Qualcuno spieghi a Capello cosa "si perde a non allenare l'Inter".
:rotfl:
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Qualcuno spieghi a Capello cosa "si perde a non allenare l'Inter".
:rotfl:
ieri il rigore era così solare che persino Caressa e Bergomi hanno detto che c'era...
Uno dei pregi di Conte è sicuramente quello di star dando a Marchisio la definitiva consacrazione.Citazione:
30/10/2011 - PERSONAGGIO
Grande con le grandi
Marchisio talento a chilometri zero
http://www3.lastampa.it/fileadmin/me...archisio_2.jpgClaudio Marchisio, centrocampista torinese di 25 anni
Stende anche l'Inter dopo i 2 gol
al Milan: "Il rigore? L'arbitro
mi ha detto che avevo tirato"
GIULIA ZONCA
milano
Il baby fatto in casa ci ha preso gusto e forse ha chiuso la fase in cui lo si poteva chiamare così perché Claudio Marchisio non è più tanto baby. Ha stroncato il Milan, ha spedito l'Inter così lontano da poterla dimenticare e inizia a prendere un posto, dentro il campo e in mezzo alla curva, che risponde alla definizione di bandiera.
Parole grosse, ma la strada è quella: da talento coltivato a chilometro zero a faccia della squadra, ruolo rimasto libero dopo il prepensionamento di Del Piero, ruolo non ancora disponibile per tutto quel che ancora rappresenta Del Piero, ma voce vacante nell'attuale vocabolario juventino. Marchisio, faccia da bravo ragazzo, vacanze in famiglia, a Porto Cervo, e parole pacate. Castellazzi lo falcia in area, non gli danno il rigore e invece di protestare chiede spiegazioni all'arbitro: «Mi ha detto che avevo già tirato». E il massimo dell'insubordinazione è un'alzata di spalle: «Per me era rigore ma visto come è andata chi se ne importa».
I due gol in sette minuti nel finale di Juventus-Milan sono stati baraonda e sorpresa, la rete che schiaccia l'Inter è meno imprevista e più carica: «Quarto gol in nove partite, qualcosa è cambiato. C'è molta più fiducia, venire a Milano e giocare così significa essere convinti e la mia posizione in questa stagione è diversa, mi permette di segnare di più». Con un vantaggio che porta la sua firma si galvanizza, diventa un punto di riferimento e in modo del tutto naturale. è lui che parla con l'arbitro quando Buffon è troppo distante, è lui che dice a Pepe di lasciar perdere quando si infiamma troppo, è lui che rincorre Lucio quando gli altri se lo perdono. Ha parecchi estimatori, c'è chi sostiene fosse proprio lui il mister X inseguito dal Milan quest'estate. Massimiliano Allegri più di una volta lo ha chiamato «il mio pupillo» ironizzando un po' sull'identikit del misterioso acquisto mai arrivato in rossonero. Ma è chiaro che dietro il vezzeggiativo ci sia dell'interesse vero. Da Pinturicchio a Principino, i nomignoli degli uomini destinati a entrare nel cuore della Juve sono tutti raffinati. A Marchisio manca ancora un tratto distintivo, un modo di esultare o festeggiare che sia solo suo. Le bandiere diventano icone e in qualche modo vanno rappresentate, i lenzuoli issati con la linguaccia di Del Piero hanno fatto la storia e se Marchisio vuole lasciare il segno dovrà inventarsi un logo. Al momento le sue reti non hanno gesti, solo un destinatario preciso, la moglie Roberta. Pensare che lei tifa Toro, ma ogni volta che glielo chiedono il marito corregge il verbo, «tifava» come a dire che ora tifa per lui e basta. Anche perché tutti i suoi parenti sono di stirpe bianconera e i principini ci tengono alla discendenza. Lui sarebbe l'erede di Tardelli e qualcuno prova a paragonarlo anche al Conte giocatore: «Di Conte mi manca quello che ha vinto. è uno che non molla mai e fino a che non molla lui, non molliamo neanche noi». Costruisce un futuro da leader e accatasta certezze. C'è nei momenti importanti e non è uno che si spaventa o si tira indietro. Ha rincorso e azzannato l'Inter ed è diventato il protagonista di una gara che di solito non si lascia etichettare. C'è troppo in ballo tra Inter e Juve perché un uomo solo possa definirla, ma in realtà è lui a cambiarla. Fino al suo gol è un confronto aperto, dopo i nerazzurri si perdono o si arrendono, di certo si spengono. Ed è Marchisio che schiaccia l'interruttore.
Lascia San Siro a braccia alzate, meno stravolto del finale contro il Milan, piantato per terra: consapevole e saldo. Del Piero è entrato in campo, cameo nella notte che esalta la Juve, Marchisio ha tenuto il suo spazio, pilastro di un gruppo che inizia a girargli intorno.
Ah me ieri la difesa è piaciuta di brutto, e non capisco come abbia fatto la gazza a dare l'insufficienza a Bonucci
Da dopo calciopoli abbiamo quasi sempre ottenuti risultati positivi contro l'inter...sempre con grinta e voglia di rivincita. E' la prima volta, però, che abbiamo battuto l'inter giocando da grande: vittoria netta e meritata e con supremazia tecnica e tattica in ogni reparto. E siamo primi :fag:
bene così...nella juve del futuro serve sangue bianconero :sisi:
Già. L'unica nota negativa è stato Chiellini...ma per ciò che ha fatto (o non fatto) in avanti. Dietro tutto sommato ha retto decentemente a Maicon.Citazione:
Ah me ieri la difesa è piaciuta di brutto, e non capisco come abbia fatto la gazza a dare l'insufficienza a Bonucci
:rotfl:Citazione:
L'Inter perde contro una Juventus normalissima. E' questo il guaio...
30.10.2011 08.29 di Alessandro Cavasinni per fcinternews.it
ZARATE, OBI e 4-3-1-2. Ancora una volta Claudio Ranieri non sorprende e lo schieramento tattico è quello preannunciato. Anche gli interpreti sono quelli scontati, con Obi preferito a uno Stankovic logoro dai 90 minuti di Bergamo e Zarate in coppia con Pazzini al posto di Milito. Maicon c'è, stringe i denti e corre. Anche Antonio Conte, dopo la pretattica, manda in campo il 4-1-4-1 aspettato: Buffon e Vucinic, dati per moribondi, vanno tra gli undici.
SI PARTE FORTE, MA SEGNA MIRKO. Che sia una serataccia lo si capisce immediatamente: pronti via, Cambiasso ha una ghiotta palla, ma la sfera termina a lato. L'Inter preme, la Juve è alle corde e Maicon sembra non sentire alcun dolore. Ma le brutture dell'annata sono sempre dietro l'angolo e arriva il gol di Vucinic: Castellazzi salva su Matri, ma nulla può sul montenegrino, che castiga il suo ex tecnico.
MAICON E MARCHISO. L'Inter ci mette un po' a riprendere il bandolo della matassa, ma quando lo fa sa come far male. Zarate salta l'uomo con regolarità, Obi sguscia via, Pazzini si danna e Maicon segna. Una staffilata da posizione defilata (con deviazione di Bonucci) supera Buffon e regala all'Inter l'1-1 strameritato. I bianconeri appaiono storditi e solo la traversa li salva su incornata di Pazzini, assistito dal solito Maicon. Ma se l'annata è disgraziata un motivo ci sarà: uno-due banale al limite tra Matri e Marchisio, e il destro del mediano finisce proprio dove Castellazzi non può arrivare.
FUORI MAURO, DENTRO LUC. Le squadre riemergono dagli spogliatoi con un cambio: Ranieri inserisce Castaignos e toglie Zarate. Il tecnico tenta di riconsegnare all'assetto un equilibrio che, fatalmente, andrebbe perso con il passare dei minuti. Però, se da un lato la Juve è costretta a lanci lunghi che non portano mai a nulla, dall'altra, senza un folletto come Zarate, l'attacco risulta prevedibile e troppo statico. L'ex Feyenoord appare acerbo, seppur con ottime potenzialità, e la sua prova fotografa al meglio la serata (e diremmo la stagione) dell'Inter: vorrei, ma non posso.
CON LE OSSA ROTTE. Tra rimpalli sfortunati, sostituzioni più o meno forzate, energie da gestire e mancanza di idee, il secondo tempo si trascina fino al fischio finale. La Juve porta via i tre punti dal Meazza senza particolari meriti, ma questo non fa altro che aggravare lo stato di salute dei colori nerazzurri: si è perso con un Catania normale, con un Palermo balbettante, con un Novara neofita e con una Juventus normalissima. E l'Inter? Come sta? Guardate la classifica.
Minchia che rosicate fioi... :asd:
Godo
Cmq non vorrei dire, ma pirlo pur non giocando al massimo è sempre determinante in questa squadra.. guardate le azioni importanti della juve e ci troverete sempre pirlo :sisi:
Quello che volevo dire.Quoto.
Anche se sarebbe da iniziare a prendere in ipotesi l'idea di giocare qualche partita senza di lui...
Cioè Pepe e Pirlo secondo Conte sono gli uomini bionici :asd:
Comunque è sempre bello veder Conte dopo i gol e a fine partita(quando si vince,ovviamente)...
Per me ieri s'è fatta una gran bella partita.
Non dominata (d'altra parte eravamo a San Siro, eh...) ma quasi sempre controllata, con un gioco non spettacolare ma organizzato ed efficace.
Il migliore per me è stato Matri: decisivo in entrambe le azioni dei gol e SEMPRE, sempre presente su tutti i palloni che passano per l'area avversaria, praticamente un problema vivente per i difensori avversari.
I meno positivi forse Pirlo, Vucinic e Vidal: il primo ci ha messo il solito tocco di palla divino ma anche le ennesime (da troppe partite) cazzate, come la perdita della palla in fase di impostazione (pericolosissimo); il secondo non ha fatto quasi niente tranne il gol, il terzo corre, è forte, è una "presenza" ma è anche troppo casinista e impreciso.
Nel mezzo, tutti gli altri, con menzione per Marchisio che sembra sempre più sicuro di sè.
Grande anche Conte ma quella sostituzione Matri-Estigarribia è roba da ricovero.
E la prossima volta che tieni Matri in panchina per schierare Vucinic-Pepe-Estigarribia/Giaccherini ti recapito a casa la laurea ad honorem di babbeo.
Ah, una cosa: vittoria 2-0 sul Milan, vittoria 2-1 sulla Fiorentina, vittoria 1-2 sull'Inter... eppure non sono ancora sicuro che la Juve sia davvero cresciuta quanto sembra. Inter e Milan le abbiamo incontrate in momenti negativi, con la Fiorentina abbiamo sbandato paurosamente per mezzo tempo.
E soprattutto CONTINUIAMO A SBAGLIARE TROPPO al momento di colpire, tra tiri fiacchi, tiri fuori, ecc...
Difetti che per crescere bisogna assolutamente eliminare.
quoto tutto, soprattutto la sostituzione matri-esti...
però vucinic ieri si è sbattuto molto, tornando a coprire come a roma nn si è mai visto fare... anche da questo punto di vista conte sta mettendoli in riga... e vucinic cmq si sta sbattendo e correndo molto più di come faceva una volta...
Mamma mia come rosicano, e' un piacere vederli cosi'... Ranieri da noi perdeva e se ne usciva con un laconico "PAZIENZA", e' il loro allenatore e se ne esce con perle di saggezza del tipo "loro nelle UNICHE due occasioni hanno segnato"..e proprio vero che chi si somiglia si piglia.
Come da copione
http://ubuntuone.com/546kRnQK2WsgLNPrKScbjM
A gentile richiesta
S'era capito, dopo i lamenti infrasettimanali, che per fischiare un rigore in favore della Juventus stasera in area avrebbero dovuto far volare in aria un bianconero. C'eravamo sbagliati.
La forza dell'abitudine
Toh, chi si rivede! Mr. Bandierina. Non la alza mai per darci ragione. A pochi minuti dalla fine gli parte il braccio nella stessa direzione, quella sbagliata, anche se nessuno allo stadio se lo aspettava. Ci mette un po', ma alla fine riesce a girare il braccio dalla parte giusta. Ci sta, era solo una rimessa laterale.
Il terzo tempo
Eravamo soli, se so' dati.
Vucinic ha corso, assolutamente vero (anche se non proprio SEMPRE, in un paio di occasioni Maicon ha avuto troppo spazio ed è stato proprio lì che l'Inter s'è resa più pericolosa).
Ma la sua dote maggiore, la qualità, dov'era?
Che giocate ha fatto? Cos'ha inventato? Quando s'è reso pericoloso o quando ha reso pericolosi i compagni?
E il fatto che complessivamente non abbia combinato granchè si capisce anche dalla partita di Maicon (una delle sue migliori quest'anno): se Vucinic fosse stato più incisivo non avrebbe preso tutte quelle iniziative in avanti.
Il che, per Maicon, è sempre valido: quando non lo vedi nella metà campo avversaria è perchè il suo uomo sta andando forte.
Complessivamente Vucinic è stato positivo, non dico di no (infatti parlavo di "meno positivi", non di "negativi"), ma per me ha fatto troppo poco.
Mi sa tanto che ad abbinare questa corsa alla sua solita qualità non ci riesce proprio: ogni volta che ha corso tanto è calato altrettanto, in avanti.
http://www.youtube.com/watch?v=T_74a7Yg3ec
Sono d'accordo, anche ieri Vucinic si è mangiato ad esempio un gol clamoroso...
Hahahahahhahaha
Inter: Rizzoli non basta. La Juve è semplicemente più forte
Claudio Amigoni Domenica 30 Ottobre 2011 01:01
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http://www.ju29ro.com/images/stories.../rizzoli01.jpg
In settimana si era tanto parlato di quello che rappresenta Inter-Juventus per l’una o per l’altra fazione, richiamando in causa gli aspetti extracalcistici e badando poco all’aspetto tecnico.
Già questo mi aveva fatto pensare che la Juve avrebbe vinto a Milano contro l’Inter mediocre di questi tempi.
Un’Inter che è tornata - appunto - normale, con i suoi piagnistei e le sue polemiche sterili; con la continua negazione della realtà - rigorosamente ferma al 2006 - e quell’ormai anacronistica professione di onestà che è sempre un refrain molto di moda da quelle parti, ben ricordato ad inizio partita dallo striscione che campeggiava in curva Nord.
Da Torino, viceversa, partivano complimenti verso gli avversari, senza polemiche e con la calma dei forti.
"Quella contro l’Inter deve tornare ad essere una partita normale che vale tre punti. Come le altre".
Così parlò Conte, e così è puntualmente andata.
E dire che tutta l’Italia antijuventina stasera aspettava la riscossa nerazzurra, per togliere l’Inter dalla zona salvezza (a proposito: auguri per l’impresa, è alla portata…) e frenare la corsa di questa Juventus così poco Ridentus, che per gli addetti ai lavori necessita di continue prove d’appello per giustificare la propria posizione e suscita rinnovate - anche se in realtà mai sopite - antipatie.
La risposta della Juve è stata quella di uscire da San Siro da padrona, checché ne dica Ranieri, il quale ha dichiarato di aver perso per colpa delle uniche due occasioni create dall’avversario: per l’ex tecnico della Ridentus è consigliabile una buona visione della gara in differita, seduto comodamente in poltrona con un buon bicchiere di vino a portata di mano…
L’Inter ha preparato la partita col coltello fra i denti, e quando sento qualcuno dire che "E' stata la miglior Inter della stagione" credo non si faccia un gran complimento ai nerazzurri perché, se al massimo delle motivazioni e della concentrazione la seconda squadra di Milano riesce a tenere un tempo, c’è poco da stare allegri.
E quindi ripeto: in bocca al lupo per la salvezza.
Quanto alla Juve, ne ha fatti due di grande qualità e poteva farne almeno altri cinque; ne ha subìto uno (autorete, secondo gol consecutivo di questo tipo per i milanesi) e, oltre alla traversa di Pazzini, Buffon non ha corso altri rischi.
La prevedibile sfuriata iniziale dei nerazzurri è stata controllata senza eccessivi patemi da una Juve che costruiva il gol del vantaggio con l’abbonato alle grandi partite, al secolo Mirko Vucinic, tanto impalpabile nelle gare “normali”, quanto galvanizzato dai grandi palcoscenici.
E il raddoppio di Marchisio è stato il frutto di un’azione altrettanto splendida conclusa da manuale da quello che sta diventando il miglior interno italiano.
Il secondo tempo può dirsi davvero un piccolo capolavoro, con l’organizzazione difensiva che ha funzionato alla perfezione e non ha lasciato una sola occasione ai disperati quanto sterili attacchi della squadra di Ranieri.
Fossero stati un pizzico più lucidi, i subentrati Del Piero ed Estigarribia avrebbero potuto far assumere al risultato proporzioni più consone alla differenza che attualmente esiste fra le due squadre.
Vi chiederete perché non ho ancora parlato di Rizzoli e dei suoi collaboratori, stasera fra i protagonisti assoluti, ma che alla fine non hanno inciso sul risultato della gara, e semmai incideranno sul prosieguo della stagione, vista la gran quantità di cartellini gialli sventolati davanti alle facce degli juventini e una certa indulgenza mostrata verso coloro i quali rivendicano - con orgoglio ma anche un gran bel coraggio - il titolo di “penalizzati per antonomasia”.
Ma, parlando un pochino di Rizzoli e soci, in ciò che è successo stasera c’è la sintesi delle differenti filosofie di Inter e Juventus: un rigore clamoroso - e un Castellazzi neppure ammonito - abbuonato all’Inter anche e soprattutto per via dei piagnistei infrasettimanali di Paolillo e Moratti; un Matri fermato da una segnalazione di fuorigioco rilevata a metà campo con Castellazzi unico, fragilissimo ostacolo.
Il rigore negato e il Matri fermato in inesistente off-side sono due occasioni che potevano portare ad un 1-3 a fine primo tempo (anche se le occasioni e i rigori vanno trasformati in gol, mica come il famoso rigore negato a Ronaldo nel ‘98 che - per gli interisti - avrebbe significato 1-1 automatico) e ad una probabile superiorità numerica che avrebbe spianato la strada ai bianconeri.
Rizzoli e compagnia bella hanno deciso diversamente: "Eh beh, pazienza…", avrebbe detto in altri momenti l’ex tecnico della Ridentus ora seduto sulla panchina dell’Inter, e per una volta siamo d’accordo con lui.
Per battere l’Inter alla Juventus servono solo le proprie forze, anche se gli avversari vengono aiutati così sfacciatamente.
Per molto meno, da Milano si sono levate da sempre, e si leveranno sempre, piagnistei e recriminazioni puerili.
Ecco la differenza fra le due filosofie, fra i due opposti DNA: all’Inter hanno fatto del "binciamo sensa ruvvare" ("vinciamo senza rubare" detto all’"arscentina", in onore della colonia sudamericana nerazzurra) un dogma - cui credono solo loro - fragile come un foglio di carta velina, quando invece la realtà storica ha testimoniato una volta di più che i "Bauscia" non vincono - come non vincevano - nemmeno "ruvvando".
Non cambieranno mai e, se noi torniamo ad essere la Juve di un tempo, grosse soddisfazioni dal sapore antico ci aspettano: basterà osservare da spettatori - ovviamente divertiti - le vicissitudini del circo nerazzurro.
P.S. il Dinamico Duo Caressa-Bergomi non riesce proprio a far a meno di schierarsi pro-Inter.
In particolare il piccoletto ciuffato con la moglie cuoca improvvisata è sembrato in piena trance agonistica, tanto che nel finale si è messo a suggerire a Rizzoli come arbitrare e chi ammonire. Ovviamente tutto a favore dei padroni di casa.
Continua così Fabio, visto che non è la prima volta, e sentirti rosicare così di gusto ci fa godere più che a Berlino, quando commentasti una finale Mondiale con mezza Juventus in campo.http://www.ju29ro.com/2011-2012/3545...piu-forte.html
Marotta prima e dopo - Beppe Marotta prima della gara ai microfoni di Sky ha parlato soprattutto di mercato, difendendo la sua scelta di rinunciare ad un vero top player: "Noi possiamo costantemente e quotidianamente assistere a defezioni per infortuni di tanti giocatori. Noi nell'ultima prestazione vinta con la Fiorentina abbiamo messo in campo 14 giocatori, con quelli che sono subentrati dalla panchina, di cui della vecchia guardia, ma quando parlo di vecchia guardia mi riferisco a due stagioni fa, erano in tre: Marchisio, Chiellini e poi è subentrato De Ceglie. Questo significa che comunque il gruppo andava rinforzato in termini anche numerici. Oltretutto se non hai pedine di scambio devi ricorrere ad investimenti. Gli investimenti noi li abbiamo fatti: l'anno scorso sulla quantità, quest'anno sulla qualità. E' logico che l'anno prossimo potremo intervenire magari con qualche investimento di assoluta qualità. Però non possiamo prescindere dall'allestire una rosa che dev'essere numericamente importante, perché l'anno scorso di questi tempi abbiamo dovuto mettere in campo diversi Primavera". E a gennaio: "E' evidente che il mercato di gennaio potrebbe essere condizionato da quelle che sono le situazioni di fatto. Sicuramente quello che dobbiamo rimarcare è che il gruppo è numeroso e risponde alle esigenze dell'allenatore e della società, in termini di qualità, quindi siamo soddisfatti. Poi vedremo più avanti, facendo anche un confronto con l'allenatore".
Dopo la gara, vissuta in tribuna accanto al presidente Andrea Agnelli, non nasconde la sua soddisfazione: "Una vittoria pesante, al di là dell'importantissima posizione di classifica, che sicuramente è un fatto rilevante. Direi che siamo riusciti a dare continuità, siamo riusciti a non andare mai in affanno in una partita contro una squadra importante. Queste sono le note salienti di questa serata. Le note positive vengono sia dall'organizzazione di gioco, anche nella fase difensiva, sia dalla brillantezza atletica che ha permesso di coprire con grande intelligenza tattica il campo, chiudersi e ripartire, e questo va ascritto sicuramente come merito a mister Conte, alla preparazione, quindi siamo contenti". E prosegue illustrando i meriti del mister: "Una caratteristica positiva di Conte è quella di trasmettere una grande motivazione che poi si traduce in campo in una caratteristica agonistica che serve moltissimo. La squadra stasera, anche se ha preso qualche cartellino giallo, però, non è mai andata in affanno, anche quando veniva pressata, siamo sempre riusciti a disimpegnarci, anche con eleganza. Questo è un atteggiamento molto positivo, che rientra un po' in quelle che sono le caratteristiche del Conte calciatore, quindi sono contento perché abbiamo azzeccato la scelta dell'allenatore". Il futuro ora è più roseo: "La classifica sì, la guardiamo con grande soddisfazione, ma quello che ci rende più felici è questo ruolino di marcia positivo dall'inizio del campionato. Poteva essere ancora più ricco se non avessimo perso dei punti per strada. Quindi è il giusto premio per il lavoro svolto prima da tutta la società e poi da Conte quando è arrivato, il 1° luglio. Queste sono le connotazioni per far sì che il futuro appaia un attimino più sereno rispetto al recente passato, dove magari invece non c'erano i risultati e non c'erano le prestazioni"
in una squadra in cui si parla di progetto tecnico, programmazione etc etc questa frase stona parecchio :sisi:Citazione:
quindi sono contento perché abbiamo azzeccato la scelta dell'allenatore