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10/5/2008 (7:22) - L'AD BIANCONERO AL CENTRO DELLE OPERAZIONI
Un uomo solo al mercato
Jean-Claude Blanc
Secco ko, il peso della nuova Juve è su Blanc. Da Amauri a Nedved: per ora nessuno socnto
FABIO VERGNANO
TORINO
Jean-Claude Blanc, amministratore delegato della Juventus dal giugno 2006, ha conosciuto il calcio infilandosi in un tunnel di difficoltà. Si è ritrovato al vertice della squadra bianconera, insieme a Giovanni Cobolli Gigli, dopo Calciopoli e con la B sulla porta di casa. Blanc, grande manager di grandi manifestazioni sportive non calcistiche, prima ha dovuto imparare l’italiano, poi conoscere il calcio. Che, come gli scatoloni con i bicchieri di cristallo, va maneggato con cura. Poteva spaventarsi? Forse, ma non ne ha avuto tempo. Si è fatto risucchiare nel tritatutto e ha preso confidenza con la materia. Al punto che adesso si concede anche una battuta: «Al contrario di quanto molti sostengono, il calcio non è così complicato, non è un intervento a cuore aperto» (certo è così facile che Tiago e Almiron li ho chiamati io. NdCamus). Negli ultimi due giorni, comunque, ha capito che è vero che non è indispensabile essere Barnard per operare in questo mondo di matti, ma che ci vuole comunque mano ferma e tanta pazienza. Soprattutto se i personaggi con cui ti devi confrontare è gente smaliziata che a volte usa metodi poco oxfordiani nel gestire gli affari.
In realtà Blanc sarebbe stato volentieri a curare le sue carte piene di cifre a sei zeri per far quadrare il bilancio della Juve tramortita da Calciopoli, invece Alessio Secco, il ds che vanta un’esperienza mercatistica da veterano a confronto di quella del suo diretto superiore, ha scelto il periodo giusto per cadere dalla moto e finire in ospedale. Sono i casi della vita. Così Blanc ha preso l’agenda e si è segnato gli appuntamenti che in condizioni normali sarebbero toccati a Secco, con la sua supervisione economica. Non roba da poco. Fino a giugno 2007 c’era ancora Bettega operativo. Ora tocca a lui rinforzare la Juve con vista Champions. Giovedì Blanc ha cominciato la sua ventiquattr’ore di trattative ricevendo i Grimaldi, Mariano e Vittorio, procuratori di Amauri. Non uno, ma due «squali» da tenere a bada. Con il suo italiano francesizzato, ha spiegato ai Grimaldi che anche per uno che viene da Parigi, 4,8 milioni di euro di ingaggio per il brasiliano sono una pazzia. Almeno per la Juve che ha lasciato Flamini al Milan per non svenarsi. Amauri è un campione, serve a Ranieri, tuttavia Blanc non perde mai di vista il bilancio e così, soltanto per un milione di meno, il centravanti potrà indossare la maglia bianconera. Si rivedranno la prossima settimana, Blanc aspetta che i Grimaldi facciano un passo indietro. Lui ne farà volentieri uno piccolo in avanti. Stessa storia ieri per Nedved, presentatosi alle 14 al cospetto di Blanc con il suo manager, Mino Raiola. Altra trattativa delicata, perché pure a Pavel è stato chiesto di ridursi lo stipendio per la prossima stagione, quasi sicuramente l’ultima da giocatore. Il ceco ha un contratto che scade fra un mese e mezzo, Raiola dice che lui aspetta e crede che la Juve abbia ancora tanto bisogno di Nedved, oggi pagato con 3,8 milioni stagione.
E’ vero alla Juve serve Pavel, soprattutto se non troverà un alter ego attendibile. «Quando ci vedremo fra pochi giorni, sarà per decidere: o si firma, o ci lasciamo. Non ne faremo una telenovela». Blanc non ha mosso un muscolo in più del dovuto. Fermezza su tutta la linea. Oltre i 2,5 non si va. Prima di tornare a casa, secondo meeting della giornata. Davanti a lui due smaliziati come Vigorelli e Morabito. Gli hanno proposto Sagnol, terzino trentunenne del Bayern. Quello che la Juve voleva già nel 2005, poi Moggi e Rummenigge litigarono. Ne riparleranno.
Già con Flamini non hai fatto una bella figura, prima di rilasciare queste dichiarazioni abbi il buon gusto di poggiarle su qualcosa di concreto