Giornalista di regime!
:tsk:
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incommetabile adesso un anno fa le avevo lasciato un commento schifato sul suo blog a questo e alla sua polemica con maiani in cui pretendeva di correggere la sua matematica...lei studia :sisi: adesso poi è pure sindaco di un paese sono altri 3-4000 euro che entrano di cosa si potrebbe lamentare...
Quasi due milioni di euro. È il risarcimento riconosciuto dallo Stato alla famiglia di Federico Aldrovandi, il ragazzo morto a Ferrara durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005. L'accordo è stato raggiunto due giorni fa. In cambio lo Stato chiede alla famiglia di non costituirsi parte civile nei procedimenti ancora aperti sulla vicenda.
LE REAZIONI - «È un altro passo: una tragedia così non si chiuderà mai, Federico non ce lo restituirà mai nessuno, ma l'importante è che la sua memoria sia quella giusta. Quello che mi interessava era far sapere quello che è successo, e questo è un obiettivo raggiunto» sottolinea Patrizia Moretti, la mamma di Federico. «Sono soddisfatto dal punto di vista professionale, si tratta di una ammissione di responsabilità di indubbia valenza ma anche dispiaciuto dal punto di vista umano, avrei voluto essere in appello» commenta invece Fabio Anselmo, uno degli avvocati della famiglia. Il legale ricorda che il ministero dell'Interno non era mai stato citato come responsabile civile e aggiunge che, il papà e la mamma di Federico saranno comunque in aula durante il processo d'appello.
RICONCILIAZIONE - Le responsabilità penali restano in capo agli imputati. I quattro poliziotti di pattuglia la mattina della morte di Federico sono stati condannati a tre anni e sei mesi in primo grado: eccesso colposo in omicidio colposo, l'accusa. Altri tre loro colleghi sono stati condannati per il depistaggio delle indagini (per un quarto il processo è ancora in corso). «Oggi si può iniziare a parlare di pacificazione» aggiunge l'avvocato Anselmo, ricordando che la famiglia di Federico non ha mai avuto un atteggiamento di contrapposizione nei confronti della polizia, ma ha solo lottato perché fosse ristabilita la verità su quanto gli era accaduto. «In prima fila alla proiezione ferrarese del film È stato morto un ragazzo , firmato dal giornalista Filippo Vendemmiati sulla vicenda di Federico, c'era il questore - racconta Anselmo - e anche lo stesso Manganelli è stato molto vicino alla madre». «L'associazione delle vittime delle forze dell'ordine che stiamo fondando - conclude - nasce per aiutare chi si trova in situazioni simili ed è in difficoltà. Lo scopo è chiedere aiuto allo Stato affinchè non lasci solo chi si trova in queste situazioni».
Chissà che fine hanno fatto i vari poliziotti coinvolti. Fino ad un po' di tempo fa tutti tranquillamente in servizio...
parla quella del toro meccanico :asd:Citazione:
"Stipendio dei parlamentari basso.Non siamo come gli operai che vanno a casa e lasciano i problemi nell'ufficetto
waiting for spinoza :asd:Citazione:
"Stipendio dei parlamentari basso.Non siamo come gli operai che vanno a casa e lasciano i problemi nell'ufficetto
"Ai precari che vogliono capire quanto spetterà loro di pensione, l’Inps non fa vedere niente. Io questa la chiamo sincerità."
Solitamente qui in toscana siamo noti per l'umorismo nero non vi scandalizzate se ghigno per queste:
"Pare che la ragazza sia stata violentata dopo la sua morte. Milioni di telespettatori possono confermarlo."
"Su internet migliaia di persone inneggiano a “una lenta tortura” per l’assassino. Questo dovrebbe placare il dio del tuono"
"La Sciarelli si scusa per lo sfruttamento del dolore della madre. Quello per contratto tocca a Vespa."
politica-Citazione:
Di Pietro scarica De Luca. “Non deve venire meno alla questione morale”
"Promise che avrebbe rinunciato alla prescrizione. Invece l'ha incassata. Non lo sosterremo alle amministrative. Si è omologato alle politiche di Berlulsconi che vuole affidargli l'appalto dell'inceneritore salernitano"
http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-c...ro-de-luca.jpg
Pentito? “Non è esatto dire pentito. Italia dei Valori aveva deciso di sostenere Vincenzo De Luca nella corsa a governatore della Campania perché De Luca aveva stretto un patto con noi fondato sulla questione morale e sull’antiberlusconismo. Invece il sindaco di Salerno non è stato un uomo d’onore, ha accettato la prescrizione nel processo per la discarica di Ostaglio, si è omologato ai pensieri e alle politiche di Berlusconi che infatti vuole affidargli l’appalto del termovalorizzatore salernitano. Spero che De Luca non si ricandidi a primo cittadino, ma se lo farà non avrà il nostro appoggio”. Parola di Antonio Di Pietro.
Il leader Idv che qualche mese fa, per aver dato il via libera a un politico plurimputato per le varianti urbanistiche salernitane, affrontò un fuoco amico di critiche e contestazioni – tra le quali spiccarono i durissimi editoriali di Marco Travaglio e Paolo Flores d’Arcais – per aver violato uno dei principi fondativi del suo partito: il no alle candidature degli inquisiti. Ma Di Pietro difese con veemenza una scelta dettata dalla realpolitik: “Non potevo assumermi la responsabilità di consegnare la regione a Berlusconi”. Quella destra ha vinto lo stesso. E ora l’ex Pm di Mani Pulite si sfila da una vittoria a Salerno che invece pare abbastanza probabile. In nome di un principio al quale non vuole più derogare.
Di Pietro, è vero che Idv non si alleerà con De Luca alle amministrative di Salerno del 2011?
Io mi auguro che non si ricandidi. Sindaco avvisato mezzo salvato… Sì, comunque è vero.
Perché ci ha ripensato su De Luca?
Non è un ripensamento. È coerenza.
Spieghi.
Il Pd ci disse: o lo sostenete o vi prendete la colpa della rottura della coalizione e della sconfitta. E De Luca venne a febbraio al congresso Idv…
Che lo acclamò…
…a garantirci che si candidava in alternativa e come argine a Berlusconi e al berlusconismo. Io per senso di responsabilità ho accettato. Ma a condizione che non venisse meno sulla questione morale.
De Luca è imputato in due processi per reati gravi.
E lui ci aveva assicurato che in caso di condanna si sarebbe dimesso.
Aveva anche una condanna in primo grado per le irregolarità del sito di stoccaggio di Ostaglio.
Ci promise che avrebbe rinunciato alla prescrizione.
In appello, pochi mesi fa, De Luca ha incassato la prescrizione.
Ha rotto il patto di fiducia con noi. Non possiamo più ridargliela.
Si sente ingannato?
Ha ingannato Idv e la coalizione. Compreso il Pd che si era fatto garante per De Luca. Un uomo che tradisce un impegno preso davanti a 3000 persone che lo applaudono non è un uomo d’onore. Dovrebbe essere l’intero centrosinistra a non ricandidarlo.
Già nel 2006 De Luca scese in campo e vinse a dispetto del no del suo partito, i Ds.
Se rivincerà, massimo rispetto per il voto degli elettori. Ma se rivincerà, sarà senza di noi.
Lei dice che De Luca doveva essere un argine al berlusconismo. Lo sa che il premier vorrebbe affidargli l’appalto del termovalorizzatore di Salerno, a costo di far arrabbiare la Provincia a guida Pdl?
Alla luce delle recenti evoluzioni, dico che in realtà Berlusconi sta affidando il termovalorizzatore a un suo uomo.
De Luca uomo di Berlusconi?
Accettando una prescrizione disegnata dalle leggi del Cavaliere, ha aderito al modello berlusconiano.
Ma Idv a Salerno è in maggioranza con De Luca. Il vostro consigliere comunale, Dario Barbirotti, che è anche consigliere regionale, siede nel gruppo consiliare della lista del sindaco.
Barbirotti ci ha comunicato che uscirà da quel gruppo e fonderà il gruppo autonomo Idv.
Da il Fatto Quotidiano del 10 ottobre 2010
Coerente :sisi: anche troppo :chebotta:
di pietro a volte è vittima di sè stesso, ma perlomeno non dice tutto ed il contrario di tutto, come altri.
da La Stampa
Citazione:
Berlusconi a sorpresa: governo
di destra, successi "di sinistra"
LUCA RICOLFI
TORINO
La XVI legislatura è arrivata esattamente a metà del suo corso, e già si parla di elezioni anticipate. Ma qual è il bilancio a metà del guado? Lo vedremo dettagliatamente ogni giorno della prossima settimana. Passando allo scandaglio le sette “missioni” sulle quali – due anni e mezzo fa – Berlusconi chiese la fiducia degli italiani. Qui vorrei solo comunicare un paio di impressioni che, alla fine di un lungo lavoro di analisi, si sono per così dire depositate in me.
La prima è che tutto si possa dire del Governo, tranne che sia stato con le mani in mano: riforma della Pubblica amministrazione (Brunetta), riforma delle pensioni (Sacconi-Tremonti), riforme della scuola e dell’Università (Gelmini), federalismo (Calderoli-Bossi), riforma dei servizi pubblici locali. Comunque le si giudichi – e non mancano coloro che le giudicano negativamente – sono almeno sei le grandi riforme già varate o comunque in dirittura d’arrivo a metà legislatura. E questo nonostante il Parlamento e l’opinione pubblica siano stati impegnati per un tempo sproporzionato sui temi della giustizia, peraltro senza portare a casa né una decente riforma della giustizia stessa, né uno scudo giudiziario funzionante per il premier.
La seconda impressione è che, giudicato sulla base del programma e delle cose fatte e non fatte, questo sia stato uno strano governo. Nella primavera del 2008 il centro-destra aveva basato la sua campagna elettorale sulle parole d’ordine consuete: meno sprechi, meno tasse, più carceri, linea dura su immigrazione e criminalità comune. Non è andata così, anche per colpa della crisi (che però, vorrei ricordarlo, durante la campagna elettorale del 2008 era già in corso da più di sei mesi). La riduzione degli sprechi attende l’avvio del federalismo (previsto per il 2013), le tasse che paghiamo sono più o meno quelle di prima, i posti in carcere sono aumentati in misura irrisoria, mentre i penitenziari straboccano di detenuti, spesso in condizioni non degne di un paese civile. I reati sono diminuiti, ma solo rispetto al picco post-indulto: rispetto al 2005, ultimo anno pre-indulto, i delitti totali sono leggermente aumentati.
Questo vuol dire che il centro-destra ha fallito? No. Alcune cose buone, anzi ottime, il centro-destra le ha fatte. Solo che sono cose di sinistra, cose di cui Prodi o Padoa-Schioppa menerebbero vanto, se le avessero fatte loro. Tanto per cominciare la stabilizzazione dei conti pubblici, fatta senza colpire la sanità e con il plauso di tutte le istituzioni sovranazionali. Non è vero che l’Italia esca dalla crisi meglio degli altri principali paesi europei, ma è vero che Tremonti ha contenuto il deficit pubblico abbastanza da evitare una crisi di fiducia dei mercati internazionali come quella che ha colpito gli altri “PIGS”, acronimo di Portogallo, Grecia, Irlanda, Spagna.
C’è poi il capitolo della lotta alla criminalità organizzata. Era stato Veltroni, nella campagna elettorale del 2008, a dire che i voti della mafia lui non li voleva, ed era stato prontamente accontentato: nel centro-sud i risultati elettorali peggiori la sinistra li ha ottenuti proprio in Calabria, Sicilia e Campania. E invece è stato sotto il ministro Maroni che mafia, camorra e ‘ndrangheta hanno ricevuto i colpi più duri.
Per non parlare degli ammortizzatori sociali. Certo il governo non ha avuto il coraggio di fare – in piena crisi – quella riforma organica degli ammortizzatori sociali che la sinistra invoca da anni (e che essa stessa si era ben guardata dal varare nei due anni del governo Prodi). Però cassa integrazione in deroga, estensione degli assegni di disoccupazione, social card, sussidi alle famiglie e ai non autosufficienti sono misure che hanno attenuato sensibilmente l’impatto della crisi, come mostra piuttosto inequivocabilmente la serie storica Isae delle famiglie in difficoltà, calate proprio nel momento più basso della congiuntura (fra la metà del 2008 e la metà del 2009). E infine la grande sanatoria delle badanti, chiamata pudicamente “regolarizzazione”: provvedimento ragionevole, pragmatico, ma che ti aspetteresti più da un governo di sinistra, buonista e aperto alle ragioni dell’integrazione, che non da uno di destra, cattivista e severo con i clandestini.
Che cosa concludere, dunque ? Direi questo. A giudicare dai fatti, e solo dai fatti (quelli importanti), le persone di destra dovrebbero essere abbastanza arrabbiate, con questo governo. Quelle di sinistra dovrebbero essere moderatamente soddisfatte. Ma le persone che non ragionano in termini di destra e sinistra, quelle che vorrebbero solo che l’Italia tornasse a crescere e a sperare, non possono che essere alquanto deluse, da questo governo non meno che da quelli che l’hanno preceduto. I fattori fondamentali che frenano l’Italia sono essenzialmente tre: troppe tasse e adempimenti sui produttori, pochi investimenti in capitale umano, una giustizia civile al collasso. Su questo, ossia sulle determinanti della crescita, nessuno dei governi degli ultimi anni è riuscito a incidere in modo apprezzabile. Ed è un vero peccato, perché senza crescita quasi tutto il resto serve a poco, o è destinato a restare nel novero dei sogni.
poi dite che uno pensa male
La sindrome di De Quervein, di cui sembrerebbe soffrire il premier Silvio Berlusconi, è una patologia piuttosto comune della mano, che interessa i tendini del pollice: una tenovaginalite che coinvolge la guaina che riveste due estensori del pollice, denominati abduttore lungo ed estensore breve, che occupano il primo compartimento dorsale del polso. L'uso di un tutore che impedisca per qualche tempo i movimenti delle parti interessate, associato a farmaci antinfiammatori a volte è utile. Quando però il sintomo, ovvero il dolore, diventa importante si ricorre alla chirurgia. In passato, per il trattamento chirurgico della sindrome di De Quervein venivano praticate incisioni abbastanza lunghe. Ora l'intervento, di microchirurgia, viene praticato in anestesia locale e con un taglio di appena un paio di centimetri. Il paziente viene dimesso subito dopo. Si tratta di un intervento che ha una riuscita praticamente del 100%. L'intervento è minimamente invasivo e con un decorso post operatorio rapidissimo e determina un sollievo quasi immediato dei dolori a volte molto forti causati dalla sindrome di De Quervein.
:asd:
Yeah
http://www.giornalettismo.com/archiv...ty-dopo-renzo/
Nepostismo merda, roma ladrona buuuh
ma no, cosa hai capito? deve essere una tipica usanza dinastica dei celti :asd:
l'intervista della bignardi alla trota
:rotfl:Citazione:
E la scuola di Adro? “Era giusto metterli, ma nella scuola la politica non deve entrare”. Scivola clamorosamente sull’inno nazionale: “Non mi piace che si dica che siamo ’schiavi di Roma’”. Non sa, il ragazzo, che il verso intende ricordare semplicemente gli antichi Romani (“che schiava di Roma iddio la creò”). Poi rivela che farebbe volentieri il ministro dello Sviluppo economico. “Non butterei nel cesso il tricolore, ma lo metterei via”, dice lui. E la Bignardi glielo regala tra gli applausi del pubblico.
mi sa che dopo il "cretina" alla Marcegaglia ci siam persi Telese alla Zanzara. Da allora è scomparso :bua:
nepotismo perché uno si occupa di politica :rotfl:
un posto in Regione Piemonte non si nega a nessuno. Purché sia parente.
Dall'articolo di Gnappo
Ma come si può chiamre un figlio Eridano Sirio? :facepalm:Citazione:
Venti anni, un secondo nome inequivocabile e nessun soprannome imbarazzante come Trota o Delfino: Roberto Libertà Bossi, il terzogenito del Senatùr e il secondo figlio maschio avuto dall’attuale compagna Manuela (l’altro è Eridano Sirio), ha ufficialmente debuttato ieri nello staff del padre in occasione dell’incontro a Palazzo Balbi, sede della Regione Veneto, a Venezia dal neogovernatore Luca Zaia.
Io fossi il ragazzo presenterai una denuncia, povero ragazzo, che vita infelice.
Il taxista pestato a sangue ieri per aver investito un cocker sarebbe stato aggredito da più persone. E non solo dal trentenne già finito a San Vittore con l'accusa di tentato omicidio. E' questa la direzione, a quanto si è appreso, che stanno prendendo le indagini. Per Michel Morris Ciavarella, intanto, il pm, Tiziana Siciliano, titolare dell'inchiesta, ha inoltrato la richiesta di convalida dell'arresto all'ufficio gip, con l'accusa di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.
A quanto si è appreso, finora, gli inquirenti avrebbero ascoltato cinque testimoni che avrebbe fornito ricostruzioni dei fatti in alcune parti coincidenti, ma con alcune discrepanze.
Le condizioni del tassista, Luca M. di 45 anni, restano gravissime e l'équipe medica della rianimazione del Fatebenefratelli sta considerando l'ipotesi di un intervento neurochirurgico per ridurre l'edema cerebrale. In via Antonini, intanto, altri momenti si sono vissuti oggi che sembrano essere in relazione coi nuovi sviluppi delle indagini
Un residente che aveva aiutato ieri gli investigatori a ricostruire la dinamica della tragedia e a identificare i responsabili del pestaggio è stato minacciato e oggi si è ritrovata l'auto bruciata.
Anche un fotografo è stato aggredito, oggi intorno alle 15 in via Luca Ghini, proprio mentre stava fotografando la macchina bruciata questa notte, rimasta in strada. Il reporter ha raccontato alla polizia di essere stato colpito da un ragazzo con un il manico di una scopa. La vittima è stata soccorsa dal personale del 118 con una vistosa ferita al naso. Due giovani sono stati invitati a salire sulla volante e sono stati accompagnati in Questura. Il fotografo è stato medicato sul posto da un'autoambulanza.
Altri momenti di tensione, quando un altro residente è stato fermato per accertamenti dalla polizia. Fermato per un semplice controllo, ha provato a fare resistenza nei confronti dei due agenti delle volanti, insieme a una decina di residenti, che protestavano animatamente mentre il loro amico veniva caricato sulla volante.
Un centinaio di persone ha assistito al pestaggio di Luca Massari, ma solo quattro o cinque alla fine hanno raccontato cos'hanno visto. Tutti gli altri, secondo gli investigatori, si sono rivelati omertosi, rifiutandosi persino di dire il proprio nome. Un'omertà con ogni probabilità dettata dalla paura, a sua volta comprensibile di fronte agli episodi dell'auto incendiata a uno dei pochi disponibili a parlare, su cui sono in corso le indagini, e del pestaggio di un fotografo.
Resta poi il problema dell'attendibilità di chi si è reso disponibile a rispondere alle domande. Un testimone, che pare non avere relazioni con l'arrestato, ha dichiarato che il tassista non andava forte quando ha investito il cane, uccidendolo.
Pestaggi, minacce, omertà. Ma queste cose non succedevano solo a Napoli?
Troppo fap fap per il cavaliere...
http://www.corriere.it/politica/10_o...4f02aabc.shtml
Troppo lento :asd: -> http://www.***************.it/forum/...ostcount=22492
Vitor, lo stadera e' come i quartieri spagnoli, il peggio del peggio di decenni di malagestione.
E' veramente uno di quei posti dove c'e' da aver paura a girare la sera, purtroppo e' anche una delle piu' grosse battaglie politiche idiote da sempre, se si sgombera arrivano i paladini degli indifesi a difendere gli sgombrati, senza ammettere che questi sono delinquenti o al meglio sfruttati dagli stessi.
Andrebbe purtroppo presa di petto la situazione e bonificato il quartiere pesantemente. Ma poi sai gli strepiti del ritorno del fascismo ?
E quindi ci teniamo il quartiere dove la polizia deve girare almeno in due macchine se no vengono aggrediti.
ai quartieri spagnoli ci vive mia nonna (oggi 97enne)
In realtà come zona è abbastanza sicura, il paragone lo dovevi fare con scampia
e l'omertà?
un centinaio di persone, tutte con cognomi originari del sud?
ah boh, ma l'occasione era troppo ghiotta per non farci la battuta :asd:
Spoiler:
c'è DT che è sbronzo mi sa :asd:
Nota di colore, per un bel po' di anni un locale urendo in mezzo al quartiere e' stata la sede della Fossa dei Leoni del Milan, non ti dico che cinema la sera attraversare il quartiere e venire fermati ogni 100 metri da vedette che ti chiedevano chi eri e dove andavi, ovviamente in dialetti improponibili e con velate minacce avvisavano di non fare casini li' che non si era allo stadio e non volevano pubblicita' :asd:
A proposito di pestaggi
http://roma.corriere.it/roma/notizie...31880338.shtml
Visto che il tuo commento era solamente riservato alla pochezza dell'articolo e al fatto che fosse lei a cercar rogne, sembrava stessi giustificando il gesto.
E comunque dal video si vede che il diverbio prende una brutta piega quando il tipo accenna un colpo di testa (per spaventare solitamente) o forse molla uno sputo; lei lo spinge via e vince un atomic punch.