Purtroppo tanti film che abbiamo proiettato o che verranno proiettati sono già disponibili in dvd e li si recupera facilmente e con dei sub amatoriali il gioco è fatto, ma vabbè
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mha allora speriamo in qualche perla indonesiana/malesiana/quelcheè come chicche introvabili
http://ow.ly/1g1N6 :asd:
:asd:
Oggi sistemando il magazzino sono saltate fuori molte locandine di 10/15 anni fa. Sono tutte immacolate e protette da buste di plastica. Il mio primo pensiero è stato: le vendo su ebay. Il secondo, invece,: sarà anche brutta, ma la locandina de "Il grande Lebowski" me la porto a casa. :asd: :proud:
te credo! :rullezza:
Direttamente da J4Spam: http://filmckr.blogspot.com/2008_10_01_archive.html
:asd:
Oggi ho letto delle notizie interessanti.
Sull'affaire Balducci che pare investire anche i fondi per lo spettacolo
http://www.ilgiornale.it/interni/bal...e=0-comments=1 (lo so non è un giornale serio ma è per rendere l'idea).
Un'altra invece, di cui al momento non riesco a trovare riscontri (ma spero che il Leggo Padova non conti balle) è che i risultati dei film italiani in sala sono migliorati (nonostante l'andazzo sia quello di meno biglietti staccati mi pare di capire).
Prospettive migliori, Harry? O gli scandali non riusciranno a spingere verso una riforma delle distribuzioni dei fondi?
Oggi in ufficio c'era Tatti Sanguinetti...grosse risate :asd:
La situazione italiana è molto complessa e non si risolve con i semplice finanziamenti statali. Il cinema italiano è uno di quei pochi casi al mondo, dove soltanto una gestione federalista dei territori può portare effettivi vantaggi.
Ogni regione soffre di problemi particolari. Puglia, Sicilia, piemente e Friuli hanno capito che il cinema è e deve essere una fonte di ispirazione turistica e attraverso sgravi fiscali, agevolazioni alberghiere, catering e una fitta rete comunicativa con le aziende turistiche e industriali, sono riusciti a direzionare gran parte delle produzioni itlaiane verso i loro lidi e contemporaneamente ad aumentare il turismo (100 vetrine non sarà un prodotto eccezionale, ma la gente va a torino anche perchè la vede attraverso questa soup opera).
Ci sono regioni come ad esempio l'emilia romagna e la lombardia dove invece la giurisdizione regionale se ne frega altamente di tutta questa categoria e lascia a marcire non solo il cinema, ma l'intero turismo, dando priorità agli interessi aziendali dei politici stessi.
A questo, si sta cercando di porre rimedio, realizzando delle piccole coalizioni tra i produttori regionali, che presentano in regione o almeno tentano, un piano di legge simile a quello del piemonte e del friuli. In emilia ROmagna c'è Profilm, con il quale stiamo tutti collaborando, ma se in regione non vi è un vero cambiamento ai vertici, la situazione rimarrà sempre la stessa. Ci sono persone interessanti tra i candidati emiliani, che potrebbero anche solo con l'entrata in regione (basterebbe entrare ed essere preseti alle giunte, anche senza essere presidente), portare questa documentazione sul tavolo e tentare un'apertura, ma non posso di certo mettermi a fare nomi qui, per par condicio.
L'altro problema, è la difficoltà nel produrre film di genere diverso dal dramma e dalla commedia, che possano in un qualche modo avere un mercato anche all'estero, ma soprattutto raccogliere oltre il 50% delle entrate nei mercati esteri, come già avviene per Francia, germania, Inghilterra ecc....
Il cinema di genere italiano fondamentalmente non esiste. Imprigionato dalle sue molteplici lingue dialettali, che provoca a sua volta una recitazione sempre dilettantesca quando ci si sforza di parlare un italiano corretto e oggettivamente troppo perfetto.
Servirebbe quindi una ulteriore legge, che rafforzi l'attuale e che dia grande respiro a tutte quelle produzioni italiane realizzate in lingua inglese, ma con predisposizione ai generi alternativi, quali i film d'azione, la fantascienza ed in generale i Colossal ad alto budget, ma soprattutto che garantiscano una collaborazione con altri stati, a patto di girare sul suolo italiano e sfruttare gli studios romani e le location nascoste che non vengono minimamente utilizzate.
Ma mi rendo conto che quest'ultimo passo è veramente troppo per uno stato cieco; governato da una persona che si crea le leggi su misura per scampare a processi, eliminazioni dalle liste elettorali per mancato adempimento dei tempi, per agevolare la sua piccola azienda televisiva o per oscurare talk show di terze parti perchè troppo scomodi.
Al momento mettiamola così: se dovessimo arrivare a risolvere il primo punto, sarebbe già la più grande vittoria ottenuta.
UDINE – Sarà l’attesissimo Dream Home di Pang Ho-cheung ad inaugurare in anteprima mondiale, durante l’opening night di venerdì 23 aprile, la fascia notturna di Far East Film 12. La notizia è subito rimbalzata da Hong Kong a tutta l’Asia: in collaborazione con la casa di distribuzione internazionale Fortissimo, infatti, il festival del Centro Espressioni Cinematografiche (C.E.C.) si è aggiudicato uno dei film più sensazionali (e anche controversi) della recentissima produzione dell’ex colonia britannica. Dream Home sarà nelle sale asiatiche da maggio e gli spettatori di Far East, dunque, potranno vederlo prima ancora dell’uscita ufficiale del suo paese d’origine!
Con uno stile lucido ed estremo, il film racconta, non rinunciando ai particolari più violenti, la forsennata corsa ad ostacoli di una giovane donna capace di tutto pur di ottenere la casa dei suoi sogni (con vista mare). Il film è anche un omaggio solenne e allo stesso tempo psicotico, alla città di Hong Kong, ai suoi palazzi, alle sue case, ai suoi appartamenti minuscoli destinati a rimanere per molti giovani single mete irraggiungibili visti i prezzi altissimi di tutto il settore immobiliare!
Definito e annunciato come il più sanguinolento slasher movie mai prodotto a Hong Kong, Dream Home è interpretato da una superba Josie Ho che con la sua società “852 Film” è responsabile anche della produzione stessa del film. Per Pang Ho-cheung, uno dei registi su cui Udine ha puntato i riflettori fin dal 2002 con You Shoot, I Shoot, una sfida davvero unica sia per lo straordinario budget di 4 milioni di dollari a disposizione (assolutamente inusuale per il cinema di Hong Kong di oggi) che per la possibilità di rendere sul grande schermo uno dei sui numerosi, bizzarri e irresistibili racconti di fantasmi e di humour nero.
Dream Home è parte essenziale e fondamentale della selezione hongkonghese del festival friulano che, ricordiamolo, in 9 giornate di programmazione, dal 23 aprile al 1° maggio, presenterà oltre 60 pellicole in arrivo anche da Cina, Corea del Sud, Giappone, Thailandia, Indonesia, Filippine, Singapore e Taiwan.
Una curiosità: la musica del film è tutta italiana firmata dal compositore Gabriele Roberto che aveva già collaborato con Pang sul thriller Exodus del 2007. Roberto da molti anni vive a Tokyo e ha curato le musiche di numerosi progetti cinematografici, tra le sue composizioni più note, gli score dei giapponesi Memories Of Matsuko e Paco and The Magical Pictures Book.
:snob:
Un bel topicchino dedicato con locandine e recensioni no :timido: ?
Forza animatore, su su, muoversi :snob:
Siamo ancora in alto mare :bua:
ogni cosa a suo tempo :snob:
notizia dell'anno: kate winslet si separa da sam mendes :rullezza:
ora è libera :pippotto:
anche Sam Mendes! :pippotto:
Matthew Vaughn che parla di quanto siano brutte le scene d'azione nei blockbuster moderni. Concordo al 100%. :o
http://artsbeat.blogs.nytimes.com/20...ks/?ref=movies
Poi bisognerà vedere le scene d'azione di Kick-Ass per vedere se walka il talko. :asd:
Manhunter.
Mr.Brooks, con Kevin Costner, Dane Cook, Demi Moore, William Hurt.
http://www.youtube.com/watch?v=<object width="480" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/BQERrAfoNFk&hl=it_IT&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/BQERrAfoNFk&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object>
P.s.
Per me una piccola delizia passata troppo inosservata.
Sapevo che il lupo avrebbe tirato fuori Mann :D
Identity è quello che fa il verso a Dieci Piccoli Indiani?
Mr Brooks...scrib scrib
ma quando esce greenzone? :mad:
Non era tra marzo e maggio? :look:
:pippotto: Sembra un algoritmo di apprendimento di tipo genetico
Però ti dico che per la tua gioia è ricominciato FlashForward :asd:
Mica lo so se c'è da esse così felici, so ancora indeciso se era meglio lasciarla morire di morte anonima e silente :asd:
Flashforward l'ho abbandonata dopo 3 episodi :look:
Fatto bene :snob:
fate fate. io me la coccolo :asd:
Eh no caro mio, stavolta non te la lascio correre :fag:
Dragon's Lair si basava su un sistema di Trial And Error molto rozzo e primitivo che aveva come immediato premio al giocatore quello di vedere il prossimo pezzo animato, parliamo di cartone animato a "pezzi" il cui proseguimento era dato dal riflesso del giocatore pena il repeat ossessivo dei pezzi, completamente differente dal sistema di interazione di HR che non pone come target il premio di abilità quanto l'interattività e l'immersività, concetti estremamente differenti, come ben sai.Citazione:
Quali sono dunque le caratteristiche salienti dell’approccio di Heavy Rain, della Quantic dream in generale e di David Cage in particolare, il master mind dietro ai progetti di questa Software house? L’idea è quella di portare ad estremo contatto il mondo del cinema con quello del videogioco. E il modo di farlo sostanzialmente non cambia la sua filosofia da quel Dragon’s Lair che citavo poc’anzi
Errore dato dal fatto che non hai giocato, il Heavy Rain manca completamente il concetto di "errore".Citazione:
il giocatore è chiamato fondamentalmente a muoversi con approcci molto diversi nella scena (terza persona, prima persona, inquadrature insolite che lasciano una prospettiva particolare, ecc…) e a seconda di questi approcci può interagire in maniera limitata con l’ambiente circostante. Spesso è chiamato a premere semplici combinazioni di tasti e/o movimenti e, a seconda di rapidità e mosse corrette, parte un successivo spezzone di filmato o gioco.
Non c'è una punizione per un azione "sbagliata", non c'è nemmeno il concetto di azione corretta o sbagliata, c'è semplicemente un bivio, con le sue conseguenze piu o meno decise.
Come accade in Mass Effect 2, come accadeva in Metal Gear Solid, come accade in qualsiasi videogioco che fa uso di cinematiche e non fin dal 1986.Citazione:
In pratica il giocatore è chiuso dentro una gabbia dorata. Tutto quello che gli appare agli occhi sembra un film: ne ha le stesse caratteristiche di trama dettagliata, fotografia, personaggi che agiscono e ci fanno scoprire pezzi della storia e quant’altro. E tutto questo accade in Heavy Rain nel 2010 esattamente come in Dragon’s Lair nel 1983 (non ero ancora nato :’) ).
La gabbia dorata è la stessa che riveste il giocatore in tutti gli altri titoli di tutti gli altri generi videoludici.
Condivisibile, o meno, il trigge dello script è purtroppo un mezzo necessario se si vuole, ad un livello di dettaglio minimo, cercare di tessere una struttura lineare per raccontare qualcosa, altrimenti ci becchiamo GTA2 e siamo ancora tutti felici a giocare a Pong.Citazione:
Tuttavia negli ultimi anni il videogioco si è spostato sempre più verso gli eventi scriptati. Un evento scriptato si può vedere come una tagliola: il giocatore esegue una determinata azione e questa parte e si sviluppa in maniera indipendente. Fino agli ultimissimi anni gli eventi scriptati erano una tagliola fin troppo evidente, che ammazzava completamente la sospensione dell’incredulità e ricordavano costantemente al giocatore che stava dentro un videogioco, dentro questa gabbia che nemmeno appariva tanto dorata.
Preferirei usare Deus Ex come esempio, ma sarebbe forse anche sbagliato.Citazione:
Poi l’arte dello scripting si è evoluta, e uno degli snodi su cui ho messo direttamente le mani fu Call of Duty. Non assumo per ignoranza personale che sia il vero capostipite, ma credo ci si avvicini abbastanza. In questa evoluzione gli eventi scriptati esistono sempre, ma sono talmente tanti e ben realizzati da fornire una cornice ambientale quasi naturale alle azioni del giocatore. Ci si trova finalmente immersi in un ambiente che non è solo oggetto passivo, ma diventa attivo e protagonista dello snodo della vicenda.
E andiamo al nocciolo della questione...Citazione:
Questo nel tempo è diventato un pregio, anche se non nascondo che nelle prime incarnazioni di Call of Duty il giocatore pareva un contorno superfluo all’azione, cosa un po’ sconfortante per un videogioco. Adesso con Modern Warfare 2 è tutto dove deve stare: script che scattano alla perfezione e quasi del tutto invisibili, piccole animazioni e chicche che rendono l’azione di squadra molto più immersiva e una moleplicità di punti di vista diversi con cui confrontarsi (oltre il classico FPS anche corse in slitta, movimenti da sub, irruzioni da SWAT e compagnia bella).
Insomma: anche lo scripting è diventato una gabbia dorata, proprio come il cinevideoludo di Heavy Rain. Dove sta la differenza e la mia malcelata preferenza per il primo rispetto al secondo?
Fhareneit no, ma perchè soffriva di una bulimia iterata nel voler proporre qualcosa di narrato dove non vi era scelta quanto più immedesimazione.Citazione:
Sta nel fatto che sostanzialmente la gabbia di Heavy Rain è dorata, sì, ma le sbarre sono strette, vicine al giocatore, opprimenti. Si nota troppo il fatto di non avere alcuna libertà e di far scattare dei grilletti con le proprie azioni guidate. Nemmeno il paradiso dello scripting Modern Warfare 2 dà libertà d’azione, beninteso, ma almeno i confini di questa gabbia sono vaghi e indefiniti. La scena della fuga dalla favela ha echi visivi e stilemi di inquadratura tipici di un Black Hawk Down. Fahrenheit non raggiungeva mai eguali richiami di un Matrix, pur apertamente scopiazzandolo.
HR no, e mi spiace ripeterlo, se ci avresti giocato sapresti di cosa stiamo parlando, ma ad un livello in egual modo paragonabile a MW2 ci sono tantissime scene, principali, in cui forte, fortissimo, rimane il senso di differenza del giocatore nel dire "Ma è uno script o ho deciso io veramente di far andare le cose così".
Su questo siamo d'accordo, ma proprio per questo HR porta questo concetto a un passo ancora superiore, anche se di poco.Citazione:
Secondo la mia modestissima opinione il percorso di Modern Warfare 2 è pieno di innegabili difetti. E’ commerciale, è su una linea evolutiva da sempre piuttosto conservatrice ed è dotato, tra le altre cose, di una trama ridicola, stereotipata e insensata (siamo ancora al “I guerrieri più forti del pianeta”, Gesù). Tuttavia è più vicino a quello che dovrebbe essere l’esperienza cinematografica interattiva per il videogiocatore, se non a livello di tecnica a quello di filosofia.
Come ho scritto in wall of text epici su tutto l'internet (non per insegnare qualcosa, ma per esprimere la mia eh) tu ti basi troppo sullo scheletro di Indingo ponendo solo differenti texture e poligoni alla struttura di base, che invece è stata raffinata e delineata diversamente, introducendo alcuni elementi come la morte dei personaggi permanente che porta a un livello di "scripting" forse diverso ma in linea con quanto fatto in quello di MW2 per immersività e senso di realizzazione del giocatore.Citazione:
Heavy Rain assomiglia filosoficamente un po’ troppo alla poltrona con telecomando ideata dalla Gialappa in Tutti gli uomini del deficiente (a cui però manca il tasto “Nuda! Nuda!” e quindi gli è pure inferiore). Il videoludo cinematografico, almeno per la mia opinione sugli anni prossimi venturi, è fatto di immersione in un ambiente e una gabbia quanto più lontana possibile dagli occhi del giocatore. Dobbiamo essere parte integrante di un’azione coinvolgente, non annoiate divinità con un telecomando in mano.
Ma ripeto, non ci hai giocato, le tue sono supposizioni giuste, ma, in quanto tali, atte dal pregiudizio, e non da valutazioni oggettive di qualcosa che manco hai visto in filmato :fag:
flashforward è una cagata pazzesca.