La faccia come il culo :rotfl:
Visualizzazione Stampabile
La faccia come il culo :rotfl:
:caffe: nulla di nuovo
Avendo lavorato sia nel pubblico che nel privato condivido appieno questa frase.
Quando sono passata al pubblico il lavoro mi pesava meno, ma non tanto perché lavorassi di meno (anzi, a dire il vero lavoravo leggermente di più) ma perché mancavano tutti gli "orpelli" che sembrano essere così necessari nel privato: ruffianeria, "consenso" e imitazione dei cosidetti "leader", extralavorativo, ecc.
ciao elite!
posto solo perchè volevo rivedere le tette del tuo avatar.
tu hai ragione, o almeno la tua esperienza è simile alla mia, ma chi ha lavorato solo nel privato non lo sa.
:mah:
Perché non puoi osservarle anche senza dover necessariamente postare?
Diciamo che secondo me nel privato contano molto di più rispetto al pubblico cose extralavorative tipo andare alle cene aziendali, essere sempre daccordo col capo anche (se non soprattutto) su argomenti che nulla hanno a che fare col lavoro (tipo la cinefilia dell'ingegner riccardelli o le biciclettate di cobram, per intenderci), "presentarsi" in un certo modo.
Il settore pubblico invece è molto più serio sotto questo punto di vista: le simpatie personali incidono molto meno e l'atmosfera è molto più rilassata senza gente col coltello tra i denti per nulla.
Personalmente quando sento Brunetta parlare di premi a discrezione del responsabile mi scappa da ridere: è un modo per far calare l'efficienza, non per aumentarla: la mia esperienza è che nel privato si sapeva benissimo con otto-nove mesi di anticipo chi avrebbe preso il premio (ANNUALE!) e chi no, a prescindere dalla produttività e da quello che avrebbero fatto i signori interessati durante i mesi successivi. L'unico incentivo serio sarebbe un premio legato al raggiungimento di obbiettivi assolutamente oggettivi, ma il problema è che ad esempio in un ufficio gli obbiettivi potrebbero venire raggiunti da 6 persone su 10, e magari di quelle 6 persone ben 2 o 3 potrebbero essere delle "pecore nere"....................
:rotfl:
:sisi:Citazione:
Diciamo che secondo me nel privato contano molto di più rispetto al pubblico cose extralavorative tipo andare alle cene aziendali, essere sempre daccordo col capo anche (se non soprattutto) su argomenti che nulla hanno a che fare col lavoro (tipo la cinefilia dell'ingegner riccardelli o le biciclettate di cobram, per intenderci), "presentarsi" in un certo modo.
è esattamente il motivo per cui non voglio lavorare per il privato.
intendiamoci, ora tu stai dando della cosa un'immagine un po' fantozziana, e cmq non va sempre male, tipo a volte il tuo capo è un figo e ci vai d'accordissimo.
però effettivamente può anche andarti molto peggio. per dire, ci sono aziende dove fanno pure le messe aziendali... :muroblu:
o cmq se anche ci si sta sul pene non ci si può danneggiare molto facilmente.Citazione:
Il settore pubblico invece è molto più serio sotto questo punto di vista: le simpatie personali incidono molto meno e l'atmosfera è molto più rilassata senza gente col coltello tra i denti per nulla.
tipo io a scuola mi faccio i cazz1 miei e bado solo ai ragazzi, si può dire.
coi colleghi mi trovo spesso bene, ma non sempre, specie con quelli più "teneri" con gli studenti o con quelli che fanno differenze (il figlio del notaio non si boccia...), e in tal caso lascio che a loro venga il fegato grosso, se gli pare.
e cosa mi possono fare? ok, se mi inimico qualcuno della commissione orario magari mi fa un orario di meLma. questo può essere fastidioso, ma non ti cambia la vita. fottesega is he tway
Citazione:
Personalmente quando sento Brunetta parlare di premi a discrezione del responsabile mi scappa da ridere: è un modo per far calare l'efficienza, non per aumentarla: la mia esperienza è che nel privato si sapeva benissimo con otto-nove mesi di anticipo chi avrebbe preso il premio (ANNUALE!) e chi no, a prescindere dalla produttività e da quello che avrebbero fatto i signori interessati durante i mesi successivi. L'unico incentivo serio sarebbe un premio legato al raggiungimento di obbiettivi assolutamente oggettivi, ma il problema è che ad esempio in un ufficio gli obbiettivi potrebbero venire raggiunti da 6 persone su 10, e magari di quelle 6 persone ben 2 o 3 potrebbero essere delle "pecore nere"....................
io so quello che ci aspettiamo nella scuola, e cioè che se danno ancora più potere ai dirigenti non ci aspettano tempi buoni.
Già ora la libertà di insegnamento è messa a dura prova da presidi molto caparbi e... con le idee chiare... anche se quelle idee non sono quelle del corpo docente.
Questi presidi riescono a cambiare la fisionomia di una scuola anche se la gran parte del collegio dei docenti è contrario. (se sono tutti contrari no, non credo che ci riuscirebbe nessuno. ma non capita mai no?)
X es, in una scuola dove ho insegnato (:look: ) fino a qualche anno fa c'era un preside molto "sessantottino" per quanto riguarda la gestione della scuola, non so se mi spiego... molte attività extracurricolari e molti promossi. La scuola si è così fatta la fama di scuola facile (fama che permane anche oggi che le cose stanno cambiando), cosa che ha attratto molti utenti... ma non è sempre la cosa migliore questa :roll:
Molti colleghi non erano d'accordo con questa linea di condotta, ma il preside estrometteva dalle funzioni strumentali chi non era d'accordo con lui, gli rendeva la vita difficile, e nei consigli di classe per gli scrutini dove si cercava di fare le cose più seriamente lui minacciava di non togliere la seduta (x cui il consiglio non poteva sciogliersi e lo scrutinio non poteva finire :| ) finchè... finchè non si promuovevano abbastanza persone, secondo i suoi criteri... C'è gente che crede nel lavoro che fa, e che vada fatta in un certo modo, che per molti anni s'è fatta un fegato così... :???:
Guardate che però la situazione fantozziana nel privato di solito si ha in aziende di una certa dimensione.
Per una ditta/studio di 10/20 dipendenti è difficile che si verifichi.
Non so onestamente, avendo avuto un buon 80% di esperienza lavorativa sempre legata a obiettivi di fatturato e margine ( molto reali e misurabili ) ammetto che mi ha sempre fatto sorridere il concetto di obiettivo raggiunto a discrezione del capo.
boh non so la relazione fra dimensione e fantozzianità :asd: dico solo che non bisogna farla troppo tragica. :snob:
Però è vero. Il clima è differente.
E insomma, sarà che sono presuntuoso, ma l'idea che uno che considero un mio inferiore (cioè un qualunque essere umano sulla Terra, salvo forse un mio clone :) ) mi possa giudicare e financo licenziare mi risulta intollerabile.
:)
Poi se penso all'imprenditore tipico veneto... :asd: con la terza media o al max perito, e l'apertura mentale di una cavalletta. zoppa. Che crede di essere un gran figo perchè el ga fato i schei, poi magari scopri che l'azienda l'ha messa su il papà o il nonno, e solo se è un vegliardo l'ha messa su lui :asd: (e in tal caso, respect).
/apparte che se l'azienda è grande non hai a che fare col boss ma con un sotto vice infrabossino. che peraltro può essere addirittura più gasato del direttore generale :asd:
Ho come il sospetto che l'attuale crisi abbia dato una bella scremata a questo tipo di imprenditori.
ottimo, così se l'hanno prox non trovo supplenze mi rivolgo al privato con rinnovata speranza :bua:
31 anni non sono tanti no? :) poi fra un po' (:look: ) sarò pure BIOINGEGNERE, fuck yeah.
io ho lavorato anche nel pubblico oltre che nel privato. Il cazzeggio clamoroso che ho visto fare quando ero alla Provincia nel privato non l'ho mai visto. Anche perché a cazzeggiare in quel modo nel privato ti mandano a casa dopo 2 mesi.
Io non ho trovato grosse differenze tra il ritmo di lavoro nel pubblico e nel privato (grossa ditta, settore servizi): in entrambi i casi il lavoro supponeva una certa produttività, a un livello facile da rispettare ma non particolarmente basso: diciamo che su 6 ore nel pubblico lavoravi
qualcosa come un 4 ore (con punte di 4,5/5 ore nei giorni più caldi) mentre nel privato su 8 ore potevi farne di lavoro reale e totale non più di 6/6,5.
La differenza non era quindi nel ritmo produttivo, ma nel modo di porsi: per la mia esperienza il dipendente pubblico lavora 4 ore su 6 e poi passa le rimenenti 2 ore a cazzeggiare spudoratamente, mentre il dipendente privato lavora 6 ore su 8 utilizzando però le 2 ore rimanenti in attività di ruffiananeria nei confronti di capi e - soprattutto - di capetti
Poi quello che mi da' fastidio nel privato è il "controllo delle opinioni": secondo la mia esperienza se un dipendente privato in pausa pranzo parla con un collega criticando la riforma della malattia di Brunetta oppure le idee di Ichino oppure racconta che la domenica dorme sino alle 11: ebbene, se il capo lo sente tutto ciò ha inevitabilmente un riflesso negativo sulla sua carriera (parlo ovviamente di episodi ripetuti, non del fatto isolato). Tutto ciò anche se ovviamente, le opinioni personali ed il poltrire a letto la domenica non hanno nulla a che fare con la produttività in ambito aziendale.
Ciò non accade invece nel pubblico, dove il lavoro è lavoro e le opinioni personali sono le opinioni personali.
ma basta palle giganti :facepalm:
Vero, ma in generale nelle ditte piccole il personale è sempre sottodimensionato (altrimenti non dovrebbe fare straordinari), quindi se il datore di lavoro non è fesso alla fine dell'anno allunga la busta in nero, altrimenti il dipendente a furia di lavorare per niente si scoccia e lavora col cu.lo.
Dipende poi dall'entità degli straordinari.
che sono quelle faccine? :)
cmq... ingegnere a indirizzo bioingegnere, eccheccavolo :asd:
http://www.unipd.it/offerta_didattica/corsi/977.htm
Le faccine erano perchè avevi scritto "l'anno" con l'acca :look:
oh... è vero.
allora
uccidetemi, vi prego.
...ma in quali aziende hai visto succedere queste cose??? dove sono stato io non è mai successo niente di simile. Semmai nel pubblico ho visto spesso e volentieri che chi "vince" i concorsi (interni od esterni che siano) è in quota di un qualche partito.
http://www.greatlakesfisherman.com/f...s/rotflmao.gif
il pubblico è il regno del lecchinaggio più sfrenato, a tutti i livelli e da parte di chiunque abbia la benché minima ambizione. in totale assenza di meritocrazia, chi vuole ottenere qualcosa può soltanto cercare di mettersi in luce con chi può fornirgli aiuto, e quindi si vedono gli atteggiamenti più grotteschi. gente con il busto di Che Guevara in salotto che è disposta a fare il saluto romano ogni mattina per strappare una posizione organizzativa, per non parlare del sesso in cambio di gratificazioni professionali, sempre assai diffuso
e non si tratta solo di servilismo nei rapporti gerarchici (lecco il dirigente o il segretario generale per sperare in qualcosa), è l'ossequiosità affettata nei confronti dei politici che raggiunge livelli imbarazzanti, tipo lo storico zerbinaggio nei confronti dei signorotti medievali
per non parlare della rivalità tra colleghi. mi diceva giusto venerdi un collega che la sua vicina di stanza non gli parla più da un mese perché lui ha ottenuto uno scatto cui riteneva di aver diritto anche lei, la quale invece non l'ha avuto :asd: