28/11/2011 - COLLOQUIO
Buffon: "Juve da scudetto?
Sarei matto a dirlo ora" http://www3.lastampa.it/fileadmin/me...uffon03g_9.jpgGigi Buffon, 33 anni, è all'11ª stagione con la maglia della Juve
Il portiere para l'entusiasmo:
«Ci sta girando tutto bene».
Ironia e tabù: «Abbiamo già
vinto il titolo. Ecco, così siete
contenti...» MASSIMILIANO NEROZZI
ROMA
Alla domanda numero dieci a proposito della parola tabù, Gigi Buffon s'arrende, dopo che sul prato aveva parato di tutto: «Avete ragione, spacchiamo tutto, abbiamo già vinto lo scudetto. Vinciamo facile a Napoli e ci prendiamo il titolo in scioltezza. Volete sentire questo? Ve lo dico, così siete contenti». Finto bisticcio, perché il numero uno ha da sempre in dotazione sorriso e ironia, solo per ribadire l'esatto contrario: «Calma ragazzi, serve molta calma. Mancano ventisette partite, tutto il girone di ritorno: teniamo i piedi per terra». Nel pieno rispetto del codice promulgato da Antonio Conte: «La strada è ancora troppo lunga e proprio non mi va di prendere in giro i nostri tifosi». Magari la paura è di illudere anche se stessi, dopo due settimi posti filati. Così, pure i sogni diventano follia: «Siamo da scudetto? Ma all'undicesima giornata non ci penso neanche, sarei un matto. E non lo dico per finta modestia».
Eppure qualche indizio di solidità strutturale affiora: Juve imbattuta, per esempio, stendendo anche concorrenti dirette, Milan, Inter e, sabato sera, la Lazio. «Vero - continua Buffon - ma sono lo stesso realmente preoccupato. Non sono cieco, ed è giusto dire che adesso le cose ci stiano girando tutte per il verso giusto. All'Olimpico, se con la Lazio fosse uscito un pareggio, non ci sarebbe stato nulla da dire». Servono altri collaudi, insomma: «Prima di sbilanciarmi, vorrei aspettare un po' di tempo, vedere altre situazioni». Ecco un buon tipo di crash test per il telaio bianconero: «Dovessimo mai perdere uno o due giocatori importanti, per esempio, dovremo vedere se la squadra saprà cavarsela. In quei momenti difficili, che arriveranno, misureremo il peso specifico del nostro gruppo». Quando scatterà l'emergenza, si vedrà l'impianto di sicurezza: «Più che la sconfitta, può accadere che si sommino alcuni fattori: assenze importanti, due-tre giocatori in uno stesso reparto. È qui che potremo verificare il nostro reale spessore, vedere se sapremo essere comunque competitivi ai più alti livelli. Sia chiaro, io mi auguro che non manchi mai nessuno, ma prima o poi, in una stagione tanto lunga, accade che qualcosa non giri per il verso giusto».
Meglio non fidarsi, dopo due stagioni finite tra le macerie, anche se forse ci sarebbero già indizi per una diversa conclusione. Macché, tagli netto Buffon: «Davvero, non ho certezze, solo speranze». Basta tenere a mente le annate degli orrori, traditrici perché avviate bene: «Sono state le stagioni più lunghe e brutte per ogni singolo giocatore della Juve - spiega il portiere bianconero - e ho il terrore di tornare indietro di qualche mese». O di dodici: «A dicembre dell'anno scorso eravamo secondi, poi la sfortuna ci ha travolti. Del Neri faceva miracoli con una Juve decisamente inferiore a questa. Giocavamo bene ed eravamo lì con le migliori, ma poi sono arrivati tantissimi infortuni: almeno sei giocatori fuori, contemporaneamente. A un certo punto andavamo in campo con due ragazzi della Primavera. Facile poi dare tutte le colpe al mister».
Messo un bel cerotto sull'emorragia di infortuni («giochiamo anche di meno»), ci sarebbe anche un umore gonfiato dal sacco di Roma: «Certo abbiamo vinto su un campo difficilissimo, contro una signora squadra, che poteva però benissimo pareggiare. Gli episodi determinanti ci hanno detto bene. Ad ogni modo, sono tre punti che pesano». Il bando dello scudetto, permane, però: «Ripeto, troppo presto». Anche per i nemici che verranno: «Resto convinto che sulla carta ci siano due squadre più forti di noi, e presto dovranno venire fuori». Intanto s'è rivisto il più forte, tra i pali: «Niente di più, niente di meno di ciò che mi aspetto».