Da L'Occidentale del 3 novembre. Taglio i pezzi su Marrazzo perchè ridondanti.
Citazione:
Oramai si processa Silvio Berlusconi sui giornali, anticipando i fumosi processi che lo riguardano. Ciò avviene mentre si sostiene che Berlusconi vince le elezioni perché è il dominus dei media in Italia.
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"La Repubblica" e gli altri giornali che conducono la campagna antiberlusconiana, con articoli di un livore incredibile, dopo averci provato, non puntano più sulla tesi che poiché Berlusconi è sotto processo” ciò comporti le sue dimissioni, ma sulla tesi che “ se” sarà condannato in primo grado dal tribunale ciò comporterà per lui l’obbligo di dimettersi. Il “se” è diventato sempre più piccolo sino a lasciare posto alla affermazione che Berlusconi sarà condannato. O, comunque che è come se fosse condannato, dato che già l’avvocato Mills è stato condannato. Il processo in Corte d’Appello al Mills è stato svolto con straordinaria rapidità perché la prescrizione, per lui, avviene alla fine del marzo 2010.
Per la verità, secondo un’altra tesi che appare più corretta, la prescrizione doveva essere già avvenuta. Infatti i magistrati hanno stabilito che la sua data di decorrenza non è quella del 1998 quando la testimonianza che sarebbe stata fatta in modo falso per fine di lucro fu effettuata, ma nel 2000 quando Mills ricevette la somma che, sulla base di un teorema e non di prove, costituiva il compenso per tale presunta corruzione. Il pagamento della somma concluderebbe il reato. In altre parole, se un killer uccide una persona nell’anno 1 ma viene pagato per questo fatto due anni dopo, nell’anno 3 , il reato di omicidio ha avuto luogo nell’anno 3! Ci si potrebbe, comunque, domandare quale nesso vi sia fra una presunta falsa testimonianza in un processo fatta nell’anno 1 e una somma ricevuta dal presunto testimone corrotto due anni dopo. Non è strano che il pagamento sia così dilazionato nel tempo? E in effetti, osserva l’avvocato di Mills, la motivazione della lunga sentenza stesa dal giudice Gandus "non dice e non può dire che vi sia stata una somma di denaro percepita dall’avvocato Mills proveniente da Fininvest o da soggetti a essa riconducibili. Non lo dice e non lo può dire e ogni altro ragionamento è un puro atto di fede".
In queste condizioni, il processo che si dovrà celebrare contro Silvio Berlusconi è un puro atto politico. Lo è perché si baserà su un teorema, ossia che quel Mills che nega abbia ricevuto dalla Fininvest la somma in questione e che questa somma sia il compenso per aver egli, Mills, reso una falsa deposizione due anni prima. Ma il processo a Berlusconi è un puro atto politico per una seconda ragione: non ci sono i tempi per celebrare un regolare processo al presidente del Consiglio prima della scadenza della prescrizione (che ha luogo, al più tardi, nel giugno del 2011). Infatti il lodo Alfano è diventato legge nel luglio del 2008 e ha sospeso i processi per le alte cariche dello stato da quando esso è entrato in vigore sino a quando la sentenza della Corte Costituzionale che lo ha abrogato viene pubblicata. Si può calcolare, dunque, che la sospensione della perseguibilità e quindi della prescrizione per Berlusconi duri 14 mesi. Ne consegue che questo processo, per non essere prescritto, dovrà terminare nell’estate del 2011. Ma esso deve essere rifatto dall’inizio con un nuovo tribunale non ancora costituito. Ecco, di conseguenza, che mancano i tempi tecnici per un processo svolto in modo accurato.
Dunque, i casi sono due. Se il processo si svolgerà in modo accurato, esso non potrà arrivare alla fine prima della prescrizione e il tribunale non potrà pronunciare una sentenza di condanna. Oppure, per evitare la prescrizione, il processo sarà svolto in modo estremamente sommario. E quindi se si giungerà alla condanna questa sarà viziata sia dalla sommarietà della procedura adottata sia dal fatto che tale procedura sarà resa possibile dalla scelta esplicita del tribunale di non adottare la procedura garantista. Dunque la condanna sarà frutto di una corte prevenuta. E’ molto probabile che il tribunale non voglia seguire questa discutibile linea. Dato ciò, “La Repubblica” ha messo le mani avanti e ha ammesso che la prescrizione potrebbe avvenire prima. Tuttavia, “La Repubblica”, gli altri giornali e i politici che ne seguono le argomentazioni, sostengono che, se non ci fosse la prescrizione, si giungerebbe alla condanna. E da ciò desumono che comunque Berlusconi dovrebbe dimettersi. Questo clima viene arroventato anche per far dimenticare l’episodio Marrazzo, che mette a nudo l’ipocrisia del giustizialismo puritano.
Silvio Berlusconi però ha dichiarato che, anche se sarà condannato, rimarrà al suo posto. Una dichiarazione giusta, che serve a bloccare le manovre riguardanti un futuro ipotetico governo tecnico e la girandola di voci che questa prospettiva alimenterebbe. Chi aveva fatto dei sogni, riguardo a questo governo, li può rimettere nel cassetto. Berlusconi ha perfettamente ragione dal punto di vista politico e dal punto del puro diritto.
..... Omissis sul lodo alfano e sulla sentenza della cassazione, non pertinente....
Berlusconi non si deve dimettere nel caso di condanna da parte del tribunale perché l’Italia ha bisogno di un governo stabile e non di un premier pencolante. E ha anche solide ragioni giuridiche a sostegno di questa linea. Infatti come si è appena visto, l’unico modo che avrebbe un tribunale per arrivare alla sua condanna sarebbe quello di un giudizio sommario con un procedimento svolto di corsa, basato sugli assunti ipotetici del precedente processo Mills. Inoltre anche se la sentenza di primo grado fosse emessa prima della prescrizione, questa si verificherebbe subito dopo. Quindi non ci saranno il giudizio di appello né quello di cassazione. Pertanto, in ogni caso non ci sarà una condanna definitiva. La eventuale condanna di primo grado, con processo sommario, sarà priva di quella verifica che si richiede nel sistema processuale ordinario basato sui tre gradi di giurisdizione. Ma ciò non conta per i giornali progressisti. Loro lo processano e condannano sulle loro pagine prima che i procedimenti a suo carico inizino.