permetti di dirti che lo hai pagato così poco perchè dovevano riempire l'aereo altrimenti anche riempiendo con 200 passeggeri un aereo con 7200 euro fai volare un ultraleggero al massimo se ti fai 2 conti...
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permetti di dirti che lo hai pagato così poco perchè dovevano riempire l'aereo altrimenti anche riempiendo con 200 passeggeri un aereo con 7200 euro fai volare un ultraleggero al massimo se ti fai 2 conti...
:asd:
No, seriamente, bisogna mettere in galera tutti quelli che promuovono facoltà di càzzologia improduttive e che di fatto rovinano la vita alla gente, e pure a pagamento.
Mica ti obbligano a andarci :asd: che poi alla presentazione del corso e sulle brochure millantino trilioni di stipendio in futuro e sbocchi lavorativi infiniti è un altro discorso, ma basta parlare con qualcuno già del settore / girare su internet e le magagne vengono fuori (a me han detto dal primo giorno che lavorare con la mia laurea sarebbe stato difficile e, nella maggior parte dei casi, ingrato :chebotta: almeno son stati sinceri).
Chi fa disinformazione deve essere punito, non chi è la vittima della disinformazione. Poi a 18 anni sei poco più di un imbecille. Di solito chi fa disinformazione sono quelli che poi con quei corsi ci mangiano. Non solo quelli, vanno bastonati anche i genitori che finanziano certe scelte fallimentari.
Citazione:
Film porno nel mausoleo del Caudillo
Protesta l'estrema destra spagnola
http://www.corriere.it/esteri/09_dic...4f02aabc.shtml
tutti a predappio! :asd:
Per come e' conciata Predappio un film porno al limite gli rida' credibilita', di certo non la peggiora :asd:
Ma solo a me pare assurdo che un governo di sinistra vieti delle manifestazioni (intendo il caro Zapatero). Chi era che diceva non condivido la tua idea ma mi batteró fino alla morte per fartela esprimere?
:facepalm:
Son tutti democratici con il culo degli altri :asd:
io avrei autorizzato la manifestazione e preso tutti a manganellate. :asd:
Buon weekend a tutti.
Di un po' Moloch, ma quindi ti sei già trasferito a Bologna?
Ancora no, in questi mesi sto lavorando in una immobiliare delle mie parti, poi a febbraio dovrei cominciare 'sto master a Bologna. Un po' a malincuore, visto che qua mi trovo parecchio bene
Jaqen e Moloch a Bologna. La città simbolo dei rossi ridotta ad un covo di reazionari...:asd:
Non so se vale la pena di aprirci un topic, ma mi pare una cosa grave:
http://metilparaben.blogspot.com/200...una-prova.html
Uhm ma siamo sicuri che sia l'unico gratuito allo sportello, mi pare strano...:look: forse lo è perchè è il PDL stesso a sobbarcarsi l'onere?
Chiwaz win :chebotta:
Citazione:
L’Italia dei giovani “fuori da tutto”
mentre l’industria reclama tecnici
Un ragazzo su 4 non studia né lavora né è inserito in percorsi formativi
di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - L’Italia? E’ il fanalino di coda. Nel confronto con altri otto Paesi avanzati siamo «ultimi» nella «efficienza del sistema educativo». In testa ci sono Svizzera e Stati Uniti. Seguono, nell’ordine, Svezia, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Germania e Spagna. Siamo ultimi anche in innovazione nel confronto tra diciassette Paesi industrializzati. Su questo terreno ci batte perfino la Corea, che si piazza cinque posti prima di noi. E’ la prova, se mai ce ne fosse bisogno, che il nostro sistema fa acqua da tutte le parti. La demagogica sostituzione del diritto allo studio con il ”diritto” alla promozione ci ha fatto precipitare nel baratro. Ma i guasti del sistema educativo inesorabilmente provocano una catena di ulteriori guasti.
Da noi ci sono troppi giovani neet (not in education, employment, training). Si tratta di ragazzi che non sono nè occuati, nè studenti, nè inseriti in un circuito di formazione. Quanti sono i giovani fuori da tutto? Il 23,6% del totale, un dato da brivido. Chi sono? Molti hanno rifiutato la scuola, ora rifiutano lavori considerati ”sgradevoli”. Tra questi anche mestieri legati al settore tecnico. L’Italia ne ha la quota più alta in ambito Ocse e dal 2002 sono in progressivo aumento. Significa che un ragazzo su quattro staziona sul muretto sotto casa, privo di quel minimo bagaglio di conoscenze perchè una persona sia anche un cittadino.
I dati sono contenuti in un dossier della Confindustria, fatto in collaborazione con l’università Luiss in occasione dell’inaugurazione del Centro Studi sull’economia della formazione e delle professioni. Inoltre, dal confronto tra i 15enni italiani e tedeschi (il confronto nasce dal fatto che la Germania ha uno dei sistemi scolastici più simili al nostro) si scopre che i nostri sono peggiorati in tutte le discipline, in particolare in lettura, matematica e scienze. D’altra parte pochi giorni fa abbiamo raccontato che l’Europa boccia la scuola italiana perchè il 50% dei nostri quindicenni non capisce un brano di lettura. Noi stiamo peggio, eppure in Germania con una popolazione studentesca di circa tre milioni di ragazzi in più, il numero di docenti è sostanzialmente uguale al nostro.
Ma le emergenze nazionali non finiscono qui. Abbiamo pochi diplomati e laureati nei percorsi tecnico-scientifici, una carenza che è andata aggravandosi nell’ultimo decennio e che frena l’espansione. «Un paese come l’Italia - sostiene la Confindustria - ha bisogno di tecnici per produrre, considerata la nostra vocazione manifatturiera. Però, mentre l’industria italiana superava la Germania nella percentuale di tecnici assunti nelle industrie, noi 22 e la Germania 21%, la scuola italiana dimezzava i tecnici che uscivano dalle scuole e i licei superavano per numero di iscritti gli istituti tecnici e professionali». C’è un difetto di orientamento. Attualmente sono 76mila i posti scoperti per mancanza di figure qualificate. Persiste, infatti, il gap tra domanda di figure tecnico-scientifiche e offerta di neodiplomati. «Nel 2009 le imprese avevano previsto di assumere 221mila diplomati, di cui 214mila tecnici - sostengono gli esperti che hanno redatto lo studio Luiss-Confindustria - Nell’anno scolastico 2007/2008, però, i ragazzi che hanno conseguito un diploma tecnico sono stati 137.718. Una distanza incolmabile».
Ma qualche segnale di miglioramento c’è. «Nel 2008-2009 - osserva ancora la Confindustria - per la prima volta dopo diciassette anni si registra un’inversione di tendenza, con una ripresa delle iscrizioni nei tecnici che devono tornare a essere la spina dorsale della crescita industriale». Un altro segnale positivo riguarda l’università: dopo il crollo del ‘94, per la prima volta nell’anno accademico 2008-2009 sono aumentati gli immatricolati in alcuni corsi scientifici.
Citazione:
ROMA Abbiamo pochi tecnici?
«Mentre l’industria italiana superava la Germania nella percentuale di tecnici assunti (noi 22 e loro il 21%)la scuola dimezzava il numero dei diplomati nel settore tecnico e i licei facevano il sorpasso. Purtroppo il 67% dei laureati ignora che siamo il secondo paese manifatturiero dopo la Germania». Parla Claudio Gentili, direttore di Confindustria per l’Educational.
Scelte sbagliate?
«Il nostro settore meccanico vale 116 miliardi di euro, più del valore aggiunto dell’industria farmaceutica dei 27 paesi dell’Ue. Per uscire dalla crisi occorre superare la “sindrome del genericismo”, quella che spinge i nostri studenti a affollare prima i licei e poi Scienze della comunicazione, trascurando il settore portante della nostra economia, quello tecnico manufatturiero. Mentre l’industria chiede più tecnici, per uscire dalla crisi col manufatturiero, scuola e università non forniscono tecnici in misura sufficiente. A questo si aggiunge la disaffezione dei nostri giovani».
Faccia un esempio
«In una realtà industriale come quella di Milano le matricole di Lettere alla Statale sono 3.100. Se sommiamo le matricole di matematica, fisica, chimica, informatica e biologia, non raggiungono gli iscritti a Lettere! Risultato: a causa di questo gap in Italia con la fame di lavoro che c’è sono scoperti ben 76mila posti nel settore tecnico per mancanza di diplomati. Non ce l’ho con i licei, ovvio, ma questi dovrebbero essere realmente selettivi e non avere “paura” di puntare alla formazione della futura classe dirigente. I licei, invece, sono diventati la scuola più numerosa, con troppi iscritti, c’è qualcosa che non va».
Pensa che la riforma permetterà di correggere le distorsioni?
«Me lo auguro, il Paese non può continuare con la politica dei rinvii. C’è stata l’illusione che il nostro futuro fosse nel post-industriale: Google, i servizi, il terziario, le piazze finanziarie... La crisi ci ha riportato a considerare l’essenziale, il nostro “core business” è la meccanica, la tecnica raffinata, di alta precisione, di qualità elevata, apprezzata in tutto il mondo. Insomma, torniamo con i piedi per terra e torniamo a fare i lavori che abbiamo ”delegato”. In particolare il manifatturiero non possiamo e non dobbiamo abbandonarlo. Sarebbe una follia».