Guarda che noialtri non aggradiamo mai in superiorità numerica. Sempre uno contro uno :snob:
Alle spalle, con una sbarra di ferro 8)
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siete cattivi. sappiatelo :snob:
Ma stasera ad Anno Zero ci sarà Ghedini? :sad:
no
Citazione:
Ospiti in studio Debora Serracchiani del Partito Democratico, Francesco Storace, segretario de La Destra ed ex presidente della Regione Lazio prima di Marrazzo; i giornalisti Maurizio Belpietro, direttore di Libero, e Antonio Polito, direttore de Il Riformista.
Uffa. Con Belpietro un po' si recupera. Ma senza Mr. Mavalà non è la stessa cosa.
Sono uscite le nuove vignette di Disegni :asd:
Spoiler:
Ecco la Memoria su Stefano Cucchi, presentata stamattina dall'ass.A buon diritto.
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Oggi alle 15.02
MEMORIA
Giovedì 15 ottobre 2009
Verso le ore 23.30 Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri nel parco degli acquedotti, a Roma.
Venerdì 16 ottobre
Alle ore 1.30 del mattino si presentano, con Stefano, presso l’abitazione della famiglia Cucchi in via Ciro da Urbino, due uomini in borghese, poi qualificatisi come carabinieri e altri due carabinieri in divisa della caserma dell’Appio Claudio. Iniziano a perquisire la stanza di Stefano mentre questi tranquillizza la madre dicendole “tranquilla, tanto non trovano nulla”. In effetti nulla trovano nella sua stanza, rinunciando a perquisire il resto dell’appartamento e dello studio, pur dopo l’invito della famiglia a procede. I carabinieri a loro volta tranquillizzano i familiari, dicendo che Stefano è stato sorpreso con poca “roba” addosso (20 gr. principalmente marijuana, poca cocaina e due pasticche, secondo alcune notizie filtrate da ambienti delle forze dell’ordine e degli inquirenti, “di ecstasy”: secondo il padre “di Rivotril”, un farmaco salvavita contro l’epilessia, regolarmente prescrittogli dal medico curante). I carabinieri comunicano inoltre che l’indomani alle 9 si sarebbe celebrato il processo per direttissima nelle aule del tribunale di Piazzale Clodio. Alle ore 12 circa del mattino Stefano arriva in aula scortato da quattro carabinieri. Il suo volto è molto gonfio, in contrasto impressionante con la sua magrezza (i genitori affermano che il suo peso prima dell’arresto è di circa 43 kg) e presenta lividi assai vistosi intorno agli occhi. Durante l’interrogatorio del giudice, si dichiara colpevole di “detenzione di sostanze stupefacenti, ma in quanto consumatore”. Stefano alle 13 circa viene condotto via, ammanettato, dai carabinieri, dopo la sentenza di rinvio a giudizio (udienza fissata per il prossimo 13 novembre) con custodia cautelare carceraria. Alle ore 14 viene visitato presso l’ambulatorio del palazzo di Giustizia, dove gli vengono riscontrate “lesioni ecchimodiche in regione palpebrale inferiore bilateralmente” e dove Stefano dichiara “lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori”. I carabinieri lo conducono quindi a Regina Coeli affidandolo alla custodia della Polizia penitenziaria. All’ingresso in carcere viene sottoposto a visita medica che evidenzia la presenza di “ecchimosi sacrale coccigea, tumefazione del volto bilaterale orbitaria, algia della deambulazione". Viene quindi trasportato all’ospedale Fatebenefratelli per effettuare ulteriori controlli: in particolare radiografie alla schiena e al cranio, non effettuabili in quel momento all’interno dell’istituto penitenziario. In ospedale viene diagnosticata “la frattura corpo vertebrale L3 dell'emisoma sinistra e la frattura della vertebra coccigea”.
Sabato 17 ottobre
Nel corso della mattinata viene nuovamente visitato da due medici di Regina Coeli i quali ne dispongono nuovamente il trasferimento al Fatebenefratelli. Da qui, nel corso della mattinata (ore 13,15), viene trasferito all’ospedale Sandro Pertini. La famiglia viene avvisata del ricovero di Stefano solo alle ore 21. Alle ore 22 circa i genitori si presentano al pronto soccorso e vengono indirizzati al “padiglione detenuti”. Al piantone viene chiesto se è possibile visitare il paziente, ma la risposta che viene data ai familiari è: “questo è un carcere e non sono possibili le visite”. Alla precisa domanda rivoltagli dai genitori: come sta Cucchi Stefano?, il piantone li fa attendere per poi invitarli a ritornare il lunedì successivo (dalle 12 alle 14), per parlare con i medici.
Lunedì 19 ottobre
I genitori si recano alle ore 12 presso il padiglione detenuti e ripetono al piantone la richiesta di visitare Stefano. Vengono fatti accomodare nel vestibolo, gli vengono presi i documenti e nell’attesa chiedono a una sovrintendente appena uscita dal reparto quali siano le condizioni di salute del figlio. La risposta della sovrintendente è: “il ragazzo sta tranquillo”, ma ancora una volta viene negata ai genitori la possibilità di un colloquio con i medici con la motivazione che l’autorizzazione del carcere non è ancora arrivata. Di fronte all’insistenza dei genitori, che specificano di voler solo parlare con i medici, e non anche avere un colloquio con il figlio, la stessa sovrintendente li invita a ripresentarsi il giorno successivo, affermando che per l’indomani l’autorizzazione sarebbe sicuramente arrivata.
Martedì 20 ottobre
Alle ore 12 i genitori si recano nuovamente al “Pertini”, ripetendo al piantone la richiesta di visitare Stefano. Questa volta il piantone nega loro l’ingresso, dichiarando – ed è la prima volta che viene detto esplicitamente - che “sia per i colloqui con i detenuti sia per quelli con i medici occorre chiedere il permesso del Giudice del Tribunale a Piazzale Clodio”.
Mercoledì 21 ottobre
Alle 12.30 il padre di Stefano , dopo una mattina passata in tribunale, ottiene il permesso del Giudice della settima sezione per i colloqui. Decide di non andare a Regina Coeli per farsi vistare il permesso in quanto l’ufficio competente chiude alle 12.45, rimandando tutto al giorno successivo.
Giovedì 22 ottobre
Stefano Cucchi muore alle 6.20 di mattina. La certificazione medica rilasciata dal sanitario ospedaliero parla di 'presunta morte naturale'. Alle ore 12.10 un carabiniere si presenta a casa Cucchi trovando solo la madre del ragazzo, essendosi il padre recato a Regina Coeli per il visto, e chiede a questa di seguirlo in caserma per comunicazioni. La signora non può, trovandosi sola con la nipotina, e così il carabiniere dichiara che sarebbe tornato più tardi. Alle ore 12.30 alla madre di Stefano viene notificato il decreto del Pm con cui si autorizza la nomina di un consulente di parte. È in questo modo che la signora Cucchi viene a sapere della morte del figlio. Entrambi i genitori si recano al Pertini dove il sovrintendente e il medico di turno dichiarano di “non aver avuto modo di vederlo in viso in quanto si teneva costantemente il lenzuolo sulla faccia”. Si precipitano quindi all’obitorio dell’istituto di medicina legale dove si presenta loro un’immagine sconvolgente: il volto del figlio devastato, quasi completamente tumefatto, l’occhio destro rientrato a fondo nell’orbita, l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia in modo abnorme, la mascella destra con un solco verticale, a segnalare una frattura, la dentatura rovinata.
Venerdì 23 ottobre
Viene effettuata l’autopsia. Al consulente di parte, nominato dalla famiglia, non viene consentito di scattare fotografie. Il corpo di Stefano Cucchi ora pesa 37 Kg
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non ci sono thread aperti su questo (ma d'altra parte c'è ben poco da dire)
Per stemperare i toni ecco invece a cosa serve la SIAE
La Siae batte cassa per i canti
alla festa degli ultranovantenni
29/10/2009 08:46
http://www.ladige.it/oggetti/2009_10/euro_3.jpgPREDAZZO - «Gli artigli della Siae anche sugli ultranovantenni». Così il presidente del Circolo Pensionati ed Anziani di Predazzo, professor Arturo Boninsegna, ha definito l'ultimo episodio, davvero incomprensibile e, per molti aspetti, inaccettabile, che ha visto la Società Italiana Autori Editori andare a cercare denaro anche per una festa degli ultranovantenni del paese. È successo lo scorso 7 ottobre, quando è stata programmata la tradizionale festa degli anziani che hanno superato un'età importante, appunto quella dei novant'anni. Erano poco più di una ventina i presenti (su 46 in totale), accolti dai responsabili del Circolo (mancava lo stesso presidente per altri impegni) e dal sindaco Silvano Longo . Hanno consumato una buona merenda e poi hanno cantato (chi aveva voce) alcune canzoni della tradizione locale, accompagnati dalla fisarmonica del maestro Nicolino Gabrielli . Un bel pomeriggio trascorso in lieta compagnia, ben presto guastato dalla notizia di questi giorni che la Siae ha chiesto una tassa di 41,32 euro, visto che tra i brani eseguiti ci sarebbero state alcune canzoni di montagna. «Devono solo vergognarsi» è l'amaro commento di Boninsegna. Come non essere d'accordo?
M.F.
Quotidiano l'Adige.
si sarà picchiato da solo come Aldrovandi.
no basta ancora Belpietro da Santoro :rotfl:
nessuno sà chi sia chiappe d'oro? :asd:
non gira ancora qualche nome?
Caesar, ma fammi capire, praticamente tu passi la tua vita guardando filmati su youtube...
:mah:
Non proprio.
C'ho anche un'oretta dedicata al rosik nero contro berlusconi.
Contento?
the first chicken that sings, made the egg.
Ovviamente, la risposta b) sarebbe stata "se non è vero, perché non smentisce?" :asd:
Dai Chiwaz non siam forcaioli, io sto solo sperando tantissimo che sia vero :asd:
Se venisse fuori la certezza senza ombra di dubbio partirei per Roma questa notte stessa al solo scopo di http://i33.tinypic.com/2ag6zk4.png
Ben svegliato Masp :asd: