è bloccata, ha trangugiato, ha messo mano al telefonino ed ha sparato un mes saggino: «Che botta papà, ma sei uscito pazzo?». Sentiamo Carmen: «Mi trema vano le gambe — spiega — una emozione fortissima. Sapevo del la festa organizzata in ristorante per la sera ed anche di qualche altro regalo, ma questo è stato troppo, troppo, troppo bello. Pensavo ai pensieri dei passanti, chi sarà mai questa? Io, protago nista della mia giornata di com pleanno!». Aspirazioni artistiche che co*vano? «No — risponde —, per ora penso a studiare, l’anno pros simo ho gli esami di maturità al liceo scientifico, per l’università ho un pensiero per la facoltà di ingegneria e due pensieri per il disegno industriale ad architettu ra. Ma mi piacerebbe anche fare la fotomodella, non quelle che sfilano in passerella, quelle stati che da fotografare». Lello Cle mente, il fotografo: «La stoffa ce l’ha ed è stata una scoperta. Foto grafo spose e cerimonie, anche aspiranti divette. Ma Carmen è una ragazza concreta».
Un com pleanno celebrato con tanta ecla tanza. Donatella Cagnazzo, manager delle pubbliche relazioni la pen sa così: «Ogni età ha i suoi tempi e i suoi modi per esprimere senti menti. I papà, è risaputo, sono i primi fidanzati delle proprie fi glie e questo papà ha toccato le corde del cuore della figlia che deve conoscere bene. Una bella iniziativa, una bella campagna pubblicitaria per una bella fami glia». Non per buttarla in sociologia, ma cosa pensa Matteo De Simo ne, psicoanalista e drammatur go, autore di «Giuseppina donna del Sud», questa sera in scena al Settembre al Borgo? Dice: «Una volta c’erano i graf fiti, poi le orrende scritte a spray, il manifesto tutto sommato è il meno peggio. Questa iniziativa, un gesto d’amore che non riten go possa essere fotografato, rap*presenta l’omologazione che la televisione fa di tutto, un ritratto distante dai sentimenti di un Sud che non è più quello della mia Giuseppina che va in scena a ricordare vecchi tempi».
Franco Tontoli
03 settembre 2009
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Tanto per la società dell'apparire :asd: