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«Stiamo facendo qualcosa di grande»
E’ il giorno di Alessandro Del Piero. La prima conferenza stampa di un 2008 che, in queste prime due settimane, lo ha visto protagonista assoluto. Un gol a Catania, uno in Coppa Italia. E uno stato di forma in crescendo continuo.
Un Del Piero leader in campo, nello spogliatoio, ma anche il sala stampa. I messaggi che lancia all’esterno sono chiari e decisi. Sintetizzati in un pensiero: «Stiamo facendo grandi cose, ma dobbiamo dare tutti qualcosa in più. Tutti: giocatori, staff e società».
Bilancio a fine andata. «E’ un momento importante per noi. Abbiamo fatto tanta strada, tutti ci siamo impegnati molto. Sia chi è riuscito a dare tanto, sia chi non ancora come ci si aspettava, ma per questo non c’è da colpevolizzare nessuno. Abbiamo raggiunto dei buoni risultati e la posizione in classifica è ottima. Davanti abbiamo un’Inter che è più forte delle altre per numero di giocatori e consapevolezza della proprio forza. Rispetto ai nerazzurri, ma anche a Milan e Roma, noi abbiamo affrontato tante difficoltà in più avendo cambiato tanto. Difficoltà che siamo riusciti a superare».
Si può dare di più. «Gli elogi e le belle parole, ma soprattutto i risultati ottenuti, devono servirci da stimolo. Stiamo facendo qualcosa di veramente grande, ma dobbiamo dare di più. Tutti: giocatori, staff e società. Bisogna sforzarsi sotto tutti gli aspetti se vogliamo continuare a stare in alto e sognare».
Pensiamo alla giornata. «Quest’anno non siamo in grado di poter pensare a lungo termine. Dobbiamo vivere alla giornata, partita dopo partita, sapendo che se non stiamo attenti, si fatica. Basta guardare la Coppa Italia. All’andata l’Empoli ha giocato meglio e ha vinto e anche al ritorno ci ha messo in difficoltà. E così sarà anche per il match di domenica con la Sampdoria, già complicata per la nostra situazione infortunati».
Pochi rimpianti. «Abbiamo perso una gara prendendo tre pali, alcune le abbiamo riprese alla fine. Nell’arco di una stagione alla fine le cose si bilanciano. A volte si meritava di più, altre di meno.
Non si può parlare di stagione sorprendente ma è ottima, viste le difficoltà incontrate».
Champions sì. «Andare in Champions dà tanto, non solo a livello economico per la società. Dà ambizione e gioia per affrontarla, regala sfide emozionanti. E’ un obiettivo fantastico da ottenere e giocarsi».
Champions no. «Stagione fallimentare se non arriviamo tra le prime quattro?
La cosa fondamentale di quest’anno è arrivare alla fine con la consapevolezza di aver dato il massimo. Come abbiamo fatto fino ad ora. Ma, ripeto, questo non basta. Dobbiamo dare ancora di più. Siamo stati bravi ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Questo modo di pensare lo dobbiamo sempre tenere davanti a noi».
Non molliamo mai. «Una delle cose più positive è che abbiamo mantenuto alcune caratteristiche come l’orgoglio, la voglia di vincere sempre, la fiducia tra di noi. Lo dimostrano i tanti punti fatti negli ultimi minuti di gara».
Responsabilità. «Non abbiamo mai mancato di assumerci nostre responsabilità. In questo momento non mi sento più responsabile dell’anno scorso o degli altri anni. Attorno ne sento sempre tanta ed è giusto così».
Le difficoltà dei nuovi. «Non voglio entrare nel merito di coloro che non sono riusciti ad esprimersi al meglio. Posso solo dire che sotto l’aspetto dello spirito e dell’impegno, tutti hanno dato il massimo. Poi, capita a tutti di avere momenti più o meno negativi».
Mercato. «La società non mi ha mai chiesto consigli di mercato ed è giusto così. Ci sono dirigenti che operano e decidono. Così ho la mente più libera per pensare a fare il calciatore».
Con l’Inter in coppa. «Sarà una sfida vissuta in maniera intensa da parte nostra, ma anche da parte loro. Contro l’Empoli, gli stimoli li avevamo a prescindere. Spero sia bella e intensa e possa regalarci la semifinale. La Coppa Italia è un obiettivo importante, queste sono le uniche partite di coppa che affrontiamo quest’anno».
Stagione personale in crescendo. «Ho iniziato la stagione con un differenziato, non potevo che migliorare la condizione. Scherzi a parte, c’è stato un miglioramento progressivo. I gol aiutano a evidenziare questo stato di forma e sono contento siano arrivati. Sono soddisfatto del momento fisico e psicologico. Non mi focalizzo su chi già quattro anni fa pensava che non fossi in grado di reggere 90 minuti. Penso a chi ha creduto in me, anche grazie a loro ho trasformato il lavoro in energia positiva».
La Nazionale e l’obiettivo Europeo. «Donadoni ha libertà di scegliere chi portare in azzurro. Il mio unico pensiero è quello di cercare di far bene, così come sto facendo, per far sì che lui possa convocarmi. Ho quasi sempre fatto parte di questo gruppo e vorrei continuare. La testa per ora è solo per la Juventus, perché solo facendo bene qui posso essere convocato. La Nazionale rappresenta il massimo punto di arrivo per un giocatore e se non arriverà quest’Europeo, pazienza. Farò altro in quei mesi».