La home del Corriere nao :bua:
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La home del Corriere nao :bua:
Bertolaso, nel frattempo, si era tutto rannicchiato sotto il tavolo. :rotfl:
No, guarda, l'articolo l'ho letto anche io
disse quello che ha la Kultura.Citazione:
Viene riconosciuto e in sala corre un mormorio. Rotto dalla voce possente di Fuksas, fisico imperioso, testa pelata, Mascella volitiva, che sovrasta decisamente il tintinnio di piatti e bicchieri: «Dove deve sedere quel ladro, pezzo di m....».
Che poi... pelata, mascellone, voce stentorea... Cesarino, c'avrai mica una foto di Fuksas tutta stropicciata sotto il cuscino? :asd:
all'urlo di "I don't give a fuksas!"
Le lagne sulle dimensioni della firma.
Rendetevi conto di a che punto siamo.
La lite fra Fuksas, Bertocoso e il suo Witeknight :rotfl:
Era una questione di principio, a me l'hanno fatta ridimensionare e pensavo (male evidentemente) che a lui fosse permesso tenerla così perchè tanto fa quello che gli pare, se lo ribannano si reiscrive.....se ne strafotte.
Tutto qui, non sono mai andato a rompere le palle a tutti quelli che hanno la sign fuori norma, sai quanto me ne frega :asd:
Aggiornamento :asd:
Citazione:
SCOPPIATA DOMENICA SERA IN UN RISTORANTE DI ROMA
«Così Fuksas mi ha aggredito,
sembrava invasato»
Il racconto di Luca Cieri l'imprenditore presente alla lite con Bertolaso: inveiva, tirava piatti, poi è scappato
Massimiliano FuksasMILANO - «Non mi ero nemmeno accorto che c’era Massimiliano Fuksas. Ero a cena con mio figlio, mia madre, mio padre, i miei fratelli e mio nipote». Insomma, una normale cena di famiglia al ristorante. Normale fino a quando la porta della Nuova Fiorentina si è aperta ed è entrato Guido Bertolaso. «All’improvviso Fuksas ha iniziato a inveire» racconta Luca Cieri, ovvero il «bullo che ha preso le difese di Bertolaso aggredendoci» come lo ha definito l’architetto della «Nuvola» dell’Eur, protagonista domenica sera di una lite furibonda scoppiata in un ristorante del quartiere Prati, a due passi dalla Rai, finita con l’arrivo della polizia e qualche contuso.
INSULTI - «Ha cominciato a urlare "pezzo di m..., ’sto c.... di Bertolaso ancora va in giro". E poi di nuovo "pezzo di m...." e alzava sempre di più la voce», racconta Cieri, 43 anni, che non è «un bullo», ma l’amministratore delegato della Ecofim, un’impresa di costruzioni di Roma che «non fa né appalti pubblici né privati, ma solo sviluppo», precisa. Alla Nuova Fiorentina, uno dei più classici ritrovi della domenica sera romana per una pizza o una tagliata prima del cinema, c’erano un centinaio di persone e «molte famiglie». E così, all’ennesimo insulto l’imprenditore si è alzato: «Sono andato al tavolo di Fuksas, che era con la moglie e una coppia di amici, per dirgli di abbassare la voce e soprattutto moderare i termini visto che c’erano dei bambini e poi credo che il capo della Protezione Civile meriti rispetto. La risposta? "Fascista squadrista" ed è partita una formaggiera».
URLA - Che Cieri non è riuscito del tutto ad evitare: «Mi hanno medicato al Gemelli, ma non è niente». Alla formaggiera, però, sono seguiti «piatti, posate, bicchieri, è volata anche una bottiglia d’olio. Sembrava un invasato». A dargli una calmata ci ha pensato il nipote di Cieri, 16 anni, un metro e novanta e tanto canottaggio nelle braccia, il quale vista l’evoluzione dell’alterco nel frattempo si era avvicinato al tavolo dell’architetto. L’archistar «ha ripreso a urlare "squadristi, fascisti. Siete tutti dei fascisti", ma non rivolto a Bertolaso o a me, ma al ristorante. E a quel punto è scoppiata la rissa». Fuksas ha rimediato «un paio di pizze» ha raccontato la moglie Doriana «ed è scappato via — aggiunge Cieri — altrimenti l’avrebbero linciato». Due minuti dopo è arrivata la polizia. E Bertolaso? Il capo della Protezione Civile non ha reagito: «Ha fatto finta di niente, Fuksas urlava ma lui non sembrava curarsene. Ha raggiunto il suo tavolo insieme alle persone che lo accompagnavano. Però quando il clima è diventato pesante si vedeva che era imbarazzato, anzi direi mortificato».
Federico De Rosa
31 marzo 2010
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Da giovane era un antagonista di sinistra : mi pare di riconoscere lo stile :asd:
++ LAVORO: NAPOLITANO, RINVIA LEGGE ALLE CAMERE ++
TESTO ETEROGENEO SU NORME DELICATE
ROMA
(ANSA) - ROMA, 31 MAR - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, spiega una nota del Quirinale, non ha firmato a causa della "estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni - con specifico riguardo agli articoli 31 e 20 - che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale".
:alesisi:
:facepalm: Neanchè le leggi sanno fare, in che mani è il paese
vabbè capita a tutti :asd:
e poi meglio così, visto che era la legge "anti art. 18".
Al solito la questione è un po' diversa e più complessa di quanto riportato dall'agenzia.Citazione:
SACCONI: «NE TERREMO CONTO», DI PIETRO: «CI HA ASCOLTATO»
Ddl lavoro, Napolitano non firma
Il presidente della Repubblica rinvia alle Camere la legge che riforma alcune parti del diritto del lavoro
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AUDIO / IL COMMENTO: Così Napolitano si preoccupa anche dei lavoratori più deboli
Giorgio Napolitano (Ansa)MILANO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rinviato alle Camere la legge che riforma alcune parti del diritto del lavoro, tra cui il noto articolo 18 che regola le procedure di licenziamento.
LA NOTA - «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - si legge in una nota del Quirinale - ha chiesto alle Camere, a norma dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione, una nuova deliberazione in ordine alla legge: "Deleghe al governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione degli enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonchè misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro". Il capo dello Stato - prosegue la nota - è stato indotto a tale decisione dalla estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni - con specifico riguardo agli articoli 31 e 20 - che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale. Ha perciò ritenuto opportuno un ulteriore approfondimento da parte delle Camere, affinchè gli apprezzabili intenti riformatori che traspaiono dal provvedimento possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale».
I DUBBI DEL PRESIDENTE - Una delle due norme del ddl Lavoro al centro dei rilievi del Quirinale riguarda la nuova procedura di conciliazione e arbitrato che di fatto incide sulle norme dell'articolo 18 relative al licenziamento. In particolare l'articolo indicato nel comunicato del Quirinale prevede che già nel contratto di assunzione, in deroga dai contratti collettivi, si possa stabilire che in caso di contrasto le parti si affidino ad un arbitrato. Il timore, che era stato avanzato dai sindacati e dall'opposizione, è che al momento dell' assunzione il lavoratore accetti la via dell' arbitrato che lo garantisce di meno rispetto al contratto che prevede l'articolo 18 che tutela chi è licenziato senza giusta causa.
L'altro articolo sul quale il Quirinale ha mosso rilievi è il 20, che esclude dalle norme del 1955 sulla sicurezza del lavoro il personale a bordo dei navigli di Stato.
Negli ambienti del Quirinale si fa presente però che nel comunicato sulla richiesta del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alle Camere di una nuova deliberazione in ordine alla legge in materia di lavoro, non si fa riferimento all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, poichè le questioni sollevate - come risulterà evidente dalla lettura del messaggio del Capo dello Stato al Parlamento - riguardano la necessità di più ampi adeguamenti normativi che vanno ben al di là di quel tema specifico.
MARONI - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ospite di SkyTg24, spiega così il rinvio alle Camere della norma che riformava il diritto del lavoro: «È il problema dei cosiddetti decreti omnibus, dove finiscono molte norme che spesso non hanno nulla a che vedere con il provvedimento originario e su questi decreti il presidente della Repubblica ha sempre mostrato sensibilità». Quanto al rinvio alle Camere deciso da Napolitano Maroni sottolinea: «È suo potere non ho nulla da eccepire».
SACCONI - «Terremo conto dei rilievi del presidente della Repubblica», ha commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
DI PIETRO: «FINALMENTE BATTE UN COLPO» - «Finalmente il presidente della Repubblica batte un colpo e rimanda alle Camere la legge che voleva svuotare lo Statuto dei lavoratori», ha detto il presidente dei Italia dei valori, Antonio Di Pietro. «L'Idv è stato l'unico partito che si era permesso di pregare il capo dello Stato di rinviare il provvedimento alle Camere».
EPIFANI - «La Cgil esprime soddisfazione e apprezzamento per la decisione del Quirinale». È quanto afferma il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, commentando il rinvio alle Camere del ddl lavoro deciso dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «È una decisione - prosegue - che conferma le considerazioni della Cgil sugli aspetti critici del provvedimento».
Redazione online
31 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Non mi pare che sia stato rinviato perché scritto in maniera confusa e sgrammaticata, ma per dettagliare meglio il provvedimento in favore di tutele e garanzie.
non mi pare che l'agenzia dicesse quello.
:fag:Citazione:
Tg1, giornalisti esclusi dalla conduzione
Minzolini: "E' ricambio, non epurazione"
Via dal video Di Giannantonio, Damosso e Tiziana Ferrario. Il direttore: "Assunti 18 precari, bisogna mostrare volti nuovi". Rizzo Nervo e Van Straten: "Colpito chi non ha firmato la lettera in suo favore"
la vita di un vecchio per quella di una bambina, uno scambio equo
http://teleipnosi.blogosfere.it/imag...alla-thumb.jpg
Non c'era un signore anziano che regalava farfalle in cambio di patate? :asd:
Altra cosa...
Ma secondo voi, Niki Vendola....
Spoiler:
no?
woot?
sì, vendola c'azzecca :asd:
Crocifisso accanto alla moschea
il parroco: "Non lo benedico"
Era presente lo stato maggiore della Lega Nord, dall'onorevole Fabio Rainieri al consigliere regionale Roberto Corradi. Tutti in posa sotto al Cristo di 6 metri innalzato a pochi metri dal centro islamico di Parma dopo un lungo braccio di ferro tra musulmani, Comune e residenti. All'ultimo minuto la cerimonia religiosa è saltata. "Non voglio prestarmi a provocazioni", ha spiegato don Francesco Rossolini
di MARCO SEVERO
http://parma.repubblica.it/images/20...002b82aad7.jpg
A sinistra il deputato leghista Fabio Rainieri
Nessuna benedizione per il crocifisso di 6 metri innalzato a pochi metri dalla moschea di Parma. Don Francesco Rossolini diserta la cerimonia di via Campanini organizzata da Cesare Piazza, artigiano in lotta da mesi contro il centro religioso islamico. Piazza, che aveva esteso l'invito alla stampa e al sindaco Pietro Vignali, avrebbe voluto che il prete benedicesse il "suo" Cristo, da pochi giorni illuminato anche nelle ore notturne. Don Francesco aveva accettato, confermando l'appuntamento per le 19.30 in via Campanini.
Sul posto - un'area industriale fitta di capannoni e officine - era già tutto pronto, presenti anche gli stati generali della Lega nord di Parma Roberto Corradi (appena rieletto consigliere regionale), il parlamentare Fabio Rainieri e Andrea Zorandi. Una ventina, in tutto, gli abitanti della zona arrivati per partecipare. In prima fila anche un giovane in tenuta pseudomilitare, occhiali da sole e braccia conserte. Alle 19.27 però la telefonata sul cellulare di Piazza: "Salve sono don Rossolini - sente dire l'artigiano all'altro capo del telefono - purtroppo non potrò essere con voi". Motivo? "Ho letto sui giornali locali alcune anticipazioni sulla cerimonia, il tono era polemico e alludeva a strumentalizzazioni da parte della Chiesa. Così ho deciso di non prestarmi a equivoci, di non alimentare provocazioni". In sostanza il parroco non ha voluto prestare il fianco a una guerra (sempre evitata dalla Curia di Parma) tra confessioni religiose. Leggi e commenta
Infatti, secondo alcuni ben informati don Rossolini avrebbe subìto pressioni dalla Diocesi, "che nelle ultime ore aveva mostrato forti malumori". Convinto di questa versione anche Piazza: "Non ci sono dubbi, è stata la Diocesi - sostiene - a bloccare tutto". Non solo: "Secondo me - aggiunge l'artigiano - c'è anche lo zampino del sindaco e dell'amministrazione, che non poteva certo contraddirsi visto che è stata la giunta a volere la moschea qui in via Campanini". La cerimonia è stata disertata anche dai responsabili del centro islamico. Lasciati a bocca asciutta, i dirigenti della Lega nord hanno a quel punto proposto una foto di gruppo sotto l'enorme crocifisso. Flash, mugugni, promesse di crociate nei prossimi giorni da parte di Piazza e di alcuni presenti.
(31 marzo 2010)
La Repubblica
Quando la smetteranno con queste cagate da due soldi? :facepalm:
Ma la pubblicità delle onoranze funebri... a che pro ? :uhm: