Il punto è che è roba di cassetta, non da cinema.
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Giustissimo, e si vede lontano un miglio
La famiglia di Ettore Scola.
Ma quanto bello è?
Un paio di blockbuster, una fumante stronzata e un "vecchio" action che in tv non ero mai riuscito a vedere (e forse sarebbe stato meglio così, nonostante non sia affatto da buttare...):
Final Destination 5
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Degna chiusura della saga dedicata a "quelli che scampano alla morte ma poi la pagano cara".
Niente di nuovo, per carità, eccezion fatta per il piccolo elemento di novità introdotto dalla possibilità di uccidere qualcuno per darlo in pasto alla morte al proprio posto. Elemento sfruttato in maniera piuttosto frettolosa, invero.
Per il resto abbiamo il solito cast di gente più o meno inutile che scampa al disastro iniziale (stavolta è un ponte sospeso a crollare uccidendo decine di persone nei modi più assurdi..) e si ritrova poi ad affrontare il proprio destino.
Le death scenes non brillano per originalità ed in alcuni casi l'effetto "The Incredible Machine" è esagerato.
Molto carino invece il finale, che si ricollega direttamente al primo capitolo, rivelando come questo FD5 sia in realtà un prequel, in perfetta sintonia con la moda del momento.
Passabile, una onesta conclusione per una serie di film diventata di culto quasi per caso.
Contagion
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Probabilmente mi inimicherò parte dell'utenza, ma non mi è affatto piaciuto. Non parlo dell'approccio stilistico di Soderbergh, che riesce sempre ad essere impeccabile anche quando opta per una configurazione a metà tra il reportage documentaristico e l'approfondimento sociologico, e neppure del cast, infarcito di grandissimi nomi (anche se povero di interpretazioni degne di nota), quanto dei contenuti.
Nonostante la puntualità nello scandire le nefaste conseguenze di un terribile virus epidemico, punteggiando la trama con un efficace insieme di storie individuali più o meno importanti e legate tra loro, ho avuto l'impressione che non ci fosse intenzione di far arrivare alcun tipo di messaggio. Resta tutto sin troppo sospeso in un limbo di superficialità e scarsissima intensità, si assiste al film con distacco e, ad eccezione di un incipit davvero drammatico e sconcertante, la linearità globale lascia del tutto indifferenti. Salvo solo la Cotilliard e la sua vicenda, unico momento vibrante di un film costantemente in preda all'immobilismo.
Hostel 3
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Non poteva esserci fine peggiore per un brand da sempre criticato ma comunque di successo come quello di Hostel.
Eli Roth abbandona la nave prima che affondi definitivamente, e lascia l'incombenza al pessimo Scott Spiegel, che ribadisce tutte le sue clamorose mancanze alla regia, confezionando una storiellina insipida per uno straight to video impestato da un cast di belle faccione inutili, culi e tette a caso e gabbie infernali fotografate come potrebbe fare un principiante sotto effetto di allucinogeni.
Non funziona nulla dall'inizio alla fine, neanche le torture e gli effetti prostatici ed in 3d, farlocchi e stupidi; non c'è neppure una singola scena da salvare, e la trama non sa fare di meglio che rispolverare il classico addio al celibato che va a puttane, miscelandolo con l'altra idea trita e ritrita dei ricconi annoiati che scommettono sulla morte del pirla di turno per diletto e per sconfiggere la noia di una vita troppo agiata e povera di emozioni. Imbarazzante.
Hostage
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C'è quel pelato di Bruce Willis in Hostage, action del 2005 passato in sordina e caratterizzato da un cast di buon livello (ci sono anche Kevin Pollack, un ottimo Ben Foster nei panni del pazzo di turno e Jonathan Tucker a fargli compagnia), una sequenza introduttiva da applausi e uno smarrimento pressoché totale da parte del regista (Florent Emilio Siri) una volta passata la metà del film.
Gli ingredienti per confezionare un action che si rispetti ci son tutti: Willis è un negoziatore ex SWAT che, dopo aver fallito una delicatissima operazione, si ritrova a gestire il commissariato di un piccolo centro cittadino, apparentemente tranquillo.
Dalla calma al caos totale il passo è breve: tre teppisti decidono di rapinare una famiglia nella quale Pollack, il padre, è uno con tanti soldi e un gran bel segreto da proteggere.
Un segreto che coinvolge da vicino anche Willis: c'è un dvd contenente dati cripatati da recuperare, ci sono servizi deviati ed FBI che rapiscono moglie e figlia di Willis obbligandolo a lavorare per loro nel tentativo di recuperare il dvd, c'è Willis che riprende in mano le redini del comando, ritrova la verve da negoziatore ma alla fine si ritrova a dover dipendere da un bambino di 8 anni che sgattaiola nei condotti dell'aria della sua abitazione informando il buon Bruce su quanto sta accadendo all'interno della casa.
Fin qui tutto normale e ben girato, se non fosse che Siri gioca la carta del folle fuori di testa in maniera sbagliata, rendendo Ben Foster non un semplice sbandato, bensì un cecchino infallibile e capace di acrobazie incredibili con le molotov, che da solo tiene in scacco polizia e truppe scelte, uccidendo chiunque gli capiti a tiro.
E tutto questo mentre si alternano sequenze vagamente comiche e le scene di un bimbo che chiama Willis al cellulare mentre si muove tra le stanze della casa su musiche degne di un film natalizio per bambini sovrappeso.
Alla fine esplode tutto, fuochi e fiamme come se piovesse, e ovviamente Bruce fa di testa sua e va a spaccare tutto per recuperare i suoi. E vince, chevvelodicoaffà.
Peccato che a quel punto la richiesta di sospensione delll'incredulità sia decisamente oltre il limite consentito, e non si sia già più capito un'emerita cippa tra esplosioni, deflagrazioni, gente che spara, che muore e che cade dalle scale.
In tutto questo il premio come "miglior cognome del cazzo" va al capitano donna Shoemaker, e non ho capito se anche in questo caso Siri volesse fare il simpaticone o meno.
Confuso, ma con uno certo stile.
oggi ho visto il gatto con gli stivali.
Mi sono annoiato, ho riso ogni tanto ma sono uscito dalla sala pensando che il film fosse durato due ore...
ieri sera ho ri-visto Cyborg con Van Damme :asd:
aahhh i film spensierati di vent' anni fa :asd:
chiedevo informazioni riguardo Hardware di Richard Stanley: merita ??
Di certo, anche se ti fossi inimicato parte dell'utenza, ti sei confermato amico di parte della moderazione :snob:
Io invece mi sono visto Eaters, di Ristori & Boni o, per usare un nome che invece a qualcuno dirà qualcosa, I Licaoni.
Assolutamente molto meglio di quanto non ci si possa aspettare. Uno zombie movie che pesca tutto quanto di giusto possibile da Land of the dead, Doghouse e simili. Horror classicissimo con classicissimi temi (scempio del corpo femminile, fertilità per dirne due). A mio umilissimo avviso, se si vuole ricucire lo strappo del cinema "basso", quello che in Italia veniva benissimo negli anni '60 fino all'inizio degli '80, con Francia, Spagna e Inghilterra allora bisogna passare necessariamente per I Licaoni. Bravi. Anche se il 90% delle persone giudicherà questo prodotto dalla seconda scritta dei titoli di testa, una condanna senza appello del film che avviene all'ottavo secondo della pellicola. Che è anche la ragione per cui metto la locandina dopo il commento :asd:
Spoiler:
So già il contenuto dei commenti di un paio di precisi utenti ancora prima di inviare questo post :asd:
Visto Capitan America, ma lo rivedrò causa moglie+gatta che facevano casino nei paraggi :asd:
Cioè, spero che rivedendolo con calma non mi sembri COSI' TANTO brutto, perché per ora mi sembra fin peggio di DareDevil :look:
E' un mezzo cesso di film. Toh, 1 stella mereghettiana e mezzo.
Dopo quasi 18 anni mi rivedo uno dei film che più amavo da bambino, ovvero "La storia fantastica"
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Figli degli anni 80' venite a me, cortesemente alzino la mano quei pochi che non l'hanno mai visto, e siate sinceri, questo è uno di quei titoli con cui molti di noi sono cresciuti :D
Il target di riferimento è mutato negli ultimi anni e con grande rammarico mi tocca dire che film del genere non ne vedremo più, titolo semplicemente adorabile, un grande classico per le famiglie, un film tanto semplice quanto geniale, una favola davvero gradevole e realizzata ( secondo me volontariamente ) con pochi mezzi per dar risalto finalmente ad una storia appunto fantastica e non ai soliti, banali e freddi effetti speciali
Credo che con Ladyhawke questo film sia la "fiaba" cinematografica più riuscita e romantica di sempre :blush:
Mi nombre es Inigo Montoya, tu hai ucciso mi padre... preparate a morir! (cit.)
io non l'ho mai visto. E' in wishlist da tempo, prima o poi lo guarderò. Ho fatto outing.
Anche io non l'ho mai visto intero, solo dei pezzetti.
Super 8 di J.J.Abrams
meh, il film è caruccio ma le scene d'azione sono davvero esagerate in certi punti rovinando in parte il ritmo
Non so, non mi ha mai attirato. Mi ha sempre dato l'impressione del film fantasy wannabe fatto con pochi soldi, con quegli espedienti tipo tizio un po' più alto della media per simulare il superforte (andre the giant, nel caso) che serve a risparmiare sugli effetti speciali.
Quando ero piccolo, non reggeva minimamente contro Krull o Scontro di Titani :asd:
Poi magari mi sbaglio.
Dagli una possibilità, quella non si nega mai a nessun titolo ;)
La storia fantastica è un film eccellente nel suo genere.
Non so però come possa reggere alla prova del tempo, soprattutto per chi non l'ha visto da ragazzo.
Senza l'effetto nostalgia ha poca senso.
E su questo siamo tutti d'accordo, non averlo visto da ragazzini limita la sua bellezza, però ci si può sempre "perdere" un ora e 20 per vederlo
assolutamente vero :snob:
non c'è tanta azione o clichè del fantasy(diciamo più avventura) .... però resta una piacevole storia che ti incolla allo schermo
visto ieri:
Spoiler:
versione TL;DR: bruttino :sisi: e invecchiato male.
Un film divenuto un piccolo cult, all'epoca ebbe di sicuro un certo impatto, grazie all'idea "innovativa" su cui si basava e al messaggio che voleva veicolare.
Il film, ambientato in epoca contemporanea (quindi 1988 ca), parla di un tizio che dopo aver perso il lavoro a causa della crisi economica si sposta a Los Angeles; qui trova un misero lavoro come operaio edile e accoglienza in una specie di piccola comunità di clochard. Questo contesto di crisi, povertà e miseria è ovviamente contrapposto alle sfavillanti luci dei grattacieli del centro e alle hills (del resto questo è la classica funzione filmica di L.A.). Scopre poi che la chiesa che aiuta i senza tetto è in realtà covo di una specie di banda di eversivi di qualche genere che, oltre a trasmettere preoccupati messaggi via etere, fabbricano degli strani occhiali da sole. Impossessandosi per caso di un paio di questi occhiali, scopre una sconcertante verità: indossandoli riesce a vedere i messaggi subliminali sparsi ovunque per tutta la città ("obey" al posto di cartelloni pubblicitari, "marry and reproduce" nelle riviste, "consume" sulle pubblicità, "I am your god" sulle banconote e via di questo passo..). In breve, si scopre che l'umanità è in realtà controllata da degli esseri alieni che, infiltratisi fra noi (un secolo fa, mi pare venga detto), ricoprono tutti i ruoli chiave della società (poliziotti, politici, banchieri, funzionari, "ricchi" in generale), drogandola con questi messaggi subliminali e con un segnale televisivo che li cammuffa e ci fa stare buoni e sottomessi. Da qui il protagonista decide di unirsi ai "ribelli" ecc.. ecc..
Il messaggio è una critica spietata al consumismo, figlia di quegli anni 80 che sono il decennio "stupido" per eccellenza.
Il problema minore del film è che è invecchiato male: le idee su cui si basa, buone allora, falliscono nello stuzzicare l'appetito dello spettatore assuefatto alla Massoneria ai Rettiliani e agli Illuminati con cui ci hanno bombardato negli ultimi anni (o prendiamo ad esempio anche Matrix); in pratica, non colpisce, perchè il tutto, una volta capito l'incipit, è troppo scontato per lo spettatore odierno.
La critica al consumismo (e alla classe al potere), sebbene più che mai attuale come tema e rilevanza, è svolta in modo egregio per l'epoca ma un po' banalotto ora dopo vent'anni e dopo un decennio di elaborazione (gli anni 90) in risposta proprio di quei frivoli anni 80. Fallisce nel far riflettere veramente.
Il problema maggiore però è il film in sè, cioè, come si svolge la vicenda: se in generale tutto mi è sembrato raffazzonato (per non dire fatto a cazzo di cane :asd: ), a partire dalla scelta del protagonista (forse in fondo fatta per sdrammatizzare il tutto), ma è un film di Carpenter e quindi fa niente, è anche vero che la prima mezz'ora scorre senza infamia e senza lode nello svelare a mano a mano il "mistero" . Da circa mezz'ora in poi però, messe le carte sul tavolo, c'è veramente ben poco altro da vedere: tutto è scontato e noioso senza picchi e colpi di scena, si svolge esattamente come uno se lo aspetterebbe (anzi, spesso anche in maniera un po' più insulsa) e quando la fine arriva uno è sollevato di poter alzarsi dal divano.
E che ne pensi dell'infinita rissa tra i due per decidere se mettere o non mettere gli occhiali? :asd: