Calciopoli 2: istruzioni per l’uso 30 Commenti/ 5
Intercettate! Intercettate subito, che forse è già troppo tardi. Agnelli, Braschi, Nicchi, Rizzoli, ma anche Marotta e Paratici, pure Nedved. Pedinate, se è il caso. Indagate, insomma.
La Juventus ruba di nuovo e le forze dell’ordine dormono, la giustizia ordinaria è immobile (non nel senso di Ciro) e quella sportiva tutt’al più chiude le curve, che la
Juventus poi riempe di nuovo con giovanissimi teppisti (pulcini ultrà che si beccano pure 5.000 euro di multa e nota sul diario). Succede tutto questo e nessuno sta lavorando a un’altra Calciopoli. Che tempi! Eppure il sentimento popolare cresce, dilaga grazie ai social network, fomentato nel modo giusto, ovvero con l’illazione un po’ vaga.
Chiariamo subito:
il rigore per il Torino era netto e, nonostante la dinamica difficile da interpretare, un buon arbitro deve fischiare il penalty senza pensarci neppure troppo. Ma dopo aver sottolineato – senza se e senza ma -, questa verità, si deve passare al gradino successivo, quello più scivoloso di tutti, quello in cui spunta la domanda:
perché l’arbitro ha sbagliato? E qui nessuno ha il coraggio di dire direttamente
“la Juventus l’ha corrotto”, perché poi ne pagherebbe le conseguenze o avrebbe l’onere di dimostrarlo (
e non sono bastate nemmeno quattro sentenze penali nel processo di Calciopoli per leggere chiaramente questa affermazione, mentre in compenso la Casoria ha scritto che
“i campionati non erano alterati”). Si preferisce buttare lì il sospetto, non meglio espresso, in modo che strisci l’idea di una “Juve favorita”, immagine con cui si può solleticare la pancia del tifoso senza prendersi la briga di spiegare come e perché funzioni
il “sistema” (concetto che più astratto non ce n’è, ma fa fine e non impegna).
Oltretutto, negli ultimi trent’anni raramente
la Juventus è stata così debole dal punto di vista politico come lo è ora: non rappresentata nel Consiglio di Lega, assente dal Consiglio Federale, in rapporti sempre piuttosto tesi con le istituzioni calcistiche italiane. Insomma, non è questione di essere juventini o anti-juventini, ma di dare una spiegazione logica e plausibile alla
fumosa dietrologia che si alza ad ogni errore arbitrale che favorisce la Juventus (
fenomeno che non capita praticamente mai quando l’errore avviene nel senso inverso). Intercettiamo, dunque. Oppure stiamo tutti un po’ più tranquilli.