31/10/2011 - DOPO IL SUCCESSO DI SAN SIRO
Adesso la Juve torna a fare paura
"Con questa rabbia siamo da titolo" http://www3.lastampa.it/fileadmin/me...e_inter01g.jpgConte esulta con i bianconeri dopo il 2-1 sull'Inter
Conte vola con i gol di Marchisio e la regia di Pirlo. Vucinic: «Vincere a Milano ci dà la consapevolezza che siamo forti» MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Pare facciano paura anche senza trucchi, quando te li trovi davanti sul prato. I nuovi mostri del film Juve. Andrea Pirlo, Claudio Marchisio, Mirko Vucinic: il sito web bianconero sceglie di pitturare loro, alla vigilia di Halloween, ma avrebbe potuto farlo pure con gli altri, perché un po' tutti in questo momento hanno qualcosa di mostruoso, sportivamente parlando. Dai risultati, in vistoso anticipo sui programmi, all'ostinata convinzione con cui vengono perseguiti. Dev'esserci anche la mano di Antonio Conte, e pazienza se lui la butta sul letterale: «Dovete dirlo voi». E poi si mette a ridere, mostrando le mani. Di certo è l'allenatore ad aver manipolato, appunto, questa Juve, smontandola e rimontandola, all'occorrenza: dal progetto del 4-2-4, sul quale ha speso un'intera estate, all'evoluzione del 4-3-3. Il tutto legato dal mastice dell'umiltà, quasi ossessiva: «La strada del lavoro e del sacrificio è l'unica che conosciamo - ripete Conte - e l'unico obiettivo è quello di ritrovare la credibilità».
Sta ritrovando le vittorie, nell'attesa, e l'imbattibilità. Se a volte, nelle imprese del pallone, più della tecnica può la testa, nella notte di San Siro la Juve ha preso coscienza di un'altra parte vincente del suo io: «Vincere a Milano ci dà la consapevolezza che siamo forti», ammette Vucinic. E Gigi Buffon, senza ipocrisia, si spinge oltre la frontiera: «Se manteniamo la rabbia di questa stagione - confessa il portiere ai microfoni Mediaset di “Guida al campionato” - vinceremo il campionato. Se non sarà così, torneremo ad essere l'esercito di Franceschiello, cioè quelli di prima». Dentro San Siro, il numero uno voleva esserci a tutti i costi, e così gli hanno riaggiustato la spalla ammaccata a tempo di record: «Abbiamo dimostrato personalità e ritmo. E io sentivo che non potevo perdere questa serata». Nei cuori, e nelle parole, si inizia a credere al gran colpo, insomma.
Non fosse che Conte, per carattere e professione, piazza sempre l'ostacolo sulla domenica successiva: «Pensiamo a Napoli, sarà durissima». Territorio ostile, visto che i bianconeri non ci vincono dal 30 settembre 2000, 1-2. Da Calciopoli in giù, è stato sempre luogo di atroci tormenti, se la festa è riassunta in un pareggio, 1-1, nel novembre 2006, nel purgatorio della serie B. Anche stavolta ci si andrà dopo la settimana di Halloween, che un'etimologia neopagana storpiava in All allows even, la sera in cui tutto è permesso. Ecco, in certe nottate, con il Milan, la Fiorentina, l'Inter, questa Juve sta dando l'impressione di poter combinare qualsiasi cosa. Fin qui, nel bene.
Merito di quelli che sono andati in campo, e di chi ce li ha mandati. Preferendo la fiducia nelle idee alla coerenza dell'assetto. Affinato nei cantieri il 4-2-4, il tecnico s'è poi trovato in mano componenti adatti ad altro. Che si modifichi il telaio, non l'indole: «Non è importante il modulo - ribadisce Conte dal ritiro di Bardonecchia - ma come si interpreta il gioco». E lui vuole essere padrone del campo, anche in casa altrui. Le correzioni, dunque. Fondamentale aver allestito un centrocampo a tre, di lotta, in Marchisio e Vidal, e gran governo, con Pirlo. Un dislocamento che sa aggredire se c'è da difendere, e assaltare quando si passa all'opposizione. Pure così s'è impennato il Claudio torinese, che sta mischiando l'anarchico dinamismo di Conte e i colpi di classe di Tardelli. Altri spostamenti di mobilio: Chiellini a sinistra, con riscoperta di Bonucci nel mezzo. E ancora, Vucinic da attaccante mancino, con slalom e assist. Da domani pomeriggio ricominciano i collaudi a Vinovo, perché la pista «è lunga e difficile». Ma per il Napoli che mercoledì va a casa Bayern, forse è pure peggio.