goku76 ha scritto lun, 12 gennaio 2004 alle 06:07
Citazione:
gabllogan ha scritto dom, 11 gennaio 2004 alle 20:28
non capisco perchè te la prendi tanto contro "l'ultimo samurai" non mi sembra che "kill bill" sia ad un piano superiore.
Sono due ottimi film,kill bill ha solo la fortuna di essere diretto da Tarantino e bene o male il tempo lo ricorderà.E' come una delle tante poesie di Manzoni,il fatto che l'abbia fatta Manzoni,la mette in circolo tra la gente,sotto gli occhi dei critici,anche se tutto sommato è brutta.Cosa che risulta impossibile perchè poi questa viene considerato come parte integrale del pensiero di Manzoni,e come tale rivalutata.Ora con questo paragone non voglio dire che Kill bill è brutto,dato che stiamo parlando di un bel film.Ma la fama di Tarantino l'ha un pò troppo messo sotto i riflettori di tutti.In realtà anche la trama di Kill Bill non spicca per l'originalità,ma il film risulta ugualmente gradevole.Quindi non capisco cosa trovi di banale in L'ultimo samurai che in fondo non abbia anche Kill bill?
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Eresia, eresia, eresia.
Kill Bill non è ad un piano superiore?
Il più grande errore che fa la gente è credere che la sceneggiatura siano i pezzi di carta più importanti per un regista, quando in realtà la sceneggiatura è soltanto una linea di direzione per lo sviluppo del film. Che non crediate che nella sceneggiatura ci sia scritto per filo e per segno ogni minimo movimento di macchina, perchè non è così, è un semplice testo scritto con tempo al presente nel quale la storia viene esemplificata e divisa per scene(a volte nemmeno quelle). E' una struttura che letta riga per riga non dice nulla, non ha senso di narrazione, non dice come è composto il quadro. Nulla di nulla. E' il regista che dà vita alle emozioni, che sceglie le inquadrature migliori, perchè ogni inquadratura, ogni angolo, ogni raccordo cela una sensazione ben precisa ai nostri neuroni. Ed il regista questo lo sa.
Tarantino parte da una struttura semplice, poche righe ed il tutto potrebbe essere lì riassunto, per poi trasformarlo in messaggio filmico, in immagini, in sensazioni. Nulla è lasciato al caso, il quadro che crea è frutto di uno studio ben preciso, che và dal semplice uso dei colori, al ben più complesso raccordo di direzione ed il componenete raccordo di sguardo.
Tarantino non si permetterebbe mai di offrirci allo spettatore uno scavalcamento di campo senza una motivazione ben precisa, perchè sà che nello spettatore, quello più smaliziato, quello che paga il biglietto per vedere l'arte prendere la forma quello scavalcamento di campo gli dice qualcosa, qualcosa che potrebbe essere male interpretato. Ogni quadro di Tarantino obbliga lo spettatore a puntare la direzione in uno spazio ben definito, porta lo spettatore dove più gli aggrada. E' vero, Tarantino non è un grande sceneggiatore, ma come dice Mrwolf è un narratore, uno che porta lo spettatore dentro allo schermo in percorsi così banali ed irreali da risultare pure reali.
Quello che ci propina Zwick invece è un minestrone riscaldato, che usa i soliti campi lunghi per offrire paesaggi splendidi già di per sè, o stretti primissimi piani per far gridare le ragazzine che sono in sala di fronte agli occhi del protagonista.
La sostanza è nella forma che usa il regista per ottenere lo scopo; Zwick si limita a ripetere i copioni stra abusati di Hollywood (gladiatori, scozzesi, cowboys), perchè sono quelli che portano lo spettatore medio in sala e lo fa uscire col sorriso stampato sul viso e la frase da dire alla compagna <<che bel film>>, perchè lo spettatore medio non ha tempo da perdere in congetture, deve concentrarsi sul bel attore protagonista, quindi perchè perdere tempo nella costruzione del quadro che nessuno si accorge della differenza?!?
Tarantino prende invece le radici del cinema, le adatta e le metabolizza, diventano parte della sua cultura che poi trasmetterà a noi nel linguaggio filmico più maturo e preciso che possa esistere.
Ma se vuoi ti posso anche dire che hai ragione, anzi avete ragione, siamo troppo difficili nei nostri gusti, vogliamo farvi credere che sia solo un "brutto" (parola inutile senza una motivazione) film; tanto noi non li capiremo mai i vostri film.
Pensa invece che per lo meno ci sforziamo di guardare quello che il cinema ci offre a 360°, che sia un Eastwood oppure uno Zwick qualsiasi, cerchiamo di aprire gli occhi e di essere il più oggettivi possibili, perchè essere oggettivi significa tenere conto anche di cosa il cinema ha già offerto, ma anche e soprattutto in che modo ci viene offerto.
Vogliamo soprassedere su tutto?!? Va bene, soprassediamo su tutti i difetti de "L'ultimo Samurai"; ma quando, lo spettatore medio avrà il coraggio di scegliere anche un film di Linch, di Spyke Lee, di Von Trier o Malick senza abusare del termine <<che pacco di film>>?