Bhe' questa e' veramente una cagata al di la' del credibile :facepalm:
Ma non hanno niente di meglio da fare al mondo ?
Visualizzazione Stampabile
Bhe' questa e' veramente una cagata al di la' del credibile :facepalm:
Ma non hanno niente di meglio da fare al mondo ?
Repubblica è sempre più un giornale di merda.
Citazione:
Non può donare sangue a Milano perchè è gay
La vicenda al 'Gaetano Pini'. Pd e Verdi: episodio gravissimo
16 luglio, 21:02
salta direttamente al contenuto dell'articolo
salta al contenuto correlato
IndietroStampaInviaScrivi alla redazioneSuggerisci ()
Guarda la foto1 di 1
Donazione del sangue
(di Pasquale Faiella)
MILANO - Non e' il primo caso e non sara' certo l'ultimo. Stavolta tocca a Milano e all'ospedale ''Gaetano Pini'' iscriversi nell'elenco dei presidi che hanno detto no a un donatore di sangue - benche' sia un volontario da otto anni - perche' dichiaratamente omosessuale. Ed e' polemica, con i Verdi e la parlamentare Paola Concia (Pd) che annunciano una interrogazione al ministro della Salute. Al giovane, che si era recato nel Centro trasfusionale del presidio sanitario milanese convinto di poter donare come al solito, i medici hanno spiegato che ''il protocollo non prevedeva che un gay potesse continuare a essere donatore''. ''Il Gaetano Pini - spiega il direttore sanitario della struttura, Amedeo Tropiano - aderisce al protocollo per la medicina trasfusionale della Citta' di Milano, di cui e' capofila il Policlinico, e a cui aderisce anche il Fatebenefratelli''. Proprio al Policlinico, nel 2007, era avvenuto un caso analogo: un 28enne gay aveva protestato perche' escluso dalla donazione. All'epoca, il Policlinico aveva sottolineato che ''l'orientamento sessuale non e' a priori un motivo di esclusione dalla donazione di sangue, tant'e' che secondo gli standard internazionali le donne omosessuali possono donare il sangue. ''I dati epidemiologici - spiegano dal 'Pini' mostrano invece che il rapporto omosessuale maschile e' un comportamento a rischio, e pertanto la nostra struttura, rispettando le indicazioni della Commissione Europea e della legge italiana, che impongono l'esclusione dalla donazione dei soggetti con comportamenti sessuali a rischio, non ammette la donazione di soggetti maschi che abbiano rapporti omosessuali, indipendentemente dal numero di partner''. ''E' gravissimo che un ospedale milanese rifiuti la donazione di sangue da un gay''. Replica Paola Concia, deputata del Pd. Insieme all'ex ministro della Salute Livia Turco, la parlamentare ora presentera' un'interrogazione al ministro della Salute, ''per chiedere conto di quella che e' una violazione del principio di non discriminazione sancito dalla Costituzione''. Per Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, ''ormai in Italia sta montando una omofobia dilagante e non degna di un paese europeo. Presenteremo un esposto alla Corte dei diritti umani e all'Unione europea perche' ormai l'Italia sembra essere tornata all'eta' della pietra sul rispetto dei diritti civili''
In pratica l'ospedale milanese esclude i gay e non le lesbiche perché su base statistica i primi sono sessualmente più promiscui.
Personalmente la ritengo una scelta comunque sbagliata, che probabilmente è fatta solo per risparmiare sull'esame del sangue.
Immagino che ci saranno comunque altri istituti a cui poter donare.
l'esame del sangue lo devono fare comunque quindi non ci vedo il risparmio...
ho capito ma tutto il sangue donato va comunque analizzato, quindi che gli frega se uno e' gay o no ? ti ricordi lo scandalo del sangue infetto ?
Non e' che se arriva uno e dice "sono etero" il suo sangue non viene analizzato, sta cosa del chiedere la sessualita' ai donatori e' una cagata inutile
effettivamente è vero
Non vedo il motivo di questa cosa.Citazione:
Prima di qualsiasi utilizzo, ogni campione di sangue viene analizzato in laboratorio per verificare il gruppo sanguigno ed escludere le trasmissioni di malattie infettive. Dopo ogni donazione, il donatore riceve il risultato delle analisi e può agevolmente tenere sotto controllo il suo stato di salute.
Unica sarebbe che ci sia fra gli donatori omosessuali una dose inopportuna di sangue infetto, ma avrebbero semplicemente potuto dirlo e in quel caso dubito che avrebbe creato scandalo.
Unica altra possibilità che vedo è effettivamente quello che urlano i giornali.
Allora, il problema è semplice ed è relativo al cosiddetto periodo-finestra, durante il quale i virus non sono rilevabili tramite test sugli anticorpi e comunque difficili da rilevare attraverso test specifici tipo PCR, che comunque costano un pacco di soldi e non si fanno (o forse per il solo HIV, mi pare).
Per info sciroppatevi (solo 8 pagine): http://www.genedia.it/italiano/quade..._bibl_app2.pdf
Per questa ragione in generale le persone con comportamenti sessuali a rischio vengono escluse. Se c'è evidenza epidemiologica che l'omosessualità maschile è un comportamento sessuale a rischio, non donano, punto. Donare il sangue non è un "diritto" di qualche genere, io stesso non posso donarlo perchè 10 anni fa ho avuto un linfoma e sono stato sottoposto a chemio, che è una cosa che invece non ha alcuna rilevanza epidemiologica di alcun tipo, dal punto di vista trasfusionale, però nel dubbio mi mandano via.
Quindi Repubblica è il solito giornaletto triste.
Ecco.
scusa, ma il comportamento a rischio è l'avere molti partner, non l'essere omosessuali.
E' vero che molti omosessuali hanno comportamenti promiscui, ma dal momento che l'essere omosessuali è un qualcosa che viene fuori dalla dichiarazione spontanea del possibile donatore, che quindi può dichiarare di essere omosessuale e promiscuo, etero e promiscuo, omo e monogamo, o etero e monogamo semplicemente in base alla sua onestà, non vedo perchè discriminare gli omosessuali monogami e non gli etero promiscui.
Come a dire che se in certi paesi i neri, essendo mediamente più poveri e vivendo in condizioni igieniche peggiori dovessero essere esclusi anche quando vivono a bel air e chiamano taxi gialli con fischi collaudati.
Hai detto tutto perfettamente, il problema è la frase in grassetto.
l'omosessualità non può essere considerata, di per sé, un atteggiamento sessuale a rischio.
tu mi potrai rispondere "statisticamente i gay sono più promiscui", ma in realtà non è l'orientamento sessuale che implica la promiscuità, ma l'atteggiamento del singolo.
La prevenzione rispetto a eventuali prelievi di sangue infetto non può essere fatta (e non lo è infatti) solo su basi di statistica epidemiologica, soprattutto se il campione è scelto su caratteri che non sono pertinenti con gli atteggiamenti a rischio.
Mi spiego: io vado a trovare clienti in tutta Italia. Qualche mese fa mi hanno proibito di donare perché ero stato 2 giorni in trasferta a ferrara nel periodo della febbre del nilo.
ma questo è un atteggiamento soggettivo.
Se avessero detto "tutti i commerciali di tutte le ditte d'Italia non possono donare il sangue perché potrebbero essere stati nella zona del delta del Po", sarebbe stato un provvedimento ridicolo, non trovi?
quindi, la domanda che dovrebbe essere posta è se il soggetto ha avuto atteggiamenti sessuali rischiosi (promiscuità sessuale) e in quel caso ha ragione l'Ospedale e il tizio è un piangina che grida allo scandalo; se invece gli è stato chiesto se è etero o gay, ha tutte le ragioni di incazzarsi.
edit: slowpoke :asd:
Nel documento ti chiedono se hai cambiato partner sessuale negli ultimi mesi
Non c'entra la promiscuità, è la modalità del rapporto. Semplicemente il rapporto anale è molto più rischioso di qualunque altro tipo di rapporto.
Certo che in effetti potrebbero semplicemente chiedere "Rapporti anali negli ultimi 2 mesi ?", che è più preciso. D'altronde "sono omosessuale maschio e ho avuto attività sessuale negli ultimi 2 mesi" => "Ho avuto rapporti anali negli ultimi 2 mesi", quindi ...
EDIT: Mi ero perso la perla sui "dati statistici":
:rotfl:Citazione:
Tra le statistiche che saranno allegate all'interrogazione, una stima dell'Istituto Superiore di Sanità relativa al 2008: nel 44,4% dei casi, la trasmissione del virus è avvenuta con un rapporto eterosessuale; nel 23,7% dei casi, invece, c'è stato un rapporto omosessuale o bisessuale.
Ma non credo, il contagio può avvenire in qualsiasi modo.
E in ogni caso si può riformulare l'obiezione per non discriminare i ghei pompinari (cit.) rispetto agli etero che "analisti"
Certo che può avvenire in qualsiasi modo, ma esistono modalità di rapporto notoriamente più rischiose (in particolare, il sesso anale). Se non ci credi cerca, non ho voglia di smazzarmi a cercare al momento. :asd:
In effetti non sarebbe una cattiva idea escludere i praticanti abituali di sesso anale. :sisi:
Ma ciò non toglie che tutto il discorso sia campato per aria. Donare non è un diritto. La base epidemiologica esiste. L'idea è sempre e comunque di minimizzare il rischio per chi riceve il sangue, l'unica considerazione da fare è vedere se gli omosessuali maschi come gruppo siano mediamente più o meno a rischio della popolazione complessiva, ed evidentemente lo sono di più. Non vedo cosa ci sia da frignare. Non ho visto associazioni di ex-malati di cancro frignare.
Vabeh ma l'importante è non farlo sapere. Se poi ne prendi 3-4 in un colpo solo a CL non interessa :asd:
D'accordo, ma questo obiettivo di minimizzare seguendo il rischio va conseguito secondo un criterio, se escludi delle persone a cazzo stai eseguendo una discriminazione totalmente inutile.
Bisogna escludere una serie di comportamenti estremamente diffusi fra gli omosessuali, non l'omosessualità in quanto tale.
Se una persona fa sesso anale da 20 anni con la stessa persona (sana) usando il preservativo non è una persona rischiosa a prescindere dal fatto che sia omosessuale o eterosessuale.
Se una persona fa sesso con chi capita dove capita senza mezza protezione (magari facednosi la doccia dopo, cit.) è una persona da escludere a prescindere che sia omosessuale o no.
Quindi l'essere omosessuali è irrilevante rispetto alla necessità di minimizzare il rischio.
Ora, posso capire che per individuare le persone a rischio si possano scartare anche delle persone sane, ma ma visto che l'essere omosessuale o l'avere pratiche sessuali a rischio risultano non da caratteristiche evidenti, ma da informazioni donate spontaneamente dai donatori, ci si può fidare di un omosessuale che dichiari di non aver avuto comportamenti a rischio come di un etero che dichiari lo stesso, visto che l'etero potrebbe benissimo esere un omosessuale che si dichiara etero
Durante il rapporto anale essendo meno "adatto del canale vaginale" (paroloni :fag:) esiste una maggiore probabilità di lesioni e quindi di perdita di sangue.
(le statistiche mi sembrano (da parte del ricevente) un 5-4 per mille contro un 50 circa per mille)
Ovviamente uso del profilattico abbassa di molto le chance per entrambi i casi.
La stronzata di questo ragionamento è che volendo si potrebbe dire : la probabilità del penetrato di beccarsi aids è molto maggiore del penetratone, quindi le donne eterosessuali non possono donare etc. etc etc
Il punto è che per infettarsi bisogna copulare con una persona infetta.
In caso di monogamia si può provare tutto il kamasutra e non infettarsi mai.
Dunque, concordo sul fatto che più la selezione è precisa e maggiore è il suo effetto, tuttavia è evidente che se la popolazione omosessuale nel complesso manifesta un grado di rischio maggiore rispetto alla media e noi la escludiamo interamente, abbiamo fatto un miglioramento, anche se magari esistono delle sotto-popolazioni a rischio più basso.
Per esempio i monogami, sia etero che omo, hanno praticamente solo il "rischio da tradimento", che però è anch'esso molto più alto per gli omo che per gli etero, per evidenti ragioni. Probabilmente la sottopopolazione "omo monogamo che fa solo rapporti protetti" ha un rischio pari o inferiore alla media (ma non ne sarei sicuro al 100%), quindi potrebbe essere opportuno recuperarli, ma comunque stiamo parlando di un numero di persone bassissimo.
Faccio notare che gli etero promiscui già non vengono considerati, infatti non viene accettato sangue da persone che hanno avuto rapporti con individui:
Indipendentemente dall'uso del preservativo.Citazione:
anti-HIV, anti-HCV, HBsAg positivo
occasionale
sconosciuto
tossicodipendente
che si prostituisce
sottoposto a trasfusione di sangue e/o emoderivati (nei 4 mesi successivi alla trasfusione)
sottoposto a trapianto d'organo
in terapia dialitica
In altre parole, se riescono a stabilire un criterio più preciso, tanto meglio, ma, alla luce del fatto e lo ripeto che donare il sangue non è un diritto, il ridicolo cry-more delle associazioni omosessuali, supportato da dati statistici che gli danno torto (:facepalm:), con la grancassa dei farlocchi di Repubblica, non si può sentire.
considerando che per quanto siano pochi, recuperare il gruppo "omo monogamo che fa solo rapporti protetti" non costa assolutamente nulla, non vedo perchè non debba essere fatto.
E il fatto finora non abbiano mai avuto problemi a far donare agli omosessuali (immagino se ne sarebbero accorti, se troppi campioni di sangue venissero respinti dalle analisi) vuol dire che il cambio di politica imposto dalla nuova direzione non è così logico, e non mi sorprenderei fosse invece ideologico.
(in ogni caso, a saperlo prima il topic ce lo aprivo, alla fine la discussione è venuta su)
in ogni caso l'esame del sangue lo devono fare perchè devono sapere gruppo rh e tutti i parametri per le trasfusioni in più se non sbaglio devono comunqeu fare i test anti epatite e aids dopo le trasfusioni infette del 1987 quindi non è risparmio è tutt'altro spero non sia discriminazione.
Se loro dicono che la decisione l'hanno presa in base a dati epidemiologici, nulla impedisce di supporre che abbiano fatto qualche controllo di questo tipo.
Tra l'altro anche leggendo il patetico articolo di Repubblica si deduce che il cambio di politica sia stato adottato in seguito all'ingresso in un gruppo di centri trasfusionali che già segue questa linea da tempo.
Se il gruppo "omo monogamo che fa solo rapporti protetti" non viene recuperato evidentemente è per qualche ragione (magari hanno comunque un rischio più alto del livello che il centro trasfusionale desidera, o magari non vogliono essere costretti a raccogliere dati così dettagliati sui donatori, o magari hanno stabilito delle linee generali e preferiscono evitare di mettersi a fare 1 eccezione altrimenti devono farne 2000, o magari gli pesa il culo, ecc.), il punto rimane che:
1) Donare il sangue non è un diritto.
2) La giustificazione epidemiologica è palese.
Quindi, ripeto, la lagna delle associazioni omo amplificata dal trombone di Repubblica non si può sentire.
'Sti froci.
Davvero non capisco perchè si debba far tanto casino per una cosa come la donazione del sangue, sono davvero cosi tanti i donatori omo, che sono sicuri come lo è un etero di non essere infetti, che donerebbero il loro sangue? Mi sembra più una lagna ideologica e allora, a riguardo suddetti omo potrebbero giungere ad un fine ignorandone il mezzo e mentire e donar cosi il sangue in beffa alla burocrazia.
Credo che se vieni scartato perchè gay/promiscuo/etcetc il sangue non viene proprio preso, per cui non viene fatto nè il test, nè altro.
@Il nero
Mi pare che le informazioni le chiedano comunque, quindi quelle necessarie a fare la scrematura dei gay 'virtuosi' ci sono già.
Per il rsto, il mio punto di vista l'ho detto, inutile stare a ripetermi.
nchairo ma se doni va fatto un esame completo del sangue
Fire ma sei ubriaco oggi?
:asd:
Penso che sia una questione di principio.
E' un po come se ti dicessero che non puoi donare il sangue perché sei un milanista, noti gay pompinari, quindi ad alto pericolo di contagio.
Uno potrebbe dire sono interista e bon, oppure a uno potrebbe non andare giù la cosa e imputarsi i piedi.
Non vedo cosa ci sia di cosi scandaloso nel non voler mentire su una cosa (che evidentemente è molto sentita per gli omosessuali) e donare il sangue.
E mi sembra uno scandalo giustificato se proprio vogliamo dirla tutta.
Come ho scritto sopra non esiste alcun esame "completo" del sangue che sia sicuro al 100%, per cui rimane importante evitare i donatori a rischio.
@Elessar: mi pare che ad esempio non chiedano informazione sull'uso di contraccettivi.
In ogni caso si possono fare un gozzilione di esempi di "categorie a rischio" escluse a priori e nessuno fa /cry: ex malati di tumori, drogati, alcolizzati, dopati, tatuati, ecc.
La differenza sta nel fatto che queste categorie sono di due tipi:
1)Persone che hanno tenuto un comportamento poco virtuoso, per cui non hanno diritto di lamentarsi (es: alcolizzati)
2)Persone per cui l'esclusione è legata direttamente a una caratteristica oggettiva della loro condizione (ex malati di tumore) e non a problemi legati caratteristiche diffuse all'interno della loro categoria, ma che non encessariamente li riguardano.
mi può anche stare bene ma dato che quelle che hai elencato sono tutte categorie che automaticamente vengono escluse in base a condizioni non soggettive , mi pare che che dire che gli omosessuali dichiarati sia solo una categoria soggettiva...perchè come detto un tatauto è un tatuato oggettivamente un omosessessuale non è detto che sia a rischio più di un eterosessuale.
1) Ma che obiezione del cazzo è ? :facepalm: Tra l'altro: tatuaggi e piercing sono "comportamenti poco virtuosi" ? :facepalm:
2) Che diavolo c'entra, l'essere ex-malati di tumore è un fattore di rischio su base statistico/epidemiologica (possibilità di recidiva non diagnosticata) esattamente come lo è essere omosessuali. Ed il sesso anale è una caratteristica oggettiva della condizione dell'omosessualità maschile.
L'unica differenza è che da un lato ci sono persone che capiscono la situazione e giustamente tacciono, mentre dall'altro la solita banda di rompicoglioni che etichettano come "diritto" qualunque loro desiderio e poi lo pretendono e fanno /cry discriminazione se non gli viene concesso (non parlo degli omosessuali in generale, ma della combo associazioni omosessuali + parlamentari in cerca d'autore + giornalacci).
Un omosessuale maschio sessualmente attivo è più a rischio di un eterosessuale maschio sessualmente attivo, in particolare 5 volte più a rischio, e questo lo dicono i dati statistico/epidemiologici.
Dopo questo post, a meno di novità, non credo che riprenderò l'argomento, ma comunque lasciatemi dire una cosa. La realtà materiale non è materia di politica o di dialettica. Le unioni di fatto ? Sicuramente da fare. I matrimoni ? Perchè no. Le adozioni ? Avviamo un progetto pilota. L'epidemiologia ? Mi dispiace, non è modificabile con un dibattito o con un'applicazione giornaliera di politically correct. Gli omosessuali maschi sono una categoria altamente a rischio per i virus sessualmente trasmissibili ? Sì. E' dimostrato epidemiologicamente oltre ogni ragionevole dubbio ? Sì. E allora non spaccate i coglioni.
Che poi, non si dona mica per piacere personale, ma per fare una cosa utile. Se al Pini si decide di escludere i gay dalla donazione è perché evidentemente preferiscono ridurre un rischio anche a fronte di una minore disponibilità di sangue. Ovvio che se è solo un motivo ideologico il fatto è da stigmatizzare, ma così com'è messa la cosa...
Ogni dato statistico dovrebbe essere visto in proporzione al problema.
Ovvero quale è la percentuale attuale di sangue che passato il test risulta però infetto?
Quale percentuale di questo viene da una persona omosessuale?
Dubito che abbiano realmente questi dati, perché altrimenti avrebbero fatto altri dichiarazioni, e francamente non avrei avuto nulla da obiettare se questo fosse il fatto.
Indubbiamente il sesso anale è a maggiore rischio rispetto a quello vaginale e stato dimostrato da dati statistici e confermato dal buon senso una volta compreso il metodo di trasferimento.
Gli stessi studi (e buon senso) pongono durante un rapporto normale la donna a rischio maggiore rispetto all'uomo.
Sarebbe ok quindi dire no alle donne? (preso atto che non sarebbe fattibile in quando probabilmente causerebbe una carenza non accettabile)
I rischi residui sono stati oggetto di diversi studi, la correlazione con l'omosessualità dei donatori dubito sia mai stata fatta, anche perchè dubito fortemente che il sangue sia associato al donatore, ed in ogni caso non credo che un singolo paziente riceva trasfusioni da un singolo donatore ecc.
Insomma fare tale correlazione o è impossibile o è un casino immondo. Mi pare però puro buonsenso constatare che il grado di rischio del sangue donato è direttamente proporzionale al grado di rischio dell'individuo che lo dona, sempre su base statistica.
Sarebbe idiota perchè:Citazione:
Gli stessi studi (e buon senso) pongono durante un rapporto normale la donna a rischio maggiore rispetto all'uomo.
Sarebbe ok quindi dire no alle donne? (preso atto che non sarebbe fattibile in quando probabilmente causerebbe una carenza non accettabile)
1) Le donne costituiscono il 50% della popolazione e non il 5%.
2) La differenza di rischio tra uomini eterosessuali e donne è molto piccola, quella tra maschi eterosessuali ed omosessuali è quasi un ordine di grandezza.
3) Il rapporto maschi/femmine per l'HIV (non so le altre malattie trasmissibili col sangue, non ho trovato dati) è comunque pesantemente a favore delle donne.