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Massimiliano Allegri analizzava così il rendimento della Juve in questo campionato: «A Roma ci ho messo del mio, mentre nelle altre partite siamo stati sfortunati e non posso rimproverare niente ai ragazzi». Una prima quanto forse unica e rara ammissione di responsabilità: succedeva un paio di settimane fa, nel post Chievo, quando sembrava impensabile che altri flop avrebbero fatto seguito nel balordo avvio degli scudettati in carica. Il tecnico ci perdonerà, ma se la Juventus è tornata ai "fasti" del 1969 - qualcosa come 46 anni fa - non può essere solo colpa del cinico destino o della mancata convergenza dei fatati piedini dei suoi ragazzi. C’è dell’altro, evidentemente.
Un fantasma in mediana Il fatto è che quando cambi otto formazioni su otto tra campionato e Coppe, alternando più moduli e senza un apparente filo conduttore (al netto dei 12 infortuni, muscolari e non, che hanno falcidiato la rosa), l'idea che dai all'esterno è quella di un allenatore con poche idee chiare. E a giudicare dalla terribile prestazione di Napoli, il quadro si fa ancor più nebuloso. Al San Paolo si sono potute "ammirare" - all'estremo - alcune situazioni già vissute. Forse il gioco di questa Juve c'è ma non si vede, di sicuro quando prova a palesarsi non è ben chiaro l'elemento che faccia da tramite di una manovra perennemente sfilacciata. Sabato sera, per dire, era Chiellini a imbastire spesso l'azione con il consueto lancio in profondità verso la terra di nessuno (prima di Napoli, anche Bonucci aveva fatto il suo). Perché ormai è chiaro quanto, in assenza di leader certificati (e lo stesso Pogba è parte integrante del gruppo dei calciatori attesi al grande salto) il fantasma di Hernanes sia interpretato come tale dai compagni. Capita che il Chiello non la passi al brasiliano, per esempio, ma al bianconero che nel frattempo ha provato a dettare il passaggio in profondità: l'ex Inter vede sfilare il pallone girandosi su se stesso e così smarrendo la bussola. Hernanes, in sostanza, viene bypassato...
Tattica sgonfia Altri giocatori, inoltre, vengono schierati in ruoli che vanno al di là delle loro caratteristiche. Già, il Padoin inventato play resterà un ricordo, ma la presenza dell’ex atalantino davanti alla difesa contro Udinese e Roma continua a far riflettere, non soltanto i denigratori incalliti di Allegri, imbufaliti anche per l’utilizzo del friulano da terzino destro: contro Insigne ci sarebbe voluto ben altro. E poi la gestione di Hernanes, sbarcato a Vinovo come il messia (meglio, il profeta...) della trequarti e che invece, dal 15 settembre in avanti, dal Manchester City al Napoli non ha più smesso di corricchiare da regista molto finto, altrettanto arruffone e spaesato. E senza contare il duello Alex Sandro-Evra con il brasiliano schierato in assenza di Mandzukic (col Frosinone) o in posizioni a lui poco congeniali (nel finale del San Paolo), un altro giocatore che rischia di pagare la confusio-ne allegriana è Cuadrado, relegato in panchina nel match sbagliato (a Napoli anziché contro il Frosinone), a meno che il colombiano non fosse stato colto da un virus misterioso quanto ignoto a tutti. Ma il fatto di aver sempre beccato voti dal 6.5 in su non depone a favore di eventuali alibi. Entrato soltanto dopo il gol di Lemina a Napoli, l’ex Vespa viola si è posizionata sulla fascia destra con Pereyra a specchio sul fianco opposto, in un 4-4-2 inedito. Il tecnico è apparso in evidente difficoltà non solo nella scelta del modulo più adatto e nella coerenza nel riproporlo, ma anche nella capacità di cambiare in corso d’opera: dal 4-3-1- 2 iniziale al San Paolo al 4-4-2 di cui sopra, fino al 4-3-3 con ritorno al 4-3-1-2, la Juventus non ha catturato l’attenzione. A meno che non s’intenda far passare l’alternanza di moduli (3 volte è stato schierato il 3-5- 2 compresa Shanghai, 2 il 4-3- 1-2, 3 il 4-3-3, Champions nel conto) come l’esemplificazione di una continua ricerca tattica, alla caccia di un’identità da trovare. C’è tanto caos, in verità, non una reale armonia di gioco. «Verrà il tempo in cui mi divertirò io», ha detto Allegri a Napoli. Il fatto è che vorrebbero divertirsi altri 14 milioni di individui...