se dico che non sopporto stano mi linciate? :asd:
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se dico che non sopporto stano mi linciate? :asd:
nah, stavolta no, stano lo reggo poco pure io... c'ha tristezza dentro :D
Stano i primi tempi era spettacolare...gli ultimi numeri che ho letto suoi sono ridicoli (L'Assassino è tra noi).
Semplicemente lo pagano uno sproposito e fa meno del minimo indispensabile, c'ha poca voglia.
avete letto lultimo numero, l'incendiario? è ottimo secondo me
Domani lo compro, visto che almeno sui disegni vado sul sicuro col caro Brindisi :sisi:
Letto da poco, gli darei un 6.5, più di incoraggiamento che altro.
L'idea non é malaccio ma la storia mi dà questa cavolo di impressione costante che abbia i tempi sbagliati: mi sembra che la narrazione acceleri laddove dovrebbe rallentare per permettere al lettore di assorbire il cambio di prospettiva (tipo quando Dyd diventa Nil), il che crea uno strano senso di smarrimento.
Comunque non é assolutamente male, anche i disegni di Brindisi sono all'altezza (anche se non mi pare uno dei suoi migliori lavori).
Se non l'avete ancora fatto comprate il secondo color fest uscito in questi giorni. E' davvero eccellente, di molte spanne superiore al primo, con almeno tre storie straordinarie su 4 (solo ruju sotottono).
Fidatevi ;)
In fumetteria non ce l'avevano ancora, ma me lo devo procurare al più presto, da fan accanitissimo di Di Giandomenico.
la sua storia è la migliore
Letto su xl 15 pagine di anteprima della storia della Barbato, mi sa che questo me lo accatto pure io, sono curioso di vedere come finisce.
Qualche volta la pubblicità funziona :sisi:
Non mi leggo quella di XL perchè non voglio rovinarmi nulla...però i colori di Stano sono imbarazzanti :bua:
E pensare che l'anno scorso avevan pubblicato quella di Carnevale :sbav:
Appena lette le prime 15 pagine... ma Di Giandomenico è un allievo di Saudelli, per caso?
Bravo davvero, cmq.
Che bello trovare le edicole aperte alle 0.50 e potersi comprare il color fest :fag:
Letta la prima e la seconda storia: quella di Di Giandomenico-Bilotta è amarissima, sarà che vedere "l'esperimento zero" in quelle condizioni non è il massimo della vita; anche la storia della Barbato non era niente male, mi piace quel pizzico di surrealismo nei racconti, anche se i colori di Stano... :bua:
Appena finito di leggerlo.
Ma com'é che tutti parlano dei colori, nella storia di Stano, e non di quelle terrificanti aggiunte fatte con la computergrafica?
Fanno proprio schifo, sembra il lavoro di un dilettante, fatto con le decalcomanie: una vignetta per tutte, quelle grande a pag. 41.
Gli altri disegni molto belli, anche se c'é chi dal colore ci guadagna (il magnifico De Angelis) e chi ci perde parecchio (Mari).
Sulle storie: a me sono piaciute ma non capisco perchè la formula delle quattro storie brevi.
Sia l'anno scorso che quest'anno ho avuto la stessa identica impressione, cioè di storie buone (magari la prima poteva diventare anche un classico) ma che soffrono tantissimo il ridotto numero di pagine. Il ritmo é così sincopato che conduce alla fine in un lampo, il lettore si ritrova ad aver finito la storia senza probabilmente aver avuto il tempo di "entrarci" davvero.
Questo secondo me vale per tutte e quattro le storie.
Boh, proprio non capisco perchè castrarsi così... a 'sto punto era meglio lasciare i soggetti per la serie regolare e scriverne altri, appositamente pensati per queste lunghezze.
PS: non é male, la storia di Ruju, dopotutto. Inferiore alle altre, banalotta ma accettabile.
Oddio, non m'ero soffermato sulla vignetta a pagina 41...è orribile :bua:
Cmq si, è vero, purtroppo queste storie sono parecchio castrate, ed un esempio perfetto è la prima: si vorrebbe sapere molto di più di quel mondo, dell'incidente, dell'esperimento zero, del rientro di Dylan in polizia e delle divise dei nuovi poliziotti, ma non c'è spazio..
Quella della Barbato invece si adatta perfettamente allo stile breve.
Penso cmq che questo sia il problema principale dei "raccoltoni" delle storie.
L'eccessiva compressione si nota solo nel primo secondo me, qualche pagina in più sarebbe stata utile non tanto per l'intreccio ma per approfondire il discorso sull'ambientazione.
La seconda è perfetta così, fosse stata più lunga avrebbe perso di incisività. Il finale avrebbe perso molto stando più lontano dall'inizio.
La terza è francamente una storiella, lo spazio che occupa mi pare giusto, non c'era molto altro da dire.
La quarta non l'ho ancora letta.
senza andare a controllare, la vignetta a pagina 41 è quella del negozio vero? :bua:
effettivamente è inspiegabile :bua:
un lul a dunkan che voleva la spiegazione della storia della barbato :lul:
C'è una storia della Barbato ? Vado a comprarlo.
Effettivamente, ripensandoci, forse la prima é la storia che soffre di più della brevità (anche se, più che sul contesto in sè, io avrei voluto spiegazioni sulla condizione dei vari personaggi).
Però quella della Barbato è vero che può andare bene così com'é... ma è vero anche che dispiegandola sulle classiche 94 pagine avremmo avuto una buona storia per la serie regolare (non credo che avrebbe perso incisività). Insomma, non mi pare proprio che sia stata scritta per QUEL numero di pagine, mi dà pure quella l'idea del riadattamento... sarà un'impressione mia, boh?
Stesso discorso per la storia di Ruju, é una discreta storia breve che sarebbe potuta essere una discreta storia da 94 pagine (e l'impianto mi sembra proprio UGUALE a quello di tante storie da 94 che abbiamo visto sulla serie regolare): non mi sembra creata per essere breve, anche qua mi sembra un riadattamento.
L'ultima sarei pure d'accordo che non necessitava di un numero di pagine superiore... ma se fosse stata ambientata a Teheran o a Baghdad. Com'é che sentite l'esigenza di una spiegazione per il contesto della prima storia ma non per la Londra in guerra dell'ultima? Non capisco.
PS: ah, a proposito dell'ultima storia: non ho proprio capito cosa voglia dire l'autore, scegliendo come "più grande nemico della pace" un militare (l'ufficiale)... ancora con 'ste str***ate anni '60 (militare = guerra), stiamo? Boh, ogni tanto mi sorprendo.
PPS: non é solo la vignetta a pagina 41... di terrificanti decalcomanie ce ne sono per tutta la storia, che cosa brutta!
Ancora l'ultima storia non l'ho letta :asd:
Cmq, non è tanto la storia di Ruju che è da 94 o da 32, ma il modo in cui ha scelto di raccontarla: prendendo come punto di vista principale quello del cattivone di turno, non ha avuto bisogno di tutta la parte investigativa, e quindi ha tagliato via una bella fetta di pagine, facendo incastrare perfettamente il tutto in 32.
Della prima, quando dicevo che mi incuriosiva l'ambientazione, mi riferivo a tutto, compresi gli avvenimenti che hanno portato i personaggi a diventare tali. Sulla serie regolare, secondo me la storia sarebbe potuta venire molto più lunga di un numero ed essere parecchio accattivante. Dylan invecchiato e molto più cinico e disincantato ha il suo fascino. Un classico per gli universi alternativi dylandoghiani.
La storia della barbato l'avrei lasciata così proprio perchè ha quel pizzico di surreale che fa sì che tutto stia bene così com'è, tipo in un'ampollina separata dall'universo reale. Senza stare a spiegare troppo (chi manda il video a Dylan ed all'altro tizio? Quando li ha filmati? Come?), chiude il circolo e costruisce una bella storiella perfetta per un racconto breve.
Letta pure l'ultima. Confermo, solo la prima è castrata.
Nella quarta non c'è tanto da spiegare, londra è in guerra. L'unico non detto è "contro chi" ma non è importante, anzi, è volutamente glissata la rivelazione. Per come è strutturata la 40ina di pagine le stanno a pennelloSpoiler:
Ma povero Groucho nella prima storia ;____;
Bella quella della Barbato, la ricerca nelle varie stanze faceva molto survival horror :D
Stando a questo ragionamento tutte le storie potrebbero partire da qualunque contesto.
Se una Londra in guerra (che poi, ovviamente, non può essere solo Londra, quantomeno si parla dell'Inghilterra) non va spiegata allora si può tranquillamente prendere così com'é qualunque incipit.
Anzi, si può tranquillamente spostare Dyd in una vera città in guerra, si fa anche prima.
Non é che la storia perda comprensibilità, senza la descrizione del contesto: semplicemente la descrizione manca, tutto qua. Poi la storia va anche bene così com'é ma a patto di prenderla come un what if.
Vero ma non é mica obbligatorio che lo schema dovesse necessariamente ridursi a questo. D'altra parte non é poi difficile scrivere una storia lunga che narri una fuga, nè questo deve necessariamente tradursi in una storia pallosa (al cinema gli esempi si sprecano).Citazione:
Spoiler: