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25/03/2013 - retroscena
Ultimatum di Suarez
Ora la Juve è più vicina
[IMG]http://www.***************.it/forum/rf/image_lowres/Pub/p3/2013/03/25/Sport/Foto/RitagliWeb/large_120505-234655_to050512spo_2534[1]--330x185.jpg[/IMG] Luis Suarez, 26 anni, dal gennaio 2011 al Liverpool
Il bomber al Liverpool: “Squadra
da Champions o sarà un problema”
massimiliano nerozzi
TORINO
Da casa sua, l’Uruguay, cioè a undicimila chilometri da Liverpool, Luis Suarez torna a tracciare il suo futuro con i Reds: «Vorrei giocare la Champions con il Liverpool, ma se proprio non si può potrebbe essere un problema». Funziona sempre così: la verità viene spifferata da debita distanza, spesso imboscati in Nazionale e tra confortevoli fusi orari. Così, c’è sempre il tempo per dire: hey, sono stato male interpretato. Come del resto aveva fatto qualche giorno fa l’ad del Liverpool, Ian Ayre, dopo la prima sparata di Suarez sulla nostalgia della Champions: «Le parole di Luis sono state fraintese».
Solo che stavolta non deve aver capito male solo qualche giornalista uruguayano, ma Edinson Cavani, che così ha riassunto la confessione del collega: «Luis è uno dei migliori attaccanti del mondo e vuole giocare la Champions League». Al limite, dando fiducia, anche per il prossimo anno, a patto di vedere uno shopping adeguato: «Se il Liverpool non facesse una grande squadra per la prossima stagione - ha spiegato ancora l’attaccante del Napoli - allora sarà un problema». Tradotto: «A Luis piacerebbe giocare in Champions con il Liverpool, perché ama il club ed è affezionato ai tifosi, ma se non si può, uno con le sue qualità troverebbe un’altra squadra in grado di offrirgli l’Europa». Che Suarez se ne sia stato zitto per un anno e mezzo, e ora abbia parlato tre volte in un mese della nostalgia della Champions è già di per se un segnale robusto. Per il Liverpool, ovvio, e per chi vorrebbe comprarlo, a partire dalla Juve. Ma non solo.
Di certo non si tratta solo di vile pecunia, se i Reds hanno appena prolungato il contratto con l’attaccante l’estate scorsa, sigillando un accordo fino al 2018, a 4,6 milioni di euro a stagione. Ma con busta paga che può lievitare oltre i 5 milioni e mezzo, con premi e bonus: come sta già accadendo in questa stagione, visti i 22 gol segnati in Premier. E per l’ambizione, cioè la Champions, per quest’anno c’è pochino da fare, visto che il Liverpool è a dieci punti dalla zona Europa che conta. Neppure, il club inglese potrà barattare l’assenza di competitività con altri quattrini: con un monte ingaggi sui 160 milioni di euro, cioè sul 70% del fatturato, i Reds sono sotto osservazione e rientreranno nelle misure di controllo dei costi a breve termine previsti dalla Premier nell’ambito del financial fair play. Il che significa non poter aumentare il costo della rosa succhiando i fondi provenienti dai diritti tv, se non nel limite di circa 4,6 milioni di euro per il 2013, a salire fino a un massimo di 14 milioni nel 2015/16. E nonostante la gestione sia migliorata da quando comandano gli americani della «Fenway Sports Group», l’ultimo bilancio ha chiuso con un rosso di 47,5 milioni di euro, e soprattutto l’indebitamento netto è in aumento, e ora ha raggiunto gli 87,2 milioni di euro. Inutile dire che, continuando senza Champions, alle casse non basteranno i pur ottimi incassi da stadio e introiti commerciali, per un fatturato di 233 milioni (dati Deloitte). Poi, una volta appeso il cartellino del prezzo a Suarez, la Juve dovrà battere la concorrenza. Ma per uno che fino a sei mesi fa pareva incedibile, è già un passo avanti.
La parte contabile del liverpool è vera.